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Autore: SOI_7    04/04/2024    0 recensioni
[Contiene spoiler dell'Archon Quest di Fontaine]
Nahida spedisce il suo braccio destro a Fontaine per una missione segreta. Qui, lo svogliato Vagabondo dovrà confrontarsi con nuovi costumi, nuove conoscenze e una certa dea considerata da tutti come una celebrità. Inutile dire che non sarà un incontro... placido!
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Furina/Focalors, Scaramouche
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – Peregrinus

Sebbene la Casa di Daena fosse nota a tutta Teyvat, la maggior parte delle persone che vi si recavano erano prettamente studenti dell’Akademiya di Sumeru, impegnati nelle loro ricerche o a racimolare materiale per le loro tesi. Era veramente raro sentire suoni che interrompessero quel silenzio quasi religioso, mentre i presenti sfogliavano tonnellate di carta o scribacchiavano pigramente.

Nessuno si sarebbe mai immaginato di vedere lì un visitatore in abiti di Fontaine, intento a scorrere minuziosamente tra i volumi esposti in una delle innumerevoli mensole della biblioteca. L’uomo sembrava essere sulla quarantina, ma il suo volto poco curato, la stempiatura incipiente e la pelle candida gli davano un aspetto decisamente più anziano. Alcuni studenti seguirono con lo sguardo il misterioso forestiero, incuriositi dal suo vestiario totalmente dissonante da quello tipico di Sumeru, ma ripresero dopo poco tempo a concentrarsi sui propri compiti.

Qualcosa sembrò attirare l’attenzione del visitatore. Un volume dalla copertina violacea, parzialmente mangiato dal tempo, sporgeva leggermente rispetto agli altri, come se fosse stato rimesso a posto da poco, in maniera frettolosa. L’uomo lo tirò fuori, sfogliò rapidamente le pagine e, dopo aver constatato che era esattamente ciò che cercava, sorrise e lo portò sottobraccio, mentre si dirigeva verso l’uscita della biblioteca.

“Ehi!”

L’uomo sussultò al richiamo di Katayoun, la bibliotecaria, ma non interruppe la propria marcia.

“Dico a te! Non è concesso prendere in prestito libri al di fuori degli studenti e gli insegnanti! Restituisci subito quel volume!” tuonò Katayoun, mentre ormai anche i presenti stavano prestando attenzione alla scena. L’uomo esitò, per qualche secondo, dopodiché iniziò a correre a gambe levate verso l’uscita.

“Fermatelo!”

Due membri del Corpo dei Trenta si precipitarono verso di lui, brandendo le loro lance, ma il forestiero si lanciò in una scivolata, schivandoli, e si rimise rocambolescamente in piedi, pronto a proseguire. Ormai aveva attirato l’attenzione di tutta la biblioteca, per cui l’unica opzione rimasta era correre finché aveva fiato in corpo. Giunto finalmente all’uscita, passò di fianco ad un giovane viandante dagli abiti bianchi e azzurri e un eccentrico cappello a forma di disco, che stava passando di lì come se nulla attorno a lui lo riguardasse.


Il forestiero riuscì a seminare i Trenta e si lanciò dal bordo della rampa che portava alla fine del Sacro Albero, facendo perdere le sue tracce. Le due guardie, in preda al fiatone, dovettero interrompere il loro inseguimento, desolati dal loro fallimento, ma rivolsero subito la loro indignazione verso il viandante, che li stava guardando con la stessa attenzione di un anziano che guarda un cantiere in costruzione.

“Ma che diavolo ti è preso? Quell’uomo ti è passato di fianco, potevi fermarlo in qualunque momento!” gli abbaiò contro la guardia.

Il viandante, di tutta risposta, si sfilò dei tappi di gomma dalle orecchie.

“Cosa state blaterando?” chiese, seccato.

“Tu… stiamo blaterando che hai lasciato fuggire quel ladro! Ha preso un libro dalla biblioteca e sei rimasto a guardare!”

“Ero di ritorno dai miei studi, cosa pretendevate da me?” continuò lui, sempre seccato.

“Ma… come puoi rimanere impassibile? Sei Hat Guy, il braccio destro di Sua Eccellenza Minore Kusanali!” protestò la guardia.

“E avete intenzione di scomodare proprio me per recuperare uno stupido libro?” replicò lui, acido. “Siete fortunati ad avere un Archon misericordioso, perché al suo posto avrei già iniziato a scremare i vostri ranghi”

I due Trenta stavano diventando paonazzi, ma Hat Guy si diresse verso l’uscita, ignorando la loro reazione e salutandoli da lontano con la mano.



Ormai era trascorso più di un anno da quando il misterioso vagabondo si era stabilito a Sumeru, anche se “stabilito” era un parolone. Nessuno sapeva da dove venisse, né perché l’Archon di Dendro avesse deciso di accoglierlo sotto la sua ala, iscriverlo alla scuola di Vahumana con l’appellativo di “Hat Guy” e fargli perfino da relatrice per la sua tesi. Per Hat Guy, tuttavia, tutto ciò non era affatto un onore, ma solo l’ennesimo debito da ripagare nei suoi confronti. Del resto, non aveva mai sopportato essere sotto gli occhi di tutti, la sola compagnia degli esseri umani, per una marionetta come lui, era motivo sufficiente per considerare la sua permanenza a Sumeru una prigionia.

Hat Guy continuò la sua salita lungo la rampa che avvolgeva come un serpente il Sacro Albero di Sumeru. L’Akademiya di Sumeru si trovava a metà altezza, mentre in cima, troneggiando sull’intera città, si ergeva la sua destinazione: il Santuario di Surasthana, l’attuale dimora dell’Archon di Dendro.

Nonché sua, ormai.

Giunto all’interno del Santuario, Hat Guy tirò un respiro di sollievo. Il silenzio di quel luogo, solenne come una reggia e spettrale come una gabbia, era quasi rassicurante dopo il trambusto che aveva dovuto sorbirsi pocanzi. Svoltò verso sinistra, imboccando una delle porte che si affacciavano verso la terrazza.

Qui trovò, seduta ad un tavolo imbandito con cibarie e una caraffa di tè ancora fumante, una bambina dai capelli bianchi, orecchie elfiche e due enormi occhi verdi, intenta a leggere una lettera. Non appena Hat Guy si avvicinò, tuttavia, la bambina distolse lo sguardo dalla sua lettura e gli rivolse un enorme sorriso.

“Oh, buongiorno! Non ti avevo sentito lasciare il Santuario stamattina”

“Giorno, Kusanali” bofonchiò Hat Guy, prendendo posto all’altro lato del tavolo. Sebbene l’Archon di Dendro preferisse farsi chiamare con il suo vero nome, Nahida, il suo braccio destro continuava ad usare testardamente il suo titolo, quasi come ripicca nei suoi confronti.

“Com’è andata la tua sessione di studio? ” chiese Nahida, mentre versava il tè per entrambi.

“Miseramente, come ogni giorno” replicò lui, prendendo la sua tazza e sorseggiando il tè. “Ah… in realtà oggi è stato peggio del solito, visto che un tizio di Fontaine ha rubato un libro ed è scappato facendola in barba ai Trenta. Razza di…”

“Un uomo di Fontaine, hai detto?” chiese Nahida, interessata. “Come mai era alla Casa di Daena?”

“Lo stai chiedendo alla persona sbagliata. Tu, piuttosto… cosa stavi leggendo con così tanto interesse?” chiese Hat Guy, riferendosi alla lettera.

“Ah, intendi dire questa? È una lettera del Viaggiatore. Mi ha aggiornata sulla sua recente esperienza a Fontaine”

“Salvato l’ennesima nazione dall’ennesima catastrofe, scommetto”

“In un certo senso sì” disse Nahida, ridacchiando.

“E immagino che adesso vorrai intrappolarmi qui per le prossime due ore raccontandomi tutto” disse lui, inarcando le sopracciglia.

“Beh… puoi andartene quando vuoi, se non ti va. Sai bene che non sei mio prigioniero” replicò l’Archon, con una punta di malizia nella sua voce. Hat Guy odiava quando Nahida usava la psicologia inversa con lui, specialmente perché funzionava dannatamente bene.

Stavolta fu lui a sbuffare divertito. “Sarebbe poco saggio, da parte della Dea della Saggezza, privarsi del suo braccio destro. Avanti, racconta… ma sforzati almeno di essere sintetica”

“Hehe… ci proverò. In realtà non c’è molto da dire, Fontaine è stata minacciata da una profezia secondo cui l’intera nazione sarebbe stata sommersa, facendo dissolvere tutti i suoi abitanti ad eccezione dell’Archon di Hydro. Per fortuna, la profezia è stata sventata, anche se ci sono state delle vittime a causa di precedenti innalzamenti della marea” spiegò Nahida, rabbuiandosi leggermente mentre pronunciava l’ultima frase.

Hat Guy innalzò un sopracciglio. “Sventare un’inondazione? E perché mai doveva pensarci il Viaggiatore? L’Archon di Hydro dovrebbe avere il controllo sull’acqua, no?”

“Purtroppo… non è così. Stando a quanto mi è stato raccontato, l’Archon di Fontaine, Furina, ha esaurito tutti i suoi poteri per alimentare la macchina giudiziaria della nazione, l’Oratrice Mécanique d’Analyse Cardinale. Adesso è praticamente una comune mortale, e ha deciso di ritirarsi a vita privata, cedendo le redini di Fontaine allo Iudex Neuvillette”

“Tsk… che divinità inutile…”

“Ad ogni modo” riprese Nahida, ignorando il suo commento, “la situazione attuale di Fontaine è molto interessante. Non hanno più un Archon, quindi Celestia non ha più autorità su di loro. È diventata una nazione indipendente a tutti gli effetti”

“Sembri quasi invidiosa”

“Io? Sì e no. Non rinuncerei mai a vegliare sul popolo di Sumeru, ma trovo estremamente affascinante l’idea di una nazione che riesce a vivere senza l’aiuto di una divinità. Forse è la più grande aspirazione per i mortali, in fondo: accettare che essere umani non è una limitazione, ma un punto di forza”

“Pffff… se riesci a trovare un umano che la pensi così, fammi un fischio” replicò Hat Guy, mentre faceva girare distrattamente il cucchiaino nella sua tazza.

“Uhm… non credo ce ne sarà bisogno. Sarai tu a riferirmi tutto” disse Nahida, bacchettandosi le labbra con l’indice.

Hat Guy la fissò, confuso, per qualche secondo, finché non capì cosa intendesse, sgranando gli occhi.

“Non vorrai mica…”

“Quel libro rubato non tornerà a casa da solo, non credi?” disse Nahida, sorridendo.

“Fammi il favore… hai un’intera nazione a cui puoi domandarlo al posto mio! Perché non lo chiedi ad Alhaitham? O Cyno? O…”

“Non hai detto poco fa che la Dea della Saggezza non dovrebbe privarsi del suo braccio destro?” lo interruppe Nahida. “E poi questo potrebbe essere un ottimo spunto per la tua tesi. In qualità di tua relatrice, potrei richiedere un approfondimento su Fontaine e la sua struttura sociale”

“Tu… tch!” Hat Guy non poté fare altro che nascondere il proprio volto sotto il suo enorme cappello, digrignando i denti. Nahida ridacchiò di nuovo.

“Andiamo, un uccello non imparerà mai a volare se rimarrà sempre nel suo nido, non credi? Magari Fontaine potrebbe piacerti”

“Non ho un buon rapporto con le divinità, ti ricordo, soprattutto quelle incompetenti. Tu sei un’eccezione” replicò lui, acido.

“A maggior ragione potrò governare Sumeru da sola per qualche giorno, allora, visto che non mi ritieni incompetente” concluse Nahida, battendo le mani. Era evidente che quella conversazione fosse impossibile da vincere.

Hat Guy sospirò, rassegnato. “E sia… ma non aspettarti che me la prenda comoda mentre sono lì. Non appena avrò preso quel libro volerò immediatamente verso Sumeru, per cui non avrò molto da riferirti”

“Vedremo” disse Nahida, appoggiandosi la testa con un gomito sul tavolo.

“C’è qualche raccomandazione importante che devo sapere prima di andare in quella pozzanghera glorificata?”

Nahida si puntellò il mento, riflettendo. “Dunque… Fontaine è la nazione della Giustizia, ergo le sue regole possono essere molto stringenti. Il Viaggiatore mi ha riferito che, quando sono giunti lì, sono stati richiamati per aver rilasciato un oggetto volante durante i primi tre giorni del mese…”

“…che razza di…”

“…ma ora siamo a metà mese, quindi non dovresti correre rischi. In ogni caso, evita di volare se non è strettamente necessario, giusto per mantenere un profilo basso. Intesi?”

Hat Guy incrociò le braccia, seccato. “Va bene…”

“Altra cosa, nella società di Fontaine si sono integrate da secoli delle creature chiamate Melusine, sono esseri semiacquatici che non solo vivono tra la gente comune, ma ricoprono anche alcune cariche, ed è severamente vietato far loro del male”

“Se non mi infastidiranno, non ci sarà alcun pericolo per loro” replicò tagliente lui.

“Dico sul serio…” lo guardò Nahida, severa.

“Ok, ok… Melusine ignorate. C’è dell’altro?”

“Riguardo Fontaine, nient’altro. Ma ho io una raccomandazione da farti” disse Nahida, seria.

“Cioè?”

“Non ferire nessuno”

Quella richiesta lo spiazzò. “Sai bene che io colpisco solo se provocato. O ti aspetti che recuperi quel libro con baci e carezze?”

“Non si tratta solo del libro, il mio è un discorso generale. Per favore, rispetta questo mio unico monito”

Nahida sembrava intendere qualcosa che andasse al di là della missione che gli aveva appena dato. Tutto decisamente troppo sospetto, ma Hat Guy evitò di fare ulteriori domande. Sapeva perfettamente che l’Archon avrebbe tenuto per sé il suo grande schema, come sempre, ed era meglio non pensare domande in primis, dato che poteva leggergli nella mente.

“Come vuoi… ma se qualcuno oserà sfiorarmi con un dito, non esiterò a fare in modo che non possa più usarlo. Immagino che sia contemplata come legittima difesa, no?” disse, con un leggero ghigno.

“Lo ritengo accettabile” replicò lei, portandosi le mani sui fianchi. “Se non hai altre domande, ti lascio libero dopo pranzo. Fammi sapere quando sei pronto per partire”

La marionetta si limitò ad annuire, dopodiché i due si concessero un pasto, dialogando di argomenti effimeri finché non si fece pomeriggio. Hat Guy tornò nella sua stanza, per poi riordinare il suo materiale scolastico, buttando un occhio sulla sua tesi, ancora incompleta.

In che razza di guaio si era cacciato? Non solo doveva andare fino a Fontaine per recuperare uno stupido libro, il cui ladro si era nascosto chissà dove, ma ora Nahida si aspettava anche una relazione su tutto ciò che avrebbe visto lì.

Se c’era qualcosa peggiore dell’avere una relatrice, questo era sicuramente avere la Dea della Saggezza in persona come relatrice. Per non parlare di tutte quelle leggi strambe da rispettare una volta giunto lì…

Melusine, oggetti volanti proibiti, dèi senza poteri… l’Archon di Hydro aveva decisamente usato il peggior biglietto da visita con lui.

Note dell'autore:
Come tanti, anche io sono rimasto DISTRUTTO dall'Archon Quest di Fontaine. La storia di Furina mi ha lasciato a bocca aperta, ma mi ha anche fatto riflettere su numerosi parallelismi tra lei e il mio personaggio preferito, Scaramouche/Vagabondo, e non ho potuto fare a meno di immaginare un possibile scenario in cui i due si incontrano. Sicché, molto probabilmente, non vedremo una simile interazione ingame... citando un famoso saggio, "Fine, I'll do it myself!"
Spero che questa storia possa divertirmi almeno quanto mi sono divertito io a scriverla. Buona lettura! ^^

   
 
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