Al Luna Park
Questa storia partecipa alla challenge #MayIwrite del gruppo Facebook Non solo Sherlock – gruppo eventi multifandom
Prompt: Zucchero filato - Giorno libero – Non devi ringraziarmi
Steve quel sabato era particolarmente abbattuto. La sua domanda per entrare nell’esercito era stata respinta per l’ennesima volta per mancanza dei requisiti fisici, sua mamma era a letto con la febbre, e Bucky non si sarebbe visto nemmeno per quel weekend dato che, a differenza sua, aveva passato la selezione come militare e il suo tempo libero scarseggiava.
Aveva appena tirato fuori il suo blocco per disegnare quando il campanello di casa suonò, così andò ad aprire incuriosito, quel giorno non aspettavano nessuna visita.
Il sorriso tornò sulle sue labbra appena vide Bucky sulla soglia.
“Ehi ciao! Sono proprio contento di vederti! Ma hai mica chiesto un permesso in caserma per tornare a casa? In ogni caso vieni dentro, se vuoi ti offro un caffè!”
Bucky scosse la testa sorridendo anche lui.
“No, questo weekend non sono in servizio, e oggi ho la giornata libera! Ora prendi la giacca che usciamo!”
Steve provò a opporsi ma Bucky fu irremovibile.
Meno di un’ora dopo stavano entrando al grande luna park di Coney Island, come quando erano bambini.
Steve sapeva che Bucky non avrebbe accettato altre questioni, così evitò di farne, godendosi semplicemente la giornata e il tempo trascorso insieme.
Il cielo cominciava a imbrunire quando i due ragazzi, stanchi ma felici, si avviarono all’uscita.
Steve all’improvviso però si fermò davanti a una bancarella.
Bucky sorrise notando a sua volta cosa aveva visto.
“Ne vorresti un po’?” chiese rivolto all’amico che osservava entusiasta come lo zucchero filato prendesse forma nel macchinario.
Steve provò a negare imbarazzato, insomma, non erano più dei ragazzini! I suoi occhi però dicevano l’esatto contrario. Bucky ignorò così le sue rimostranze e lo comprò lo stesso.
Una volta fuori dal luna park si sedettero su una panchina a mangiare lo zucchero filato mentre guardavano distrattamente il mare.
Una volta finito però non si alzarono, nonostante fosse ormai buio già da un po’.
“Bucky grazie per questa bellissima giornata.”
“Non devi mica ringraziarmi. Siamo praticamente cresciuti insieme, lo so che da quando sono partito ti manca trascorrere del tempo insieme, manca tanto anche a me!”
Steve sospirò, era tutto più semplice quando erano piccoli.
“Bucky…”
“Steve, per favore, non aggiungere altro! Non roviniamo proprio ora la giornata…”
L’amico allora tacque. C’erano tante cose che avrebbe voluto dirgli, ma forse era meglio godersi il momento, lasciando perdere il resto.
Gli sguardi dei ragazzi s’incontrarono. Non ci fu bisogno di altre parole per capirsi, le loro labbra si unirono in un bacio, evoluzione naturale di sentimenti cresciuti nel tempo ma che non avevano mai avuto il coraggio di esprimere ad alta voce.
Steve fu il primo a staccarsi, felice ma imbarazzato, mai avrebbe pensato che l’amico, per quanto gli volesse un bene dell’anima, potesse ricambiare.
Bucky fece un sorriso incoraggiante.
“Io per te ci sono sempre stato, e anche se saremo lontani, ci sarò sempre! Ora però andiamo a casa, quella povera donna di tua madre penserà che ti sei di nuovo cacciato in qualche guaio!”
Steve rise, alzandosi dalla panchina.
“Se anche fosse, non deve preoccuparsi, sa che ci sei sempre tu ad aiutarmi!”
Bucky si alzò a sua volta, lo afferrò da dietro, scompigliandogli i capelli.
“Scemo che sei!”
“Veramente hai cominciato tu!” rispose Steve rigirandosi tra le sue braccia. Gli stampò un veloce bacio sulle labbra e poi si mise a correre, ridendo divertito, come quando erano bambini.
L’amico scosse la testa e poi si affrettò a seguirlo. Certe cose non sarebbero mai cambiate.