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Autore: Aribrus    12/08/2024    0 recensioni
Aziraphale arrivò in Paradiso senza aspettarsi fanfare o cori di benvenuto, ma il silenzio del grande salone immacolato e deserto, non lasciava spazio a dubbi. La promozione ad Arcangelo Supremo non era andata giù a nessuno. Certo... alcuni potevano non saperlo, ma in Paradiso le voci facevano presto a girare e se qualcuno fosse stato contento delle decisioni prese dall'alto, lo avrebbe esternato con una seppur timida presenza.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Good Omens parte terza

Capitolo primo

Aziraphale arrivò in Paradiso senza aspettarsi fanfare o cori di benvenuto, ma il silenzio del grande salone immacolato e deserto, non lasciava spazio a dubbi. 

La promozione ad Arcangelo Supremo non era andata giù a nessuno. Certo... alcuni potevano non saperlo, ma in Paradiso le voci facevano presto a girare e se qualcuno fosse stato contento delle decisioni prese dall'alto, lo avrebbe esternato con una seppur timida presenza. 

Aziraphale sentì freddo, sensazione improbabile per un Angelo ormai discorporato.
Eppure le sensazioni umane ancora gli appartenevano suo malgrado e quella non-accoglienza gli rese chiaro che, qualsiasi fosse stato il suo compito lì, non sarebbe stato facile. 

A questo si aggiunse la mancanza quasi fisica (sempre più curioso in un' anima senza corpo) di Crowley, rimasto sulla Terra deluso, ferito e privo, come lui stesso era, della speranza di rivedersi presto. 

Negli ultimi tempi si erano visti più spesso che in seimila anni di conoscenza e la cosa piaceva ad entrambi, al punto che anche lui era stato costretto ad ammettere a se stesso che non si trattava di mera complicità o di semplice amicizia.
Era amore. Senza ombra di dubbio.
Lui lo conosceva bene e l'aveva percepito e riconosciuto chiaro e potente in quel bacio disperato e doloroso. 

In fondo lo aveva sempre intuito, perché lo aveva spesso percepito, ma ammetterlo, soprattutto a se stesso, era stato talmente difficile che solo 6000 anni e la minaccia concreta di non rivedersi più, se si esclude il non-Armageddon, erano riusciti a sbloccarlo. 

Si erano lasciati senza chiarimenti e senza programmi, con una domanda tra le labbra.
Le sue labbra...
Come bruciava quel bacio dolente. 

Aziraphale sapeva cosa voleva fare, aveva un piano ben chiaro in mente e sperava di riuscire a realizzarlo in tempi non troppo lunghi.

Quando avesse risolto certe questioni che gli premevano molto, avrebbe cercato di nuovo Crowley e il suo perdono.

Già sapeva che l'avrebbe avuto alla fine, perchè l'amore parla la sua lingua e il perdono è il suo dialetto più familiare. 

E poi Crowley era il suo demone e lui lo conosceva in ogni espressione, ogni reazione, ogni emozione.

Lo aveva osservato e a sua volta era stato osservato, lo sapeva bene, fino al punto che la loro conoscenza reciproca era divenuta quasi totale.

Al momento giusto avrebbe saputo trovare le parole, almeno lo sperava. 

Intanto il Metatron continuava a fissarlo con uno sguardo strano, a metà fra il benevolo e il maligno e, francamente, Aziraphal lo trovava un tantino inquietante, ma preferì non indagare, anche perché era in attesa di ricevere istruzioni e di avere una chiara idea di quali fossero i suoi limiti operativi. 

Il Metatron lo accompagnò in una zona chiusa, che definì il suo nuovo ufficio.

In effetti non aveva pareti, ma come una specie di campo di energia che ne impediva la vista e l'accesso senza autorizzazione dello stesso Aziraphal. 

Il Metatron batté le mani e subito comparvero plichi e cartelle su un piano, anch'esso bianco, che fungeva da scrivania. Indicandole con l'indice disse che, per cominciare, vi erano alcune faccende urgenti da terminare che Gabriele aveva lasciato a metà prima della sua vergognosa fuga d'amore.

(Aziraphale si chiese quando mai una qualunque cosa dettata dall'amore potesse essere vergognosa, ma tenne per sé quella considerazione, non era lì per litigare, tanto meno con il Metatron)

Guardò la torretta di incartamenti con aria rassegnata e, rivolgendosi al Metatron, finalmente parlò:

"Farò quello che ci si aspetta che io faccia" disse guardandolo dritto negli occhi 

"Ma intendo apporre dei cambiamenti e vorrei che fosse chiaro da subito"

"La voce di Dio lo fissò in silenzio per un istante e poi annuì leggermente

"Come Arcangelo Supremo hai carta bianca su molte decisioni e potrai muoverti con estrema libertà" disse calmo

"Ma dovrai assoggettarti al consenso divino e nulla potrà essere fatto senza la Sua approvazione, su questo voglio essere chiaro da subito anche io" disse nuovamente guardandolo a sua volta.

Aziraphale si strinse le mani e alzando lo sguardo al cielo mormorò

"Non farei nulla che Lei non voglia". 


Il Metatron sorrise a suo modo, con quel sorriso a metà tra una smorfia e un ghigno lasciandolo solo nel suo nuovo e candido ufficio.

Aziraphale schioccò le dita e si lasciò cadere sulla  poltrona appena creata e che non poté evitare di realizzare in pelle nera, come quella che aveva Crowley nel suo appartamento a Mayfire.




N.d.A. Ciao a tutti e scusate ogni cosa, dagli eventuali errori alle cose che dimentico. E' la prima volta che pubblico e ho scritto questa prima parte della trilogia in una notte, quindi abbiate pietà! :) Grazie! Sarà gradita ogni recensione.
   
 
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