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Autore: KushinaKurosaki    02/04/2024    0 recensioni
Storia scritta basandomi sul
prompt fornito sul gruppo Facebook
"Il giardino di Efp".
È passato qualche anno dal termine dell'operazione
Strix, la famiglia Desmond da quando ha perso la
figura paterna ha iniziato un lento declino.
La popolarità del secondogenito è calata
permettendo ad Anya di avvicinarsi a lui,
tuttavia è la vecchia foto ritrovata in un cassetto
dal giovane tredicenne Damian a fare muovere gli ingranaggi.
Riferimenti al capitolo 96.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anya Forger, Damian Desmond
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era passato qualche anno ormai ma molte cose erano cambiate. Da quando suo padre era stato arrestato con l'accusa di aver messo a repentaglio la pace fra Ostania e Westalis, la sua famiglia era caduta in rovina. Economicamente no, grazie ai gruppi di sua madre ma  il suo cognome non era più rispettato come un tempo…anche a scuola aveva perso popolarità e da un lato ne era felice. Ora però dovevano traslocare. Quella villa era piena di ricordi principalmente negativi ma era affezionato a quel posto.  «Lord Damian, sua madre vuole sapere a che punto si trova con i bagagli » la voce familiare dell'anziana cameriera lo fece sospirare. « Ho quasi terminato » rispose passandosi la mano fra i capelli verdastri. Da quando suo fratello si era trasferito per tener sotto il più rigido controllo le cento aziende, già le industrie belliche avevano dovuto chiudere, la servitù aveva iniziato a trattarlo come se fosse il padrone di casa. Aveva tredici anni, voleva essere trattato come un ragazzino ma sua madre non riusciva a comprenderlo. I suoi occhi smeraldini si sgranarono nel notare sul fondo del cassetto una fotografia un po’ ingiallita dal tempo. I suoi lineamenti duri si ammorbidirono permettendo ad un sorriso di spuntare timido sul suo volto. Quella foto risaliva al ricevimento del primo anno dell'Eden College, ormai tenutosi sette anni prima. Ricordava bene la lotta agguerrita per ottenere un ballo con lui, e a vincere alla fine era stata proprio lei. Non sapeva perché ma il loro rapporto era iniziato in una maniera decisamente strana per poi finire in un modo completamente diverso. Il primo giorno di scuola aveva sperimentato il suo portentoso destro, poi lei si era scusata ed in quel momento qualcosa nel suo petto si era mosso. L'imbarazzo che provava incontrando i suoi occhi verdi, il cuore che accelerava il ritmo battendo forte nel petto… Anya Forger lo aveva stregato ma più di tutte ad averlo ammaliato era stata la sua sincerità. Se chiudeva gli occhi rivedeva dinanzi a sé il viso serio della fanciulla. I loro corpi si muovevano automaticamente al ritmo di quel valzer viennese e, benché la loro attenzione non era rivolta alla musica, nessuno dei due aveva più pestato piedi dell'altro.  

 

«Non stavi scherzando Anya? »Aveva fatto un passo falso nel confessare al secondogenito la sua abilità speciale. Era stata spontanea quella confessione, fra loro non voleva ci fossero segreti di mezzo. Ma lui…non aveva pensato neanche per un'istante che fosse un mostro, anzi l'aveva abbracciata stretta. Era dalla partita a palla avvelenata che aveva iniziato a vedere il ragazzo sotto un'altra luce. Lo ammirava, lui aveva qualcosa di speciale. Nel caso del dirottamento dell'autobus, era diventato il suo eroe personale, certo lei era tranquilla perché grazie alla telepatia sapeva fossero esplosivi finti ma lui no. Non aveva esitato neanche un istante. Parlandone con suo padre non aveva capito cosa le stesse accadendo, finita l'operazione Strix il W.I.S.E aveva deciso di sfruttare ancora la maschera di Loid Forger, sua madre le aveva fatto intendere che fosse normale…Tuttavia il pensiero che lei e il secondogenito si baciassero o formassero una coppia non le dispiaceva. Guardò il pacco sulla scrivania, avvolto nella carta regalo blu pavone, all'interno vi era un piccolo pensiero fatto con le sue stesse mani. Fra le mani si rigirava la lettera ancora bianca in attesa del lampo di genio. « Bond, secondo te cosa dovrei scrivere?» chiese voltandosi a pancia in giù e dondolando le gambe alla ricerca delle parole giuste. Non era così facile come immaginava ma al contempo farsi aiutare da qualcun altro rendeva il regalo meno personale. In tutta risposta il cagnolone dal bianco pelo abbaiò indicando la cornice sulla scrivania. Era stato suo padre a fare quella foto, l'aveva immancabilmente mostrata al rampollo di casa Desmond e lui gliel'aveva strappata dalle mani. Chissà se conservava ancora il ricordo del loro primo ballo insieme, sorrise facendo scorrere la penna stilografica sul foglio.


Angolo Autrice:
È la prima storia che posto su questo fandom,
inizialmente doveva essere una One Short ma 
è diventata più lunga di quel che pensavo e perciò per comodità l'ho suddivisa in capitoli.

   
 
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