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Autore: Vento di Levante    16/04/2024    1 recensioni
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Un breve scambio di battute al bar dell'Hazbin Hotel; più o meno durante il mese precedente la battaglia finale. Con qualche libertà narrativa.
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Implied Huskerdust
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Angel Dust, Husk, Lucifer Morningstar
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bar Talk


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"Certo che potresti almeno far finta che ti interessi."

Husk alza gli occhi dal bancone per un decimo di secondo; appena il tempo di asseverare la reazione del loro nuovo, ingombrante ospite alla sparata di Angel.

Lucifer però non sembra sul punto di usare le maniere forti; perciò Husk torna a fingere di asciugare bicchieri, tendendo l'orecchio al silenzio stranamente puntuto.

"...mi interessi... che cosa?" chiede Lucifer dopo qualche momento. Perplesso, ma come da molto lontano; come se emergesse solo allora da qualche profonda meditazione.

Cazzate, sbuffa Husk fra sé.

Non può dire di conoscere Lucifer, non ancora; ma riconosce un pollo quando lo vede.
La sua opinione professionale è che Sua Maestà abbia la testa talmente su per il proprio culo che se si soffiasse il naso scoreggerebbe.

Con rispetto parlando.

Nonostante questo, rimane il fatto che mettersi a pungolare la più alta autorità dell'Inferno è una curiosa idea del cazzo; e forse Angel ci arriverebbe da solo, se non fosse già al quinto shot di whiskey e di un umore singolarmente viperino.

Senza smettere di fingersi indaffarato, Husk gli scocca una lunga occhiata sperando di essere eloquente. Ma Angel non raccoglie, impegnato com'è a impiastrare addosso a Lucifer una smorfia che farebbe inacidire il latte.

Uff.

"Se ce l'hai con me, belle gambe," scandisce Husk con meticolosa noncuranza, "sfondi una porta aperta". Poi alza lo sguardo dai bicchieri per portarlo di nuovo su Angel.

Su.
Parla con me.

Evidentemente, però, all'altezza di quella bella testolina l'aria è troppo rarefatta, perché Angel gli risponde senza staccare lo sguardo da Lucifer.

"Aw, micetto," tuba con voce roca. "Quando a te comincerà a importare di qualche cosa, mi procurerò un paio di pattini perché l'inferno si sarà ghiacciato."

Durante questo breve scambio, Lucifer li osserva con remota curiosità, rigirando fra le dita l'ombrellino di carta del proprio cocktail; qualcosa di zuccheroso che deve essersi creato da sé, nota Husk con una punta di irritazione.

Lui di sicuro non guarnisce i drink con ombrellini.

L'attenzione di Lucifer sta già scivolando via quando Angel torna ostinatamente alla carica. "Ce l'ho con te, grand'uomo," cantilena sporgendosi sul bancone.

Le orecchie di Husk si abbassano. Non può fare a meno di sentirsi parzialmente responsabile. Ormai sa bene quanto Angel possa diventare molesto quando è sbronzo, specialmente dopo una giornata storta.
E oggi, a giudicare dallo scintillio cattivo nei suoi occhi, deve essere stata una giornata pessima.

"Angel," mormora Husk a mò di avviso, ma viene immediatamente sovrastato da Lucifer, che si addossa al bancone a propria volta per avvicinare il viso a quello di Angel.

"Ti ho sentito, e ti ho fatto una domanda," ribatte attraverso un sorriso a tagliola. "A quanto pare, però, è finita in fondo al tuo bicchiere."

"Si fa presto a ripescarla," replica Angel buttando giù in un sorso il liquore rimasto. E poi, con un'altra occhiata ostile: "Perché non te ne fotte un cazzo di quello che fa tua figlia?"

Husk stringe i denti e si prepara a scattare.
In un attimo ha già fatto l'inventario di tutti i ripostigli dell'hotel, chiedendosi se mai possa essercene uno abbastanza infrattato per nasconderci dentro Angel.
Anziché incazzarsi, però, Lucifer si sgonfia di colpo; una ruga gli si disegna fra le sopracciglia mentre perde del tutto la propria maschera di strafottenza.

"Perché lo pensi?"

La sua voce ha un accento di tristezza tanto sincero da far incespicare Angel nel proprio slancio. Storce le labbra e a mò di risposta si limita a indicare enfaticamente il centro della sala, dove Charlie è intenta a intrattenere il gruppo.

Di questi tempi non è mai chiaro se le sue attività vertano alla redenzione o a fare squadra in vista della battaglia; quella di oggi si direbbe una specie di improvvisazione di teatro danza.

Pentious indossa un tutù.

Mentre osserva la scena, l'espressione di Lucifer si addolcisce.
Charlie sta pressoché saltellando sul posto per l'eccitazione, mentre distribuisce in giro quelli che si direbbero spartiti.
Poi alza lo sguardo verso il bar e il suo sorriso vacilla. Charlie solleva una mano in un saluto un po' incerto; Lucifer risponde subito con un entusiasmo che puzza di disperazione.

Husk sospira pesantemente - proprio nello stesso momento in cui Angel ritrova il fiato.

"Guardati!" sbotta, con uno scatto nervoso delle mani. "Vai e vieni da due settimane, ormai, ma sembra che non ti interessi altro che bere, o gingillarti con i tuoi giocattoli, o rimuginare per i cazzi tuoi," - Lucifer serra le labbra, ma Angel, rosso in volo, ormai è troppo preso dalla propria stessa tirata per potersi fermare.
"Perché non vai da lei?" esclama. "Non capisci che aspetta solo che tu le dica brava?"

Husk non osa respirare.
Angel ha il fiato grosso e gli occhi che luccicano.

C'è decisamente qualcosa di personale che è entrato nel discorso, qualcosa che Husk dovrà forse medicare più tardi, con altro alcool e molto silenzio e parole a bassa voce; qualcosa che però ora è lì, a scottare, e nel frattempo Lucifer non ha aperto bocca.

Il volto contratto, ha smesso di tormentare il suo ombrellino di carta; con un gesto lo fa svanire, mentre fissa tetramente Angel di sotto in su.

Husk si trova a provare un incongruo moto di solidarietà per il sovrano.

Il fatto è che, in realtà, le cose non stanno esattamente come dice Angel.
Il giorno stesso in cui Lucifer ha messo piede in hotel per la prima volta, padre e figlia hanno avuto un toccante chiarimento. E Lucifer è rimasto una presenza più o meno regolare fin da allora.

Ma è un po' come se, esauritosi il primo trasporto della commozione, le cose si fossero... arenate.

Husk non ne è sorpreso.

I rapporti non si possono ricostruire con la stessa facilità di un muro abbattuto.

Sembra invece che Angel, per qualche motivo, non se ne stia facendo una ragione; e adesso guarda fisso in alto, serrando le labbra, e Husk sa che sta ricacciando indietro lacrime di frustrazione.

Lucifer, stretto nelle spalle e con la schiena curva, sembra un serpente raggomitolato su se stesso.

"E tu, invece..?" chiede sommessamente.

Angel aggrotta le sopracciglia, ma non risponde, apparentemente impegnatissimo a scavare con lo sguardo un buco nel soffitto.

"...non sei tu il suo primo ospite?" continua Lucifer a bassa voce. "...Il primo in cui Charlie ha creduto? Se c'è qualcuno che dovrebbe essere lì con lei, adesso, quello sei tu."

Angel strappa lo sguardo dal soffitto e lo pianta in faccia a Lucifer. "Sei suo padre," ringhia.

"E come credi che mi senta a guardarla mentre si mette in trappola con le proprie mani?" sibila Lucifer, gli occhi accesi da un lume malevolo. "...Poche settimane ancora e Adam tornerà con i suoi macellai. Bene. Poniamo che Charlotte fallisca," e Lucifer sfiora con un dito il contenuto del proprio bicchiere. Il liquido si tinge immediatamente di rosso sangue. "La battaglia è perduta, tutte le persone alle quali Charlie tiene muoiono, e lei rimane sola."

Angel si stringe nelle spalle, e anche Husk non può impedirsi un brivido.
Se deve essere onesto, quella sembra l'ipotesi più probabile.

"Diciamo che questo è lo scenario peggiore," prosegue Lucifer in tono indifferente, facendo tornare il bicchiere allo stato originale. "Ma pensiamo allo scenario opposto. Se Charlie vincesse? Se il progetto dell'hotel dovesse funzionare..?" Con un tocco, Lucifer trasforma il contenuto del bicchiere in oro; la debole luminescenza scava ombre sul suo volto quando alza su Angel uno sguardo accusatorio.

"...A quel punto, tutti i suoi amici saranno liberi di andarsene. E lo faranno," scandisce Lucifer. "Anche tu. E anche tu," continua rivolgendosi ad Husk, che sussulta trovandosi trascinato nella conversazione.

"Probabilmente, anche la sua Maggie avrà la chance di essere riammessa in Paradiso. Uno ad uno, ve ne andrete tutti; ma non Charlotte."

Lucifer digrigna i denti, un bagliore rosso gli si riflette negli occhi. "Charlie, la sola che si è trovata qui senza avere mai alcuna scelta; l'unica che è qui completamente innocente, a scontare una colpa che non è sua."

Lucifer solleva il capo, anche se all'improvviso sulle sue spalle sembra gravare un peso immenso. "Ed ecco lo scenario migliore. Tutto va come desidera Charlie. Charlie rimane comunque sola."

"Vaggie non la abbandonerebbe-" ribatte debolmente Angel.

"E tu sì?"

Angel apre la bocca per rispondere, rosso in volto, ma gli manca la voce.
Lucifer distoglie lo sguardo per tornare al proprio bicchiere, che ora sembra colmo di un nero d'inchiostro.

"...non credere che ti giudichi. Chiunque vorrebbe andarsene; questo è l'inferno, dopotutto." Poi, con un sorriso storto: "Ma non illuderti sulla sua innamorata. Non sarà abbastanza. L'amore non è mai abbastanza."

Un lampo degli occhi di Angel in quelli di Husk, e un momento dopo lo sgabello cade rumorosamente a terra, mentre Angel si ritira senza una parola.

Husk resta fra i suoi bicchieri, il cuore oppresso.

...Non c'è molto da fare, per un barman che ha già lavato e asciugato tutto il banco tre volte e che come unico avventore ha un angelo caduto profondamente depresso.

Nel mezzo della sala, Niffty trascina Alastor saltellando verso il resto del gruppo, senza smettere di cicalare qualcosa di cui si distinguono solo le parole subplotsubtext e qualche altro sub.
Vaggie sembra in allarme, Pentious e Alastor ignari, Charlie entusiasta e Cherri - da quando anche Cherri Bomb si è installata qui? - morta dal ridere.

Anche Angel avrebbe riso.

Husk sospira.

Il silenzio sembra fatto di materia pesante.

"Mi dispiace che il tuo amico ci sia rimasto male," mormora Lucifer dopo un certo tempo.

"Non vi siete risparmiato," commenta Husk. "...sire."

Silenzio.

Husk continua a tenere d'occhio la sala, in caso Angel si rifaccia vedere.

Lucifer continua a guardare dentro il bicchiere, il volto fra le mani "...Questo è l'inferno, dopotutto," mormora ancora fra sè.

Husk si augura segretamente che Angel sia nella propria camera, e non per strada.

"...tu hai figli, Husk?"

Husk si chiede perché non ci si trova lui, per strada, in un fosso, o in qualsiasi altro luogo tranne che qui in questo momento.

"...non che io sappia," risponde, asciutto come il deserto.

Un angolo delle labbra di Lucifer si solleva impercettibilmente. "Saggia decisione," replica a voce bassa.

"Forse prima ho detto una cosa inesatta."

Alza lo sguardo su Husk e sorride con una stanchezza immensa. "Sull'amore, intendo. A volte, è abbastanza."

Husk annuisce senza aggiungere altro.

Tacciono ancora; ma il silenzio è diventato un po' meno opprimente.

"Dovete perdonare Angel," si trova a dire Husk, a un tratto. "Può dare ai nervi. Ma vuole molto bene a Charlie."

"Lo so," sospira Lucifer. "Per questo credo che potrebbe davvero avere una possibilità."

Husk prova una fitta inaspettata, ma dissimula.

"Probabilmente siete il solo a pensarlo," ride. "...Oltre a Charlie, naturalmente. Ma lei ci crede molto." Una pausa, e poi Husk aggiunge, come fra sé "Probabilmente è questo che spaventa Angel."

Il re lo guarda con aria imbambolata e Husk deve sforzarsi di non alzare gli occhi al cielo.

"Quelli come Angel non sono abituati alla fiducia delle persone," brontola. "Può fare paura, avere qualcuno che conta su di te."

Lucifer annuisce pensosamente. "...Dà un'altra dimensione al fallimento, vero?" mormora.

"Dà un'altra dimensione a tutto."

Un'altra pausa; ma ormai il silenzio si è fatto più leggero.

Lucifer sorride. "Ti sta a cuore, vero?"

Solo l'inossidabile faccia da poker di Husk lo salva dal rendersi irrimediabilmente ridicolo.
Ma non gli riesce di spremere in risposta neppure uno straccio di battuta, perciò si limita ad alzare un sopracciglio, affettando incredulità.

A giudicare dal suo sorrisetto, Lucifer non abbocca.

"Tch," sogghigna fra sè, scuotendo la testa. "L'amore."

Husk non commenta; ed è quasi grato quando Niffty arriva di corsa per trascinarselo dietro, trotterellando verso il centro della sala mentre blatera qualcosa a proposito di friend fiction RPF.

Anche se a giudicare dallo sbellicarsi dalle risa di Cherri Bomb, forse farebbe meglio a preoccuparsi.

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(Niffty una di noi <3)

 

   
 
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