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Autore: Carlos Shiny    29/03/2024    0 recensioni
Pokémon Grigio. E se Ash non avesse mai viaggiato ad Unima prima di ora?
Ash ora diciottenne e Campione del mondo, vuole fare un passo importante nel suo viaggio per diventare Maestro Pokémon. Non si tratta di partecipare di nuovo ad un Torneo della Lega Pokémon o di sconfiggere altri campioni, ma fare qualcosa di nuovo e totalmente diverso.
Era passato molto tempo dall'ultima volta che Ash si era recato in una nuova regione. Viaggiava spesso tra le regioni che aveva visitato in precedenza, Kanto, Johto, Hoenn, Sinnoh, Kalos, Alola e Galar e aveva ottimi amici da tutte queste regioni.
Anni fa aveva capito quale fosse uno dei passi fondamentali per diventare un Maestro Pokémon.
Dopo essersi a lungo interrogato sul significato di cosa volesse dire essere Maestro Pokémon, capě che solo un nuovo viaggio avrebbe potuto dargli la risposta che cercava. Riuscirŕ il nostro eroe a compiere questo importante passo nel suo viaggio? (AmourShipping AshxSerena) (ChiliShipping CarlosxAnita)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Nuovo personaggio, Serena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Arrivati ad Eolea, due giorni prima del Varietŕ, i quattro si dedicano all’ allenamento. Serena e Anita si sono allenate per il Varietŕ, mentre Ash e Carlos si sono dedicati alle lotte.
Serena e Anita hanno partecipino al primo varietŕ nella regione di Unima. Le due ragazze hanno conosciuto anche una Performer originaria di Unima, Abby, una ragazza dal triste passato.
Serena e i suoi Pokémon sono riusciti a vincere il loro primo Varietŕ, e la ragazza č stata invitata a partecipare ad un’intervista.

Un torneo movimentato

Lasciata Eolea alle loro spalle, i ragazzi partirono alla volta di Zefiropoli, cittŕ dove Anita avrebbe sfidato la seconda Palestra, nel suo viaggio di Allenatrice. Eolea e Zefiropoli non erano troppo distanti, appena una giornata di cammino.
«Sembra che la Palestra di Zefiropoli sia specializzata nei Pokémon del Tipo Normale. La Capopalestra si chiama Aloč.» Spegň Serena. «Interessante.» Rispose Anita. «Se non sbaglio i Pokémon di tipo Normale sono deboli solo ai Pokémon di tipo Lotta, mentre gli attacchi del loro tipo non possono colpire i Pokémon di Spettro e viceversa…» Ragionň, a voce alta. «Esatto.» Le rispose Ash , senza nemmeno pensare. «Ma ricordati, in una lotta, il vantaggio di tipo non č tutto.» Aggiunse poco dopo. «Ma… la lotta contro Spighetto l'abbiamo vinta perché Incineroar aveva insegnato Rogodenti a Lillipup...» Rispose la giovane. «Vero, ma Lillipup ha anche imparato Fossa. E con quello ha evitato l’attacco di Pansage.» Rispose Ash . «Beh… sei tu il campione!» Si intromise Carlos. «Da quando ci conosciamo credo che nessuno dei tuoi Pokémon abbia mai usato un attacco superefficace… č forse questa la strategia di voi campioni per confondere i vostri avversari?» Ash scosse la testa. «Non funziona proprio cosě…» Rispose Ash . «Non puoi vincere una lotta solo usando attacchi superefficaci.» Gli rispose Ash . «Tu sei un Campione, per cui puoi permetterti di usare certe strategie. Io, beh… ho… beh… ho solo vinto una medaglia… preferisco fare le cose semplici.» Rispose la ragazza. «Capisco, ma questo non ti basta per vincere. Anche se tu lotti con Oshawott, contro un Pokémon di tipo fuoco, non č detto che tu vinca, solo perché Oshawott sa usare attacchi di tipo acqua. L’hai imparato subito, le lotte Pokémon non sono solo rispondere agli attacchi avversari con degli altri attacchi, ma anche schivare… nascondersi dagli avversari e… improvvisare» Anita si limitň ad annuire. «E poi hai giŕ dimostrato di saper improvvisare.» Anita sembrň non capire. «Davvero?» Chiese «Pensa al Varietŕ… tu e Serena vi siete allenate con Vivillon, ma nella prima parte del Varietŕ, hai usato Oshawott…» «Non potevo fare altrimenti.» Rispose la ragazza. «Nel percorso ad ostacoli, i Pokémon di tipo Volante non erano permessi, cosě ho pensato che Oshawott fosse la scelta migliore e…» Ash la fermň. «Non devi giustificarti. Lo hai fatto e basta. E va bene cosě. Oppure anche quando hai chiesto a Vivillon di usare Sonnifero, ma ha, invece usato Comete… avete comunque fatto un ottimo lavoro.» Si congratulň il ragazzo. «Dici davvero?» Chiese. «Ash č sempre stato un ragazzo sincero. Non ha motivi per mentirti.» Si aggiunse Serena, rimasta in silenzio per un po’.
«Beh… questo č… molto gentile da parte tua» rispose.
I quattro continuarono a camminare, discutendo sui loro prossimi piani, fino a quando Carlos udě uno strano suono.
«Lo sentite anche voi?» Chiese il ragazzo. «Cosa?» Chiesero Ash e le ragazze. «Mi č sembrato di sentire una sorta di lamento… non so spiegarmi…» «Magari sarŕ il vento.» Gli rispose Ash , cercando di essere razionale. «Non penso… non si muove una foglia.» Rispose Carlos.
Provarono a restare in silenzio alcuni secondi. E si. Effettivamente qualcosa si sentiva, per quanto non fosse molto forte. Sembrava una sorta di guaito. Molto debole. «Si… effettivamente si sente qualcosa.» Rispose Serena. «Pikachu, pensi di riuscire a capire da dove viene?» Il Pokémon Topo scese dalla spalla del ragazzo e si mise a cercare la fonte di quei versi.
Il Pokémon mosse le orecchie per cercare di comprendere da dove venissero quei lamenti. Grazie al suo udito estremamente sviluppato, il Pokémon Topo non ci mise molto.
Con una delle zampe, il Pokémon Topo invitň il gruppo a seguirlo, mentre iniziava ad inoltrarsi in un boschetto poco lontano. «Ma dove vai?» Chiese Ash , mentre inseguiva il suo Pokémon. Serena e gli altri cercavano di tenere il passo, con molta fatica.
Dopo una bella corsa, il Pokémon Topo si fermň, venendo raggiunto dai ragazzi, voltandosi nella loro direzione e facendo un piccolo cenno con una delle zampe. «Č qui vicino?» Chiese Ash .
«Pika pi!» Rispose il Pokémon. «Se preferisci continuare da solo, fai pure.» Lo invitň Ash . Il Pokémon Topo non se lo fece ripetere. Sapendo di non essere seguito, poté accelerare il passo. Raggiunse, in pochi istanti, la fonte di quei lamenti. Lamenti, che nel frattempo, si erano fatti sempre piů disperati.
Il Pokémon di tipo elettro non ci mise molto a raggiungere la fonte di quei lamenti. Era, come immaginava, un Pokémon. Un Houndour, per la precisione. Appena gli sguardi dei due Pokémon si incrociarono, il Pokémon Buio si allontanň di corsa, nascondendosi in un cespuglio, spaventato.
Il Pokémon elettro era piuttosto perplesso, si chiedeva come mai Houndour fosse scappato. Non era intenzionato ad attaccare o altro del genere.
Pikachu non era tipo da arrendersi cosě facilmente. Aveva notato come il fuggitivo non avesse una bella cera. Si arrampicň su un albero lě vicino e raggiunse uno dei rami.
Guardň attentamente le bacche che crescevano e ne annusň alcune. Erano profumate e sembravano perfettamente mature.
Erano di un bel giallo, con dei puntini arancioni. Ne colpě diverse con la coda, facendole cadere a terra. Ne formň un bel mucchio. Appena sceso dall’albero, il Pokémon, fece rotolare alcune bacche in direzione del cespuglio dove si era nascosto il Pokémon canide. Il Pokémon, impaurito, uscě allo scoperto e iniziň a mangiare una delle bacche. Cercň, mentre mangiava, di restare vigile, non voleva di nuovo essere attaccato.
Pikachu tentň di avvicinarsi al Pokémon, sperando di potersi avvicinare. Sperava di non vederlo nuovamente fuggire.
«Pika-Pikachu» Cercň di presentarsi, vedendo nuovamente, il Pokémon Buio fuggire davanti ai suoi occhi. Il Pokémon Topo decise di cambiare approccio. Provň ad avvicinare una bacca in direzione del cespuglio, dove il Pokémon si era nascosto. Per far capire le sue buone intenzioni, il Pokémon Topo, dopo aver avvicinato un’altra bacca in direzione del cespuglio e cominciň a mangiare una bacca a sua volta.
Il Pokémon Buio fece, piano piano capolino dal cespuglio, e vide il Pokémon Topo mangiare la sua bacca in tutta tranquillitŕ. Quel Pokémon non era come gli altri Pokémon che aveva incontrato da quando era lě.
Sembrava gentile e disponibile. Gli aveva offerto delle bacche. Gli altri Pokémon, nella migliore delle ipotesi gli avevano strappato di bocca quel poco cibo che riusciva a raccattare.
Appena il Pokémon Buio tentň di uscire dal suo nascondiglio e di mangiare una di quelle bacche, un Pokémon volante, dal piumaggio grigio si precipitň in direzione del mucchio di bacche.
I timori di Houndour si stavano avverando. Un Pokémon selvatico che tentava di rubargli il cibo. Avrebbe tentato di difendersi, ma non avrebbe rimediato nulla, a parte delle ferite.
Questa volta, perň, la storia ebbe un finale inaspettatamente diverso. Il Pokémon volante venne colpito da una potentissima scarica elettrica, che lo fece stramazzare a terra, completamente privo di sensi.
«Wohf» Il Pokémon Buio era stupito. Per la prima volta da quando era lě, un altro Pokémon, piuttosto che attaccarlo, lo aveva difeso e piuttosto che rubargli il cibo, glielo aveva procurato.
«Pika Pi» il Pokémon Topo invitň il Pokémon appena conosciuto a seguirlo. Cercň di convincerlo di come, con lui al suo fianco, non dovesse temere nulla.
Mentre il Pokémon Topo cercava di convincere Houndour a seguirlo, i ragazzi si erano fermati poco lontano da dove si erano lasciati con Pikachu, per fare una pausa.
Era praticamente ora di pranzo, e come l’altra volta, Carlos si stava occupando del pranzo. Questa volta, il ragazzo avrebbe cucinato della carne, sulla griglia elettrica e avrebbe preparato dell’insalata di contorno.
Contrariamente alla prima volta, non dovette lottare piů di tanto con il tavolo da campeggio, che si mostrň piů
collaborativo. Questa volta venne assistito da Ash nell’apparecchiare la tavola, mentre le ragazze si occupavano di preparare le sedie e di affettare il pane. «Mi chiedo quanto ancora ci metterŕ Pikachu… lui non č tipo da saltare i pasti.» Commentň Ash , piuttosto perplesso. «Non mi sembri molto preoccupato…» Gli rispose Carlos, mentre scartava la carne, prima di metterla a cuocere. «Lui non č tipo da cacciarsi nei guai. Probabilmente avrŕ fatto amicizia con qualche Pokémon… e quindi, magari tornerŕ a stomaco pieno, chissŕ.» Gli rispose Ash .
«Intanto… come la preferite la bistecca?» Chiese Carlos. «Al sangue.» Rispose Ash . «Un po’ piů cotta.» Gli rispose Serena. «Io ben cotta!» Rispose Anita.
L’espressione di Carlos divenne disperata. Possibile che dovesse cuocere quattro bistecche in tre modi diversi? Perlomeno lui e Ash avevano gli stessi gusti. E perdipiů, oltre a badare alla griglia, doveva anche preparare l’insalata.
Perlomeno, ad occuparsi del cibo per i Pokémon erano Ash e le ragazze. Per fortuna avevano con loro abbastanza ciotole per poter accontentare tutti i Pokémon in una sola volta.
Mentre stavano servendo i vari Pokémon, finalmente, Pikachu tornň da Ash . «Oh! Eccoti qui!» Lo accolse il ragazzo. «Certo che ti sei allontanato per un bel po’» Gli parlň il ragazzo. «Cos’erano quei lamenti?» Chiese poco dopo. Il Pokémon, che si era arrampicato sulla spalla del ragazzo, come suo solito. Appena arrampicatosi, gli toccň la testa con una delle zampe, per farlo girare.
«E cosě era quell’Houndour a guaire?» Chiese Ash . in Pokémon Topo confermň, con un piccolo gesto del capo.
«Un Houndour?» Anita volse lo sguardo verso il Pokémon. Il suo aspetto ricordava quello di un cane. Aveva una pelliccia corta e nera. Il suo ventre e il suo muso erano rossi, le orecchie erano a punta e possedeva una piccola coda. Aveva anche due zanne sporgenti. Attorno alle caviglie e sulla schiena, vi erano delle bande bianche che assomigliano a delle costole. Sulla fronte un’escrescenza ricordava un teschio.
In seguito Anita scansionň il Pokémon con il suo Smart Rotom. «Houndour. Pokémon Buio. Tipo Fuoco e Buio. Esemplare maschio. Gli Houndour cacciano in squadre organizzate. Comunicano tra loro con svariati versi per intrappolare la preda. Quest'incredibile lavoro di squadra č unico nel suo genere. Mosse conosciute: Braciere, Morso, Rogodenti.» La ragazza, senza nemmeno mettere il suo smartphone in tasca, si chinň verso il Pokémon, porgendogli una ciotola con del cibo. Non fece quasi in tempo ad appoggiarla a terra, che subito il Pokémon cominciň a divorare le crocchette. «Ecco qualcuno che rivaleggia con voi, in quanto ad appettito.» Commentň Carlos, in tono ironico. «Piů che del suo appetito, mi preoccuperei della sua salute. Sembra ferito.» Anita guardň il Pokémon piů da vicino. «Probabilmente č stato abbandonato dal branco.» Ipotizzň. «Non credo.» Rispose Serena. Pure lei aveva scannerizzato il piccolo Pokémon canide «Qui dice che i branchi di Houndour non abbandonano un loro membro nemmeno se č ferito. E che il branco si accorge immediatamente se manca un loro membro.» Le parole di Serena aumentarono ulteriormente la perplessitŕ di Carlos.
«Credo che la cosa migliore sia portarlo al centro Pokémon. Magari lui e il suo Allenatore si sono separati e ora lo starŕ cercando. E poi č ferito. Cammina e mangia, ma non sappiamo veramente come sta.» Si aggiunse Ash , tentando di prendere l’iniziativa. «Per ora possiamo disinfettare le ferite. Dovrei avere qualcosa nella borsa.» Serena frugň nella sua borsa, fino a quando non trovň quello che cercava. Uno spruzzino di plastica, dal colore rosso. Al suo interno del liquido, apparentemente trasparente.
La ragazza si avvicinň al Pokémon, con lo spruzzino in mano. Lo indirizzň in direzione delle sue ferite e spruzzň. Il Pokémon emise un ringhio di dolore, ma poi si calmň.
I quattro, mentre mangiavano, potevano osservare come Pikachu cercasse di spingere il Pokémon Buio a fare amicizia con gli altri Pokémon. «Vorrei proprio sapere cosa si stanno dicendo.» Carlos sembrava piuttosto incuriosito da quei Pokémon. «Noi qualcuno in grado di farlo lo conosciamo anche… ma chissŕ dov'č ora!» Gli rispose Serena. Ash comprese immediatamente di chi Serena stesse parlando. «Conoscete qualcuno in grado di interpretare il linguaggio dei Pokémon?» Chiese Anita, incuriosita. «Beh, si. Un Pokémon.» «Un Pokémon parlante?» Anita e Carlos sembravano increduli. «Nemmeno io credevo fosse possibile che un Pokémon potesse parlare, fino a quando non lo ho sentito con le mie stesse orecchie.» Rispose Serena.
«E di che Pokémon si tratterebbe? Un Pokémon leggendario antichissimo o…» Rispose Carlos, ancora incredulo. «Un Meowth» Rispose la nativa di Kalos. Carlos cercň il Pokémon sul suo Smart Rotom. «Tra tutti i Pokémon proprio uno cosě comune?» Il ragazzo sembrava piuttosto deluso. «Ma non ti aspettare che lo facciamo venire qui… non dopo tutte le grane che ci ha creato.» Serena cambiň tono, accennando una nota di severitŕ nella sua voce. «E cosa ha fatto di cosě male?» Chiese Carlos. «Fa parte del Team Rocket. Un’organizzazione criminale che .ruba i Pokémon per poi rivenderli a caro prezzo. Beh, oltre a questo svolgono anche dei crudeli esperimenti sui Pokémon…» Rispose Ash , che, nel frattempo, aveva giŕ finito di mangiare. «Non che lui, Jessie e James abbiano avuto chissŕ quale successo, ma… li abbiamo lontani da un po’ e stiamo cosě bene…» Aggiunse poco dopo.
Nel frattempo, Pikachu era riuscito a convincere Houndour a fare la conoscenza degli altri Pokémon, cercando di fargli capire che nemmeno loro fossero un pericolo per lui.
Ed era sembrato piuttosto convincente, dal momento che il Pokémon Buio stava incominciando a fare la conoscenza di tutti gli altri Pokémon, in particolare con l’Umbreon di Carlos.
«Avete visto?» Ash indicň il gruppo di Pokémon, che ormai aveva finito di mangiare. «Sembra che Umbreon gli piaccia particolarmente.» Aggiunse poco dopo. «Sono entrambi dei Pokémon di tipo Buio. Probabilmente hanno una certa affinitŕ.» Osservň Carlos.
Terminato di mangiare, sparecchiare e sistemare tutto, i quattro ripartirono per Zefiropoli, con Houndour al seguito. Il Pokémon buio camminava accanto a Pikachu e all’Umbreon di Carlos.
Entrambi i Pokémon erano stati in grado di convincerlo a seguirli. Sarebbero arrivati fino al Centro Pokémon, dove avrebbero curato le sue ferite. Fatto ciň il Pokémon sarebbe stato libero di scegliere il suo destino.
Tutto proseguě con tranquillitŕ, e i quattro raggiunsero Zefiropoli prima del tramonto. Seguendo l’applicazione delle mappe raggiunsero senza particolare difficoltŕ il centro Pokémon della cittŕ.
L’edificio era molto piů grande di quello di Eolea, e la cosa era sensata. Zefiropoli era una cittŕ molto piů grande. All’esterno l’edificio appariva come una sorta di grosso magazzino rivestito con delle lastre di marmo, con una porta automatica in vetro. Diverse ampie finestre garantivano l’illuminazione all’interno.
Entrati all’interno dell’edificio vennero, come di consueto, accolti dall’Infermiera Joy. «Salve ragazzi!» Li accolse. «Buonasera!» I quattro la salutarono a loro volta.
L’Infermiera gli guardň meglio. «Quale onore! Il Campione del Mondo che viene a farci visita!» Accolse Ash . «E anche la vincitrice dell’ultimo Varietŕ!» Si accorse di Serena.
I quattro si avvicinarono al bancone. «Immagino vogliate far riposare i vostri Pokémon.» L’Infermiera cercň di recuperare la professionalitŕ. «Poggiate pure le Poké Ball qui sul bancone. Intanto vi prendo le chiavi per le stanze.» La donna si girň e prese due chiavi da una sorta di bacheca in cui erano appese. «Ecco le chiavi. Siete fortunati sono due stanze vicine. Godetevi pure il soggiorno.» L’Infermiera consegnň una chiave a Ash e una ad Anita.
«Chiedo scusa…» Il tono di voce di Anita fu appena udibile. «Hai detto qualcosa?» Chiese l’Infermiera, rivolgendosi alla giovane Allenatrice. «Oh… mi scusi. Arrivando qui abbiamo…ecco… trovato un Houndour… sembrava ferito e lo abbiamo portato qui con noi…» La ragazza si inginocchiň e prese in braccio il Pokémon Buio, quindi lo appoggiň delicatamente sul bancone. «Strano… non č un Pokémon di questa zona…» L’Infermiera si coprě la bocca con una mano, assumendo un’espressione dubbiosa. «Probabilmente apparteneva ad un Allenatore e lo ha abbandonato. Oppure si č semplicemente perso. Avete fatto benissimo a portarlo qui.» La donna fece un rapido esame superficiale del Pokémon. «Sembra che abbia delle ferite da combattimento. Apparentemente non sembrano molto gravi. Probabilmente si č azzuffato con dei Pokémon selvatici.» Spiegň. «Avete fatto del primo soccorso o qualcosa di simile?» Chiese. «Gli abbiamo disinfettato le ferite.» Rispose Serena. «Avete fatto benissimo. Domani, o al massimo dopodomani, dovrebbe tornare in perfetta forma.» Spiegň l’Infermiera. «Appena sarŕ tornato in forma, spargeremo la voce. Se il suo Allenatore non si farŕ vivo lo metteremo in adozione.» Aggunse poco dopo.
Dopo aver preso in custodia tutti i Pokémon dei ragazzi e Houndour, si diresse nella stanza sul retro.
I quattro, non avendo molto da fare, si sedettero sui divani messi a disposizione degli Allenatori e si dedicarono a leggere i giornali e le riviste messe a disposizione.
«Guardate qui!» Carlos girň il giornale che aveva preso verso gli altri. «Sembra che ci sia stato un tentativo di furto al museo della cittŕ, ma che sia stato sventato dalla Capopalestra. Tra tutte le cose che potevano tentare di rubare, hanno cercato di rubare un teschio di un Pokémon esposto. Mi chiedo cosa se ne possano fare.» «Probabilmente vorranno compiere qualche rituale esoterico.» Rispose Ash , in tono ironico.
Ash , fino a quel momento non aveva trovato nulla che gli interessasse particolarmente, per cui si limitava a commentare le notizie proposte dagli altri e a sfogliare la rivista che aveva preso senza particolare interesse.
Almeno fino a quando la sua attenzione non venne attirata da un titolo di articolo “Torneo a doppi incontri di Zefiropoli. Le minacce del Team Plasma non lo fermeranno
«Sembra interessante. Dopodomani qui ci sarŕ un torneo di lotta a coppie…Sarebbe una buona occasione per allenarsi… cosa ne dite?» Propose Ash . «Non se sono sicura. Non abbiamo mai fatto una lotta a coppie, tranne quando ci siamo allenate con te e Serena. Non mi sento pronta per un torneo.» Rispose Anita.
«Č un torneo di lotte in coppia. Non sei sola. Avrai sempre qualcuno al tuo fianco pronto a coprirti. E poi, la cosa piů importante di tutte č fare esperienza, non conta solo vincere. Noi possiamo allenarci insieme quanto vogliamo, ma non sarŕ mai come affrontare un vero avversario.» Le rispose Ash . «Possiamo allenarci, ma abbiamo poco tempo. Ho paura che un giorno non basti. Ho paura che qualcosa possa andare male e che mi metta in imbarazzo davanti a tutti.» Anita sembrava piuttosto preoccupata. «Non ci siamo allenate molto nemmeno per il Varietŕ, eppure avete fatto un bellissimo lavoro.» Si aggiunse Serena. «Per quanto non sia molto brava nelle lotte posso darvi una mano.» Aggiunse poco dopo.
«E vi aiuterň anch’io. Vorrei proprio vedere quanto io e Umbreon siamo migliorati.» Carlos sembrava piuttosto entusiasta di partecipare. «Molto bene. Allora domani mattina cominceremo con gli allenamenti.» Propose Ash .
«Quale onore! Pure il Campione del Mondo parteciperŕ al nostro umile torneo!» Commentň un ragazzo, che, nel frattempo era entrato al Centro Pokémon. «Lottare contro di te, sarebbe un grande onore.» Il ragazzo, non sentendo alcuna risposta da parte di Ash , si avvicinň al gruppo.
«Ehi! Sono qui!» Il ragazzo si piazzň davanti a Ash , che, dopo aver parlato con gli altri, stava leggendo il regolamento del torneo. Il ragazzo, pur di avere l’attenzione di Ash , gli abbassň il giornale.
Davanti agli occhi di Ash , si palesň un ragazzo non molto alto e piuttosto magro, con dei capelli blu corti e degli occhi viola. Aveva degli occhiali rettangolari dalla montatura sottile.
Per essere un Allenatore in viaggio, era vestito anche troppo elegante, con una giacca rossa e un papillon. Indossava dei pantaloni del medesimo colore e delle scarpe eleganti.
«E… tu chi saresti?» Ash sembrava leggermente scocciato. «Perdona i miei modi.» Il ragazzo fece un piccolo inchino. «Ma prima sembrava mi avessi ignorato e…» Cercň di scusarsi. «Mi chiamo Raoul. Piacere di conoscervi.» Il ragazzo porse la mano, prima ad Ash , poi agli altri. «E cosě voi state viaggiando per tutta Unima? Affascinante!» Commentň il ragazzo. «Mi chiedo solo come mai anche tu, che sei il Campione del Mondo, hai deciso di viaggiare come un Allenatore alle prime armi?» Chiese Raoul, piuttosto incuriosito. «Č molto semplice. Sogno di diventare un Maestro Pokémon. Ogni tanto scopro cos’altro mi serve per diventarlo. Qualche tempo fa ho scoperto che per diventarlo, devo aiutare qualcuno a raggiungere il suo obiettivo. Ed č per questo che siamo partiti qui per Unima.» Raoul si limitň ad annuire. «Quindi stai aiutando Anita nel suo cammino per diventare Campionessa e Serena a diventare Regina di Unima?» Chiese. «Esatto.» Confermarono le due ragazze. «E Carlos?» Chiese. «Per adesso mi interessa solo diventare piů forte. E credo che il Campione dei Campioni sia il miglior maestro possibile.» Rispose. Anche in questo caso Raoul si limitň ad annuire.
«Ho sentito che domani vi allenerete, posso assistere ai vostri allenamenti?» Chiese, poco dopo. «Ci mancherebbe altro. Il Centro Pokémon č aperto a tutti. Anche i suoi campi lotta lo sono.» Rispose Ash .
Il giorno seguente, con tutti i Pokémon in forma, i quattro poterono iniziare il loro allenamento, in uno dei campi lotta del Centro Pokémon. Raoul, nonostante avesse promesso che avrebbe assistito al loro allenamento, ancora non era arrivato. Ash , con il suo fare frettoloso, non voleva aspettare. «Direi che possiamo cominciare il nostro allenamento.» Esordě Ash , con ancora in mano il giornale del giorno prima. «Il regolamento permette ad ogni Allenatore di iscrivere due Pokémon, piů un terzo di riserva, anche se, durante le lotte, ogni Allenatore puň schierare un solo Pokémon.» Spiegň. «Hai giŕ deciso con chi parteciperai? Con tutti i Pokémon che hai, hai letteralmente l’imbarazzo della scelta.» Chiese Carlos.
«Nessuno di loro. Vorrei essere il piů alla pari con gli altri.» La risposta di Ash , non scatenň in Serena nessuna reazione in particolare, conosceva il suo modo di approcciarsi alle lotte. Di diverso avviso furono Carlos e Anita.
«Non capisco. Puoi sconfiggere tutti gli altri con solo Pikachu eppure…» Carlos espresse tutta la sua perplessitŕ. «Hai ragione, ma cosě non permetti agli altri Pokémon di migliorarsi.» Carlos non rispose. Lui, dopotutto, aveva solo un Pokémon con sé, il suo fidato Umbreon.
«Nel regolamento c’č scritto che le coppie vengono estratte casualmente. Quindi… chissŕ. Potremo trovarci anche tutti come avversari.» Espose Ash . «Quindi come ci organizziamo per le squadre?» Chiese Carlos, ancora dubbioso.
«Beh… ecco…» Ash non sapeva cosa rispondere.«Facciamo io e Serena contro voi due… dopotutto voi due siete entrambi di Unima…» Rispose, cercando di giustificare la sua scelta.
«Vero, ma tu sei di Kanto e Serena č di Kalos… quindi… dovreste essere contro anche voi…» Ash si grattň la testa, perplesso. Carlos aveva ragione. «Perň entrambi i nomi delle regioni iniziano per K.» Cercň una giustificazione.
«Comunque sia… direi che possiamo cominciare.» Per Ash si stava iniziando a perdere anche troppo tempo. Carlos e le ragazze si limitarono ad annuire, prendendo una delle loro Poké Ball. Ash fece allo stesso modo.
«Tocca a te!» I quattro schierarono i loro Pokémon in contemporanea. Anita mandň in campo il suo Oshawott, Serena la sua Sylveon, Carlos Umbreon e Ash la sua Snivy.
Pikachu era un po’ deluso, gli sarebbe piaciuto prendere parte allo scontro, ma capiva anche le motivazioni del suo Allenatore. Il regolamento prescriveva che la coppia di Allenatori che avrebbe fatto la prima mossa sarebbe stata estratta casualmente. Per rispondere a questa esigenza, esistevano diverse applicazioni per simulare il lancio di una moneta, e Ash ne aveva una installata sul suo Smart Rotom. «Voi cosa scegliete… Testa o croce?» Chiese Ash .
«Croce!» Rispose Carlos. «Allora noi testa.» Rispose il ragazzo, mentre avviava il lancio della moneta virtuale. «Č uscita croce, cominciate voi.» Li invitň Ash .
I due non se lo fecero ripetere. «Oshawott! Acquagetto!» Ordinň Anita. Il Pokémon Lontra spiccň un salto ed il suo corpo si
circondň di uno strato d’acqua. «Forza, Umbreon! Diamo una mano!» Carlos incoraggiň il suo Pokémon, «Usa Palla Ombra!» Ordinň. Dalla bocca del Pokémon Lucelunare si generň una grossa sfera di energia oscura dal colore viola scuro, tendente al nero. Era rivestita da numerose scariche di energia, che ricordavano dei fulmini, anch'essi di colore violaceo. “Sembra che l’allenamento con Ash abbia dato i suoi frutti.” Pensň Carlos. “Il suo Palla Ombra sembra piů grande e piů potente delle altre volte” La sua distrazione durň qualche frazione di secondo, ma fu comunque sufficiente da consentire alla Sylveon di Serena di difendersi. Generň dei raggi di energia dal colore dorato dalla forma di stelle, che colpirono la sfera di energia oscura, facendola esplodere in migliaia di scintille colorate.
Contemporaneamente, Oshawott aveva quasi raggiunto Snivy. Stava quasi per colpirla. Ash era rimasto in silenzio, senza muovere un muscolo. E cosě la Pokémon, che nutriva nel suo Allenatore una fiducia totale.
«Non ancora… non ancora…» L'esperto Allenatore sembrava volesse prendere tempo. «Adesso salta e schiva!» Ordinň. La Pokémon spiccň un salto e girň su se stessa.
La sua coda si illuminň di un verde chiaro. La Pokémon colpě l’avversario con la sua coda, facendolo cadere a terra e facendogli terminare il suo attacco in un nulla di fatto.
Il Pokémon Lontra colpě il terreno, scavandolo con la testa. «Hey! Ma quell’attacco era…» Ash si prese alcuni istanti di pausa. Intanto Oshawott stava cercando di rialzarsi. «Fendifoglia! Ma č fantastico!» Si complimentň il ragazzo. «Vii!» La Pokémon rispose al complimento. Nel mentre, L’Umbreon di Carlos tentň di attaccare Sylveon con Attacco Rapido, mettendosi a correre a gran velocitŕ contro la Pokémon della nativa di Kalos.
«Forza, Sylveon! Cerca di contrastarlo con Vento di Fata!» Ordinň la ragazza. La Pokémon generň una fortissima corrente dal colore rosato, che investě il Pokémon Lucelunare, rallentando di parecchio la sua corsa.
«Forza, Umbreon! Sono sicuro che ce la puoi fare!» Carlos incoraggiň il suo Pokémon, che di tutta risposta strinse i denti e cercň di contrastare la corrente che lo spingeva verso il suo Allenatore.
«Eoon!» Il Pokémon Lucelunare si oppose con fierezza all’attacco avversario, vincendo la forza del vento e riuscendo a colpire la Pokémon di Serena, spingendola indietro.
Nel mentre, Oshawott si era rimesso in piedi, pronto a ricevere ordini dalla sua Allenatrice. «Forza Oshawott! Usa Pistolacqua su Sylveon!» Ordinň.
Dalla bocca del Pokémon Lontra si generň un potente getto d’acqua, proiettato in direzione della Pokémon di Serena, la quale stava cercando di riprendersi dall’attacco di Umbreon.
Ash ordinň a Snivy di attaccare con Frustata. Da una delle protuberanze sulla schiena della Pokémon uscě una sottile liana. La Pokémon la guidň con precisione, fino a colpire Oshawott in pieno stomaco, facendolo cadere di nuovo a terra.
Nel mentre, Sylveon era di nuovo pronta a lottare.
«Ehi! Ma questo Houndour č vostro?» Qualcuno interruppe lo scontro. «Time out!» Ash chiamň l’interruzione della lotta. «Ah… sei tu!» Ash si girň nella direzione della voce.
Era Raoul. «Scusate se ho fatto tardi. Avevo promesso che avrei assistito al vostro allenamento, ma ho fatto tardi. Scusatemi.» Il ragazzo fece un profondo inchino.
«Non fa nulla, figurati!» Gli rispose Ash . Quasi dimenticando la domanda sul Pokémon Buio. Domanda alla quale rispose Carlos. «Non č nostro. Abbiamo sentito dei lamenti in un boschetto poco lontano, cosě Ash ha chiesto a Pikachu di indagare e… appunto, la causa di quei lamenti era proprio lui. Era ferito e lo abbiamo portato qui al Centro Pokémon.» Spiegň.
Il ragazzo fece cenno di aver capito. «Scusate ancora se vi ho interrotto.» Ancora un altro inchino.
«Possiamo riprendere!» Gli esortň Ash . «Fino ad ora avete fatto davvero un ottimo lavoro.» Si congratulň. I tre si limitarono ad annuire.
«Ora perň facciamo sul serio! Snivy! Usa Vorticerba!» Ordinň il ragazzo. «E tu Sylveon! Usa Comete!» Orinň Serena. Contro i Pokémon di Anita e Carlos sopraggiunse una tempesta formata da foglie affilate e dei raggi di energia dalla forma di stelle.
«Forza, schivate!» Ordinarono Carlos e Anita, al contempo.
Sfortunatamente, i due Pokémon non riuscirono ad evitare il colpo, diventando vittime dell’esplosione che si generň dallo scontro tra i due attacchi. Entrambi i Pokémon, dopo l’esplosione apparvero piuttosto malconci.
«Direi che cosě puň bastare.» Ash interruppe di nuovo la lotta.
«Avete fatto davvero un grandissimo lavoro!» Ash si congratulň nuovamente. «So che potete fare ancora di meglio, ma per il momento puň bastare cosě» Aggiunse poco dopo. «Questa si che č stata una bella lotta!» Si complimentň Raoul.
«Questo č solo un allenamento.» Gli rispose Ash . «Oh!» Si limitň a rispondere. «Mi piacerebbe allenarmi con te… se non ti dispiace.» Gli propose il ragazzo dai capelli blu. «Certo, ci mancherebbe!» Gli rispose il nativo di Kanto. «Cosa ne dici, Pikachu, ti andrebbe una lotta?» Chiese Ash . «Pika-Pi!» Rispose il Pokémon. «E cosě tu schieri il tuo leggendario Pikachu?» Chiese Raul, retoricamente. «Allora io scelgo te!» Il ragazzo prese una delle sue Poké Ball dalla tasca. «Crustle! Č il tuo momento!» Dalla Poké Ball del ragazzo uscě un Pokémon dall'aspetto di un grosso paguro. I suoi occhi erano grandi, le sue tenaglie grosse e possenti. Possedeva sei zampe. Il suo corpo era in gran parte arancione, tranne per alcune parti, che invece erano marroni. Il suo corpo era interamente protetto da un un grosso scoglio di colore grigio, con striature gialle e marroni. «Uh! Crustle! Interesante!» Commentň Ash , mentre prendeva il suo Smart Rotom, per scansionare quel Pokémon con la funzione Pokédex del dispositivo. «Crustle, Pokémon Scogliocasa. Tipo Coleottero e Rocca. Esemplare maschio. Predilige i luoghi aridi e nei giorni di pioggia non esce dalla sua roccia. Č molto territoriale. Mosse conosciute Frana, Devastomasso, Forbice X» Ash sembrava piuttosto incuriosito da quel Pokémon. «Sembra davvero molto forte!» Commentň. «Se siete pronti, possiamo dare il via alla lotta!» «Prontissimi!» Rispose Raoul. «Forza Crustle! Usa Frana!» Il Pokémon crostaceo generň degli enormi massi affilati, che lanciň in direzione del suo avversario. «Forza! Pikachu, rispediscili al mittente! Codacciaio!» Il Pokémon topo spiccň un potente balzo. La sua coda si illuminň di bianco, cambiando la sua struttura e diventando durissima. Il Pokémon Topo colpě con la coda ogni singolo masso e lo lanciň nuovamente contro l’avversario.
«Distruggile con Forbice X» Ordinň l’Allenatore. Le chele del Pokémon crostaceo si illuminarono di arancione, pronto a ricevere i massi. Come previsto dal suo Allenatore, ogni singolo masso venne sbriciolato.
«Furbo da parte vostra.» Commentň Raoul.«Ma da voi non mi aspettavo nulla di diverso.» Aggiunse poco dopo. «Crustle!
Riproviamo! Usa Devastomasso!» L’Allenatore era consapevole del rischio che correva. Dopo l’attacco sarebbe dovuto
restare fermo, immobile per riprendere fiato. Dalle chele del Pokémon si incominciň a generare un grosso masso.
«Forza, Pikachu! Prima che sia troppo tardi! Attacca con Fulmine!» Ordinň Ash . Dalle sacche elettriche sulle guance del Pokémon si generarono delle piccole scariche, che in minuscole frazioni di secondo divennero delle scariche
immensamente potenti.
Il Pokémon Crostaceo venne colpito in pieno dal potente attacco del roditore elettrico. Il grosso masso che stava generando davanti a sé, si polverizzň in migliaia di frammenti.
Il Pokémon Scogliocasa barcollň, colpito dal potente attacco nemico, ma non mollň. «Riprovaci!» Lo invitň il suo Allenatore. «Devastomasso!» Ordinň. Il Pokémon non si mosse. “Dannazione! Č l’effetto di Devastomasso!” Pensň. Nel mentre Ash e Pikachu volevano approfittare della situazione per chiudere la lotta.
«Forza! Avvicinati con Attacco Rapido!» Ordinň il Campione. “Ma come? Eppure lo sai che gli attacchi di tipo Normale non
sono molto indicati sui Pokémon di tipo Roccia!” Pensň. «E ora… Codacciaio!» Il Pokémon, sfruttando lo slancio dettato dalla sua corsa, il Pokémon fece un grosso balzo e colpě il guscio dell’avversario con la coda, diventata dura come l’acciaio e affilata come una spada. Il guscio del Pokémon si divise in due metŕ.
I pezzi del guscio caddero a terra, causando un grosso tonfo e sollevando una nuvola di polvere, che fece tossire Raoul. «Tutto bene, Crustle?» Chiese il ragazzo. «Beh, perlomeno si č preoccupato piů del suo Pokémon che non dei suoi vestiti.» Commentň Carlos, in tono ironico. La battuta del giovane strappň a malapena un sorriso a Ash .
In Pokémon Scogliocasa, nel frattempo, si era giŕ messo all’opera per riparare gli ingenti danni subiti dal suo guscio. Con enorme fatica, era riuscito a rimettere in piedi i pezzi e ad avvicinarli.
Stava incominciando a spruzzare la sua bava collante sui pezzi, per ricostruire la sua abitazione. «Sapete? Nessuno, prima d’ora era riuscito anche solo a scalfire il suo guscio.» Raccontň il ragazzo. «Almeno fino ad ora.» Aggiunse poco dopo.
Diverse ore dopo, il Pokémon Scogliocasa era riuscito a riparare il suo masso, e sembrava estremamente soddisfatto del suo lavoro. Finalmente Raoul poté finalmente far ritornare il suo Pokémon nella Poké Ball. «Vedrai che la prossima volta andrŕ meglio.» Cercň di rassicurarlo.
Nel frattempo, Ash e Anita avevano continuato il loro allenamento, mentre Houndour stava giocando con l’Umbreon di Carlos. L’Infermiera, approfittando della tranquillitŕ del momento, era uscita fuori dall’edificio, e stava osservando tanto l’allenamento dei due quanto Houndour e Umbreon giocare.
«Sembra che Houndour si sia completamente ripreso.» Commentň l’Infermiera. «Ho stampato alcuni manifesti per Houndour. Cosě, magari il suo Allenatore lo riconosce e lo verrŕ a prendere.» Spiegň. «Certo!» Risposero i quattro, insieme. L’Infermiera fece per entrare all’interno del Centro Pokémon. «Vado a prenderli, datemi un attimo.» Due minuti dopo, l’Infermiera tornň dai ragazzi, con in mano diversi fogli, dello scotch e delle forbici.
Sui fogli, tutti uguali, e stampati a colori, vi era una grossa scritta “Ritrovato. Al centro del foglio vi era una foto del Pokémon Buio, e sotto una breve descrizione. “Esemplare di Houndour maschio ritrovato nel boschetto poco fuori cittŕ. Il suo Allenatore lo potrŕ ritrovare al Centro Pokémon in via della Bottega”
Per semplificarsi il lavoro, i quattro decisero di separarsi, in modo da tappezzare piů zone della cittŕ possibile. Appesero decine e decine di manifesti su bacheche, pali della luce… lampioni. Speravano che questo potesse aiutare il proprietario a ritrovare il suo Pokémon perso.
Mentre i quattro stavano appendendo i manifesti, qualcuno, dietro di loro, li strappava e buttava nei cestini dei rifiuti. «Loro non lo sanno. Ed č meglio cosě. Non tornerŕ mai indietro.» Commentň un ragazzo, mentre strappava, da un palo l’ennesimo manifesto e lo buttava in un cestino.
Ash , dopo aver piazzato l’ennesimo manifesto, decise di tornare indietro. Sulla via del ritorno, Ash notň un ragazzo, intento a leggere uno dei manifesti.
Indossava un giubbotto leggero dal colore verde, con il cappuccio che gli copriva i capelli, dei pantaloni neri e delle scarpe sportive. Dopo essersi guardato attorno, il ragazzo strappň il manifesto e lo appallotolň.
«Hei! Cosa stai facendo?» Ash riprese quel ragazzo. «Non sono affari tuoi.» Rispose il ragazzo, in tono seccato. «Ti ho visto mentre strappavi il manifesto.» Ash rincarň la dose. «Perché non vuoi che un Allenatore ritrovi il suo Pokémon?» Il ragazzo rimase silenzioso. «Forse tu non sei un Allenatore. Non puoi sapere quanto un Allenatore tenga ai suoi Pokémon.» Il nativo di Kanto stava cominciando ad alterarsi. Pikachu cercň di calmarlo.
«Sei tu, Allenatore, a non capire.» Gli rispose il ragazzo. «Voi Allenatori sfruttate i vostri Pokémon come schiavi. Li fate lottare… li fate gareggiare per il vostro divertimento. Non ve ne importa se si feriscono. Tanto l’Infermiera č sempre pronta a curarli e a riconsegnarveli. E cosě all’infinito.» Il ragazzo strinse un pugno. «E tu pensi che io lo possa permettere?» Chiese, retoricamente. «Quel Pokémon ha vinto. Ora č libero.» Altra pausa. «Che cosa sia successo al suo Allenatore? Non mi interessa. E anche se lo sapessi, non lo direi di sicuro a te.» Il ragazzo sembrava celare un sorriso.
«Voi del Team Plasma tenete davvero ai Pokémon?» Chiese Ash . Il ragazzo si sentě alle strette. «Sennň perché mai li libereremo dal giogo degli Allenatori?» Chiese. Ash si stava seccando dal ricevere domande del genere.
«Ma voi ci tenete davvero ai Pokémon?» Ash cercň di provocarlo a sua volta. «Certo… altrimenti perché li libereremo?» Gli rispose il Seguace. «E allora se tenete davvero ai Pokémon, non avreste dovuto liberarlo qui.» Il Seguace stava perdendo la pazienza. «Che intendi dire?» Chiese. «Houndour č un Pokémon che vive in branco. Da solo non puň sopravvivere a lungo.» Il seguace si girň di scatto. «Cosa ne puoi sapere tu di cosa voglia dire fare il bene dei Pokémon, che sei un Allenatore?» Ash prese un respiro. «Di sicuro ne so piů di te. Perché un Allenatore cerca sempre di fare il meglio per i suoi Pokémon. Anche se questo significa liberarli. Per quanto sia doloroso farlo. Ogni volta che ho liberato un Pokémon, una piccola parte di me č morta.» Raccontň Ash . «Se vuoi catturare quel Pokémon, fai pure. Il suo Allenatore non lo verrŕ a cercare. Tanto per ogni Pokémon che viene ricatturato, ne liberiamo a decine.» Rispose il seguace, prima di andarsene.
Terminato il giro, i quattro si reincontrarono al Centro Pokémon. Tutti sembravano piuttosto stanchi e avevano un’aria delusa. «Anche da voi hanno strappato i manifesti?» Chiese Ash . I suoi amici confermarono con un piccolo gesto del capo. «Mi chiedo chi voglia impedire ad un Allenatore di ritrovare il suo Pokémon.» Carlos sembrava dubbioso. «Il Team Plasma.» Rispose Ash , visibilmente alterato. «Ho parlato con uno di loro. L’ho visto mentre ne strappava uno. Sembra che siano interessati solo a liberare i Pokémon. Non pensano nemmeno a liberarli nel loro ambiente.» Raccontň il ragazzo. Ancora speranzoso del fatto che Allenatore e Pokémon potessero ricongiungersi, omise il fatto che Allenatore e Pokémon fossero costretti a separarsi.
«E cosě il Team Plasma ha fatto strappare tutti i manifesti?» Chiese l’Infermiera. «Immaginavo. Forse i manifesti non sono l’idea migliore. Proverň con un post su PokéLink. E beh… voi potete condividere il post. Immagino che il Campione del Mondo e una delle piů famose idol abbiano un gran seguito.» Spiegň l’Infermiera.
L’Infermiera prese il suo Smart Rotom. Aveva una cover dal colore rosa e, sul retro, una stampa che ricordava la faccia di Audino, il suo Pokémon. Digitň rapidamente un messaggio di testo, del tutto simile a quello scritto sul manifesto. Una volta finito, mandň il messaggio in rete. «Almeno qui non possono cancellarlo.» Commentň.
Appena il post arrivň nella homepage di Ash e Serena. I due si affrettarono a condividere il post coi loro followers, sperando che questo permettesse di rintracciare il suo Allenatore.
Il giorno seguente, i quattro si svegliarono presto, in modo da poter arrivare all’edificio in cui si sarebbe svolto il torneo.
Come ogni mattina, i quattro stavano facendo colazione, la solita colazione dolce con cappuccino e un cornetto. Ash poté
notare come, rispetto al giorno della sua prima lotta in Palestra, Anita apparisse molto piů tranquilla. Ash glielo fece notare,
con un leggero sorriso. «Sono felice di vederti piů tranquilla, rispetto anche solo a qualche giorno fa.» Le spiegň. «Dici?» Chiese la ragazza, non aspettandosi di sicuro un’affermazione del genere. «Il giorno in cui dovevi affrontare la prima Palestra, mi sembravi molto tesa. Mi ricordo che ti avevamo quasi dovuto costringere a fare colazione.» Spiegň il ragazzo. «Non lo so. Forse č perché qui tutto dipende da me.» Rispose la ragazza. «Oppure stai imparando che…» Ash cercň di dire qualcosa, prima di interrompersi, a causa di una notifica sul suo Smart Rotom.
«Dobbiamo sbrigarci. Almeno avremo un po’ di tempo per prepararci.» Ash fině di divorare il suo cornetto e di bere il suo cappuccino. Quindi, insieme a Pikachu iniziň a dirigersi verso l’edificio lotta. Gli altri si sentirono quasi costretti a seguirlo.
I quattro camminarono una buona mezz’ora, fino a raggiungere l’edificio dove si sarebbe svolto il torneo. Era un edificio
dall'architettura simile al Centro Pokémon. Solo piů grande. Davanti all’edificio vi era giŕ una bella fila di persone, tutti
interessati a partecipare al torneo. «Ve l’avevo detto che dovevamo arrivare prima!» Si lamentň Ash , mentre, insieme agli
amici, si accodava alla fila. «Serena? Anita?» Una voce familiare fece girare le ragazze. «Abby?» Una ragazza dai capelli neri, lisci. Erano lunghi fino a metŕ schiena. Aveva pelle chiarissima. Indossa una maglietta nera con le maniche lunghe che le lasciava l'ombelico scoperto, una giacca nera, dei pantaloni neri e delle scarpe nere. «Non ci credo!» La ragazza parlň a bassa voce, per non farsi sentire dal diretto interessato, che era in fila poco lontano, dietro ad Anita. «Ma lui é… Ash Ketchum! In persona!» La ragazza si rivolse a Serena. Tenne per sé il “mi chiedo cosa ci faccia qui un Allenatore del suo livello”. Serena non si fece del tutto vincere dalla gelosia. «Posso presentartelo. Sai, noi due abbiamo parecchia confidenza » La nativa di Kalos sottolineň particolarmente le ultime due parole. Abby si limitň ad annuire. «Forse prima č meglio che sbrighi la fila.» Le rispose la ragazza in nero. Serena si limitň a risponderle con un semplice “va bene”.
La fila, per fortuna, scorreva con una certa rapiditŕ, e, finalmente arrivň il turno di Ash , per depositare la sua iscrizione al torneo. Il nativo di Kanto si trovň davanti ad una donna di circa cinquant’anni, seduta dietro ad un bancone. Aveva i capelli biondi piuttosto corti e degli occhi verdi. Indossava degli spessi occhiali in plastica rossa e degli orecchini. Aveva una maglietta nera con delle strane decorazioni in plastica rotonde dello stesso colore.
La donna quasi gli strappň di mano la domanda di iscrizione e lo Smart Rotom.
«Mi chiedo cosa ci faccia qui un Campione del tuo livello.» Commentň, scocciata. «Voi vincere il torneo per manifesta superioritŕ o cosa.» Ash scosse la testa. «Il torneo č aperto a tutti.» Ribatté. «Come vuoi.» Sbuffň la donna, mentre compilava la domanda di iscrizione. «Il Campione dei Campioni e si iscrive con Snivy e Sandile! Ma non ti pare di essere ridicolo? Con tutti i Pokémon che hai…» Ash stava per risponderle male, ma, prima di poterlo fare, la situazione venne presa in mano da una collega della donna. «Il Campione del Mondo ci onora della sua presenza e tu lo tratti in questo modo? Eppure conosci il protocollo quando viene a trovarci uno degli Otto professionisti.» La donna appariva ancora piů seccata, dopo la strigliata della collega. «Sei con gente? Se si quanti siete?» Chiese, scocciata. «Quattro.» Rispose Ash . La donna estrasse da un cassetto quattro tessere magnetiche, e le diede al ragazzo. «Di lŕ, corridoio a destra. Avrete delle stanze riservate. Se vuoi puoi anche far entrare degli ospiti. Ma ti prendi la responsabilitŕ se fanno danni.» Ash non rispose. Non gli rimase che aspettare che anche Carlos terminasse l’iscrizione.
Appena il gruppo si riuně, Ash consegnň le tessere ai suoi amici. «E questa cos’č?» Chiese Carlos. «Uno dei pochi vantaggi di essere Campione, non č vero amico?» Il ragazzo si rivolse a Pikachu. Il Pokémon Topo si mise a ridere. Se solo sapesse di quell’impiegata… «Almeno non dovremo condividere gli spogliatoi con altri.» Aggiunse Ash , poco dopo.
«Vorrei presentarti… una mia amica.» Serena prese Abby per mano e la invitň ad avvicinarsi a Ash . «Piacere di conoscerti. Mi chiamo Abby!» La ragazza porse la mano ad Ash , che la strinse. «Il piacere č tutto mio. Sono Ash , e lui č il mio amico Pikachu!» Si presento! «Pika-Pikachu!» Si presentň il Pokémon. «Mi sembra di averti giŕ vista… non ricordo dove…» Ash si mise una mano davanti alla bocca, pensieroso. «Era una delle Performer al varietŕ di Eolea.» Rispose Serena. «Aveva una Gothitelle e un Houndoom. Se non ricordo male.» Gli ricordň Serena. «Si… so di non aver fatto un buon lavoro.» Abby assunse un’aria delusa. «Ma no! Hai fatto un ottimo lavoro.» Le rispose Serena. «Sai… ho letto la tua intervista…» Abby cercň di cambiare argomento. «Ed č per questo che sono venuta qui. Ho sentito che vorresti che nei Varietŕ ci fossero delle lotte. Quindi…» «Non ti devi giustificare.» Le rispose Serena. «So della promessa che hai fatto. Ma ricordati che non c’č nulla di male a partecipare ad un torneo.» Aggiunse poco dopo. «E poi, dalle lotte puoi imparare qualcosa che puoi usare nelle tue esibizioni al Varietŕ.» Si aggiunse Ash . Serena aveva notato il cambio di espressione di Abby. Aveva notato come stava guardando Ash . «Ora perň andiamo. Dobbiamo prepararci.» Serena trascinň Ash verso di sé, lasciando Abby abbastanza perplessa, mentre guardava Ash trascinato di forza dall’amica.
Una volta che i quattro entrarono nelle loro stanze, ognuno di loro decise di passare quel tempo in modo diverso. Grazie alle carte date loro da Ash , avevano a disposizione una loro stanza privata per prepararsi ed eventualmente passare il tempo fra una lotta e l’altra. Le stanze non erano molto grandi, ma erano comunque abbastanza confortevoli. Vi era un divano in pelle marrone, probabilmente trasformabile in un letto, una scrivania con una sedia, una televisione appesa su una parete, un piccolo frigorifero con delle bevande al suo interno, un armadio, in finto legno, per riporre i propri vestiti, nel caso in cui ci si volesse cambiare. La stanza disponeva anche di un bagno privato.
L’aerazione della stanza era garantita da una finestra, mentre la sua climatizzazione da un condizionatore, appeso ad una parete. In quel momento era regolato sui 24 gradi.
Tutti, tranne Anita, sapevano giŕ con quali Pokémon avrebbero partecipato. Il regolamento prescriveva che, sebbene durante le lotte, gli Allenatori potessero usare un solo Pokémon, potevano iscriverne due, piů un terzo di riserva. Carlos, per ovvi motivi, avrebbe potuto contare unicamente sul suo Umbreon. Serena, aveva deciso sin da subito chi avrebbe lottato. Il primo Pokémon che aveva ottenuto, la sua Delphox, e l’ultimo Pokémon che aveva catturato. Lilligant. La ragazza decise di farle uscire entrambe dalle rispettive Poké Ball. Grazie a Sylveon, le due Pokémon avevano iniziato a fare conoscenza, ma ancora non erano molto legate. «Sai?» La nativa di Kalos, si rivolse a Lilligant, mentre, nel frattempo stava scattando alcune foto alle sue Pokémon, per portarne qualcuna sul suo profilo di PokéLink. «Ash mi ha raccontato che durante il Varietŕ sei stata tranquilla tutto il tempo. E mi ha anche raccontato che hai fatto amicizia con un altro Pokémon. Sono molto fiera di te!» Si congratulň la ragazza. «Lill! Lill!» La Pokémon sembrava molto felice di quel complimento. «Ti piacerebbe, piů tardi, lottare? Ci saranno delle persone, ma credimi, nessuno ti farŕ del male.» Le spiegň la ragazza. La Pokémon, inizialmente, non reagě. «Forse č ancora troppo presto.» Commentň la ragazza. La Pokémon, di tutta risposta, appoggiň un braccio-foglia sulla mano della ragazza. Era il suo modo per dire che avrebbe almeno provato. «Sono felice di vederti che almeno tu ci voglia provare.»
Anita, invece, aveva deciso di mettere alla prova la sua Vivillon, ma non era molto sicura sul Pokémon che l’avrebbe affiancata. Scegliere tra Oshawott ed Herdier non era affatto semplice. Questa volta, perň, non voleva chiedere consiglio a nessuno. Voleva scegliere da sola. Dopotutto non c’era una scelta giusta o una scelta sbagliata, no?
Ash , come anche Serena, stava per far uscire dalle Poké Ball i due Pokémon che aveva scelto, quando qualcuno bussň alla porta. «Ash Ketchum! Fammi entrare! O sarň costretta ad arrestarti!» Il ragazzo, pur con forti dubbi, si sbrigň ad aprire la porta. Davanti al ragazzo e al suo Pikachu, si palesň una donna dai capelli verdi tagliati corti. Aveva gli occhi castani e sulle labbra un leggero rossetto rosso. Indossava una divisa composta da una camicia, giallo-marrone, una cravatta nera,
una gonna e un berretto dello stesso colore della camicia. Sulla giacca diverse decorazioni. Indossava, infine dei guanti
bianchi. «Salve agente…» La salutň cordialmente Ash . «Ash … sei in Arresto!» Il ragazzo si spaventň a morte. «Per cosa?»
Provň a chiedere. «Per non avermi riconosciuta!» Ash era ancora piů perplesso. «Eh?» Chiese. «Allora vuol dire che il travestimento funziona… Almeno come quello da Seguace del Team Plasma.» Ash fece un rapido ordine mentale.
«Agente Velaurora!» La giovane si limitň ad annuire. «Siediti pure.» La invitň Ash , sposandosi su un lato del divano.
«Tranquillo, mi siedo qui.» La giovane prese la sedia e si sedette di fronte ad Ash , sedendosi a cavalcioni sulla sedia. «Il
capo mi ha ordinato di occuparmi della sicurezza di questo evento. Ho scoperto che parteciperai anche tu. Bellocchio mi ha praticamente ordinato di venirti a parlare. Sai, questo torneo ha rischiato di non disputarsi.» Spiegň «Davvero?» Ash sembrava davvero stupito. Perché mai non disputare il torneo?

Austropoli, Capitale di Unima.

La piů grande ed importante cittŕ della regione era un continuo viavai di persone, mezzi e Pokémon. Centinaia di migliaia
di persone che si muovevano per le enormi arterie di una delle cittŕ piů grandi ed importanti, non solo di Unima, ma anche di tutto il mondo Pokémon.
Importantissimo centro finanziario ed industriale, era una cittŕ in cui non era affatto strano incontrare persone provenienti da ogni parte del mondo.
Poiché si trattava della capitale della regione, era anche la sede dei suoi principali organi di governo. Le due Camere, la Camera Nera e la Camera Bianca, che avevano sede, rispettivamente nel Palazzo Reshiram e nel Palazzo Zekrom, il Palazzo Kyurem, dove aveva invece sede il Governo e dove le due camere operavano in seduta comune e il Palazzo dei Solenni Spadaccini, dove aveva sede il principale organo di giustizia della regione.
In quel momento, le due Camere si trovavano in seduta congiunta per discutere di importanti, quanto noiosi, ordini del giorno. Tra tutti, perň, spiccava una busta delle lettere. Era realizzata in carta pregiata e sigillata con della ceralacca blu scuro. Il sigillo impresso sulla stessa era lo stemma del Team Plasma. Uno scudo con una P e delle altre decorazioni.
La Camera era al completo. L’enorme stanza era elegante e curata. I banconi erano in pregiato legno, le sedute erano in pelle rossa, le pareti decorate con pregiati arazzi e quadri. Al centro del soffitto un gigantesco lampadario in metallo, cristallo e pietre preziose.
Tutti i parlamentari si erano riuniti quel giorno. Uomini in giacca e cravatta e donne in abiti eleganti. Prima che iniziasse la seduta, si stavano scambiando le ultime chiacchiere.
Tutto, fino a quando una dei tanti addetti, non suonň la consueta campanella, che diede, come da tradizione, avvio ai lavori. Di colpo calň il silenzio. Il Primo Ministro, un uomo sulla quarantina, vestito in giacca e cravatta, come i suoi colleghi, capelli castani corti, occhi dello stesso colore, barba rasata di fresco, si alzň in piedi e prese la parola. «Buongiorno. Come sapete, oggi ci troviamo in seduta congiunta per discutere di alcuni importanti ordini del giorno. O, perlomeno questa era l’intenzione, prima dell’arrivo di questa.» L’uomo prese una busta dalla pila di documenti. Fece ben attenzione a mostrarla a tutti i presenti. «Questa lettera č stata spedita a questo indirizzo da parte del Team Plasma.» Di colpo, nella stanza, fino a quel momento silenziosa.
Sembrava tutti si interrogassero su chi fosse il Team Plasma e su cosa volesse. Non ci volle molto prima che la stessa addetta si trovasse costretta a richiamare l’ordine con la consueta campanella. «Vi vorrei ricordare perché siete qui!» le parole del Primo Ministro suonavano come un rimporvero. Ritrovata la piena attenzione dei presenti, l’uomo aprě la busta, rompendo il sigillo, quindi tolse la lettera dalla busta. Era realizzata, anch’essa in carta pregiata.
Il Primo Ministro inforcň gli occhiali e lesse la lettera ad alta voce.

«Alla cortese attenzione del Governo della Repubblica di Unima,

Siamo il Team Plasma.

Vogliamo che sappiate che non abbiamo intenzione di prendere il potere. Il nostro obiettivo non č quello di governare, ma di cambiare il mondo per il bene dei Pokémon.
Riteniamo che le lotte e i Varietŕ Pokémon siano crudeli e inumani. Queste pratiche causano sofferenza ai Pokémon e non possono piů essere tollerate.
Pertanto, vi esortiamo a fermare immediatamente tutti gli eventi che coinvolgono le lotte e le esibizioni di Pokémon. Questo č il primo passo verso il nostro obiettivo finale: dichiarare illegale il possesso di Pokémon.
Se non seguirete le nostre direttive, saremo costretti a prendere misure drastiche. Non sottovalutate la nostra determinazione. Abbiamo i mezzi e la volontŕ di portare avanti la nostra causa.
Vi invitiamo a riflettere sulle vostre azioni e a fare la scelta giusta per il bene dei Pokémon e dell'intera regione di Unima.

Cordiali saluti,

Team Plasma»

Terminata la lettura, nella sala nessuno osň proferire parola. Non che non fossero informati sulla questione, i giornali avevano riportato la notizia dell’esplosione alla base del Team Plasma tra Levantopoli e Eolea.
Nessuno era stato in grado di identificare chi l’avesse causata, e la persona che aveva reso pubblica la notizia avrebbe preferito restare anonima. In quell’occasione la notizia venne liquidata rapidamente, come l’ennesimo gruppetto di esaltati che se le cantava e se le suonava. Tuttavia, nessun gruppetto del genere era mai arrivato a mandare lettere minatorie dirette al governo.
«Non č una minaccia che possiamo ignorare.» uno dei deputati della Camera Nera prese la parola. «Il Team Plasma mette a serio rischio le stesse fondamenta della nostra societŕ.» Aggiunse. «Unima ha un’antichissima tradizione. Sin dalle sue origini, Uomini e Pokémon hanno vissuto fianco a fianco. Non possiamo sottostare alle loro minacce.» Si aggiunse un collega, sempre della Camera Nera. Voce dopo voce, tutti si mostrarono d’accordo. Era una delle poche volte in cui tutti i rappresentanti erano d’accordo. Non potevano certamente assecondare le loro prepotenze. Qualcuno azzardň proporre di limitare gli spostamenti e perquisire i non Allenatori. Proposta rifiutata perché incostituzionale.
Alla fine della seduta, si stabilě che gli eventi con pubblico che avrebbero coinvolto Pokémon, avrebbero ricevuto dei maggiori controlli all’ingresso, per evitare l’ingresso di Seguaci del Team Plasma.

Ash sembrava particolarmente sorpreso. Non credeva che il Team Plasma potesse arrivare a tanto. «Dopo il nostro incontro ho avuto a che fare con uno di loro.» Le raccontň Ash . «Raccontami.» Lo esortň. Ash raccontň di Houndour e di come lui e i suoi amici abbiano messo dei manifesti per farlo ritrovare e di come il Seguace abbia strappato tutti i manifesti e di come i due abbiano avuto un rapido scambio di parole. «So che tu vorresti solamente partecipare al torneo.» partě. «Ma come ti dicevo prima la situazione č molto delicata e per questo ti chiedo di collaborare. Abbiamo fatto tantissimi controlli sugli spettatori, che sono arrivati con moltissimo anticipo e nessuno di loro appartiene al Team Plasma. Ma non possiamo esserne completamente certi.» Ash , a quelle parole, si limitň ad annuire. Non era nei suoi piani, ma, essendo il campione del mondo, non poteva rifiutarsi. Sicura della collaborazione di Ash , l’agente si alzň dalla sedia. «Ora scusami, ma devo
proprio andare.» Lo salutň. «Ci vediamo!» Ash la salutň a sua volta. «Buona fortuna per il torneo. Non so chi sarŕ il tuo
partner, ma sicuramente sarŕ davvero una persona fortunata.» Pochi secondi dopo, l’Agente rientrň nella stanza di Ash.
«Mi sono dimenticata una cosa.» Ash sembrava perplesso. Cosa si era dimenticata? «Sarň io ad occuparmi della premiazione. In caso non ci siano problemi prima, chiaramente.» Ash non aveva idea di cosa potesse andare storto. «Mi potresti passare il tuo Smart Rotom?» Chiese. Ash glielo passň senza esitare, dopo averlo sbloccato. «Ti invierň un’applicazione che potrŕ tornarti utile.» La giovane attivň il bluetooth di entrambi i dispositivi, in modo da inviare file senza passare per la rete dati. «Del tipo?» Ash si chiedeva di cosa potesse trattarsi. «Č un’applicazione sperimentale per effettuare comunicazioni assolutamente criptate. Per il momento č sperimentale. La userete tu e gli altr Otto Professionisti. Verrete avvisati tramite questa applicazione quando sarŕ richiesto l’intervento vostro o dei vostri Pokémon.
Quando l’applicazione sarŕ a pieno servizio, metterŕ in comunicazione tutti i Campioni, i Superquattro e i Capipalestra.» Spiegň. Ash era affascinato dalle parole dell’agente. «La tecnologia č davvero incredibile!» Commentň. «Puoi dirlo forte.»
Rispose la giovane donna, prima di andarsene. «Ora, perň, scusami, ma devo davvero andare.»
Non troppo tempo dopo, tutti gli Allenatori vennero richiamati per il briefing pre torneo. Tutti i presenti si trovavano in una stanza, piuttosto grande, con diverse sedie. Tutti gli Allenatori si sedettero, aspettando istruzioni.
Dopo alcuni minuti, davanti al gruppo di Allenatori apparve un uomo di circa quarant'anni, vestito in abiti sportivi.
«Un caloroso saluto a tutti, Allenatori!» Diede loro il benvenuto. «Sono felice di vedervi cosě tanto numerosi, nonostante tutto quello che č successo negli ultimi tempi.» I vari Allenatori si scambiarono degli sguardi perplessi. Erano in pochi a conoscere il reale motivo. «Come ben sapete, le coppie di Allenatori vengono estratte in maniera casuale, e lo stesso vale per gli incontri. Potrete usare un solo Pokémon a testa per ogni incontro, ma immagino lo sappiate giŕ.» Spiegň. «Ora possiamo procedere con l’estrazione. Ognuno di voi riceverŕ un tagliandino con un numero. Una volta che tutti avrete il vostro, tagliandino, potremo proseguire.» A queste parole, apparentemente dal nulla, apparve una sua collega, che distribuě
un tagliandino ad ogni partecipante.
L’estrazione delle coppie, avvenuta tramite un bussolotto, durň all'incirca una decina di minuti. «Molto, molto bene!» Commentň l’uomo. «I due Allenatori che costituiscono una coppia, sono pregati di sedersi uno accanto all’altro e di distanziarsi leggermente dalle altre coppie.» L’uomo sperň di essere stato sufficientemente chiaro.
Le sue parole scatenarono un gigantesco viavai di Allenatori e Allenatrici che si alzavano e si spostavano da una parte all’altra, gridando ad alta voce il numero che avevano ricevuto.
Concluso l'andirivieni di Allenatori e di Allenatrici, finalmente si formarono tutte le coppie. Erano sedici coppie. Ash era stato estratto con Anita, Carlos con Ivan, il rivale di Anita, Serena con Raoul e Abby con un ragazzo sconosciuto.
Era piuttosto alto e magro. Aveva i capelli biondi corti e una barba appena visibile. Indossava una maglietta di una nota band musicale e un paio di jeans. Indossava delle scarpe da lavoro di una famosa marca.
«E cosě tu sei Abby? Piacere di conoscerti! Mi chiamo Oliver.» Le porse la mano. Una mano da lavoratore. Piena di tagli e cicatrici. «Piacere.» La ragazza, con le sue mani piccole, lisce e curate, dalle lunghe unghie colorate con uno smalto nero, si sentě quasi a disagio. Tentň di accennare un sorriso.
Ash e Anita, ormai potevano considerarsi ottimi amici, per cui la ragazza si limitň a commentare, rivolta al suo maestro, di aver avuto un grande fortunata ad averlo al suo fianco.
Ash , dal canto suo, aveva avuto numerosi flashback delle sue precedenti lotte in doppio. Da quelle disputate con le amiche a quelle coi rivali, contro di essi, o con qualcuno di loro al loro fianco.
Serena e Raoul, invece, erano appena dei conoscenti, e l'elegantone sembrava piuttosto a disagio. “Ma tra tutti proprio la ragazza piů bella del torneo doveva capitare proprio a me?” Pensň. «Tutto bene?» Gli chiese la ragazza, accorgendosi della sua espressione imbarazzata. «Si-si. Tutto bene… solo che di certo non mi sarei aspettato… beh… ecco…» «Cosě tanta gente?» La ragazza cercň di anticiparlo. «Si…tanta gente. Mi mette a disagio.» Cercň di recitare quella parte.
Diversa la situazione tra Ivan e Carlos. I due ragazzi si davano le spalle a vicenda. Non sembravano in alcun modo interessati a collaborare. Pessima scelta in un torneo di lotte in doppio.
Per quanto l’Allenatore di Umbreon tentasse di fare delle proposte al biondo, questi, nella migliore delle ipotesi, rispondeva a grugniti. Non stava di certo facendo una buona impressione. «Vedi di non essermi d’intralcio.» Sbuffň. «Posso benissimo vincere il torneo da solo. Tu fai almeno finta di essere di aiuto.» Aggiunse.
In quegli stessi istanti, un computer aveva deciso quali sarebbero stati gli abbinamenti. I primi a lottare sarebbero stati Ash e Anita. I due, giŕ sapevano chi avrebbero affrontato. Sullo schermo, le loro foto erano state accoppiate a quelle dei loro sfidanti. Lo stesso valeva per tutte le coppie del primo turno.
Avrebbero affrontato una coppia di giovani Allenatrici. Una ragazza dai capelli azzurri, molto lunghi, che poteva avere al massimo vent’anni. Indossava una giacca e una gonna abbinate. Entrambe erano principalmente gialle e arancioni. Indossava anche dei pantaloni tipo leggins e delle scarpe sportive. Al suo fianco una ragazza, piů giovane di lei di alcuni anni. Aveva dei capelli sul biondo e gli occhi blu. Sembrava indossasse una sorta di uniforme scolastica. La parte superiore era un maglione, che copriva una camicia e una cravatta. Indossava una minigonna e delle scarpe eleganti.
Ash , Anita e le loro sfidanti giunsero al campo lotta, dopo aver attraversato un sottopassaggio dalle tribune.
Era il classico campo lotta in terra battuta, solo un po’ piů grande del solito. Era circondato da delle tribune su tutti i lati.
Le tribune erano semplici strutture in legno, con delle sedute di plastica. Diversi riflettori garantivano l’illuminazione del campo, in caso fosse necessario. Sulla parte bassa delle tribune, erano presenti diversi teli con i loghi dei diversi sponsor che finanziavano il torneo.
Quattro maxi schermi posizionati strategicamente, permettevano anche a chi si trovava nella zona alta delle tribune di vedere perfettamente lo scontro. Delle casse si occupavano del sonoro.
Quello che veniva mostrato sugli schermi, era, a sua volta trasmesso sulla televisione e in streaming nell’intera regione di Unima. O, anche fuori, grazie al sito internet del canale.
In belle giornate come quella, ci pensava il Sole ad illuminare il campo, grazie ad un’ampia vetrata sul soffitto.
«Gentilissimo pubblico!» La stessa persona che aveva condotto il briefing, si trovava ora al centro del campo lotta, con in mano un microfono senza cavo. Solo a quelle parole, dalle tribune si alzň un boato. «LOTTA! LOTTA! LOTTA!» Gridavano.
«Sono felice di vedere che siete accorsi numerosi. Numerosissimi. Oggi č un grande giorno. Si disputerŕ la settantacinquesima edizione del torneo a doppi incontri di Zefiropoli. Sponsorizzato, come da diciott’anni a questa parte, dalla Amon, uno dei gioielli dell’industria dei trasporti della regione di Unima. Dal motociclo alla nave cargo, dall’utilitaria al Gigante dei Cieli, se si tratta di un mezzo di trasporto, la Amon ha la soluzione perfetta per le tue esigenze.» L’uomo non dimenticň di presentare il munifico sponsor dell’evento.« Sono estremamente fiero di potervi annunciare che, tra i partecipanti al torneo, abbiamo anche il Campione del Mondo, Ash Ketchum! Saranno lui e la sua compagna a vincere l’ambitissimo premio messo a disposizione dalla Amon? Quattro biglietti all-inclusive per seguire la centounesima edizione della Ventiquattro ore di Spiraria, la piů prestigiosa corsa automobilistica della storia. Chi vincerŕ i biglietti potrŕ seguire la gara direttamente dai box, potrŕ bere e mangiare a volontŕ nell’esclusivo club Tifosi. Condivideranno con la squadra gioie e dolori, come solo una gara di durata sa fare. Altro premio, sempre riservato ai primi in classifica, č un tour della fabbrica della Amon. Per i secondi e per i terzi classificati, il premio č un’esclusiva vacanza per quattro persone di una settimana in un esclusivo resort dell’isola di Ember» L’uomo si accorse di come il pubblico si stesse spazientendo. «Ma veniamo agli Allenatori che si affronteranno nel primo turno…» L’uomo si voltň alla sua destra.
«Alla mia destra abbiamo il Campione del Mondo, Ash e la sua partner Anita. Le loro avversarie…» L’uomo si voltň a sinistra. «Sono le Allenatrici Shannon e Sibyl! Allenatori… Schierate i vostri Pokémon!» Ordinň l’uomo. Ash mandň in campo Sandile, mentre Anita mandň in campo la sua Vivillon. Shannon Schierň un Golett e Sibyl un Minccino.
Il Pokémon della ragazza piů grande assomigliava ad un golem di pietra. Era alto all’incirca un metro. Il suo corpo era azzurro e bluastro. La testa, come parte del corpo, era azzurra. Una striscia blu separava parzialmente gli occhi, di colore giallastro. Gli occhi non avevano la stessa forma: quello destro era a forma ad L mentre il sinistro era rettangolare. Sul petto era presente un quadrato azzurro legato al torace con delle corde rettangolari di colore marrone. Sul quadrato vi era incisa una spirale gialla. Gli avambracci e le mani erano blu. Il braccio presentava una protuberanza rettangolare. Le gambe, azzurre, erano sprovviste di piedi ed erano decorate con delle protuberanze triangolari.
Anita, che non aveva mai visto quel Pokémon, decise di scansionarlo con il suo Smart Rotom. «Golett. Pokémon
Statuanima. Tipi Terra e Spettro. Esemplare dal sesso sconosciuto. Un popolo antico lo ha creato modellando l'argilla per farne un servitore. La fonte dell'energia che lo anima č sconosciuta. Mosse conosciute. Pugnodombra, Palla Ombra,
Gelopugno e Tuonopugno»
La ragazza piů giovane, invece, schierň un Minccino. Un Pokémon dall’aspetto di un roditore, dal corpo peloso, principalmente bianco. Aveva dei ciuffi di peli sulla testa, all'interno dell'orecchio e sul collo. Le sue orecchie erano piuttosto grandi e posizionate ai lati della testa. Il loro interno era e parzialmente coperto da ciuffi di pelo. I suoi occhi erano piuttosto grandi e marroni. Gli arti avevano una forma arrotondata ed erano piuttosto piccoli. D’altro canto, la coda era lunga e piuttosto pelosa. La ragazza approfittň nuovamente delle funzioni del suo Smart Rotom per scansionare il Pokémon. «Minccino. Pokémon. Cincillŕ. Esemplare femmina. Č un maniaco della pulizia e non sopporta neanche la piů piccola traccia di sporco. Usa la coda come una scopa per pulire ogni superficie. Mossa conosciute: Comete, Fulmine, Protezione e Semitraglia.» Potendo almeno conoscere le mosse degli avversari, la ragazza si sentě un minimo piů tranquilla.
Nel frattempo l’uomo si era allontanato dal centro del campo. Era salito verso le tribune ed era entrato all’interno di una stanzina, con tutta probabilitŕ la cabina di commento.
Da quella piccola stanza era possibile avere un’ottima visuale del campo di lotta, potendo commentare le azioni dei
Pokémon in campo in maniera ottimale.
Nello stesso istante, attorno al campo lotta si sollevň una barriera di energia dal colore verde-blu. «In questo modo, il
pubblico non rischia di essere colpito da eventuali attacchi.» Spiegň Ash all’amica. Nel mentre l’arbitro, un ragazzo di circa venticinque anni, vestito con il solito completo da arbitro di lotta, una maglietta verde e dei pantaloni corti con delle stampe a forma di Poké Ball, e delle scarpe sportive, diede il via all’incontro. «Che la lotta abbia inizio! La prima mossa spetta alle sfidanti!» Annunciň l’arbitro. Un uomo sulla trentina.
«Golett! Usa Tuonopungo su Vivillon!» ordinň Shannon. «E tu Minccino usa Semitraglia su Sandile!» Ordinň Sibyl. Il Pokémon Golem si mise a correre, mentre il suo braccio destro si caricava di una potente energia elettrica, mentre il Pokémon Cincillŕ cominciava a sputare dalla bocca numerosissimi semi, che ricordavano dei proiettili. Per il momento stavano unicamente colpendo il terreno, sollevando della polvere.
Ash e Anita si scambiarono un rapido sguardo. «Fai come al Varietŕ.» Le suggerě il ragazzo. Anita si limitň ad annuire.
«Vivillon… usa Eterelama!» Ordinň la ragazza. La Pokémon, dalle sue ali generň diverse lame d’aria che raggiunsero e colpirono i semi lanciati dal Pokémon Cincillŕ, facendoli esplodere in una grande quantitŕ di polvere colorata.
«Sandile! Ferma Golett con Morso!» ordinň Ash , poco dopo. Il Pokémon Sabbiadrillo si mise a correre in direzione dell’avversario. Quando fu abbastanza vicino, spiccň un balzo e aprě la bocca, chiudendo il pugno elettrificato del Pokémon Statuanima con una morsa strettissima. «Golett! Cerca di liberarti!» Ordinň la ragazza. Il Pokémon mosse il braccio piů rapidamente possibile, cercando di scrollarsi il coccodrillo di dosso.
Per tutta risposta, il Pokémon Sabbiadrillo strinse ulteriormente la presa. Iniziavano anche ad udirsi dei suoni non molto piacevoli. Sembravano quasi degli scricchiolii. «Non č possibile! Golett! Tiriatelo di dosso!» Il Pokémon; con un movimento piů rapido di prima, finalmente riuscě a togliersi di dosso il Pokémon avversario.
«Sandile! Cerca di frenare la tua caduta con Ombrartigli!» Ordinň Ash . Le unghie delle zampe del Pokémon si allungarono a dismisura e si tinsero di viola. Raschiando sul terreno, riuscě a rallentare non poco.
Grazie a questo il Pokémon riuscě a limitare i danni. Lo stesso non poteva dirsi del suo avversario. Sul braccio destro del Pokémon Statuanima erano ben visibili i segni dei morsi del coccodrillo della sabbia. «Vivillon! Usa Comete contro Minccino!» Ordinň Anita. « Minccino! Usa anche tu Comete!» Controbattč la ragazza in divisa. I due attacchi si scontrarono in mezzo al campo, sollevando un enorme polverone. «Ottimo, Sandile! Vai! Attacca Golett con Ombrartigli!» Ordinň Ash . Il Pokémon Sabbiadrlillo, approfittando della polvere riuscě a raggiungere il suo avversario.
Grazie a delle speciali membrane a protezione dei suoi occhi, il Pokémon poteva vedere chiaramente anche dentro la piů forte delle tempeste di sabbia.
Come la volta precedente, gli artigli del Pokémon si allungarono a dismisura, illuminandosi di una luce violacea. «Forza Golett! Difenditi con Palla Ombra!» Ordinň la ragazza dai capelli azzurri.
Il Pokémon generň dalle mani una sfera di energia oscura dal colore violaceo, che fece quasi da scudo verso il potente attacco avversario. Inizialmente sembrava che lo scudo reggesse, ma poi, gli effetti collaterali del morso di Sandile si resero evidenti. Il braccio destro del Pokémon, che in precedenza aveva iniziato a scricchiolare, ora stava per cedere.
Il Pokémon Sabbiadrillo avrebbe solo dovuto reggere un altro po’. «Sandile! Via di lě!» Ordinň Ash , accorgendosi de Minccino della loro avversaria, intento a preparare un potente attacco Comete.
Quei raggi di energia non avrebbero in alcun modo disturbato Golett, essendo immune agli attacchi di tipo Normale, ma avrebbero sicuramente colpito Sandile.
Il Pokémon obbedě, spiccando un piccolo salto, appena in tempo per vedere i raggi di energia a forma di stella, attraversare, senza causare danni, il corpo dell’avversario.
«Golett! Usa Gelopugno!» Ordinň la sua Allenatrice. Lei ancora non si era accorta della frattura sul braccio del suo Pokémon. «Sandile! Usa Fossa!» Ordinň Ash . Mentre il Pokémon Terra/Buio iniziava a scavare una fossa, Ash si girň verso l’amica. «Č il tuo momento.» Le disse, a voce molto bassa. Anita non era molto abile nel leggere il labiale, ma piů o meno capě ciň che l’amico intendeva. «Vivillon! Usa Energipalla!» Ordino! La Pokémon generň una gigantesca sfera di energia dal colore verdastro, e la scagliň contro l’avversario, che aveva colpito il terreno con un potente pugno e congelato parte del terreno circostante. La gigantesca sfera di energia, simile ad un occhio, colpě in pieno il Pokémon della ragazza, generando una gigantesca esplosione. A causa del ghiaccio e dei danni subiti in precedenza, il braccio destro del Pokémon cedette.
Contemporaneamente, Sandile, che si era nascosto sotto terra, aveva raggiunto la Minccino avversaria. «E ora Morso!» Il Pokémon Sabbiadrllo, approfittando della nuvola di polvere che aveva sollevato, attaccň l’avversaria di spalle, con un potente morso. «Golett e Minccino non sono piů in grado di lottare! Vincono Sandile e Vivillon. Di conseguenza Ash e Anita passano al prossimo turno!» Annunciň l'arbitro.
Come da tradizione, terminata la lotta, gli avversari si incontrarono a metŕ campo e si strinsero la mano. «Siete state delle ottime avversarie.» Si congratulň Ash . «Lottare con te č stato un onore.» Si complimentň la ragazza piů grande. Ash si accorse di come l’amica fosse stata lasciata un po’ da parte. «Se non fosse stato per te e per Vivillon, non so come sarebbe andata a finire.» Si complimentň con l’amica, lasciandola di stucco.
«Sono stati fantastici! Forza! Loro ce la faranno e batteranno tutti i loro rivali!» Gioě l’agente, salvo poi recuperare l’aplomb. «No! No! Non posso far saltare la mia copertura.» Si riprese. Sperava di essere stata scambiata per una semplice agente Jenny grande ammiratrice di Ash.
Dopo alcuni turni, toccň a Serena e a Raoul. La nativa di Kalos schierň la sua Delphox, mentre l’elegantone aveva schierato il suo Crustle. Serena era stupita dal fatto che il Pokémon fosse riuscito a ricostruire il suo guscio, nonostante gli ingenti danni subiti durante la lotta contro Pikachu, per poi rendersi conto del fatto che, in quel momento, le prioritŕ erano altre.
Avrebbero dovuto lottare e, possibilmente, vincere.
I loro avversari erano una donna sulla trentina, con dei lunghi capelli violacei. Indossava degli occhiali con una montatura violetta, un camice da laboratorio bianco con delle penne su una tasca, e un ragazzone dai capelli rasati, con un barba lunga e incolta. Indossava una camicia mezza sbottonata. Indossava poi dei pantaloncini corti e delle scarpe da lavoro.
La donna mandň in campo un Klink, un Pokémon che assomigliava ad una coppia di ingranaggi, con sei denti ciascuno, incastrati l’uno sull’altro. I denti degli ingranaggi erano grigio chiaro, mentre le regioni centrali sono molto piů scure. I loro occhi sinistri erano a forma di "X", contrariamente ai loro occhi destri, molto ampi con una pupilla nera e una cornea bianca. Avevano un tondo naso verde e bocche piccole che tenevano costantemente aperte.
Il suo alleato, invece, mandň in campo un Inkay, un Pokémon che Serena ben conosceva. Lo stesso non poteva dirsi del suo alleato. Era la prima volta che vedeva quel Pokémon. Assomigliava ad un calamaro blu. Aveva una cupola di forma triangolare rosa con i bordi bianchi e dei pallini gialli in testa. Attaccati ad essa si trovavano dei filamenti bianchi. Il corpo dalla forma di un calamaro era blu e terminava con cinque tentacoli. Gli occhi erano bianchi, con delle grandi pupille. La bocca era piuttosto piccola e di colore rosa.
Il ragazzo lo scansionň con il suo Smart Rotom. «Inkay. Pokémon Volteggio. Tipo Psico e Buio. Esemplare maschio. Scambia informazioni con i suoi simili facendo lampeggiare i motivi sul suo corpo in sequenze complesse. Mosse
conosciute: Psicoraggio, Neropulsar, Lanciafiamme.» Il ragazzo ripose il suo dispositivo in tasca.
«Che la lotta abbia inizio! La prima mossa spetta a Serena e Raoul!» Dichiarň l’arbitro.
I due non se lo fecero ripetere due volte.
«Crustle! Usa Frana!» Ordinň Raoul. Il Pokémon Scogliocasa generň dei massi, e gli scagliň contro gli avversari. «Klink! Usa
Ingracolpo per sbriciolare i massi!» Ordinň la scienziata. Il Pokémon di tipo Acciaio si parň davanti al Pokémon Volteggio,
cominciando a far roteare i suoi ingranaggi, frantumando ogni singolo masso. Serena si limitň a sorridere. Sembrava pensare “Esattamente quello che volevo” L’espressione della ragazza tornň piů seria. «Delphox! Fuocobomba!» LA Pokémon Volpe generň dal suo ramo una gigantesca stella di fuoco, che poi lanciň contro i due avversari, che vennero
colpiti in pieno dalla fiammata, venendo sconfitti in un solo colpo. «Klink e Inkay non sono piů in grado di lottare.»
Annunciň l’arbitro. «Di conseguenza vincono Serena e Raoul.» I quattro, come sempre si incontrarono al centro del campo di lotta, per stringersi la mano.
Carlos e Ivan furono tra gli ultimi a lottare. Nessuno l'aveva notato, ma tra il pubblico, proprio pochi istanti prima dell’inizio
della lotta, il piccolo Houndour, fece capolino tra gli spalti. Il suo istinto ci aveva visto giusto. In quel momento Umbreon
stava per lottare.
Ivan, invece, schierň un Frillish maschio. Un Pokémon estremamente simile ad una medusa. L’esemplare di Ivan era un maschio. Il colore del suo corpo tendeva all'azzurro. La sua testa era sferica. Sul capo vi era una protuberanza bianca simile ad una corona. Attorno al collo vi era una sorta di collare bianco, simile a quello usato dai nobili in tempi antichi. Aveva cinque tentacoli tutti piatti. I tre piů piccoli avevano una macchia bianca a forma di diamante, mentre quelli piů lunghi avevano una punta piů ampia e dalla forma irregolare. Il volto aveva un’espressione apatica. la bocca e gli occhi erano blu, con una pupilla rossa. Sugli occhi era ben evidente un ciglio.
I loro avversari erano un signore anziano dai capelli bianchi piuttosto corti, indossava un completo elegante, una giacca blu scuro, che con l’illuminazione della stanza, sembrava nera, pantaloni dello stesso colore, scarpe nere. Indossava anche un cappello blu scuro. La sua partner era una giovane donna dai capelli neri, abbastanza corti. Indossava un berretto arancione, una camicia verde e una gonna arancione. Ai piedi degli stivali in pelle marrone decorati con dei fiocchi di un colore simile e delle lunghe calze nere.
I due schierano, rispettivamente, un Lampent, un Pokémon di tipo Fuoco e Spettro dall’aspetto di una lampada. Aveva una testa sferica, con occhi gialli ovali e una fiamma viola-bluastra all'interno. In cima alla sua testa ha una copertura nera con una punta appuntita in cima, che ricordava un paralume. Sotto la sua testa vi era il suo corpo, piuttosto piccolo e nero. Nella parte inferiore si trovava una punta. Dal suo corpo si estendevano due braccia lunghe e ondulate, prive di dita, e un Raichu di Alola. Come la forma normale, il suo aspetto era quello di un roditore, dal colore marrone-arancio. La sua pancia era bianca. Le sue guance erano tonde e gialle. Era alto all’incirca ottanta centimetri. Aveva delle lunghe orecchie dalla forma arrotondata, le sue zampe e le sue braccia erano piuttosto tozze. Sul dorso si trovavano due strisce chiare e orizzontali. Il Pokémon levitava in aria sospeso sulla sua coda.
«Senti…» Ivan si rivolse a Carlos. «Sono entrambi deboli agli attacchi del mio Pokémon. Tu e il tuo Umbreon vedete di non intralciarci.» Houndour aveva osservato la scena dagli spalti. Quel ragazzo gli faceva paura. Tentň di nascondersi tra le gambe degli spettatori, con scarso successo.
Quel ragazzo gli metteva una certa inquietudine. Era esattamente l’opposto… “Oh no… non voglio piů avere a che fare con lui!” Pensň il Pokémon.
«Comincia la lotta tra la coppia di Allenatori Ivan e Carlos e la coppia di Allenatori Toto e Susie!» L’arbitro introdusse gli sfidanti. Il pubblico osservava il tutto con grande curiositŕ.
«La prima mossa spetta a Ivan e Carlos.» Dichiarň l’arbitro, pochi istanti dopo. Il biondo lanciň un'occhiata minacciosa al suo alleato. «Lascia fare a noi! Frillish! Usa Surf!» Ordinň. La Medusa sollevň una gigantesca onda, e si mise a calvalcarla. Umbreon dovette scansarsi per non essere colpito.
«Raichu! Locomovolt!» Ordinň la donna. «Lampent! Ombra notturna!» Ordinň il suo alleato. Il Pokémon Topo si mise a correre a gran velocitŕ, a dispetto del corpo piuttosto cicciottello, rivestendosi di una grandissima quantitŕ di elettricitŕ.
«Umbreon! Frenalo con Attacco Rapido! Come ci ha insegnato Ash !» Il Pokémon Lucelunare si mise a correre a gran velocitŕ, diretto contro il Pokémon Topo.
I due Pokémon si scontrarono poco prima della metŕ del campo, venendo lanciati vicendevolmente indietro dall’energia dell’impatto. Raichu fině, perdipiů colpito da una violenta onda di energia dal colore violaceo, generata dal suo alleato, e poco dopo, sia lui che Lampent che Raichu.
«Eppure dovresti sapere che l’acqua conduce l'elettricitŕ!» La donna sembrava sorridere. «Raichu! Usa Fulmine!» Ordinň. «Lampent! Tu attacca Umbreon con Lanciafiamme!» Ordinň Toto.
Il Pokémon Lanterna obbedě. La fiamma all’interno del suo corpo divenne molto piů grande e potente, fino a sprigionarsi all’esterno del suo corpo. «Umbreon! So che ce la puoi fare! Neropulsar!» Ordinň Carlos, a sua volta. Dalla bocca del Pokémon Lucelunare si sprigionarono degli anelli di energia dal colore violaceo, che intercettarono e colpirono l’attacco avversario, per poi colpire il Pokémon Lanterna. «Lampent non č piů in grado di lottare!» Dichiarň l’arbitro. «La coppia che passerŕ al prossimo turno dipenderŕ dal risultato della lotta uno contro uno tra uno dei Pokémon della coppia in vantaggio e il Pokémon ancora in grado di lottare dell’altra.» Aggiunse poco dopo.
Carlos era incredulo. Pensava che a causa del Fulmine di Raichu, anche Frillish fosse stato sconfitto. Evidentemente era troppo preso dalla lotta per accorgersi di quello che era successo.

«Frillish! Proteggiti!» Ordinň Ivan. La medusa si avvolse in uno scudo di energia dal colore azzurro verde e si immerse all’interno dell’onda. La scarica di energia fu incredibilmente potente e venne ulteriormente amplificata dall’acqua. Susie sorrise. Pensava che il suo Pokémon avesse sconfitto il pericoloso avversario.
Il suo sorriso fece spazio ad uno sguardo colmo di delusione quando l’onda si dissolse. Il Pokémon avversario, ancora avvolto dallo scudo di energia, era in perfetta salute.

«Dannazione! Ti avevo detto di non intralciarmi!» Si lamentň Ivan. «E ora, per colpa tua rischio di non passare al prossimo turno!» Fece un passo nella direzione di Carlos.
«Aggredire il proprio compagno comporta la squalifica, ricordalo.» Lo avvisň l'arbitro. Ivan sbuffň. «Ringrazia che questo č un torneo ufficiale, o avresti fatto una brutta fine.» Lo intimň.
«Inizia ora la lotta di eliminazione tra Ivan e Susie.» L’arbitro indicň i due Allenatori, che nel frattempo erano stati illuminati da dei riflettori. «Lotteranno con i Pokémon con cui hanno lottato fino ad ora. Il vincitore farŕ avanzare la sua coppia al turno successivo.» Spiegň l’arbitro. «Che la lotta abbia inizio!» Annunciň poco dopo.
I due Allenatori si trovarono faccia a faccia, pronti a lottare. Stavano solamente aspettando che l’Arbitro decidesse chi avrebbe fatto la prima mossa. «La prima mossa spetta a Susie.» Decretň l’arbitro.
«Ottimo!» L’allenatrice sorrise. «Benissimo! Raichu! Usa Elettrotela!» Ordinň la donna. Il Pokémon Topo generň una sorta di ragnatela elettrificata e la lanciň in direzione della medusa.
«Frillish! Schiva e poi colpiscila con Geloraggio!» Ordinň il ragazzo. Da davanti al corpo del Pokémon si generň un sottile raggio di energia gelata, dal colore azzurrino, che rapidamente congelň il campo di lotta attorno al roditore elettrico.
«Forza! Sciogliamo il ghiaccio! Raichu! Locomovolt!» Ordinň Susie. Era chiaro che lo scontro stava per giungere alle fasi finali. Il Pokémon Topo raccolse le sue ultime forze e si mise a correre a gran velocitŕ, a dispetto del corpo piuttosto
cicciottello, rivestendosi di una grandissima quantitŕ di elettricitŕ.
«Chiudiamola qui!» Ivan sembrava piů arrabbiato che mai. «Frillish! Palla Ombra!» Il Pokémon Medusa generň una sfera di energia oscura dal colore violaceo, rivestita da della sorta di scariche, simili all’elettricitŕ, quindi la scagliň addosso all'avversario, colpendolo in pieno. L’impatto fu estremamente violento, tanto da generare un’esplosione.
«Raichu non č piů in grado di lottare!» Dichiarň l’arbitro. «Di conseguenza Carlos e Ivan passano al turno successivo.» Concluse. «Ringrazia che siamo passati.» Lo minacciň di nuovo Ivan. «Altrimenti…»
Degli altri concorrenti, anche Abby e il suo partner passarono il turno. Le coppie che passarono in semifinale furno Serena e
Raoul, Ash e Anita, Carlos e Ivan e Abby e Oliver.
Per decidere chi sarebbe andato in finale, Ash e Anita avrebbero affrontato Abby e Oliver, mentre Serena e Raoul avrebbero dovuto affrontare Ivan e Carlos. La nativa di Kalos e l’elegantone sarebbero stati i primi a lottare.
Per permettere alla sua Delphox, fautrice di due ottime prestazioni, di riposare. Questo voleva dire far lottare Lilligant. La
ragazza non era sicurissima della scelta, ma la sua Pokémon le aveva promesso che ci avrebbe almeno provato.
Anche Raoul, per quella lotta avrebbe schierato un Pokémon diverso da Crustle. Uno Yamask. Un Pokémon dall’aspetto di uno spiritello nero. Al suo corpo, piuttosto sottile, erano collegate le braccia e, nella parte inferiore, una maschera dorata. Il corpo possedeva tre sporgenze che gli davano una forma irregolare. Possedeva due occhi minuscoli, rivestiti da una circonferenza rossa con un puntino nell'angolo in basso a destra che ricordava vagamente una lacrima in procinto di cadere.
La nativa di Kalos scansionň il Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom. «Yamask. Pokémon Fatuanima. Tipo Spettro. Esemplare femmina. La maschera che indossa č il volto che aveva quando era un umano. A volte si mette a piangere mentre la guarda. Mosse conosciute: Maledizione, Fuocofatuo, Sciagura»
Carlos mandň, ovviamente, in campo il suo Umbreon, mentre Ivan, probabilmente per risparmiare le energie di Frillish, in previsione della finale, mandň in campo un Liepard.
Serena fu l’ultima a schierare un Pokémon, mandando in campo proprio la sua Lilligant. La Pokémon si guardň intorno. Gli spalti erano ghermiti di gente.
La Pokémon si girň verso la sua Allenatrice con aria preoccupata. «Forse non ti avrei dovuto far partecipare.» Serena incrociň lo sguardo con la sua Pokémon. «Perň prima ne sembravi felice.» Aggiunse poco dopo. «Sappi che non mi importa del risultato. Sarň comunque contenta di vedere che ci hai provato.» Tentň di rassicurarla.
«Un’Allenatrice che non pensa a vincere non puň definirsi tale!» Sbuffň Ivan. Desideroso che l’incontro iniziasse al piů presto. «Se non partecipi per vincere, allora, per cosa partecipi?» Incalzň Serena. «La cosa non ti riguarda.» Gli rispose la ragazza. Ivan stava diventando fin troppo insopportabile.
«Comincia la lotta tra la coppia di Allenatori Ivan e Carlos e la coppia di Allenatori Serena e Raoul!» L’arbitro introdusse gli sfidanti. «La coppia che vincerŕ questa lotta si aggiudicherŕ un posto in finale.» Aggiunse poco dopo. Intanto Ivan stava incominciando a perdere la pazienza. «Che la lotta abbia inizio! La prima mossa spetta a Serena e Raoul.» Dichiarň l’arbitro.
«Lilligant! Proviamoci! Attacca con Sferrapolline!» Ordinň la ragazza. «Yamask, tu attaccali con Fuocofatuo!» Ordinň il ragazzo. La Pokémon Fiorfronzolo generň una massa di polline dal colore violaceo, che poi scagliň contro Liepard. «Ombrartigli!» Ordinň Ivan. Il Pokémon Sanguefreddo, spiccň un grosso balzo, mentre i suoi artigli si allungarono e si illuminarono di una luce violacea. Grazie al potente balzo, il Pokémon riuscě a distruggere quella massa, senza subire alcun danno. Contemporaneamente, Yamask generň delle fiamme dal colore bluastro, che in breve raggiunsero i due Pokémon di tipo Buio. entrambi vennero avvolti dalle fiamme. «Molto furbo da parte tua.» Commentň Ivan. «Adesso immagino dirai al tuo Yamask di usare Sciagura. Non č vero?» Lo provocň Ivan. «Sei troppo prevedibile.» Lo criticň Ivan. «Liepard! Usa Riposo!» Ordinň. Il Pokémon Leopardo chiuse gli occhi e recuperň le energie. Carlos si sentě tradito. “Ma Ivan non era quello che voleva fare tutto da solo?” Si chiese. «Umbreon! Attacco Rapido!» Ordinň. Il Pokémon Lucelunare si mise a correre a gran velocitŕ, diretto verso la LIlligant di Serena. «Difenditi, Lilligant! Fiortempesta!» Ordinň la nativa di Kalos.
La Pokémon generň un tornado composto da foglie e petali dal colore verde e arancione, scagliandoli contro il suo avversario. Il Pokémon, a causa della grande potenza dell’attacco venne scaraventato proprio contro il suo alleato. L’impatto tra i due Pokémon fu tale da svegliare il Liepard addormentato. Quest’evento, totalmente inaspettato, fece alzare in piedi tutto il pubblico, che scoppiň in un grande boato, spaventando Lilligant. La Pokémon sembrava fosse paralizzata. «Tutto bene?» Chiese Serena. La Pokémon non rispose. «Liepard! Di nuovo Ombrartigli!» Ordinň Ivan. «E tu, Umbreon, Neropulsar!» Ordinň Carlos. Il Pokémon Sanguefreddo si mise a correre, mentre i suoi lunghi artigli che si allungavano e si illuminavano di una luce violacea. Rapidamente si avvicinň alla Pokémon della nativa di Kalos. «Lilligant! Schiva!» Ordinň Serena. Niente da fare. La Pokémon era paralizzata.
Nel mentre, le fiamme del Fuocofatuo di Yamask si scontrarono contro gli anelli di energia oscura generati da Umbreon. Lo scontro tra i due attacchi generň una potente esplosione. Entrambi i Pokémon uscirono senza particolari danni.
Non si poteva dire lo stesso per Lilligant, ferita e ormai non piů in grado di lottare, come venne fatto notare dall’arbitro.
«Forse era troppo presto, ma posso assicurarti che hai fatto un ottimo lavoro.» La ragazza fece ritornare la sua Pokémon nella Poké Ball.
«Come da regolamento, la lotta per decidere il finalista, diventerŕ un uno contro uno.» Dicharň l’arbitro. «Saranno Liepard e Yamask ad affrontarsi.» Aggiunse poco dopo. Ivan sbuffň. Avrebbe voluto chiuderla subito.
«Facciamola finita in fretta.» Ivan era intenzionato a finire presto lo scontro. «Liepard! Nottesferza!» Il Pokémon
Sanguefreddo raggiunse rapidamente il Pokémon avversario, colpendolo con un violento colpo della coda, illuminata di viola.
«Yamask non č piů in grado di lottare. Vince Liepard.» Dichiarň l’arbitro. «Questo significa che Ivan e Carlos sono qualificati per la finale. Ora non resta che scoprire chi affronteranno.» Aggiunse poco dopo.
Poco prima della finale, Serena era riuscita a passare un po’ di tempo che la sua Pokémon. Le due erano nella piccola stanza che era stata data loro a disposizione.
La ragazza era seduta sul divano, con la Pokémon proprio davanti a lei. Lilligant aveva un’aria triste. Sembrava delusa e
amareggiata. I suoi sentimenti erano talmente evidenti che la ragazza non aveva neppure bisogno della mediazione di
Sylveon. «Non preoccuparti.» La ragazza parlň alla Pokémon con tono dolce. «Hai fatto del tuo meglio.» «Gan?» La Pokémon sembrava, invece, delusa. «Sono io che ho sbagliato. Non ti avrei mai dovuto far lottare.» La ragazza assunse un’espressione triste. La Pokémon si avvicinň alla sua Allenatrice. Come qualche ora prima la sfiorň delicatamente con una delle sue braccia-foglia.
«Forse hai ragione. Non dobbiamo arrenderci. Possiamo superare questo ostacolo solo insieme.» «Gant!» La Pokémon sembrava entusiasta. Finalmente era certa della sinceritŕ di Sylveon. Dopo una mezz’ora, fu finalmente il turno della seconda semifinale.
Ash e Anita avrebbero dovuto affrontare Abby e Oliver. L’alleato della ragazza era un ragazzo grossomodo dell’etŕ di Ash , piuttosto alto e molto magro. Aveva i capelli castani e occhi chiari. Indossava una semplice maglietta rossa e dei jeans, oltre che delle scarpe da ginnastica nere. A causa di un piccolo problema di natura tecnica, i quattro ebbero alcuni minuti per potersi confrontare. Tanto Abby quanto Oliver erano alquanto entusiasti di affrontare il Campione del Mondo. Nessuno dei due sembrava trattenere l’emozione che scaturiva dal doverlo affrontare. «Hai giŕ deciso con chi lotterai?» Chiese Oliver. «Per il momento hai lottato solo con Sandile e ha fatto davvero un buon lavoro.» Aggiunse poco dopo. «Ora farai sul serio e lotterai con uno dei tuoi Pokémon storici, magari proprio con Pikachu?» Chiese. Ash accarezzň sulla testa il suo Pokémon. «No. Non sarebbe divertente né giusto.» I due avversari erano un po’ straniti da quell’affermazione. Anita, al contrario, non aveva reagito. Stava imparando a conoscerlo e capiva benissimo ciň che l’amico intendesse. «Sapete, noi ci alleniamo spesso insieme, e come me ha sempre lottato con Sandile e con un altro Pokémon che ha catturato da poco.» Spiegň Anita. «Come se volesse mettersi allo stesso livello del suo avversario.» Elaborň Oliver. «Non č proprio cosě. Penso semplicemente che ogni mio Pokémon possa diventare piů forte, e per farlo deve allenarsi e lottare. Č per questo che ho scelto di non far
partecipare nessuno dei Pokémon che tu chiami “storici”. Preferisco dare l’opportunitŕ di migliorare ad altri.» Rispose Ash .
Finalmente il piccolo inconveniente tecnico, un problema ad un cavo di alimentazione di uno dei maxischermi, il torneo poté ripartire. Il pubblico sembrava veramente impaziente. I quattro non fecero nemmeno in tempo a schierarsi che subito il pubblico iniziava a chiedere, con neanche troppo velata insistenza, che la lotta cominciasse.
«Comincia ora la lotta tra Ash e Anita e i loro avversari Abby e Oliver. Allenatori! Schierate i vostri Pokémon!» I quattro Allenatori mandarono in campo i rispettivi Pokémon. Ash mandň in campo la sua Snivy, Anita il suo Oshawott.
Abby mandň in campo la sua Mismagius, un Pokémon che Ash conosceva bene. Anita ne incontrava un esemplare per la prima volta. Quel Pokémon assomigliava ad uno stregone. Il suo corpo era viola. Sembrava quasi una vestaglia svolazzante; era decorata, nella parte frontale con tre gemme frontali marroni, il collo era una sorta di palla grande piů o meno come metŕ della testa. La testa aveva forma semisferica, con una sorta di capigliatura dalla forma di un cappello da mago o da strega. Gli occhi avevano la sclera gialla e l'iride rossa. La bocca a zig-zag era rossa.
La ragazza scansionň il Pokémon con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom. «Mismagius, Pokémon Stregone. Tipo Spettro. Esemplare femmina. Infligge tormenti al nemico recitando formule malefiche che causano terribili emicranie o provocano spaventose visioni. Mosse conosciute: Palla Ombra, Fogliamagica, Gemmoforza, Magifiamma.» Oliver, invece, aveva schierato un Cubchoo. Un piccolo Pokémon, il cui aspetto ricordava un cucciolo di orso polare. La parte superiore del corpo era azzurro chiaro, tranne per il muso, che era di un azzurro piů scuro. Gli occhi e il naso, erano neri. Dal naso pendeva una goccia di muco azzurro. Il resto del corpo era bianco, ad eccezione della parte sotto le zampe dove era presente un cerchio di pelle nera. In questo caso fu Ash a scansionare il Pokémon con il suo Smart Rotom. Anita, al contrario dell’amico conosceva benissimo quel Pokémon. Aveva un peluche a forma di Cubchoo. Era uno dei suoi peluche preferiti quando era piccola. «Cubchoo. Pokémon Freddo. Tipo Ghiaccio. Esemplare maschio. Se č in buona salute, la viscositŕ della goccia che gli fuoriesce dal naso aumenta. Se qualcuno non gli va a genio, lo imbratta con il suo muco. Mosse conosciute: Lacerazione, Gelolancia, Geloraggio.» «Che la lotta abbia inizio!» Dichiarň l’arbitro. «La prima mossa spetta a Ash e Anita.» Aggiunse poco dopo.
«Oshawott! Usa Acquagetto su Cubchoo!» Ordinň Anita. Il Pokémon Lontra spiccň un salto, mentre il suo corpo si rivestiva d’acqua. In pochi istanti avrebbe raggiunto il Pokémon di tipo ghiaccio. «Presto, colpiscilo con Geloraggio!» Ordinň Oliver. Dalla bocca del cucciolo, uscě un potente raggio di energia gelida, che colpě e raggiunse il Pokémon avversario. Oliver accennň un sorriso. Sembrava non essersi accorto di quello che aveva appena fatto.
«Mismagius! Non stiamo ferme! Usa Palla Ombra!» ordinň Abby. Dalla parte anteriore della strega, si generň una sfera di energia oscura dal colore violaceo, rivestita da della sorta di fulmini, dal colore leggermente piů chiaro.
«Forza, Snivy! Salta e colpisci Palla Ombra con Fendifoglia!» La Pokémon spiccň un potente balzo. La sua coda si illuminň di verde chiaro. La Pokémon Colpě la sfera e la rilanciň contro la sua avversaria, colpendola con il suo stesso attacco. Questo generň una esplosione, anche di una certa violenza.
Contemporaneamente, Oshawott si era trasformato in un proiettile ghiacciato. Il Pokémon non era ancora perfettamente in grado di controllare il suo attacco, con quel peso in piů, ma ci provava.
Il Pokémon, fortunatamente, riuscě a colpire l’avversario, lanciandolo in aria e poi contro la barriera di energia. A causa dell’impatto, lo strato di ghiaccio che rivestiva il Pokémon Lontra si ruppe, permettendogli di tornare a muoversi normlente.
«Snivy! Usa Attrazione su Cubchoo!» Ordinň Ash. La Pokémon fece l’occhiolino all’avversario, lanciando poi dei cuori rosa contro lo stesso. «Cubchoo! Attacca Snivy con Lacerazione!» Ordinň Oliver. Il Pokémon Freddo, innamorato della sua avversaria.
«Furbo da parte tua.» Si congratulň Oliver. «Non per nulla sei il Campione.» Aggiunse. «Mismagius! Attacca con Palla Ombra!» Ordinň Abby. La Pokémon generň l’ennesima sfera di energia oscura, che lanciň in direzione dell’Oshawott di Anita.
No! Non di nuovo!” Pensň la ragazza. “Stai calma!” Pensň. “Ti ricordi cosa ti aveva detto Ash?” La ragazza ci dovette pensare un’altra rapida frazione di secondo. «Ma certo! Come se fossimo al Varietŕ! Oshawott! Distruggi il suo attacco con Conchilama!» Ordinň la ragazza. Il Pokémon Lontra afferrň la sua mollusciabola dal petto e la brandě, quindi la agitň come una spada, affettando l’attacco nemico.
«Snivy! Usa Frustata!» Ordinň invece Ash. Dalle protuberanze sulla schiena della Pokémon uscirono due sottili liane, che vennero lanciate con grande velocitŕ e veemenza contro il Cubchoo. Il Pokémon venne rapidamente avvolto dalle liane di Snivy.
«Forza, Cubchoo! Cerca di rispondere con Geloraggio!» Ordinň Oliver. Ash sorrise. Sembrava quasi che si aspettasse quella mossa. «Lancialo contro Mismagius!» Ordinň. La Pokémon seguě l’ordine del suo Allenatore, scaraventando l’avversario contro la sua alleata. Il Pokémon Freddo, intanto aveva giŕ cominciato a lanciare il suo potente raggio di energia gelida. Il
piano di Ash aveva funzionato come previsto. Cubchoo aveva colpito la sua alleata. Ancora non era abbastanza per vincere.
«Mismagius! Usa Fogliamagica!» Ordinň Abby. La Pokémon di tipo Spettro generň una tempesta di foglie dal colore violaceo, che scagliň contro i due Pokémon iniziali. «Snivy! So che puoi farcela! Usa Vorticerba!» ordinň Ash. La Pokémon generň un gigantesco tornado di foglie, che scagliň contro i due Pokémon avversari. L’attacco fu talmente potente da inglobare e lanciare contro la sua stessa utilizzatrice l’attacco precedente.
«Mismagius e Cubchoo non sono piů in grado di lottare!» Dichiarň l’arbitro. «Questo vuol dire che saranno Ash e Anita ad accedere alla fase finale del torneo, dove affronteranno Ivan e Carlos.» Aggiunse poco dopo.
Come da tradizione, terminata la lotta, gli avversari si incontrarono a metŕ campo e si strinsero la mano. E i consueti complimenti, dopo la lotta.
Era finalmente giunto il momento della finale. Il pubblico sembrava non aspettasse altro, soprattutto considerando che tra i finalisti vi era il Campione del Mondo.
Ash era tranquillo. Aveva piena fiducia nella sua Snivy. Lo stesso non poteva dirsi di Anita. Avrebbe lottato con Vivillon, un Pokémon contro cui né Carlos, né Ivan avevano mai lottato, ma questo non la tranquillizzava affatto.
Ivan, come suo solito, era sicuro di sé. Forse troppo. Anche quando Carlos tentava di redarguirlo circa il livello del suo avversario, questi si limitava ad ignorarlo. In piů, Ash avrebbe lottato con Snivy, la Pokémon che lo aveva scartato, un motivo in piů per vendicarsi.
Dopo un’attesa, che per il pubblico sembrava infinita, finalmente i quattro Allenatori si schierarono, pronti a cominciare la
lotta. Aspettavano solo che l’arbitro desse il via.
«Dopo numerose ed interessantissime lotte, come ogni anno, č finalmente giunto il momento dell’attesissima finale!» si
sentě una voce dalle casse. Era colui che, non troppo tempo prima, aveva dato via al torneo. Dopo aver nuovamente, come del resto aveva fatto prima di ogni lotta, ringraziato lo sponsor, permise all’arbitro di fare il suo lavoro.
«Comincia la lotta finale del Settantacinquesimo torneo a doppi incontri di Zefiropoli. A contendersi la vittoria e il favoloso premio, offerto dalla Amon, saranno la coppia di Allenatori composta dal Campione del Mondo Ash Ketchum e da Anita White, e la coppia di Allenatori Ivan Hollenback e Carlos Martin.» Esordě. «Allenatori! Scherate i vostri Pokémon!» Ordinň alcuni istanti dopo. I quattro Allenatori seguirono le indicazioni, mandando in campo i loro Pokémon.
Ash mandň in campo Snivy, Anita Vivillon, Ivan il suo Frillish e Carlos Umbreon. «La prima mossa tocca a Carlos e Ivan! Che la lotta abbia inizio!» Dichiarň l’arbitro.
«Umbreon! Attacco rapido su Snivy!» Ordinň Carlos. Il Pokémon Lucelunare si mise a correre, a gran velocitŕ contro l’avversaria, saltando da una parte all’altra. Ash seguiva con lo sguardo i rapidi movimenti del Pokémon avversario, che si stava avvicinando con grande rapiditŕ. Il Pokémon era ormai vicinissimo all’avversaria. «Adesso! Salta e usa Fendifoglia!» Ordinň Ash. La Pokémon spiccň un salto, la sua coda si allungň e si illuminň di verde chiaro.
Colpě l’avversario sulla testa, facendogli sbattere il muso a terra con una certa violenza. «Frillish! Usa Palla Ombra! Massima potenza!» Ordinň Ivan. Il Pokémon fluttuante obbedě, lanciando una grossa sfera di energia oscura contro l’avversaria. «Vivillon! Distruggi Palla Ombra con Eterelama!» Ordinň Anita.
La Pokémon generň dalle sue ali una sottile lama d’aria, che arrivň molto vicina all’attacco avversario, senza perň colpirlo. La lama d’aria, invece, colpě Frillish.
Snivy, che nel frattempo stava atterrando, dopo aver colpito Umbreon, venne colpita in pieno dal potente Palla Ombra.
L’attacco la scaraventň contro la barriera d’energia e poi cadde a terra.
«Snivy! Tutto bene?» Ash sembrava piuttosto preoccupato per la sua Pokémon. «VII!» Gridň la Pokémon. Il suo corpo si illuminň di una luce bianca, tendente all’azzurrino. «Come?» Ivan sembrava piuttosto perplesso. Credeva che quel colpo fosse stato piů che sufficiente a sconfiggere quella Snivy… invece… si stava evolvendo?
Il corpo della Pokémon crebbe di dimensioni. Restň principalmente verde, mentre la zona delle spalle rimase di un color crema. Dal petto partiva una sorta di collare giallo, che continuava dietro le spalle. A partire dalla coda crebbero tre foglie palmate, che raggiungevano parte della schiena. Sulla parte posteriore della testa sporgeva una piccola cresta. I suoi occhi divennero rossi e assunsero una forma piuttosto stretta.
Ash non perse tempo e analizzň la Pokémon appena evoluta con la funzione Pokédex del suo Smart Rotom. «Servine, Pokémon Serperba. Esemplare femmina. Corre quasi scivolando sulle superfici. Confonde il nemico con i rapidi movimenti, per poi attaccarlo con una frustata. Mosse conosciute: Attrazione, Frustrata, Vorticerba, Fendifoglia.» Nel mentre, Umbreon stava tentando di rialzarsi.
«Servine! Sei pronta? Usa Vorticerba!» Ordinň Ash. La Pokémon generň un gigantesco tornado di foglie, che sollevň rapidamente Umbreon e lo scagliň contro le barriere di energia. Le foglie, affilate come rasoi, colpirono il Pokémon Fluttuante, sconfiggendolo.
Umbreon tentň di rialzarsi, ma a causa delle ferite subite, non ci riuscě. «La lotta č conclusa. Né Umbreon né Frillish possono piů continuare, di conseguenza vincono Ash e Anita.» Dichiarň l’arbitro.
«I primi tre classificati e i loro Pokémon sono pregati di recarsi al podio per la premiazione.» Annunciň il presentatore.
Dalla parte alta delle tribune, un meccanismo elettronico fece uscire una piattaforma, con tre ampi gradini. Pochi istanti dopo spuntarono delle ringhiere di protezione.
Le prime tre coppie di Allenatori, Ash e Anita, Carlos e Ivan e Serena e Raoul, scortati dai loro Pokémon, raggiunsero il podio.
Pochi istanti dopo, una giovane donna, vestita in un abito elegante, consegnň le coppe ai primi tre classificati, partendo dai terzi classificati, ai quali consegnň una bella coppa di bronzo. Al suo interno quattro prenotazioni da compilare e dei buoni per i biglietti aerei con la compagnia di bandiera di Unima.
Simile la coppa dei secondi classificati, piů grande ed elegante, ma realizzata in argento. Anche il contenuto era simile. Discorso diverso per la coppa del primo classificato. Realizzata in oro e decorata con pietre preziose.
Al suoi interno quattro biglietti per le ventiquattro ore, ai quali andava aggiunta unicamente una fototessera e quattro biglietti per il tour della fabbrica.
Appena i primi tre classificati ricevettero le coppe, diverse persone dal pubblico cominciarono a scattare decine e decine di fotografie. Nonostante il torneo si ripetesse ogni anno, il pubblico non sembrava mai perdere interesse.
Sembrava che tutto fosse andato per il meglio, nonostante le minacce del Team Plasma. L’atmosfera era quasi rilassata, tranne per le scintille che volavano tra Ash e Servine e Ivan. L’esperto Allenatore e la sua Pokémon sembrava stessero facendo da scudo verso Anita. «Ricordati che lui non ci sarŕ per sempre a difenderti. Dovrai imparare a cavartela da sola.» Ivan cercň di ignorare la presenza di Ash.
«Anche se per una che ha pure paura della sua ombra, poter avere una guardia del corpo che ti protegge da ogni cosa… e se dovesse mai succedergli qualcosa e dovessi essere te a difendeli? »
Prima che la ragazza potesse anche solo spicciare una singola parola, un forte boato spaventň tutti. La copertura in vetro del palazzo era stata sfondata.
«Servine! Presto! Vorticerba!» Ordinň Ash. Grazie alla fortissima corrente d’aria e di foglie,la traiettoria dei frammenti di vetro e metallo venne deviata, facendo sě che questi cadessero a terra senza ferire nessuno.
Pochi istanti dopo, dall’apertura sul tetto si calarono un gran numero di persone, in piedi su delle piattaforme circolari di
metallo sorrette da degli spessi cavi. Erano tutti seguaci del Team Plasma, tutti vestiti uguali.
Uno di essi aveva in mano un grosso megafono, grigio, con lo stemma del team malvagio stampato sopra. «Avete osato
disobbedire alle nostre parole. Ora ne pagherete le conseguenze!» Gridň.
«Forza! Scappate!» Gli intimň l’Agente Velaurora. Ash avrebbe voluto e potuto affrontare tutti quei seguaci, ma decise comunque di obbedire alle parole dell’Agente. La lotta avrebbe potuto ferire delle persone che non c’entravano nulla con il Team Plasma, e non era di sicuro l’ideale.
Uno dei Seguaci scese dalla piattaforma e raggiunse il podio. «Furbo da parte tua.» Il seguace si rivolse all’agente. «Far scappare Ash e i suoi amici.» L’uomo passň una mano sotto al mento dell’agente, sollevandole la testa. «Lui farebbe lo stesso per te?» Le chiese, mentre la sollevň di peso, per il vestito.«Certo che si. Lui non ci capirŕ molto di noi, ma almeno
sa come trattare una ragazza.» gli rispose la ragazza. «Prendeteli! Impareranno a non ascoltare il Team Plasma!» Gridň l’uomo al megafono. I Seguaci saltarono dalle loro piattaforme e cominciarono a bloccare le uscite. Ash e i suoi amici stavano percorrendo uno degli anditi, tentando di uscire da quell’edificio.
Al contempo numerosi Seguaci cominciarono a correre per gli spalti, spingendo numerosi presenti. Alcuni di essi, apparentemente scelti a caso, venivano colpiti violentemente.
«E tu cosa ci fai qui?» Un seguace si rivolse all’Houndour che aveva seguito, dagli spalti, l'intero torneo. Sentita la voce del seguace, il Pokémon si mise a correre, spaventato. «Dove vai?» Chiese il seguace, cercando di prenderlo. «Abbiamo solo fatto il tuo bene!» Gridň il seguace.
Il Pokémon corse ancora piů rapidamente, raggiungendo, in breve tempo, uno dei tantissimi ingressi dedicati al pubblico, predato dal seguace. Per uno strano scherzo del destino, il Pokémon arrivň alle spalle di un’altra coppia di seguaci, che, nel frattempo, stava inseguendo Ash e gli altri. «Adesso sei in trappola!» Il Seguace sembrava ben felice delle sue parole. «Perché mai vorresti tornare schiavo di un Allenatore?» Chiese. «Voi Pokémon siete nati per vivere liberi da qualsiasi schiavitů, e vuoi farmi credere che ti trovi meglio imprigionato in una Poké Ball?» Aggiunse poco dopo.
Il Pokémon Buio fermň la sua corsa di colpo, e il Seguace ne approfittň per sbarrargli la strada. Il Pokémon, di tutta risposta, spalancň la bocca e generň una gigantesca fiammata, che investě il seguace. «Uno cerca di aiutarti e tu lo tratti in questo modo?» Si lamentň.
Ash e i suoi amici, nel frattempo, erano stati spinti contro una parete. Fino a quel momento si erano limitati a fuggire, senza far intervenire i Pokémon. Come del resto anche i loro avversari, ma ora, costretti contro il muro, non avevano alcuna scelta. «Pikachu! Colpiscili con Fulmine!» Ordinň Ash.
Il Pokémon elettro saltň dalla spalla del ragazzo, e rapidamente generň, dalle sue guance, una potentissima scarica elettrica che colpě i due seguaci che gli stavano inseguendo. Caddero entrambi a terra, piuttosto storditi dalla potente scarica.
«Facciamo attenzione, potrebbero arrivarne altri.» Ash esortň i suoi amici.
Quasi non fece in tempo a pronunciare la frase, che comparve un terzo Seguace, accompagnato da una forte puzza di bruciato. «Adesso sei davvero in trappola!» Riprese Houndour un’ultima volta, prima di cadere addosso ai suoi colleghi.
I quattro, scortati dai loro Pokémon e da Houndour, riuscirono ad uscire dall’edificio.
Houndour camminava accanto ad Umbreon. Ormai il Pokémon Buio considerava Umbreon come un amico. «Credo che ormai sia diventato amico di Umbreon» Commentň Ash. «Dispiacerebbe fargli perdere di nuovo un amico.» Si lasciň sfuggire. «Come “di nuovo”?» Chiese Serena. «Come? Eppure mi sembrava di avervelo detto.» Ash si prese una brevissima pausa. «Č stato liberato dal Team Plasma.» Rispose. «Non ho idea di cosa sia successo al suo Allenatore. Ho parlato con un Seguace, mentre rientravo dal giro, quando stavamo distribuendo i manifesti.» Ash raccontň agli amici dell’incontro con il seguace e di come mai il Pokémon Buio avesse cosě tanta familiaritŕ con le persone. «Quindi tu credi che voglia venire con noi?» Chiese Carlos. «Non saprei.» gli rispose Ash. «Dovresti provare a chiederglielo.» Gli propose.
Carlos si inginocchiň in direzione del Pokémon Buio, con una Poké Ball in mano. «Vuoi venire con noi?» Il Pokémon Buio colpě con il musetto il meccanismo di apertura della Poké Ball, venendo assorbito al suo interno. «Finalmente ho catturato un Pokémon!» Esultň Carlos. «Vieni fuori, Houndour!» Lo fece uscire dalla Poké Ball.
Con un nuovo amico, i quattro si diressero verso il Centro Pokémon. nonostante la bella vittoria al torneo, non avevano di che festeggiare, il Team Plasma era piů agguerrito che mai, e il sequestro dell’Agente Velaurora ne era la prova.
Quasi non fecero in tempo ad arrivare, che lo Smart Rotom di Ash si mise a squillare, con una suoneria diversa dal solito. Una suoneria che il ragazzo non aveva impostato.
Anche la schermata in cui era mostrata la telefonata era differente. Sotto la foto della persona che lo stava chiamando, che in questo caso era un’immagine di default, vi era una sorta di lucchetto stilizzato.
Il ragazzo dovette pensarci alcuni istanti. Richiamň alla mente l’incontro con l’Agente Velaurora. Quella era una chiamata criptata. Il ragazzo si affrettň a rispondere.
«Questa telefonata č criptata. Confermare identitŕ.» Quella voce preregistrata, fece quasi spaventare Ash. Nella parte bassa dello schermo del dispositivo, si illuminň il sensore di impronte digitali. Il ragazzo posizionň il pollice sul sensore, per effettuare il riconoscimento. «Identificazione avvenuta con successo.»
Finalmente il ragazzo poté scoprire chi č che lo telefonava. Era Bellocchio. «Ash. Finalmente! Ora tutti gli Otto Professionisti sono in comunicazione criptata e protetta. Purtroppo non abbiamo tempo per i convenevoli. l’Agente Velaurora č stata presa in ostaggio dal Team Plasma. Non possiamo far intervenire uno dei nostri agenti perché rischerebbe di far saltare la copertura di alcuni infiltrati che abbiamo all’interno del Team Plasma. Lei avrŕ delle altre mansioni, data la sua grande abilitŕ nei travestimenti. Non preoccuparti di come fare, se accetterai, riceverai presto delle istruzioni.» Ash ascoltň pazientemente. «Non ho molta scelta. Glielo devo.» Rispose. «Perfetto. Presto riceverai tutto al Centro Pokémon.»
Ash fece appena in tempo a spiegare la situazione agli amici, prima di venire avvisato di una consegna a nome suo, almeno a detta dell'Infermiera, dato che il pacco era completamente anonimo.
Ash prese il pacco ed entrň nella sua stanza, dove lo aprě. Non servivano né tagliernini né forbici. Il pacco era ad apertura facilitata. Al ragazzo fu sufficiente tirare una linguetta. All’interno del pacco vi erano dei fogli e una piccola scatolina.
Ash prese uno di quei fogli. Erano delle istruzioni sulla missione che avrebbe dovuto compiere. La lettera sembrava a metŕ tra un messaggio preimpostato e un messaggio scritto appositamente per quella situazione.

Sono estremamente grato che tu abbia accettato di compiere questa delicatissima operazione, il recupero di un Agente in una situazione di emergenza.
Qualora dovessi seguire queste istruzioni alla lettera, la missione avrŕ successo senza conseguenze per nessuno. Come ben sai un nostro Agente č finito nelle mani del Team Plasma. Non abbiamo idea di dove lo abbiano condotto.
Abbiamo degli infiltrati all’interno dei loro ranghi, ma non possiamo far saltare la copertura. Per evitare che ciň accada, abbiamo elaborato delle istruzioni semplici e precise.
All’interno della piccola scatola troverŕ un rilevatore GPS e un piccolo microfono. Il piccolo microfono č contenuto in una catenina in oro, mentre il rilevatore in una capsula da ingoiare.
Il rilevatore resiste ai piů potenti acidi per un tempo che va dalle settantadue alle novantasei ore. Quando avrai concluso, procederemo alla fase due.
Quando sarai arrivato nei pressi di via Foglianova. Quando giungerai nei pressi di quella via, dei nostri complici ti condurrŕ dal Team Plasma.
Quando pensi che la situazione sia adatta ad avviare l’operazione di recupero, parla spesso della mossa “Metaltestata” .
Ash terminň la lettura della lettera. Non si era accorto del fatto che Serena fosse dietro di lui, e che anche lei stessa avesse letto la lettera. Senza dire una parola, indossň la catenina e ingoiň la capsula. «Non posso fare altro che accettare. So che sarŕ pericoloso, ma glielo devo.» Ash assunse un tono serio. «Non vi preoccupate. Me la caverň.» Quelle parole non piacquero a nessuno, ma a Pikachu in particolare. Si sarebbe dovuto separare dal suo amico.
Serena, invece era un po’ gelosa. Sapeva che uno dei doveri dei Campioni era quello di mettersi al servizio degli altri e aiutare in situazioni di emergenza, ma…
Ash, senza portare dei Pokémon con sé, si diresse al punto d’incontro prestabilito, una delle tante vie della cittŕ. Per evitare di perdersi, il ragazzo dovette utilizzare l’applicazione Mappe del suo Smart Rotom.
Il ragazzo si mise a sfogliare i social sul suo Smart Rotom, mentre attendeva l’arrivo di coloro che l’avrebbero dovuto rapire.
Era una sensazione strana. Sapeva di dover essere rapito e che sarebbe finito nella tana del lupo, ma sapeva di non avere scelta.
Dopo tre quarti d’ora, finalmente arrivarono i suoi rapitori. Erano due seguaci, apparentemente come tutti gli altri che Ash aveva incontrato, con le loro vesti grigie e dall’aspetto simile a degli antichi cavalieri.
«E cosě hai deciso di farti consegnare eh!» Commentň uno dei seguaci. «Non ti preoccupare. Non torceremo un capello né a te né alla tua amica. Ci servite interi.» I due accompagnarono Ash fino al loro pick-up. Era esattamente identico a quello con cui i falsi ranger avevano rapito i Vivillon, qualche tempo prima. Identico alle decine di mezzi parcheggiati nella base vicino Eolea.
Lo fecero salire dietro, in modo da evitare che potesse fuggire durante il percorso. Non era parte del piano, ma parte dei protocolli del Team. Appena saliti a bordo, il guidatore avviň una chiamata, tramite comandi vocali.
La persona a cui era destinata la chiamata rispose immediatamente, in tono piuttosto seccato. «Se mi chiami č perché hai buone notizie.» L’uomo alla guida non si fece scoraggiare da quel tono. «L’abbiamo preso. Terrŕ compagnia alla sua amichetta. Cosě imparano a giocare a fare gli agenti segreti!» Rispose l’autista. «e poi, all’ultimo piano di un palazzo cosě alto… non possono fuggire in alcun modo. Anche perché a noi servono vivi.» Rispose, prima di chiudere la chiamata.
Sebbene Ash fosse consapevole del fatto che i due seguaci fossero dei complici, ma sperava che le informazioni sulla posizione fossero corrette.
Per il resto del viaggio nessuno dei tre parlň. Ash perché temeva di essere spiato, i due complici per non infrangere il protocollo del team.
Il viaggio, fortunatamente non fu troppo lungo, si concluse ad Austropoli, in un quartiere anonimo e triste, costituito da parecchi grattacieli, tutti uguali. Non vi erano aiuole o aree verdi. Solo acciaio, vetro e cemento.
I due sollevarono di peso Ash e lo condussero fino all’ingresso dell’edificio. A vigilare l’ingresso un’ampia schiera di seguaci. Nessuno poteva entrare o uscire senza il loro permesso.
«Lo giŕ avete perquisito?» Chiese uno dei seguaci all’ingresso. «Ci mancherebbe altro.» Rispose uno dei seguaci, che ancora teneva bloccato Ash. «Allora portatelo di sopra!» Ordinň la stessa persona. «Mi raccomando. Il Capo lo vuole vivo e in salute.» Aggunse poco dopo.
I due senza mollare la presa, scortarono Ash fino all’ascensore, diretti fino al penultimo piano, l’ultimo servito dagli ascensori. Il solo modo per accedere all’ultimo piano era tramite una rampa di scale che dava sull’esterno.
Una botola permetteva di bloccare l’accesso da e per l’ultimo piano.
L’ultimo piano era estremamente piů piccolo degli altri. Oltre al locale dedicato al motore degli ascensori presentava solo un piccolo appartamento. Sorvegliato all’esterno da due guardie.
Una cucina, una camera da letto e un bagno. Era l’appartamento dell’addetto alla manutenzione degli ascensori.
Il bagno era accessibile tanto dalla camera da letto quanto dal piccolo andito che lo separava dalla cucina-salotto. La porta della stanza da letto era stata sostituita da una porta in ferro, come quella delle carceri, per prevenire eventuali fughe.
Uno dei due seguaci aprě la porta e spinse Ash all’interno della prigione. «Hai compagnia!» Si rivolse all’Agente.
L’Agente, mettendo in pratica il suo addestramento, non disse una parola. Non sapeva se i due Seguaci fossero degli Agenti sotto copertura o se si trattasse di veri Seguaci.
Certo, la presenza di Ash poteva essere un indizio non da poco, ma non poteva sapere se il ragazzo si fosse consegnato di sua volontŕ o se lo avessero effettivamente rapito. Decise, prima di rivolgere la parola a Ash, di attendere che i due Seguaci se ne andassero. «Ti hanno preso o…?» Chiese, appena se ne andarono.
«Mi č stato ordinato di farmi catturare. Hanno detto che non potevano permettere che rimanessi nelle grinfie del Team Plasma.» Ash cerň di sintetizzare al massimo. «Capito. Si vede che sentono la mia mancanza.» Commentň in tono ironico.
Un paio d’ore dopo, entrň qualcuno all’interno del piccolo appartamento. Un uomo alto circa due metri e dalla corporatura robusta. Aveva i capelli lunghi e di un colore non ben definibile. Qualcosa tra il grigio e il verde. Indossava una veste bianca coperta da una sopravveste viola e gialla. Sul lato viola era decorata con un occhio stilizzato giallo, sul lato giallo con un occhio stilizzato viola. Indossava una sorta di decorazione, sulla veste, che ricordava la merlatura di un castello.
Ash, sebbene lo avesse visto un’unica volta, lo aveva riconosciuto.
«Ghecis.» Il ragazzo lo nominň a bassa voce. L’uomo riuscě comunque a sentirlo. «Ash Ketchum.» Gli rispose l’uomo. «Come ci si sente ad essere imprigionato, come i tuoi Pokémon?» Gli chiese poco dopo.
«La prigionia qui non č poi cosě male. Ho un letto comodo, una televisione… un computer… mi portano tre pasti al giorno… ho accanto una persona con cui parlare e condividere il mio tempo… non č poi cosě male.» Gli rispose Ash. Ghecis sollevň un sopracciglio: «E non ti mancano i tuoi amichetti?» Gli chiese. «Certo che mi mancano, ma ci farň l’abitudine.» Ash cercň di sfoderare delle doti attoriali che aveva giŕ dimostrato di possedere. «Non crede che con i Pokémon sia la stessa cosa?» Gli chiese. «No. Voi costringete i Pokémon a lottare contro la loro volontŕ.» Gli rispose l’uomo. «E voi? Credete che non lo abbia capito che volete usarmi come trofeo?» Lo provocň Ash. «Allora dovrei trovare un modo di farti capire quanto i Pokémon soffrono durante le lotte.» Gli rispose il malvagio. «Nessuno li obbliga a farlo. Se un Pokémon non vuole lottare non lo fa. Cosě come nessuno obbliga un atleta a partecipare ad una competizione se non se la sente.» Gl rispose Ash.
L’uomo se ne andň, borbottando qualcosa di incomprensibile.
Diverse ore dopo, a notte inoltrata, era finalmente il momento di agire. l’Agente era mezzo addormentata, contrariamente ad Ash, che, prima di partire per la missione, si era bevuto un bel paio di caffč.
«Vorrei farti una domanda.» Le chiese Ash. «Awwmm» La giovane sbadigliň. «Dimmi pure.» Gli chiese. «Oltre a Liepard, hai degli altri Pokémon?» Chiese Ash. «In questo momento no. Ma nella mia squadra, oltre a Liepard ho anche un Excadrill.» Ash sorrise, sembrava piuttosto interessato. «Interessante… per curiositŕ… conosce la mossa Metaltestata?» Chiese Ash.
«No… ma perché ti interessa sapere se il mio Pokémon conosce Metaltestata?» «Perché Metaltestata č una mossa molto potente. Il Bisharp di Alan la conosce, pure la Milotic di Camilla conosce Metaltestata, oppure anche il Cinderace di Dandel, conosce Metaltestata.» L’Agente sembrava ancora piů perplessa. «Se un Pokémon usasse Metaltestata ora, potrebbe aprirci un varco e farci fuggire, non credi? Ora tutti stanno dormendo.» Rispose Ash. All’agente scappň un piccolo sorriso.
Che cosa aveva in mente Ash?
Tre quarti d’ora dopo, in lontananza, si udě il rumore delle pale di un elicottero. Non era affatto strano che degli aeromobili sorvolassero la Capitale. Capitava anche piů volte al giorno.
Per questo motivo, i Seguaci addetti alla sorveglianza, non diedero tanto peso alla sua presenza dell’aeromobile, nemmeno
quando incominciava ad avvicinarsi all’edificio.
Attivarono il protocollo di emergenza solo quando si accorsero di come il mezzo stesse sorvolando l’edificio per un tempo sorprendentemente piů lungo del necessaerio.
All’interno dell’edificio suonň l'allarme. Le decine di Seguaci che, ormai stavano dormendo, vennero risvegliate di soprassalto. Dovevano essere immediatamente pronti ad agire.
Mentre i numerosi seguaci risalivano rumorosamente le scale, l’elicottero calň, sull’apertura che permetteva l’accesso all’ultimo piano, una pesantissima lastra metalica.
In questo modo sarebbe stato molto difficile per chi si trovava nei piani inferiori accedere all’ultimo. Non appena la pesante lastra venne calata, dal gigantesco elicottero calarno una mezza dozzina di agenti. Erano tutti vestiti uguali. Giacca nera, cravatta nera, camicia nera, pantaloni neri, scarpe nere, cappello nero, indossavano pure degli occhiali da sole, nonostante fosse notte fonda.
Appena si calarono, vennero immediatamente aggrediti dai due seguaci che erano a guardia dell’ultimo piano. A causa della loro inferioritŕ numerica e dell’elevato grado di addestramento degli agenti, i due seguaci vennero neutralizzati rapidamente. Uno di loro custodiva anche le chiavi del piccolo appartamento e della cella in cui erano rinchiusi Ash e l’Agente Velaurora.
L’Agente indossava ancora l’abito elegante che aveva durante la premiazione, non l’ideale per correre o per salire a bordo di un elicottero in volo, ma sapeva di non avere alternative.
I due, scortati da un piccolo gruppo di agenti, uscirono rapidamente dall'appartamento. Nel terrazzo dell'edificio, Ash e l’agente dovettero stare estremamente attenti per evitare che le potenti correnti d’aria generate dalle pale dell’elicottero, che stazionava ancora al di sopra dell’edifico.
Erano chiaramente udibili dei rumori piuttosto spiacevoli. Sembrava che i seguaci stessero tentando di liberarsi di quella pesante lastra, con degli smerigli o qualcosa del genere.
«Forza! Non restatate imbambolati! Prendete un’imbracatura e indossatela! Non abbiamo tempo da perdere!» Li esortň uno degli agenti. Ash e la ragazza non se lo fecero ripetere due volte.
Indossarono rapidamente l'imbracatura, realizzata in un tessuto estremamente resistente, simile a quello utilizzato per le cinture di sicurezza, e vennero rapidamente issati a bordo, insieme, pochi istanti dopo al resto degli altri Agenti.
Proprio pochi istanti prima che la pesante lastra di ferro cedesse, permettendo ai Seguaci dei piani inferiori di uscire.
Appena una piccola parte di essi giunse sul terrazzo, non poté altro che vedere l’elicottero allontanarsi. Prese da una tasca della sua uniforme, uno smartphone. «Spero che il Capo risponda.» Commentň. Le sue speranze vennero accolte. «Capo. Mi dispiace comunicarle che i nostri ostaggi sono fuggiti.» Gli comunicň. Sentě il rumore di un pugno sbattuto contro un oggetto di legno. «Non importa! Almeno hanno capito con chi hanno a che fare!» Chiuse immediatamente la chiamata.
Mentre l’elicottero trasportava Ash e l’Agente in un luogo sicuro, al Centro Pokémon della cittŕ, la situazione non era delle piů tranquille. Non tanto per Carlos, disperso nel mondo dei sogni, quanto piuttosto per le ragazze, anche se per motivi diversi. Serena era estremamente preoccupata per Ash. era giŕ la seconda volta che si trovava nella tana del nemico, ma, questa volta non come infiltrato, ma come prigioniero.
«Anche tu sveglia?» Anita si rivolse all’amica, seduta sul suo letto, mentre accarezzava Pikachu, anche lui preoccupato per Ash.
«Potrei chiederti lo stesso.»Le rispose Serena. «Sono semplicemente preoccupata per Ash. So che ha giŕ fatto di queste cose ed č sempre andata bene, ma…» Cercň di spiegarsi. «Capisco. Ma sono certa che se la caverŕ.» La nativa di Unima tentň di rassicurarla. «Non č come l’altra volta. Qui č un prigioniero. Non so cosa vogliano fargli.» Serena sembrava estremamente preoccupata. «E poi non ha con sé nessun Pokémon. preferiva non rischiassero.» Anita comprese immediatamente cosa intendesse l’amica. «E a te, cosa preoccupa?» Le chiese Serena.
«Stavo pensando alle parole di Ivan. Voglio dire… da quando siamo partiti non ci siamo mai separati. Credi davvero che abbia ragione e che mi debba separare da voi per migliorare davvero?» Serena rimase pietrificata a quelle parole. «Come te, del resto. Sei partita per Hoenn e…» «Non ha funzionato. Si, ammetto di aver imparato qualcosa dalle Gare, ma no. Non penso che la separazione dai miei amici abbia influito in questo. Anzi. Anche lě ho fatto delle amicizie.» L’espressione di Anita mutň, trasformandosi quasi in un “e?” «Uno come Ivan non mi sembra un ragazzo molto amichevole.» Le rispose Serena. «Viaggiando con altre persone impari da loro e loro imparano da te. Quando sei da sola, invece…» Anita si limitň a sorridere. Avere degli amici con cui viaggiare era un dono piů prezioso di quanto potesse immaginare.
Diverse ore dopo, dopo aver passato parte della notte a raccontare quanto aveva visto nel palazzo del Team Plasma, Ash si era riunito con gli amici. Aveva giŕ fatto la sua solita (e abbondante) colazione. Era solo un po’ assonnato.
Appena arrivato, Pikachu gli saltň sulla spalla e Serena lo strinse in un forte abbraccio, lasciando i (fortunatamente pochi) presenti all’interno del Centro Pokémon piuttosto perplessi. «Sono felice di vedere che stai bene. Avevo paura che ti avessero fatto qualcosa, da prigioniero o…» Ash cercň di rassicurarla. «Mi hanno trattato bene, per essere un prigioniero. Sarei diventato un loro trofeo, se non mi avessero fatto scappare.» Spiegň Ash. In seguito, il ragazzo raccontň della sua, sia pur breve, prigionia nel palazzo del Team Plasma. Dopo il racconto e le relative domande, la situazione tra i quattro era molto piů leggera. Serena, come l’altra volta, si era preoccupata per nulla.
Anita, da un po’, aveva assunto una strana espressione, come se cercasse di fare una domanda, o qualcosa di simile. «Tutto bene?» Le chiese Ash. «Si… piů o meno.» Rispose la ragazza. «Dmmi pure.» La incalzň Ash. «Ho tante domande che mi torturano. Vorrei stare un po’ da sola. Magari ne approfitto e vado anche a comprare delle Poké Ball o qualcos’altro… cosa ne dici?» Ash le sorrise. «Ma ci mancherebbe! Vai pure! Hai sedici anni e mi sembri una ragazza molto responsabile. Perň, ti prego. Fai attenzione, il Team Plasma č molto pericoloso.» Si raccomandň.



Ed ecco che, finalmente, anche Carlos fa la sua prima cattura. Beh un altro Pokémon di tipo Buio... Che fantasia! Che dire
del capitolo. Sono felice di come sia venuto. Un altro capitolo molto ricco di eventi. E anche piů lungo degli ultimi. Questo
significa solamente una cosa. Ho delle belle idee in mente.
Questo capitolo, inoltre, avrebbe dovuto includere anche altri eventi, ma per evitare di scrivere un capitolo dalla lunghezza abnorme, ho preferito evitare e scrivere due capitoli distinti.

Metagross
   
 
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