Anime & Manga > Nana
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Autore: Raphaelgirl87    27/04/2024    0 recensioni
Seconda storia della challenge Touch Startivation del gruppo Non solo Sherlock su Facebook!
Dal prompt di H.Efp: Pensi che io sia scemo?
Quanti come me sottoni totali per Nana? Se Il Signore degli Anelli, Sailor Moon e le TMNT sono i fandom di lungo corso e la mia casa da sempre, Nana è il fandom della mia giovinezza
L ho profondamente amata e continuo ancora oggi ad amarla, tanto che, alla soglia dei miei 36 anni, ho ancora nella chiavetta delle canzoni in auto, tra le tante canzoni li dentro, le canzoni dei Black Stones e dei Trapnest
E no, non ho mai superato QUELLA MORTE LÌ! MA MAI PROPRIO! Ancora oggi se ci penso, mi strapperei via il cuore dal petto.....
Come non supero il fatto che sia incompiuta, ahinoi.
Vabbè!!!!! Piccolissima FF su Nana e Ren, un piccolo Missing Moment, fondamentalmente il risveglio della mattina in cui Ren parte per Tokyo senza di lei. Una cosetta, ma ci tenevo a sperimentare una FF su di loro!
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Osaki, Ren Honjo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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"Nana, io vado a vivere a Tokyo. Sentiti libera di vivere come preferisci"

Nevicava quella notte quando, abbracciato alla sua amata nel loro letto dopo l amore, la testa poggiata sui suoi seni, Ren Honjo le aveva comunicato la sua partenza per la capitale del Giappone.

E nevicava paradossalmente anche quella notte, l ultima passata vicina a lei.

Domani il treno lo avrebbe portato via da lei per sempre.

Era giovane Ren, diciotto anni appena, e aveva tanta voglia di sfondare nel mondo della musica. Quando sei giovane così, la vita ti sembra che corra a doppia velocità, e tu non puoi fare altro che cercare di afferrarla,morderla e strapparle tutto quanto c e di buono in lei, rincorrerla e non perdere neanche un sogno racchiuso in essa.

Perché poi si diventa adulti e la vita inizia a fare schifo. 

Finché si può, bisogna vivere al massimo

Solo che, talvolta, i sogni sono degli stronzi. E chiedono un pegno per poterli vivere. 

Chiedono di dover rinunciare a qualcosa, talvolta di molto caro.

E Ren sapeva di dover rinunciare a Nana ora. E non per poco amore,anzi.

La amava da avere male al cuore, da sentirsi bruciare dentro ogni volta che aveva a che fare con lei.

Ogni volta che le sue dita percorrevano la curva dei suoi fianchi, indugevano sulle sue cosce, sulla sua femminilità, sfioravano appena il fiore tatuato sopra il suo braccio, lui sapeva di essere a casa, di essere al sicuro.

Proprio perché la amava, sapeva che doveva lasciarla libera.

Nana Osaki non era come tutte le altre.

Non lei, vestita sempre di nero con gli accessori di Vivienne Vestwood.

Non.lei, abbandonata dalla mamma e cresciuta dalla nonna, espulsa da scuola per una falsa accusa di prostituzione.

Non lei, cresciuta come gli animali selvatici, cinica e ombrosa, e come loro desiderosa solo di una carezza per poter sciogliere il suo cuore di cristallo.

No, la sua Nana era una guerriera.

E come tale doveva essere libera.

Una pallida luce illuminò quella scarna stanza da letto, segno che era giunto il mattino.

L ora della partenza si avvicinava.

Nana si sollevò a sedere pigramente dal petto di Ren dove era rimasta appoggiata tutta la notte.

Non aveva dormito, Nana, neanche un momento. Come poteva prendere sonno, sapendo che lui tra poche ore non sarebbe più stato li con lei?

Era rimasta sveglia, ad accarezzargli la pelle con tenerezza, quella pelle morbida e profumata di pino e muschio, cullata dal battito del cuore di quel ragazzo che le era entrato dentro così profondamente che faceva fatica a definire dove iniziasse la sua anima e finisse quella di Ren.

Ogni volta non poteva non pensare a una frase che aveva sentito tempo fa......A quanto pare, per dire “Ti amo” gli indiani Yanomami usano queste parole:“Ya Pihi Irakema”, che tradotto suona pressapoco così: “Sono stato contaminato da te”, ossia una parte di te è entrata in me, dove vive e cresce.

Ecco, era ben raro che loro due si dicessero Ti amo.

Ma sicuro l uno aveva contaminato l.altro, per sempre.

Nonostante tutto.

La giovane diciottenne si alzò pigramente in piedi e si trascinò stancamente in bagno.

Li seduta sul water, vestita solo con una t shirt del suo amato,

 cercando di concentrarsi sull elastico delle sue mutande per non pensare, la ragazza si accese una sigaretta, fumandola lentamente, senza fretta, finché la voce di Ren non la raggiunse li dov era, dalla camera da letto, morbida come una sottoveste di seta che ti scivola dal corpo.

"Nana..... È finita davvero tra noi...."

La ragazza non rispose subito, mentre l ultimo bagliore rosso della sigaretta si spense tra le sue dita.

"Pensi che sia scemo? Pensi che non abbia capito le tue intenzioni?"

Non era un tono di rimprovero, quello di Ren. Era un tono pieno di dolore. La voce spezzata dall ineluttabilità di quella decisione,mai ufficializzata, ma che veleggiava nell' aria tra loro, come un fantasma pesante.

Nana si alzò dal water, si tirò su le mutande e si lavò il viso. Mai avrebbe fatto vedere al suo ragazzo che stava piangendo.

"Sai come la penso, Ren, sulle storie a distanza.... Se non posso tenerti con me, non posso abbracciarti, non posso baciarti o fare l.amore con te, che senso ha stare insieme?"

Cadde il silenzio, mentre la ragazza rientrò in stanza, rivestendosi senza degnare di uno sguardo il suo amato. Se lo guardava era finita. Si concentrò sul tessuto che stava indossando, sui pantaloni in pelle, sul chiodo nero....

Finché non udì due braccia cingerla a sé e farla sedere sul letto, la schiena stretta al petto di lui, il suo viso affondato tra le sue scapole.

"Nana...."

La ragazza chiuse gli occhi, sentendo che il ragazzo dietro di lei stava inequivocabilmente piangendo.

Se fosse stata una ragazza come tutte le altre avrebbe scalpitato e fatto i capricci affinché lui non partisse o partisse con lei.

Ma non era giusto. 

Era il suo sogno.

E lei non poteva tenerlo legato a lei per nessun motivo al mondo.

Lo amava tanto da volerlo libero.

Lo amava tanto da lasciare che restasse senza di lei

"Ti amo, Nana....Ti amo tanto"

 Nana non rispose, non lo guardò, non cedette all impulso di urlare, di piangere, di supplicarlo di restare.

Sarebbe stata forte.

Lo avrebbe accompagnato in stazione,fino al suo posto sul vagone, lo avrebbe baciato per l ultima volta nel corridoio del treno.

Un bacio quanto più lungo possibile.

Perché era l ultimo bacio che dava al ragazzo che amava. 

Poi si sarebbe girata, sarebbe scesa dal treno e sarebbe sparita per sempre dalla sua vita.

Era giusto così.

Era maledettamente giusto così.

La ragazza sospirò, stringendo le braccia di lui su di sé per un attimo che fu lunghissimo e allo stesso tempo breve.

Il pallido sole illuminava sempre più la loro stanza.

La sveglia ticchettava le sette di mattina.

Nana sospirò.

Era giunto il momento dell' addio.

"Andiamo, prendi la valigia, Nobu e Yasu ci stanno aspettando"

   
 
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