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Autore: Shainareth    21/04/2024    1 recensioni
[Gundam SEED] Ambientata poco dopo gli eventi della prima stagione, breve shot introspettiva su Athrun.
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CONTURBANTE


Aveva sul viso un'espressione pensierosa, gli occhi oltre l'orizzonte, la mente lontana. La brezza leggera gli scompigliava i capelli scuri e quasi non si accorse del movimento accanto a sé. Cagalli si domandò dove fosse in realtà. Sulle PLANT, suppose. Era ovvio che Athrun tornasse lassù con il pensiero, di tanto in tanto. Ci era nato, sulle colonie, e vi aveva passato l'intera vita, servendo anche nell'esercito di ZAFT. Ora, però, dopo aver tradito la divisa che indossava per opporsi a suo padre, correva voce che qualcuno volesse attentare alla sua vita per via del nome che portava. Come se Athrun non avesse mai rigettato le idee dell'uomo che lo aveva messo al mondo e ci fosse pericolo che seguisse il suo esempio.
   Lasciandosi cadere con fare infantile sulla sabbia fine accanto a lui, la ragazza decise di scuoterlo. «Un tipo, più in là, mi ha chiesto di fare un giro.» Athrun voltò la testa di scatto nella sua direzione, lo sguardo di nuovo vigile e attento. Rimase tuttavia spiazzato quando si rese conto che Cagalli si era messa in costume da bagno. «Ti va di andare insieme?» si sentì chiedere. Non era una provocazione per suscitare la sua gelosia, quanto un ingenuo tentativo di farlo svagare.
   Il giovane si sfilò la camicia bianca di dosso e gliela mise sulle spalle, fulminando con gli occhi il tipo che, alcuni metri più in là, stava divorando Cagalli con lo sguardo. Quello capì l'antifona, fece una smorfia e si allontanò. «Che fai?» domandò lei, non capendo la ragione per cui dovesse coprirsi.
   «C'è vento», rispose lui, pacato, tornando a guardarla con espressione gentile. Cagalli era davvero ingenua e non si rendeva conto di essere oggetto di ammirazione da parte degli uomini. Athrun però sì, perché era il primo di loro, nonché l'unico a cui era concesso il privilegio di starle così vicino. Di aver avuto persino l'opportunità di baciarla più di una volta, trovandola complice. Non aveva mai osato di più, proprio perché si era reso conto che lei non era pronta ad approfondire ulteriormente quel loro rapporto.
   «Oh, guarda», disse la ragazza, voltandosi e non trovando più il tipo di prima. «Se n'è andato...»
   «Ti importa davvero di lui?»
   «No», ammise senza particolare inflessione nel tono della voce, mentre tornava a guardare Athrun. «Pensavo solo che forse ti avrebbe aiutato a svagarti...»
   Sorridendo, il coordinator le assicurò: «Sei l'unica che riesce a farlo.» Abbassò lo sguardo e, senza che potesse farci nulla, fu attirato dalle morbide forme arrotondate che si vedevano attraverso la scollatura del bikini. Arrossendo, tirò i lembi della camicia e glieli abbottonò lui stesso, le mani che quasi gli tremavano al pensiero che fossero così vicine ai suoi seni.
   «Vorresti tornare sulle PLANT?» si sentì chiedere all'improvviso.
   I suoi movimenti rallentarono appena. «No», rispose sinceramente. Non c'era più nulla, per lui, lassù. Non una casa, non una famiglia. Solo vergogna e infamia. Pericolo. Ma non era solo questa la ragione per cui aveva deciso di rimanere a Orb, trovandovi rifugio.
   I suoi occhi cercarono quelli di Cagalli, magicamente capaci di rasserenare il suo cuore in tumulto. La prima volta che era sceso sulla Terra era rimasto sconvolto e affascinato dalla sua natura selvaggia. Tutto era genuino, laggiù, proprio come la ragazza che si trovava accanto a lui, che lo aveva ammaliato con la propria indole spontanea e per nulla artefatta.
   «Sto bene qui», riprese, lasciandola andare a malincuore. Se avesse potuto, l'avrebbe stretta a sé, ma in pubblico non gli era permesso. Qualcuno conosceva il volto della Principessa e avrebbe potuto essere un problema, per lei, farsi vedere in atteggiamenti intimi con la sua guardia del corpo. Era già tanto se si erano concessi quella piccola libertà di andare sulla spiaggia, in mezzo ai bambini che giocavano e ai surfisti che cercavano le onde più alte e le ragazze più carine. Cagalli era senza dubbio una di loro, e il fatto che poco prima qualcun altro avesse provato ad approcciarla testimoniava che Athrun non fosse il solo a pensarla così.
   In quel momento, il giovane desiderò ardentemente che la spiaggia fosse deserta. Avrebbe voluto avvicinarsi maggiormente a lei e baciarla, perché era da tanto che non lo faceva e aveva una nostalgia pazza della morbidezza delle sue labbra e del loro sapore.
   «Hai voglia di fare un bagno?»
   Aveva voglia di molte altre cose, in quel momento, ma si limitò a sorriderle e a porgerle una mano per aiutarla ad alzarsi. «La camicia...» mormorò Cagalli, fermandosi dopo pochi passi.
   Athrun la immaginò con la stoffa bagnata che aderiva al suo corpo seminudo e trattenne il fiato. L'idea era persino più intrigante del vederla in bikini. Fece violenza su se stesso e la lasciò andare affinché potesse sfilarsi l'indumento di dosso. La ragazza iniziò ad armeggiare con il primo bottone, ma poi esitò. «Tutto bene?» le domandò lui.
   Indecisa se essere onesta come al solito o meno, Cagalli si morse il labbro, suscitando in lui una nuova reazione. «Sì», disse poi, evitando il suo sguardo. «È solo che ha il tuo odore.»
   Quelle parole, unite al delizioso rossore che si era diffuso sulle sue guance, affondarono il cuore del giovane. L'unico modo che ebbe Athrun, per uscirne fuori, fu di afferrarla con forza e di portarla di peso in mare, facendola esclamare per la sorpresa. L'acqua fresca dell'oceano lo aiutò a calmare lo spirito e fece ridere Cagalli che, ancora aggrappata al suo collo, rimaneva del tutto ignara dei pensieri conturbanti che lei stessa gli provocava. Athrun non si era sbagliato: vederla con indosso la stoffa bagnata e trasparente della camicia era peggio - meglio - che vederla in costume da bagno. Il profumo dei suoi capelli, la morbidezza della sua pelle, la vivacità dei suoi occhi, l'allegria della sua voce... tutto, di lei, lo rendeva felicemente prigioniero di quell'amore ancora acerbo, unica consolazione al suo animo martoriato dalla vita.
 










Sono viva. Pensavo che una volta uscito il film, sarei stata di nuovo un fiume in piena. Invece ci sono state tante cose che mi hanno spiazzata e forse anche per questo ho un blocco e non riesco a scrivere. Probabilmente perché ancora non sono riuscita a vederlo. Ho diverse cose in mente, ma senza sapere i dettagli, non posso scrivere.
In ogni caso, chiedo scusa per questa strana shot. È molto boh. Ma di tanto in tanto raccolgo notizie varie e ci rimugino su. Questa storia è il risultato di: Athrun che rischiava di essere ucciso se fosse rimasto sulle PLANT, Athrun e Cagalli in realtà non si sono mai confessati il loro amore per mancanza di tempo (voglio morire), Cagalli superingenua e le fantasie erotiche di Athrun nel romanzo di Freedom. Abbiate pietà di me.
Buona domenica!
Shainareth




 
  
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