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Autore: An13Uta    20/03/2024    1 recensioni
Un tributo alla blind-run in coppia di Cydonia e Sabaku su Bianco & Nero, e in particolare all'inaspettata punta di diamante del team del novellino: Chanseyn't, la Audino più forte di Unima.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Ode a Chanseyn't

 

 

Nell'erba alta, se si ascolta attentamente, si possono sentire mormorii in una lingua incomprensibile, fatta di bisbigli, pigolii, squittii, fusa, ragli e mugghiati – un dialetto comune a tutti i Pokémon attraverso il quale le più disparate informazioni si rincorrono per le regioni, arrivando a mille orecchie diverse in una versione animale della rete micorrizica.

È così che ci si avverte l'un l'altro di piogge in arrivo, di rivalità pericolose, di dei erranti.

È così che si incontrano gli umani.

 


La vita di un Audino è assai dura. Capace più di ogni altro Pokémon di rafforzare i propri avversari quando sconfitto, era nata con la rassegnata consapevolezza di essere un'aiutante preziosa senza mai poter godere del ruolo di protagonista – specialmente lei, la cui anima era stata legata indissolubilmente ad un Pidove di eguale poca importanza attraverso la loro contemporanea cattura nel Percorso 3.

Se non altro, pensavano entrambi, quello strano aggeggio umano definito “box” da coloro da cui ne erano stati liberati li avrebbe portati in un bel prato dove passare in pace il resto dei loro giorni.

Chissà se sapeva, dentro di sé, che il nome datole era un'altra conferma di ciò.

Chissà se aveva sentito con il suo udito sopraffino l'ilarità meschina con cui il suo allenatore l'aveva battezzata in negativo, ponendo sotto il suo viso dai dolci occhi acquosi la crudele didascalia di brutta copia.

Ma nel momento in cui l'ultima Mega Ball si era chiusa attorno a lei, nonostante la sua rassegnazione, era stata colta da una gioia euforica.

Eccomi, si era detta: Sono qui. Andiamo.

E con sua immensa sorpresa, si era fatta strada per Unima.

Come altri nati dai geni più dolci e altruistici di Mew, le storie di Audino famosi che venivano raccontate nell'erba alta li descrivevano al fianco di altre specie, a donare loro forza e supporto.



Lei non fu una di loro.




Lei fu una solista.




La mitezza della sua specie venne temprata dall'allenamento, dalle palestre che nessun Audino aveva mai affrontato prima, dai percorsi sempre più duri, dalle mosse sempre più potenti che le venivano affidate dall'umano che sempre più pronunciava il suo nome con affetto invece che con scherno, che sempre più considerava la sua sopravvivenza una necessità in ogni lotta che affrontavano insieme, che sempre più la ammirava come la punta di diamante della sua squadra.

I bisbigli tra l'erba erano febbrili.



Si diceva che potesse avvelenare con un singolo tocco delle sue dolci zampe. Che con la sua voce tanto sottile e quieta come la sua natura chiamasse enormi piante a stritolare senza pietà alcuna anche gli avversari più imponenti. Che dal ben celato rancore nei suoi amabili occhi potesse congiurare una sfera di ombre così impenetrabili che nessuno Spettro osava porsi sul suo cammino. Che a volte nulla al mondo pareva in grado di scalfire il suo fine pelo di crema e fragola. Che l'affetto ricambiato del suo allenatore scaldasse il suo cuore così roventemente che anche un singolo, piccolo, malleabile pugno diventava invincibile.



Persino l'unico umano che capiva quello strano dialetto cominciava a percepire il peso di quelle storie.

Persino lui, davanti a quegli occhi gentili ma determinati, sentì lo stesso brivido che pervase Archeops e Klinklang davanti a lei.

Persino lui, prima sconfitto e poi umiliato da chi lo avrebbe dovuto amare, si era ritrovato a pregare che lei e il suo allenatore, il suo amico, riuscissero nel loro intento.




E lei – lei! Lei creatura mediocre, lei che esisteva per aiutare, lei che era sopravvissuta alla Lega Pokémon, al Drago Bianco della Verità, all'Eroe degli Ideali, lei che solo pochi secondi prima era stata investita da un Dragopulsar, lei che altro non era che l'amatissima brutta copia catturata nel Percorso 3 –-



Lei, con la sua zampa gentile e il supporto piantato dal primo compagno dal suo amico, Ritornò su un Hydreigon che non conosceva null'altro che odio e lo abbattè.

 



Se ne bisbigliò tanto, tra i percorsi.

Con riverenza, e incredulità, e ammirazione.

Tutta la regione di Unima la guardò senza fiato..

È così che nascono le leggende.



E con ogni leggenda, purtroppo, nasce chi la vuole sopraffarre.



Non doveva finire così.

Non doveva, quella Sottomissione, fare così male.

Ma lei era comunque solo un Audino.

Le corna del Pinsir la strinsero forte nella loro presa, e non ci fu nulla da fare: prima che se ne rendesse conto, era già tutto finito là, nel Percorso 12.

Il suo amico la strinse forte tra le braccia, accarezzando piano il fine pelo rosa, finché quei begli occhi acquosi che lo avevano accompagnato per così tante strade e vittorie non furono vinti dal peso delle palpebre, chiudendosi piano, piano, ascoltando fino all'ultimo il cuore singhiozzante contro poggiava il suo sensibile orecchio.

La lasciò in quel percorso, a riposare per sempre.

La sua incredibile, dolce Chanseyn't.

 



Ma i mormorii della rete pokémonica volano veloci tra i fili dell'erba alta.

E gli Audino sono, prima di tutto, una specie votata alla cura.



Quando aprì gli occhi ancora stanchi verso il cielo, ebbe la strana sensazione di non dover essere lì da solo, circondato dai suoi simili. Gli ci volle un attimo prima di ricordare, osservando con curiosità le cicatrici sul suo pelo, e subito tentò allarmato di alzarsi, di ripartire, di attraversare il percorso prima che fosse troppo tardi – il suo povero umano! Per colpa di quello stupido Pinsir ora abbandonato a sé stesso, indifeso, da qualche parte nella regione!

I suoi fratelli lo dovettero trattenere per evitare che mandasse all'aria il loro miracoloso lavoro, sostenendolo con cautela – una buona percentuale della sua forza era andata perduta ormai, e forse non sarebbe mai più stato il Pokémon che il suo allenatore era giunto ad amare così tanto, ma doveva ritrovarlo, a tutti i costi.

Dovevano finire questo folle giro per la regione.

Anche seguendolo solo dal box.

Ma insieme.



Sostenuto ad ogni passo da cugini e sorelle, lo trovò: per poco non gli saltò addosso quando lo vide vicino al Ponte Villaggio, che camminava nervosamente avanti e indietro, come se stesse aspettando qualcosa.

Una speranza gli fece trattenere il respiro: e se stesse cercando...?



Gli altri non lo fermarono, quando si mise ad agitare il suo ciuffo d'erba alta.

Sapevano.



Bastò un attimo, uno sguardo: il sorriso del suo amico non appena pose gli occhi su di lui, incredulo e commosso nel riconoscerlo in un istante, fece fuggire ogni dubbio e paura.

Entrò nella Scuro Ball senza opporre resistenza.

Eccomi, si disse: Sono qui. Andiamo.


 

Punished Audidn't era a casa.









a costo di fare una figura un po' da scema, sono un pochino orgogliosa di dire che questa storia è stata da me consegnata (con tanto di disegnino in penna e matita di Chanseyn't) a Sabaku stesso di persona :) la loro blind run mi ha fatto rivivere la bellezza che sono stati i giochi di quinta generazione e che io da bimba qual'ero non sono forse stata capace di cogliere mentre li giocavo, è stata un'esperienza davvero bellissima. Non so ancora se questa storiella gli sia piaciuta in realtà, haha... Ma è stato molto felice di riceverla, quindi ne sono contenta :D
   
 
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