Non posso che essere soddisfatta del mio secondo posto a pari merito con Princess Hina e, ancor di più, del premio Angst.
Ringrazio la nostra giudice, oKelio, per la puntualità e la precisione nei giudizi, e mi complimento con tutte le altre partecipanti.
Link al contest: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8685860&p=1
Note
autore: Si tratta di una What if in cui Sasuke,
dopo essere stato soccorso dai ninja di Konoha al termine della
battaglia con Itachi, viene riportato al Villaggio della Foglia. Il suo
ritorno muta irreparabilmente il rapporto che si è creato fra
Naruto e Sai, portando quest’ultimo a prendere una decisione estrema e
irrazionale. Forse Sai risulterà un po’ OOC, ma in fondo la
gelosia rende tutti un po’ pazzi.
La gelosia si nutre di sospetti, e si trasforma in furia o
muore nel momento in cui il sospetto si tramuta in certezza.
(François de La Rochefoucauld)
Non è stato così
difficile riuscire ad entrare, per uno come me è stato
un gioco da ragazzi.
Konoha riposa tranquilla, le strade
deserte e debolmente illuminate dall’ultimo quarto di luna hanno celato
i miei passi.
Fuggire nella cuore della notte, abbandonare il nostro letto e giungere sin qui, davanti alla sua finestra, per introdurmi come un ladro nella sua stanza approfittando dell’oscurità; perché non posso far altro che disprezzarlo? Cosa scalda il mio animo ogni volta che si parla di lui? Quando tu parli di lui…
La mia mano afferra il kunai, si muove come se seguisse un automatismo.
Avrei dovuto farlo tempo fa…
La lama scende lentamente nella
carne; attraversa la pelle, trapassa i muscoli, cercando di raggiungere
il suo obbiettivo.
L'odore acre del sangue sale lungo le narici, scendere fino
in gola, impregnandola con il suo retrogusto metallico.
Quante volte il mio
kunai ha stroncato le vite dei miei nemici lasciandomi impassibile.
Non conoscevo ne pietà ne rimorso, mi era stata insegnata
unicamente l’obbedienza.
Ma ora è tutto diverso, molto diverso...
E’ merito tuo, Naruto.
Non sono più quello che ti osservava con sufficienza, ritenendoti un inetto. Non ho dimenticato l’espressione collerica dipinta sul tuo volto nel giorno del nostro primo incontro: non sopportavi che prendessi il suo posto ed io non capivo perché dovessi dannarti l'anima per un traditore, una minaccia per il villaggio che vuoi proteggere.
Ho sostenuto il tuo sguardo carico di
rabbia e disprezzo, ricambiandolo con la totale inespressività
del mio volto, con sorrisi fasulli capaci unicamente
di accrescere l'evidente odio nei miei confronti.
A quel tempo non conoscevo nulla di
te, del tuo passato, di quel tuo legame così dannatamente
importante e profondo; ad essere sincero nemmeno m'interessava. Nulla
mi legava a te, solo la necessità di infiltrarmi fra
voi per poter eseguire con successo la missione affidatami dal mio
signore.
Tradire la vostra fiducia, se così si poteva definire il rapporto che ci univa, non mi costò nulla; avrei raggiunto il mio scopo senza alcun rimorso, senza esitazione, avrei ucciso Sasuke Uchiha.
Ne ero certo, almeno sino al tuo arrivo...
Non posso dimenticare la rabbia con cui stringesti la mia felpa e il disprezzo con il quale mi fissasti una volta raggiunto il covo di Orochimaru. Neppure davanti alla palese verità, quando ti dissi che a Sasuke non importava nulla di te, smettesti di credere che, in qualche modo, l’avresti salvato. Avresti affrontato il Sannin rischiando la tua vita per la sua nonostante tutto.
E’ stato proprio quel tuo ostinato
desiderio, quella tua incomprensibile cieca speranza, ad
incuriosirmi.
Per uno come me a cui è stata tolta per anni la
possibilità di provare qualsiasi emozione, persino il
dolore per la morte di colui che considerava un
fratello, comprendere un sentimento così radicato,
così vivo e sentito, era impossibile. Per questo desiderai
vedere con i miei stessi occhi quel legame: volevo capire, ne
sentivo la necessità.
Quel giorno mi fidai di te, di quel tuo sorriso sincero, così
contagioso da farmi riscoprire il mio. Per te, per quel calore che solo
tu sai trasmettere, per la prima volta nella mia vita tradii il credo
ninja a cui ero stato rigidamente educato.
Per quegli intricati cunicoli ti aiutai a cercare il giovane
Uchiha, mettendo da parte la mia missione e ricavandone unicamente quel
suo bieco tentativo d'ucciderti. Se non l'avessimo fermato,
probabilmente sarebbe andato sino in fondo, ti avrebbe ammazzato senza
alcun rimorso.
Sapevo che sarebbe finita così, lui non ti merita, non ti ha mai
meritato.
Per questo sono qui, per proteggerti. Metterò fine alla tua sofferenza, alla mia sofferenza.
La lama scende, mentre la luce
della Luna illumina a malapena la stanza.
La macchia scarlatta si spande sul
candido lenzuolo di lino portandosi via con sé la sua vita.
La mia mano è ferma.
Nonostante il suo sguardo gelido e quelle parole
taglienti, hai continuato a lottare per lui; non ti sei mai fermato,
impegnando tutto te stesso in quella disperata ricerca, in
quell'incessante tentativo di mantenere fede ad una promessa forse
troppo grande perfino per te. Definisci “amico” chi ha cercato di
strapparti la vita per capriccio, ma com’è possibile che questa
sia amicizia?
Che cosa ti lega realmente a lui? Cosa?
Ora mi chiedo come mai non ho trovato dentro di me il coraggio di porti questa domanda; forse perché in cuor mio la risposta è sempre stata così evidente da essere temuta, rimossa, intenzionalmente ignorata.
Credo ci sia una linea sottile che
divide l’amicizia dall’amore, ed io l’ho imparato sulla mia pelle.
Da quando sei entrato nella mia vita ho cercato in tutti i modi di
sopperire alle innegabili carenze comunicative e relazionali
dovute ai lunghi anni trascorsi nella Radice, ma ciò
che s'impara sui libri non sempre corrisponde alla realtà.
Stando al tuo fianco ho capito che non è possibile sintetizzare
il significato di sentimenti ed emozioni usando semplici parole, non ne
esistono di adatte per descrivere ciò che l’animo umano
può provare in determinate situazioni. Non è facile
esprimere ciò che ci lega a chi ci sta accanto e, spesso,
l’amore può essere mascherato inconsciamente dietro
all’amicizia. Forse per troppo pudore, forse perché si teme di
sbagliare, di poter rovinare un rapporto costruito con fatica, e chi
può saperlo meglio di me.
Sento il suo battito rallentare,
divenire flebile.
Lentamente la sua vita si spegne.
Non capirai mai il perché
delle mie azioni, mi odierai.
Quei baci dal sapore alcolico, quei gemiti prima sommessi e poi lasciati liberi di esprimere ogni nostro lussurioso desiderio, le tue unghie sulla mia schiena e quel dolce sussurro “resta”; tutto sembrava così surreale. Quella sera ho creduto che fosse solo un sogno, creato ad arte dalla quantità di sakè bevuto in compagnia per festeggiare la missione conclusa. Solo quando il sole, entrando delicatamente dalla finestra socchiusa, ha illuminato il letto disfatto obbligandomi a dischiudere gli occhi, solo allora, vedendoti steso al mio fianco coperto unicamente dal lenzuolo ed osservando le mie mani cingerti ancora i fianchi, mi resi conto che era successo veramente. Quella fu la prima volta in cui ammisi a me stesso di desiderarti. Quella mattina, disteso nel tuo letto, sentendo il calore del tuo corpo dolcemente appoggiato al mio, respirando a fondo il profumo della tua pelle, capii l’abissale ma sottile differenza fra amicizia e amore.
Ho sempre creduto fosse la prima ad unirmi a te, invece…
Attesi quasi con paura che ti svegliassi, credendo che quell’attimo di felicità potesse evaporare insieme all’alcool della sera prima. Che sciocco, avevo già paura di perderti. Fortunatamente i miei timori si dimostrarono infondati, quel bacio a fior di labbra che mi donasti al tuo risveglio cancellò ogni mio dubbio.
Fino a pochi giorni fa ho creduto che i miei sentimenti fossero corrisposti, tutto sembrava confermarlo: le successive notti di passione, i baci furtivi scambiati durante le missioni lontano da occhi indiscreti, i tuoi sorrisi, i nostri sguardi, tutto sembrava così dannatamente perfetto.
Ho assaporato la felicità, ho sfiorato il cielo con un dito, ma si sa, più si sale in alto, più è doloroso l’impatto quando si devono fare i conti con la dura realtà.
Riconosco i tuoi passi alle mie
spalle, non ho bisogno di voltarmi per avvertire il tuo disprezzo.
Non credevo d’essere scoperto, non
ora, con le mani ancora sporche del suo sangue.
Avverto un dolore lancinante
al’addome, le mie gambe tremano.
I miei occhi sbarrati incrociano i
tuoi, le tue pupille scarlatte e cariche di odio, gli occhi della Volpe.
Ecco la risposta che aspettavo.
Da quando lui è riapparso, da quando Sasuke è tornato a Konoha, tu sei cambiato.
Ferito, bisognoso di cure, solo; lui ha catalizzato ogni tua attenzione. Me ne sono reso conto fin da subito, da quando lo trovammo steso al fianco del cadavere del fratello. I tuoi occhi si sono illuminati come non mai quando Sakura ci confermò la presenza del battito cardiaco. Lui era lì, vivo, sarebbe tornato da te; ciò per cui avevi lottato incessantemente per anni si stava realizzando.
Incredulo, lo sollevasti con infinita dolcezza, stringendo il suo corpo in un caldo abbraccio, lasciando finalmente libere quelle lacrime di gioia conservate da troppo tempo.
Tutto mentre alle tue spalle io vedevo il mio mondo crollare, infrangersi in mille pezzi sotto la forza di quel dannatissimo legame.
Senza dire una parola, ancora incosciente, lui ci stava già separando.
Da suo ritrovamento sono passati solo alcuni giorni ma tutto è stato irrimediabilmente stravolto.
Nonostante mi sforzi di sorridere come se nulla fosse cambiato, sto male.
Mi rendo conto che continui a stare con me, ma il tuo cuore è con lui: ogni secondo del giorno, i tuoi pensieri sono rivolti a Sasuke, persino mentre mi baci desideri lui. Lo sento, non sono uno stolto.
Ogni giorno entri in questa stanza d’ospedale, sorridi e soffri per lui, i tuoi occhi si illuminano quando incrociano i suoi più di quanto non facciano quando si posano su di me.
Non posso più ignorare l’evidenza anche se mi fa male doverlo ammettere: non è certamente l’amicizia ad unirti a Sasuke.
Eppure lui non è cambiato, è freddo e distaccato, ti tratta come se fossi un idiota…
No, lui non ti merita!
Per questo sono qui, per impedirgli di farti nuovamente del male.
Sento la ferita bruciare, le mie
gambe vacillano.
Il sapore del sangue in gola si fa
sempre più forte.
Questa volta è la tua mano
ad essere ferma, mentre spinge con forza la lama.
Anche se non te l’ho mai detto esplicitamente Naruto, io ti amo e per questo non voglio che tu soffra, soprattutto lui. Vorrei dirtelo ora ma non ne ho la forza, il sangue blocca persino i miei respiri.
Non sono come lui, non ti farei mai del male, anche se ora non riusciresti a credermi.
Vorrei che sapessi perché l’ho fatto, vorrei poterti spiegare, ma la vista si offusca e i contorni del tuo volto si fanno sempre più imprecisi.
Lentamente mi accascio, percependo a malapena il tuo interrogativo.
“Perché?” Mi domandi, mentre ancora mi fissi con quegli occhi insanguinati mantenendoti a distanza.
Potrei darti diverse risposte, tutte sincere: perché ti amo, perché non voglio perderti, non per lui, perché senza di te io sarei ancora un fantasma; ma tutto ciò che esce dalle mie labbra è un inutile “Perdonami”.
I tuoi occhi mutano colore, tornando di quel meraviglioso azzurro cielo, li vedo inumidirsi, velarsi di lacrime. Ti chini su di me e, per l’ultima volta, mi concedi il calore del tuo abbraccio.
Le mie palpebre si chiudono lentamente nonostante i miei sforzi per restare sveglio.
La morte sopraggiunge, privandomi per sempre della possibilità di spiegarti ogni cosa.
Forse ho sbagliato
tutto.
Forse non l’ho
nemmeno fatto per te.
Forse ero solo
insicuro o, più semplicemente, non volevo essere un
banale rimpiazzo.
No, non è
stato l’Amore a guidare il mio kunai.
Forse era solo
Gelosia.
Perdonami Naruto.
(secondo posto parimerito)
<< Gelosia >> di neji4ever
Livello ortografico + Lessico : 9.5(10) Ottimo lessico, solo qualche
errorino di distrazione, niente di grave che non possa essere risolto
con una bella rilettura.
Trama (come sarà strutturata) : 9.8(10) Un po’ di confusione tra
i pensieri e le azioni di Sai, ma credo che tutto sommato la fic sia
strutturata più tosto bene, e malgrado i pensieri e le azioni mi
abbiano arrecato come già detto un po’ di confusione mi hanno al
contempo affascinato.
Originalità : 5(5) Il SaiNaru si sta espandendo, ma non ho mai
letto di un Sai così ossessionato, così geloso, appunto,
da arrecare morte a qualcuno di caro a Naruto.
Caratterizzazione dei personaggi : 4.5(5) Anche se c’è lo vedo,
nel carattere di Sai purtroppo non abbiamo mai visto la gelosia (almeno
fino ad ora) e Naruto mi è sembrato un pochino troppo affrettato
nel dar morte a qualcuno che dice di amare, o comunque che ritiene
importante.
Attinenza alla traccia :5 (5) Anche tu hai centrato in pieno ciò
che volevo.
Gradimento personale : 1.8(2) Una fic che ho adorato, nella follia del
gesto estremo di Sai e in quell’ultimo abbraccio di Naruto. L’ho detto?
Inizio ad amare questa coppia! Ma Sai lo vedrò sempre e solo con
Sakura, temo.
Giudizio della giudice : Pur essendo una novizia nell’arte dello yaoi
(concedimelo, dopo tutte le ore passate a discuterne con la collega ho
iniziato a seguire la filosofia dello yaonesimo anch’io xD) ti sei
cimentata benissimo con questa coppia, se pur ne hai alterato un po’ i
caratteri esasperandoli forse. Eppure li ho trovati perfetti, dolci
malgrado il gesto. Brava!
Totale : 35.6 (37)
Un grazie di cuore a chi ha letto e, soprattutto, a chi spenderà due secondi del suo tempo per lasciarmi un commento XD
Alla prossima^^
Nejiko