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Autore: Isa is smiling    24/09/2009    2 recensioni
Missing-Moment dell Fanfiction "Quel bastardo di un Jonas!" "Si incamminò verso la panchina in cui prima era stata seduta Sara, lasciando la ragazza che lo accompagnava, in quel momento poco importante.Si strinse di più nel suo cappotto e attorcigliò meglio la sciarpa che portava al collo. Una sua sciarpa. La sua preferita."
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kevin Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Posto questo Missing-moment sulla mia fan-fic “Quel bastardo di un Jonas!”.

Ci tengo a precisare che i fatti che racconto qui non fanno parte della storia.

Ho usato solamente gli stessi personaggi.

L’ho scritta in uno strano momento. In effetti, non ha nè capo nè coda

Non mi dilungo troppo. Spero vi piaccia e che commentate in tante! <3

Grazie, Isa.

 

Le parole che non ti ho detto, Kevin.

 

 

Seduta sulla panchina di quel piccolo parco –caffè caldo e I-pod alla mano- Sara lo osservava. Camminava mano nella mano con quella ragazza che lei sapeva essere perfetta per lui. Piaceva alla sua famiglia, ai suoi fratelli, non creava casini. Non che lei facesse niente di tutto questo, ma lei era migliore.

Ridevano. Sembravano apparentemente felici.

E forse lo erano davvero.

Come poteva permettersi lei, dopo tutti quei mesi, di tornare nella sua vita, come un treno in corsa?

O, magari, stava facendo troppo rumore per nulla.

Non aveva preso in considerazione il fatto che lui l’avesse potuta dimenticare.

Si sarebbero salutati, avrebbero scambiato quattro chiacchiere impacciate e poi ognuno per la sua strada.

Come due estranei.

A quel pensiero una lacrima malandrina era scappata sulla sua guancia, lasciando via libera a tutte le altre, troppe, per poter essere trattenute.

Impugnò meglio il sua caffè, rischiando di farlo fuoriuscire e posò l’I-pod nella tasca esterna della borsa.

Si strinse di più nel suo cappotto e attorcigliò meglio la sciarpa che portava al collo. La sua sciarpa. Una delle sue preferite, che lui le aveva regalato prima della partenza.

Quando il progetto era finito Sara aveva deciso, contro le aspettative di tutti –e soprattutto quelle di Kevin-, di trasferirsi in Europa per studiare musica.

Ma il loro amore avrebbe resistito, si dicevano.

Sarebbero andati avanti.

Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.

Erano andati avanti, è vero, ma ognuno per la propria strada.

O ci provavano, almeno lei.

Ogni cosa le ricordava lui, ogni ricordo, ogni momento era impresso nella sua mente con indelebile cattiveria.

E la faceva stare male.

Si alzò per lasciare quel parco poco affollato, ma la sfortuna, come d’altronde tutti sanno, ci vede benissimo, al contrario della sua acerrima rivale.

Il foglio che teneva nella tasca sinistra del giubbotto scivolò via dal suo controllo, andando a fermarsi tra i piedi di un ragazzo lì vicino. Quel ragazzo.

Sara non fece in tempo ad alzare gli occhi che Kevin la stava già guardando. Lei ricambiò il suo sguardo per dei momenti infiniti, gli occhi ancora lucidi di pianto, mentre il mondo attorno a loro perdeva significato.

 

***

 

Kevin si piegò e raccolse quel foglio stropicciato –vissuto, avrebbe detto lei- e cominciò a leggere. Non ascoltava più quella che in teoria doveva essere la sua fidanzata, ma che in pratica era solo un passatempo.

Si, un passatempo.

Che c’è? Kevin Jonas non è il santo che tutti si aspettano, ha anche lui i suoi momenti no –le sue debolezze, avrebbe detto lei-.

Diceva così:

 

Caro Kevin,

Ti ricordi quel film che vedemmo insieme, “Le parole che non ti ho detto”? Quello per cui piangemmo una notte intera!

 

Se la ricordava bene quella sera. Erano rimasti a parlare per ore, piangendo come dei disperati al pensiero di quel film, per poi addormentarsi sul divano abbracciati. Felici.

 

Beh, questa lettera dovrebbe portare il suo stesso nome. Qui, su questo foglio, sono riportate tutte le cose che non hai mai saputo.

E che, forse, non saprai mai.

Sono tornata.

L’esperienza in Europa è stata una delle più belle della mia vita, secondo soltanto al periodo trascorso con te.

Ho studiato, ho conosciuto nuove persone, ho visto.

Ma non c’eri tu. 

Mi mancavi nel letto troppo vuoto. La mattina quando la mia casa era troppo silenziosa.

Ma piano piano si fa l’abitudine.

I primi tempi agognavo le tue e-mail, speravo in qualche telefonata.

Poi, il nulla.

Non è certo colpa tua, però.

Neanche io avevo la forza di sentire la tua voce e sapere che a separarci c’erano un oceano e tanti chilometri di distanza.

 

“Sei mancata anche a me. Mi manchi. Ancora” pensò il giovane, stringendo di più il foglio tra le mani.

 

È giusto che tu ti rifaccia una vita, come dovrei fare anch’io.

Ci provo, senza dubbio, ma la verità è che non riesco ad essere me stessa.

Tutto quello che era la mia vita prima di incontrarti mi sembra un grande, assurdo sbaglio, perché non c’eri tu a completarla.

Ma queste sono solo le parole di una giovane innamorata.

Mi piace ricordare di noi come una coppia, nel dolore trovo un barlume di speranza.

No, non sono melodrammatica, solo innamorata.

 

“Proprio come me” constatò Kevin.

 

E lei, com’è?

E’ bella, senza dubbio!

Sembra anche intelligente, e carina, e simpatica.

 

Sorrise.

 

So che starai sorridendo, chiedendoti mentalmente se sono gelosa.

Si, inutile negarlo. Sono più che certa di dover esserci io al suo posto.

 

Il sorriso si allargò di più, velato comunque da quel po’ di malinconia. Kevin si girò a guardare verso il punto in cui l’aveva vista. E lei non c’era più.

 

La Sara che sta scrivendo questa lettera è diversa da quella che tutti conoscono.

È malinconica, esuberante, cocciuta, orgogliosa.

Egoista.

Sono egoista perché, pur sapendo che ti sei rifatto una vita, sono tornata a cercarti.

 

“No, non mi sono rifatto una vita. La mia vita sei tu.” E una lacrima solcò il suo viso e le sue lentiggini, quelle che a lei piacevano tanto.

 

Non piangere Kevin, se lo stai facendo.

 

Sorrise di nuovo, continuando a leggere le ultime poche righe.

 

Se è destino ci rincontreremo. Magari verrò a cercarti di nuovo.

Ti amo. Da sempre e per sempre.

                                                                                                      

 

                                                                                                               Sara

 

Kevin scoppiò il un pianto silenzioso, proprio come lei avrebbe voluto.

“Se vuoi piangere, fallo. Non vergognarti di niente.” ripeteva sempre.

Si incamminò verso la panchina in cui prima era stata seduta Sara, lasciando la ragazza che lo accompagnava, in quel momento poco importante.Si strinse di più nel suo cappotto e attorcigliò meglio la sciarpa che portava al collo. Una sua sciarpa. La sua preferita.

  
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