- Sei sicuro di volerlo fare? - chiese Chichi. - So cosa pensi della luna piena.
- Sì. Il nonno vuole che io vada avanti - rispose Goku.
Lei allora lo prese per mano e andarono nel bosco.
Quando erano appena sposati, Chichi amava fare passeggiate quando c'era la luna piena, lo trovava romantico.
Invece a Goku non piaceva perché gli ricordava la morte di nonno Gohan.
Una parte di lui temeva di trasformarsi di nuovo in Oozaru.
Ma Chichi gli promise che non sarebbe successo nulla e che, se anche Oozaru fosse tornato, lo avrebbero affrontato insieme.
Poi col tempo il disagio di Goku svanì, soprattutto vedendo quanto era bella Chichi al chiaro di luna.
Quando nacque Gohan erano sempre troppo stanchi per fare quelle passeggiate, ma Goku non si sentiva più triste quando c'era la luna piena.
Poi arrivarono i Saiyan e Goku scoprì di essere uno di loro.
La prima luna piena dopo il suo ritorno da Yardat fu insopportabile.
Guardò fuori dalla finestra e provò di nuovo il senso di colpa, il dolore e l'orrore per il fatto che ci fosse una cosa così pericolosa dentro di lui.
Aveva passato un anno ad allenarsi per controllare i suoi nuovi poteri, terrorizzato all'idea di ferire la sua famiglia.
Chichi allora chiuse le tende e abbracciò Goku finché non smise di tremare.
Da allora non ci furono più passeggiate al chiaro di luna.
Per Chichi il benessere di Goku era più importante delle sue fantasie romantiche.
Anche quando era morto evitò la luna piena, guardarla le riportava alla mente troppi ricordi dolorosi.
E ora eccoli qui, dopo sette anni, a passeggiare nel bosco di notte.
Chichi sospirò e appoggiò la testa sulla spalla di Goku.
Aveva dimenticato quanto fosse bella la luna piena: sembrava che il cielo diventasse più grande e gli alberi si tingevano d'argento.
Anche Goku la guardò, ma il suo viso era cupo e il suo corpo era teso.
Nessuno lo incolpava per la morte di nonno Gohan.
Era stato un incidente, era solo un bambino, non sapeva cosa sarebbe successo se avesse guardato la luna piena.
Forse se il nonno gli avesse detto la verità, avrebbe potuto imparare a controllare quella trasformazione.
Gli tornò in mente la leggenda di un guerriero così forte che aveva finito per impazzire e uccidere sua moglie e i suoi figli.
- Goku? - disse Chichi preoccupata notando la sua espressione.
- Sto bene - disse lui stringendole la mano.
Si ricordò che Goten e Gohan erano al sicuro a casa e cercò di concentrarsi su quanto fosse bella Chichi alla luce della luna.
Stavano tutti bene e lui non si sarebbe trasformato in Oozaru.
Eppure era ancora spaventato da ciò che avrebbe potuto essere se da piccolo non avesse battuto la testa, o se nonno Gohan non gli avesse insegnato a essere buono.
Si chiedeva se non sarebbe stato più sicuro per gli altri se fosse rimasto morto.
- Sai che ti amo, vero? - chiese Goku all'improvviso.
- Certo che lo so - rispose Chichi.
- E non farei mai del male a te e ai ragazzi.
- Andiamo a casa, credo che tu abbia avuto abbastanza luna piena per stanotte.
- No, sto bene! Voglio solo essere sicuro che tu lo sappia!
Chichi avrebbe tanto voluto togliere da lui il senso di colpa e la paura.
Gli accarezzò la guancia e lo baciò dolcemente sulle labbra.
Lui l'abbracciò e il dolore nel suo petto si attenuò.
Niente avrebbe potuto cancellare ciò che era successo.
Ma Goku aveva imparato a convivere con la paura e il senso di colpa e a controllarsi per evitare che i suoi poteri lo consumassero.