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Autore: Carla Marrone    28/03/2024    0 recensioni
Nel tentativo di esprimermi il più decorosamente possibile, vi narro alcune esilaranti vicende, accadute, durante un viaggio-scambio all'estero. Il racconto che preferisco è quello che riporta il docente, alla fine della storia.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MASCHILISMO E ANEDDOTI SUI RAPPORTI INTIMI

 

Cercherò di narrarvi le seguenti vicende nella maniera più fine, nei limiti del possibile. 

Partecipavo ad un progetto di scambio con l’estero, assieme a mia madre, che ne era la coordinatrice. Frequentavo la prima superiore. 

 

Alloggiavamo ospiti in un dormitorio, in Lussemburgo. Assieme a noi, studenti di svariate nazionalità, tra cui italiani. Eravamo tutti alunni minorenni, tuttavia, io ero la più giovane. 

 

Una delle ultime sere, prima di andare a dormire, ci siamo riuniti nel cortile della scuola, per fare quattro chiacchiere. Nel corso del viaggio-studio avevamo costruito dei rapporti di amicizia tra allievi. 

Per conoscerci meglio, decidiamo di raccoglierci in circolo e, a turno, raccontarci delle storie, che gli altri commentavano.

 

Una ragazza, venuto il suo momento, ha parlato di quando il suo ragazzo voleva andare a letto con lei e lei lo aveva rifiutato. Ci diceva che puzzava come una capra. Apparentemente, avevano litigato, nel senso che lei lo aveva insultato, per via del suo odore e gli aveva detto che, se voleva sperare di infilarsi nel suo giaciglio, doveva, prima, farsi una doccia. Tutti avevano riso, tranne me, che avevo preso la parola per prima:- Però, poverino, mi sembra un po’ sgarbato. Avresti potuto suggerirgli di divertirvi insieme, sotto la doccia. In questo modo, avresti avuto un rapporto con un ragazzo pulito e profumato, senza offenderlo. L’avresti preso dal verso giusto, senza che se ne accorgesse.- Le avevo detto, con la beata ingenuità di allora. Ho sempre pensato che la base minima, per qualsivoglia tipo di relazione umana, fossero le buone maniere, o, le giuste maniere. Non sono solo gli uomini a dover essere accorti e rispettosi, nei confronti delle donne. Tutto deve essere mutuale, penso tutt’ora. Ma, non è questo il punto, bensì, ciò che è accaduto dopo. 

Ogni uomo del gruppo, intorno a me, ha preso a rivolgermi epiteti, su cui sorvolo, insinuando che ero “scafata” e molto. 

Io, dal canto mio, non mi sono scomposta più di tanto. Gli ho comunicato che non avevo mai fatto sesso, avevo solo quattordici anni e pensavo di poter aspettare. D'altro canto, se lo avessi fatto, l'avrei detto. Primo, perché sarebbe stata la verità e poi, perché non vi trovavo nulla di sbagliato. 

Nessuno ci aveva creduto:- Allora perché sai che si può fare sesso sotto la doccia?- Mi avevano chiesto alcuni. 

Con la stessa calma gli avevo risposto:- Non credo ci voglia l’intelligenza di Steve Jobs, per arrivarci. Penso che due persone fidanzate lo facciano un po’ dove gli pare!- L’intero discorso mi pareva inutile ed assurdo. 

I ragazzi avevano ribadito le loro opinioni su di me. 

Allorché, avevo iniziato a sentirmi a disagio, il mio modo per mascherare la rabbia a me stessa. Mi sono pentita di aver preso la parola, su di un simile argomento e ho finito per tacere, tutto il resto della serata. Una parte di me, a trentasette anni, ancora prova sensi di colpa, per quella volta. Purtroppo, non per fortuna, col tempo si diventa furbi, nei casi peggiori, persino maliziosi, due cose ben distinte. 

Inoltre, nel mio vocabolario cromatico di allora non vi erano molti dei colori che ho aggiunto crescendo. Esistevano soltanto l’educazione, “il bianco” e la maleducazione, “il nero”. 

Quando mi capita di ripensare a quell’evento, mi pongo sempre la stessa domanda: chissà se i giovani d’oggi si sono un po’ evoluti, da allora, e sanno essere meno maschilisti, nei confronti delle coetanee?

 

Fortunatamente, non tutto ciò che è accaduto quella sera è stato sgradevole, come ogni esperienza, nella vita. La terza ragazza, ad intavolare un discorso, ci ha davvero fatto ridere. Ci ha confidato che il suo fidanzato amava fare il gioco dello scolaretto monello. Le chiedeva spesso di interpretare il ruolo dell’insegnante di matematica. Ebbene, questa poveretta detestava quella materia. Non le riusciva nemmeno di tenere a mente le tabelline! Si era sfogata così:- Ma tu guarda se, per concludere qualcosa con il mio lui, devo trascorrere intere giornate a prepararmi le lezioni! Non ce la faccio più, la vita è già abbastanza difficile, io lo lascio.- Tutti siamo scoppiati in fragorose risate, mentre lei ci fissava allibita, con le lacrime agli occhi. In fin dei conti, a lei è andata peggio che a me, non dovrei lamentarmi. 

 

Ma, il più esilarante, in assoluto, è stato uno dei docenti che, ad un certo punto, si è unito alla conversazione. Avendo ben capito l’argomento, ha pensato di buttare lì il suo triste contributo. 

Di recente, aveva contratto un’infezione genitale, talmente dolorosa ed inestinguibile, da condurlo fino all’ospedale. Ivi, aveva incontrato un’impassibile infermiera che, prima della visita gli aveva posto delle domande:- Ha avuto rapporti intimi, negli ultimi due mesi?- Era stata la prima ed impietosa.

Così, il malcapitato aveva risposto:- Veramente, è da anni che non…- Poi, recuperata la baldanza, aveva osato chiedere:- Dottoressa, ma non è che, per caso, l’infezione mi può venire anche se penso molto intensamente al sesso?- 

 

Nessuno di noi ha capito quanto, la risposta fornitagli fosse guidata dallo spirito clinico, piuttosto che da puro sadismo. 

Ma, questo, gli aveva detto:- Dipende se la mani sono pulite, o sporche.- 

   
 
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