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Autore: Lore_South    20/03/2024    0 recensioni
Salve a tutti, questa è la prima storia che faccio dopo anni e anni in cui ero in questo sito. Il mio è un progetto abbastanza ambizioso e lungo che si discosta nettamente dai canoni classici dell'anime o giochi Pokemon. Una storia realistica, cruda che riflette ciò che accade nel nostro mondo reale. Seguite la storia di un ragazzo che verrà catapultato in un mondo per lui assurdo, in una missione folle alla ricerca di un domani che forse non esisterà più.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Nuovo personaggio, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Anime
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Nella totalità della storia della Terra, la nascita ed evoluzione della razza umana ha occupato un infradesimale parte del totale, per non parlare nell'intera storia dell'universo. La nostra esistenza, così messa in gioco da predatori, catastrofi e infinite avversità è stata del tutto fortunata se non si considera l'immensa perseveranza e spirito di sopravvivenza di noi uomini.

E' come se fossimo in qualche modo destinati a diventare un giorno i veri guardiani di questa sfera azzurra, capaci di plasmare la sua superfice a nostro piacimento e piegare al nostro volere ogni creatura a noi considerata inferiore. Questa nostra consapevolezza di essere la specie dominante nonostante la mancanza di artigli o zanne ha fatto si che ci siamo presi il diritto di utilizzare ogni mezzo a disposizione, etico e non, pur di raggiungere uno status più elevato. Il fine giustifica i mezzi, come diceva qualcuno. Ma questo nostro sempre crescente senso di superiorità ci ha portati spesso a considerare nemici da annientare i nostri stessi simili.

Non ci siamo mai accontentati e sempre con avidità maggiore abbiamo preteso di più da questa terra, giustificando le nostre azioni disumane per poter dormire la notte tranquilli. Ma alla fine, le bugie hanno le gambe corte, no? Forse era solo questione di tempo, era destino... che sarebbe finita così.

Non è da me perdermi in certi ragionamenti filosofici sia chiaro, ma di certo sono solo un ragazzo e non ho nè modo, nè probabilmente la voglia di tentare di cambiare la mentalità di miliardi di persone. Quindi pensare è l'unica cosa che mi rimane, l'unica cosa che mi fa sentire ancora umano davanti a questa follia collettiva quotidiana. E' il 2024, ricordo ancora il giorno di Capodanno le solite vane speranze che avevo mentre tenevo stretto tra le mie braccia la mia Benedetta. "Si me lo sento, quest'anno sarà migliore del precedente, andrà tutto bene", le dicevo mentre sopra le nostre teste i fuochi pirotecnici si illuminavano di svariati colori. Beh, quella frase per certi versi è stata vera. Ho un lavoro stabile, che a 26 anni non è una cosa da poco, una famiglia che mi ama e diversi amici, e ovviamente... lei. L'unica vera cosa buona che mi sia mai capitata.

Ma ogni giorno che passa, l'angoscia aumenta, lo sento nella mia pelle come un segno premonitore. Già, non andrà affatto tutto bene. L'epidemia del Covid-19 è stata solo l'inizio, il mondo da quel giorno è come se fosse andato in tilt, e uno dientro l'altro eventi catastrofici si sono susseguti come una specie di malato scherzo del destino. Una crisi economica globale, causata anche dall'epidemia, i vari nazionalismi e smanie di potere di dittatori vari ed ecco che il fragile quilibrio internazionale che avevamo ottenuto col crollo del Muro di Berlino va completamente a puttane.

In ogni continente non si contano più le guerre, tra le più tristemente celebri quella in Ucraina e in Medio Oriente a Gaza, i colpi di stato e la sofferenza che gli innocenti subiscono per il volere di spietati governi. Non è poi cambiato molto da quando è iniziata la nostra storia dopotutto, ma stavolta è diverso, lo so. Ogni notizia che scorro sul cellulare, ogni dichiarazione aggressiva dei vari capi di stato, puntano tutto su un possibile scenario: l'annientamento totale del mondo così come lo conosciamo. E fanculo tutti, non voglio proprio fare una brutta fine per colpa di qualcuno che non sa stare al suo posto, ma che posso farci?

Con un sospiro mi tiro giù dal letto. Sono le 6 di mattina e ormai non c'è più la solita oscurità che caratterizza i mesi invernali. Vivo solo da poco, ma mi sto abituando in fretta. Dopotutto non è poi così diverso dai tempi dell'università. Dopo essermi rapidamente preparato e vestito mi dirigo in macchina con un espressione più annoiata del solito. Sono alto circa un metro e ottanta comunque, occhi e capelli castani, corporatura nella norma e naso leggermente più grande di quanto vorrei davvero. Insomma, un tipo qualunque che cerca di andare avanti per la sua strada.

Anche oggi vado a lavoro mentre mentalmente faccio il calcolo di quanti giorni mancano per l'arrivo delle ferie. Non molto, appena tre. Questo pensiero mi risolleva in parte il morale, tra poco la mia ragazza tornerà dall'università e potremo finalmente tornare a stare insieme. Si, in fondo non è poi così brutta questa vita, decisamente c'è chi sta messo peggio.

Ad ogni modo, inserisco la chiave e il rumore del motore dà segnale che sono pronto a partire. Il notiziario radio come sempre inizia la sua lista di brutte notizie, con annesse cifre di vittime e propaganda di una fazione o l'altra. Niente di nuovo. Spengo quindi la radio con un espressione disgustata e stufa della solita solfa che viene raccontata dai media.

"E chiudi quella cazzo di bocca" Mormoro tra i denti. Ho perso da tempo il conto di quante volte ho ormai sentito parlare della nuova escalation in atto e del rischio di un conflitto nucleare che potrebbe avverarsi. Oggi non ho proprio voglia di pensieri negativi, voglio solo tornare a casa da lavoro e iniziare i preparativi per quando Benedetta tornerà.

Con questi pensieri inserisco la marcia successiva aumentando i giri motore e di conseguenza la velocità dell'auto. Prima arrivo, prima potrò andarmene, è il mio motto. Si, non amo molto il mio lavoro ma in mia difesa sono poche le persone che possono affermare il contrario, e spesso mentono pure.

Improvvisamente le retine dei miei occhi vengono abbagliate da un lampo, che trasforma tutto in uno stato confusionale e dolore.

"AHHH Ma che..?" urlo, colpito alla sprovvista dal dolore agli occhi. Inutile dire che rapidamente perdo il controllo del mezzo che inizia a sbandare pericolosamente a sinistra. Il cuore mi batte all'impazzata e so che nonostante sia stato solo un attimo non ho molte probabilità di scamparla. Come a dimostrazione dei miei timori sento il caratteristo suono del clacson di un grosso tir. Di sicuro l'autista del camion sarà sorpreso di trovarsi davanti una macchina che ha cambiato rapidamente direzione, e non può nulla per cambiare traiettoria.

In quei brevi attimi che nel panico è come se si fossero dilatati in un eternità, saluto per sempre la mia famiglia e mio fratello, i miei amici e la mia futura moglie. Già.. avrei voluto chiederle di sposarmi uno di questi giorni. Se avessi trovato il coraggio.. e qualche centinaia di euro per un anello decente. Ma adesso ogni pensiero è inutile, la mia storia termina qui, in un inspiegabile bagliore accecante. Avrei voluto fare qualcosa di diverso della mia vita, magari viaggiare di più, esplorare ciò che mi era attorno, ma mi sono sempre fatto vincere dall'inerzia e pigrizia. Forse me lo sono anche meritato, considerando tutto. Non ho seguito i miei sogni e ora non avrò modo di rimediare a questa mia mancanza.

Ancora qualche manciata di attimi e l'impatto arriva. E come se arriva. Il telaio metallico si piega come plastica surriscaldata, i vetri vanno in frantumi e adesso che riapro gli occhi, non più aceccato dal flash, distinguo chiaramente la sagoma del camion a pochi centimetri da me. Richiudo gli occhi, sono ormai abituato nel vederre la violenza ma non voglio prorpio assistere alla distuzione del mio corpo.

Ancora con gli occhi chiusi e tremante dalla paura attendo l'inevitabile. Un secondo. Due. Tre. Confuso riapro gli occhi domandandomi come sia possibile che sia ancora vivo. A dire il vero, non so nemmeno se lo sono. La strada, e soprattutto il tir sono spariti, sostituiti da una collina verdeggiante. Strane creature che non ho mai visto prima si rilassano sull'erba e gli alberi, chi mangia e chi semplicemente gioca con i propri simili.

"Ok, non pensavo che esistesse realmente un aldilà. Mi sento quasi in colpa per essere stato un uomo di poca fede" bisbiglio dubbioso. E in effetti non so nemmeno come spiegarlo a parole, se non che questo sia una sorta di piano ultraterreno. O almeno è questo ciò che credevo.

Una grossa sagoma si erge dall'altro lato della collina. E' lenta ma maestosa nel suo passo. Emana una strana aura mistica e sacra e non appena appare ogni strana creatura circostante si prosta con riverenza davanti a lui.

Nel vedere quell'essere così maestoso ma allo stesso tempo intimidatorio sento quasi anch'io l'obbligo di inchinarmi al suo cospetto, quasi fossi obbligato da un volere superiore.

"Non è a me che devi inchinarti, mortale". La sua voce è profonda e autoritaria, ma in me ha anche un effetto stranamente rilassante.

 

Mi fissa a lungo, con i suoi indecifrabili occhi smeraldo, come se potesse penetrarmi l'anima. Mai come adesso mi sono sentito inerme davanti a qualcosa. Forse è per via della natura soprannaturale dell'essere, o per il fatto che sembra che quel coso mi possa leggere nel pensiero, ad ogni modo sento ogni mia già minuscola certezza vacillare e infine infrengersi.

"Ho un incarico per te, Lorenzo"

Mi fissa a lungo, con i suoi indecifrabili occhi smeraldo, come se potesse penetrarmi l'anima

   
 
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