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Autore: giuliaCRDL    24/09/2009    1 recensioni
due amiche e la loro vita scolastica, lavorativa e sentimentale.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore delle macchine in strada, lo scalpiccio dei pedoni, lo strillare dei venditori ambulanti, la pioggia che picchetta sulla finestra, il tubare di due piccioni al riparo dalla pioggia sulla mia finestra…il rumore assordante della sveglia

_____Loves, Friends and Milkshake____

 

Claudia

Il rumore delle macchine in strada, lo scalpiccio dei pedoni, lo strillare dei venditori ambulanti, la pioggia che picchetta sulla finestra, il tubare di due piccioni al riparo dalla pioggia sulla mia finestra…il rumore assordante della sveglia.

7 e 30. comincia l’inferno.

Mi alzo a fatica e mi avvio verso il bagno ciondolando.

Accendo la doccia, mi giro e vedo un ammasso di capelli che mi fissa allo specchio. No, quella sono io. Che faccia! Anche ieri sera sono stata troppo sui drink. Non mi sono nemmeno levata il trucco. Faccio troppa pena…

Mi tolgo il baby doll, il tanga super sexy che mi ero messa per l’occasione e mi infilo sotto la doccia. L’acqua è calda, mi rilassa, e riesco a pensare a me. Mentre apro lo shampoo e lo verso sui capelli penso all’ultima settimana. Una giravolta di colori, odori e sapori mi riempie la testa. Feste da sballo, ragazzi da urlo e tante lacrime amare. Sono stanca, vorrei trovare un ragazzo a posto, che mi ami e che io ricambi.

Come Sara.

L’acqua scorre calda, mi fa quasi riaddormentare, ma il telefono squilla.

 

Sara

La sveglia di Claudia suona. Sempre troppo presto per i miei gusti. Resto in dormiveglia. Piove. E io resto sotto le mie coperte calde. Cerco di riaddormentarmi, visto che lo studio apre alle 9 ed è a 10 minuti da casa nostra. Sento che è in bagno.

Io intanto sonnecchio sotto le coperte. In questi momenti vorrei che il tempo rallentasse e mi permettesse di godere i rumori fuori dalla finestra e il calore delle coperte.

In quel breve attimo tra sonno e sveglia, proprio quando il tepore del sonno mi avvolgeva di nuovo, uno squillo. Un altro. Un altro ancora. “Stupido telefono!!!! Muori!!!”.

_Pronto?

_Claudia?

_No.

_Me la puoi passare?

_Chi sei?

_Un amico….me la passi?

_Senti amico te prova a chiamare di nuovo a quest’ora e io ti faccio rintracciare la chiamata, vengo da te e ti sego la testa…ok? Manda un messaggio la prossima volta, ok?

_Sissignora.

_Bene.

 

Claudia

Povera Sara. Essere svegliata parzialmente dalla sveglia e totalmente dal telefono. Io intanto sono uscita dalla doccia, e già mezza vestita.

_Cla?

_Dimmi…

_Era  un ragazzo, ma l’ho trattato un pochino male…mi dispiace..non era nemmeno il mio telefono…

_Ma va.. lo richiamerò io più tardi…comunque, parlando d’altro…ieri sera non ho visto nulla di Marco in giro, non è venuto?

_No, era stanco morto e voleva riposare un po’…

_Allora perché non sei venuta con me??? Era una super festa!!

_ …..per evitare di avere dei sacchetti della spesa esselunga come li hai tu…

Mi girai verso lo specchio per guardarmi più da vicino, e vidi due cose oscene e gonfie sotto i miei meravigliosi occhi azzurri…

_Dio!!!! Perché invece di stare qui a chiacchiera non me lo hai detto appena entrata in bagno???? Oddio, ora come faccio?? Che ci metto??? Salto la lezione. Si. Si. Farò così. Si. È la cosa migliore.

_Santa miseria Cla! Mettiti gli occhiali con la montatura spessa e non si vede…

_No!! È una vita che non mi metto gli occhiali, mi prenderanno tutti in giro!!!

_Non siamo alle elementari, Claudia.. conoscendo la tua fortuna farai ancora puù strage di cuori, miss intellettuale porcona….

Si mise a ridere, gonfiando il seno e tirando in fuori le labbra a prendermi in giro, sculettando esageratamente mentre usciva dal bagno.

_Ti odio Sara!! Aiutami, invece di darmi della porcona!!

_ Io ti ho aiutato, sei te che non vuoi seguire il mio consiglio..

_Quindi dici che è ok?

_Dico che è ok…

_Allora montatura rossa o blu?

_Dipende che ti vuoi mettere…

Non avevo ancora pensato ai vestiti. Corsi in camera, spalancai le ante dell’armadio ikea e sbircia dentro.

_Non ho niente.

Mi voltai. Sara era appoggiata allo stipite della porta e aveva una faccia disgustata. Come se dovesse vomitare. Entrò e mi scansò dall’armadio, rimanendo lì in piedi per 5 secondi netti. Poi iniziò a cercare tra le grucce, estraendo una gonna in velluto a tubino e un paio di jeans stretti sul polpaccio, slavati, con applicazioni di strass sulle tasche. Poi si girò, senza guardarmi di striscio, e aprì il secondo cassetto del mobile vicino al letto. Estrasse due girocolli, uno rosa e uno blu. Passò al terzo cassetto, con la disinvoltura di una commessa di un negozio di abbigliamento, estraendo un golfino grigio che si abbinava da dio alla maglia rosa e ai jeans, e una maglia senza maniche, molto college inglese a rombi, blu e grigi, con le rifiniture nere e azzurre, che stavano da dio col girocollo blu e la gonna nera. Infine, per completare la sua opera, andò all’ingresso e aprì la scarpiera rosa, la mia. Estrasse un paio di stivali neri di pelle. Adatti sia per i jeans che per la gonna. Che donna meravigliosa.

 

Sara

_Se vuoi ti abbino anche le calze e il reggiseno con le mutande….

Si mise a ridere come una bambina.

_Ora non esageriamo!!! Comunque grazie, ora mi comincio a truccare, sennò non esco in tempo…

La guardai saltellare di nuovo fino al bagno, una volta entrata, girai sui talloni e mi avviai verso camera. Erano quasi le otto.

Presi dal mio armadio un jeans nero e un maglione grigio.

Infilai le pantofole e mi avviai verso la cucina.

Accesi la radio e mentre preparavo il caffè ascoltavo platinette che svanverava come al suo solito, mentre dal bagno sentivo Claudia che canticchiava una canzoncina dei cartoni.

Non era Claudia, era il mio cellulare che  suonava la sigla di lupin III.

Vidi sul display il nome di Marco.

_Bonjour!!!

_Buongiorno stella!! Ieri sera? Che hai fatto?

_Mi sono finita di leggere il libro, te, meglio?

_, veramente è passato Francesco che mi ha costretto ad andare ad una festa qui vicino..

Brutto bastardo pezzo di merda.

_ah.

_Dai piccola, non te la prendere…

_Io? Ma figurati se me la prendo…

_Bene..allora ci sentiamo per pranzo? Magari vengo da voi?

_No, ci sentiamo, perché ci sta che non torni acasa.

_ok, allora. Ma fammi sapere se torni, ok?

_Ok.

_Allora buona giornata!

_Ciao.

Dal bancone della cucina spuntò una testina bionda.

_Tutto bene?

_Non tanto…

_Ma che è successo?

_Mi ha detto che stava male per poter andare ad una festa.

_ Mi dispiace Sara..

_ Dillo a me….

Mi girai a prendere il caffè, non volevo far vedere a Claudia gli occhi lucidi.

 

Claudia

Non era un buon inizio di mattinata. Nemmeno un po’.

_Senti, io vado, ok? Stamani piove, non vorrei far tardi..

Sapevo che qualcosa non andava. Sapevo che era troppo prensto per andare. Dovevo fermarla. Parlarle. Tirarla su di morale.

_ok, vai pure.

STUPIDA!

_Ci vediamo a pranzo, ok?

_ok…

Era alla porta. Dovevo fermarla.

_Sara?

Si fermò. Ma non si girò. Brutto segno.

_Torna puntuale. Che esco prima da lezione e ti faccio una bella carbonara…ok?

_Grazie Claudia. Vado.

_bye

 

Sara

Claudia aveva intuito il mio malumore. Mentre prendevo il mio ombrello di mickey mouse pensavo a Marco. Perché mi aveva detto una bugia? Aveva un'altra ragazza? Uscii dal portone, la pioggia che picchiettava dolcemente sul mio ombrello. Mi avviai verso lo studio, certa che anche se fossi andata pianissimo sarei arrivata troppo presto. Meno male che avevo la chiave.

Come previsto arrivai presto, lo studio ancora buio.

Aprii la porta, posai ombrello e cappotto, accesi le luci, senza però alzare le tapparelle della porta.

Mi avviai verso la mia scrivania, ma c’era qualcosa che non quadrava. Qualcosa di strano. Fu allora che lo notai.

Un pacchettino rosa.

Sulla mia scrivania.

Tra le carte topografiche e gli estratti catastali, tra penne e chine, tra pinze e scotch, un pacchettino rosa.

Li per li pensai che magari il capo l’aveva dimenticato in ufficio ed era un regalo per la moglie.

Mi avvicinai, magari era accompagnato da un biglietto.

Bingo.

Il biglietto era piccolino, ma rosa pure quello.

“io lo odio, il rosa..

Era semplicissimo. Un cartoncino piegato a metà.

Davanti c’era scritto Sara, in un corsivo che ricordava il times new roman.

Dentro era ancora più anonimo.

Recava soltanto una parola.

Jazz.

 

Claudia

Povera Sara. Mentre uscivo di casa pensavo a lei, quindi non notai l’enorme pozzanghera davanti a me. Pensavo a lei quando mi sentì afferrare da dietro, una mano sulla vita e l’altra a tenere l’ombrello che mi sarebbe caduto. Pensavo a lei mentre una persona mi afferrava in quel modo, impedendomi di morire affogata in una enorme pozzanghera. Pensavo a lei, mentre mi voltavo a guardare la pozzanghera causa della mai prematura morte. Pensavo a lei mentre mi giravo a guardare chi mi aveva salvato. Pensavo a lei mentre il mio sguardo si posò su due splendidi occhi verdi. Non pensavo più a lei, mentre il mio sguardo scivolava sul naso perfetto, la bocca armoniosa, il mento leggermente sparso di barba, il collo resistente, le spalle forti. Non pensavo quando vidi la sua bocca muoversi. Non pensavo quando la sua bocca si mosse ancora, avvicinandosi alla mia. Non pensavo quando il mio cervello si attivò sul bottone “on”. Maledivo il mio cervello mentre mi rendevo conto di aver fatto un caschet con un ragazzo sconosciuto, nel bel mezzo della strada, con lui che mi chiedeva “tutto ok?” da circa mezz’ora.

_si, tutto ok, grazie..

_meno male. Mi sembravi un po’ soprappensiero mentre camminavi.

CHE FIGURA DI MERDA!!!

_già, giusto un po’.

E sfoderai il mio sorriso più dolce, sperando che cancellasse l’onta di vergogna che era scesa su di me.

Funzionò!

Mi ricambiò il sorriso con una risata squillante e pura, come il canto di un pettirosso in una giornata neosa di dicembre.

_be, allora cerca di fare più attenzione, ok?

_ok…

Ok, ero cotta.

Ma lui se ne stava andando!

_senti, posso offrirti un caffè per ringraziarti?

_mi dispiace, ma devo andare a lavorare.

Che sfiga. Lui se ne accorse, perché non se ne andò, ma continuò con la frase che mi sembrò la più dolce del mondo.

_ma se vuoi fare un brek dallo studio, io lavoro nel bar in fondo alla strada, il Madison Cafè.

Grazie Dio! Allora esisti! E ogni tanto ti fai anche vedere!

_ok.. ma come fai a sapere che studio? Sei veggente?

_no, ma sulla tua borsa c’è scritto “i’m sexy student

Dio! Prima la carotina poi la bastonata tra capo e collo!!

Feci la risatina più nervosa della mia vita e scappai come una ladra colta sul fatto.

Ma perché sono così sfigata quando trovo dei ragazzi in gamba??

 

Sara

Jazz?

E che cavolo vuol dire?

  
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