Non avrebbe potuto essere più orgoglioso, più fiero, mentre spiegava il mantello cremisi con le effigi dei Pendragon e si apprestava ad indossarlo. Era il suo premio per tanto impegno profuso, per tanta devozione dimostrata. Era stato svezzato e cresciuto con la consapevolezza che un giorno il compito di difendere il regno di Camelot sarebbe stato la sua missione, ma per lui era molto di più. Forse gli altri potevano anche non capirlo perché lo avrebbero visto ricoprire un ruolo a cui era da sempre destinato. Ma diventare un cavaliere era ben altro per Leon.
Era un simbolo della sua onestà, del suo valore, della sua lealtà. Avrebbe protetto con dedizione i deboli e gli innocenti, avrebbe dimostrato il suo coraggio sul campo di battaglia, avrebbe difeso con onore il re, la sua terra e la cavalleria a cui apparteneva. Quello che più desiderava era essere un esempio per gli altri, che lo avrebbero riconosciuto per le sue virtù e la sua generosità, una guida forte e determinata per tanti compagni insicuri, un vero eroe pronto a tutto, anche alla morte, pur di salvaguardare gli ideali in cui credeva. Già, perché diversamente da tanti che si trovavano nella sua stessa posizione, lui ci credeva veramente. Credeva che con il suo operato avrebbe potuto fare la differenza, che il suo aiuto sarebbe stato indispensabile a molti. E, cosa più importante, non pretendeva nulla in cambio. Lo avrebbe fatto unicamente perché era la cosa giusta da fare, perché era quello in cui era fermamente convinto, non per gli elogi o per la gloria.
Si adagiò il mantello sulle spalle, lasciando scorrere la morbida stoffa rossa sulla schiena, strinse con cura il laccio di chiusura dorato appena sotto il collo e lanciò un sorriso compiaciuto alla sua immagine riflessa nello specchio.
«E’ ora! La cerimonia sta per cominciare.» annunciò un servitore apparso sulla soglia. «Il re vuole che tutti i futuri cavalieri prendano posto per primi.»
«Arrivo subito! Grazie!» rispose con garbo, sollevando una mano per salutarlo.
Gettò un ultimo sguardo allo specchio: i lunghi capelli biondi erano perfettamente in ordine e facevano risaltare il viso cesellato, ma, cosa più importante, i suoi luminosi occhi azzurri non riuscivano a mascherare l’orgoglio con il quale d’ora in avanti avrebbe vegliato fedelmente su Camelot.