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Autore: Marlena_Libby    11/04/2024    1 recensioni
Un uccellino non può migrare a Sud per l'inverno perché ha un'ala ferita, così cerca un albero dove rifugiarsi
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Delle grosse gocce di pioggia cadevano sulle cime degli alberi nel bosco e sul terreno.
"Povero me, l'inverno sta arrivando! Dove potrò trovare rifugio contro il vento selvaggio?" pensava un uccellino con l’ala ferita.
Quell'uccellino veniva dalla città: sapeva costruirsi il nido sotto le grondaie ed era bravo a cacciare scarafaggi nei giardini.
Ma non conosceva i boschi.
Saltellò fino al fiume disse al salice piangente: - Per piacere, posso rifugiarmi sotto le tue belle braccia fino a primavera?
Il salice non alzò nemmeno lo sguardo e continuò ad ammirare il suo riflesso sull'acqua.
Poi sospirò pietosamente.
- Non sai che ho già abbastanza preoccupazioni personali, uccello egoista?
- Oh scusa, ma cosa c'è che non va? - chiese l'uccellino.
- Non ho abbastanza ammiratori! - brontolò il salice e le sue lunghe foglie tremarono con eleganza.
L'uccellino tristissimo saltellò lontano dal salice trascinando l'ala ferita.
Si fermò sotto una betulla dal sottile tronco bianco e argenteo, le cui foglie pendevano sotto la pioggia battente.
- Per piacere, posso rifugiarmi sotto le tue bellissime braccia fino a primavera?
- No davvero! - esclamò la betulla argentata. - Una cosina scura come te? E poi io vi conosco voi uccelli. Beccate sempre e prima di rendermene conto la mia bella corteccia sarebbe fatta a pezzi. Vai via!
Allora l'uccellino si trascino con l'ala ferita fino a un frondoso sicomoro alto tre volte il salice e tre volte più forte della betulla.
- Ti prego, lasciami rifugiare sotto le tue forti braccia fino a primavera!
- No e poi no! - rispose il sicomoro. - Vi conosco voi uccelli. Beccate sempre e prima che me ne accorga avete rubato tutti i miei semi! Vai via!
Un minaccioso soffio fece rabbrividire il bosco.
Stava arrivando il vento!
La pioggia cadeva sempre più fitta.
Lo scoiattolo e la talpa radunarono in fretta le provviste invernali, poi si rannicchiarono nei loro rifugi e caddero in letargo.
L'uccellino mise la testa sotto l'ala sana e si raggomitolò sul suolo bagnato della foresta.
Ma qualcuno gli disse: - Salta fra i miei rami e riparati dal vento selvaggio o morirai, uccellino!
Era un piccolo e bell'abete dai rami verdi, molto più basso del salice e molto più sottile della betulla.
- Ma non peserò troppo sulle tue braccia? - chiese l'uccellino.
- Ma se sei più leggero delle mie pigne! - rise l'abete. - A proposito, se cerchi dentro le mie pigne, troverai una buona cena di semi.
- Ma sei sicuro che ne puoi fare a meno? - chiese l'uccellino.
- Santo cielo! Se tutti i miei semi attecchissero, il mondo sarebbe pieno di abeti! Affrettati ora, che il vento sta arrivando.
Così l'uccellino saltò sui rami dell'abete gentile appena in tempo per non essere travolto dal temporale.
Il vento strappò tutte le foglie alla betulla argentata e portò via i semi del sicomoro.
La pioggia trasformò il fiume in un torrente fangoso che sporcò il salice piangente dalla cima alle radici.
Ma il bravo abete era così piccolo che il vento passò sopra di lui.
E le sue fronde erano così lisce che la pioggia scivolava via.
Rimase verde, ritto e gagliardo per tutto l'inverno.
Col passare delle settimane, l'ala guarì e l'uccellino in primavera era già pronto per volare.
Prima di andarsene prese nel becco uno dei semi da una pigna dell'abete e lo lasciò cadere sul limitare del bosco, dove radicò e crebbe.
Ben presto ci fu un altro bravo abete.
Fra le sue fronde gli uccellini potevano ripararsi ogni inverno e cinguettare ogni primavera.
   
 
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