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Autore: barbyg90    25/09/2009    10 recensioni
La storia di Edward e Bella vista in maniera un po’ diversa... molto diversa! Incarnazioni e personificazioni sono il fulcro della storia... Bella non esiste ancora mentre Edward si ritrova a inseguire un'anima, l'anima che ha rapito il suo cuore.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve (così evito il problema del buongiorno o del buonasera xD), ecco il settimo ed ultimo capitolo! Sinceramente, non so come mi è venuto ma ce l’ho messa davvero tutta, pensate che l’ho anche riscritto perché all’inizio non finiva proprio così! Vabbè ja... vi lascio leggere e poi vi spiego... si, ci saranno 1000 domande, già lo so!!! Un bacioneeee

Barbara

CAPITOLO BETATO A CURA DI: Lena89 e Amalia89 grazie ragazzeee!!! Una statua d’oro non basterà mai!!!

 

 

Capitolo 7

 

Isabella

Correvo e piangevo.

In diciassette anni mi era capitato poche volte. Non avevo quasi mai versato una lacrima, ma dopo diciassette anni di menzogne i miei occhi dovevano sfogarsi.

Alberi, arbusti, rovi... tutto mi scorreva davanti agli occhi e mi appariva sfocato.

Il buio non mi faceva paura, non più, non dopo quello che avevo scoperto.

Neanche il sangue che scorreva lento dal mio polso mi faceva impressione. Ero caduta innumerevoli volte ma non ci avevo badato. Ero sconvolta, il mio cervello non riusciva a mettersi bene in funzione e nulla, ormai, era in grado di attirare la mia attenzione.

Mi accasciai a terra priva di forze e di fiato, stremata. Un raggio di luna mi illuminava facendomi sentire meno sola, ma era proprio quello il sentimento che scatenava maggiormente le mie lacrime.

Ora ero sola al mondo, avevo perso colui che per diciassette anni avevo creduto fosse mio fratello, l’appiglio a cui mi aggrappavo ogni volta che ne avevo bisogno.

Avevo paura... non mi piacevano i cambiamenti...

Mi ero sempre accorta di atteggiamenti strani ma non ci avevo mai fatto caso, non avevo mai prestato attenzione.

Tante bugie e io ci ero sempre cascata...

Un leggero fastidio sulla parte superiore della gamba destra mi fece muovere dalla posizione in cui mi ero messa.

Dalla tasca dei jeans, spuntava un foglio di carta che non avevo mai visto, fuoriusciva leggermente suscitando la mia curiosità.

Lo aprii e iniziai a leggere riconoscendo subito quella scrittura sobria ed elegante.

Era di Edward.

E dalle dimensioni sembrava essere una lettera, nessuno mai aveva scritto, ed ora, eccolo quel pezzo di carta riempito... solo per me.

La lessi  tutta d’un fiato, più volte, lasciando che quelle parole si imprimessero nella mia mente, a vita.

*Ti amo, Bella. Ti ho sempre amata... fin dal nostro primo incontro.

Anima...

... acquazzone, in un tulipano, in una farfalla e in un cerbiatto...

Non abbandonarmi...*

Ogni parola mi rimbombava nelle orecchie. Non riuscivo a credere a quello che avevo letto. Mi sentivo strana: vuota e allo stesso tempo appagata. Tutto incominciava ad avere un senso, ma c’erano molte cose che non mi spiegavo.

Lo amavo?

Volevo amarlo ma tutte quelle bugie...

Potevo fidarmi di lui? Di loro? Loro lo sapevano e non avevano mai accennato nulla. Potevo fidarmi di quella che ritenevo la mia famiglia a tutti gli effetti?

Non lo sapevo.

Il mio cuore mi suggeriva di si, ma la mia parte conscia non voleva accettare quest’idea.

Improvvisamente un giramento di testa mi destabilizzò. Mi appoggiai all’albero dietro di me, ma non riuscivo a scorgere più nulla: mi si era appannata la vista e un fischio mi riempiva le orecchie.

Sentii solo un tonfo e un dolore alla nuca.

Poi... il buio.

 

Edward

<< Edward, sbrigati. Corri da lei >>.

Alice mi porse una valigetta del pronto soccorso e, senza indugiare oltre, mi fiondai nel luogo indicatomi da mia sorella in mezzo al bosco.

La mia Bella era in pericolo ed io non ero con lei.

Non avrei dovuto ascoltare Alice, dovevo seguirla da subito e starle accanto sempre.

*Forse non gradiva la tua presenza * disse una vocina nella mia testa. Forse era così, ma potevo starle accanto anche rimanendo nell’ombra, come avevo sempre fatto.

La raggiunsi in meno di un minuto prendendola tra le braccia. C’era del sangue ma non avevo bisogno di non inspirare. Conoscevo l’odore del suo sangue, in diciassette anni ci avevo fatto l’abitudine.

Senza mai staccarmi da lei, ancora svenuta, aprii la valigetta estraendone del disinfettante e delle bende. Le medicai, in pochi minuti, il polso e la tempia destra per poi guardarle il viso ancora rigato dalle lacrime.

Non sapevo cosa le fosse passato per la mente, ma la sua espressione corrucciata mi fece capire quanto, in realtà, fosse triste.

La lettera che le avevo scritto era ancora stretta nella mano che era rimasta sana. Cercai di toglierla ma non me lo consentì. Non mi accorsi subito che i suoi occhi si erano aperti e risalivano lentamente dalla mano contenente la lettera fino al mio volto, ai miei occhi.

Cercai di parlarle, di spiegarle, ma la mia bocca non riuscì a muoversi.

Mi osservava con un’espressione nuova in volto: un’espressione che aveva sempre avuto nei miei confronti, fin dai suoi primi giorni di vita, solo più intensa e più consapevole.

<< Ed... Edward... >>.

<< Shhh, Bella. Non sforzarti, è tutto ok. Tranquilla... >>.

Le accarezzai i capelli e lei chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo.

Quando li riaprì aveva una nuova determinazione in volto.

<< Ed, ho visto tutto. Ho collegato tutto. Ho visto un’altra mia vita passata e parte del luogo in cui giungevo ogni volta che morivo per poi approdare nella vita successiva... >>.

Sgranai gli occhi.

Cosa aveva visto? Aveva scoperto il mostro che era in me? E se fosse scappata di nuovo per non tornare mai più?

<< Ed, ti conosco. Ho avuto diciassette anni di tempo per farlo. Quello che ho visto nel mio ultimo sogno non cambia le cose, né il bene che voglio a te e alla nostra famiglia. Vi voglio bene, Edward. Ve ne ho sempre voluto. Avevo solo bisogno di un po’ di tempo per assimilare le ultime informazioni >>.

<< Non ti impressiono? Non ti faccio schifo? Sono un mostro, Bella. Ti ho mentito per tutto questo tempo... >>.

<< Come puoi dire queste cose? Ti conosco da quando sono nata, conosco la tua vera essenza. Io ho visto il tuo cuore battere per me! >>.

<< Bella, la mia pelle e fredda, come quella di un essere a cui non scorre più sangue umano nelle vene. Sono morto, così come il mio cuore, che non batte più da quasi un secolo. Come puoi averlo visto vivo?! >>.

<< Ed, ascolta... >> iniziò a parlare prendendomi il viso tra le mani.

<< Ricordi la mia vita da pioggia? È stato in quel’occasione che l’ho visto. Ho attraversato con il mio spirito il tuo corpo di marmo e sono arrivata al centro del tuo cuore. Era bellissimo, così vivo... E’ stata un’esperienza che popola ancora oggi i miei sogni. Non avevo mai collegato quelle immagini al tuo cuore, ma ora mi sento come se avessi scoperto il segreto più misterioso e difficile dell’universo. Tutto mi è così chiaro, nitido... >>.

Restai a fissarla meravigliato e sorpreso. Ancora dovevo rendermi conto delle sue parole.

<< Stai dicendo che ho un cuore che batte sotto lo strato di pelle marmorea del mio corpo? >>.

Annuì sorridendo.

<< Non ho verificato, ma credo che tutta la tua famiglia ne possegga uno... Si, ne sono sicura! Edward, la vostra anima è pura, è logico che anche voi abbiate un cuore >>.

<< Ma noi non abbiamo anima, Bella. L’anima appartiene solo a coloro che rimangono vivi su questa terra, noi non apparteniamo alla vostra razza: ci nutriamo di sangue per vivere, per rimanere in forze >>.

Sorrise di nuovo scuotendo il capo.

<< E’ qui che ti sbagli, Ed. Tu e tutta la nostra famiglia la possedete. Ho visto solo la tua, ma sono sicura al cento per cento che ne posseggono una anche gli altri. Non ho mai incontrato persone più UMANE di voi. Si, Ed, UMANE >>.

Aveva risposto agli enigmi di tutti i vampiri, soprattutto quelli di Carlisle, che lo avevano assillato per trecento anni.

<< Voi avete rinnegato la vostra natura – continuò – vi nutrite di sangue animale per non uccidere umani... non esistono persone migliori di voi >>.

Ero ancora un po’ titubante ma le sorrisi. Mi sentivo sollevato in un certo senso...

<< Quindi per te non sono un mostro? >>. Chiesi speranzoso.

Scosse la testa.

<< Affatto. E ho come la sensazione che non potrai mai esserlo per nessuno. Non so se ricordi l’effetto che hai sempre fatto sulle mie amiche... >>, sorrise.

Fissai il suo volto così sereno, luminoso.

D’un tratto divenne seria abbassando gli occhi, che iniziarono a fissare la lettera che aveva tra le mani.

Forse dovevo dirle a parole anche ciò che le avevo scritto, quello che provavo e che avevo sempre provato per lei.

<< Bella, tutto quello che ho scritto in quella lettera l’ho sempre pensato... io... Ti amo, Bella >>.

Quelle parole non mi erano mai sembrate più giuste da dire. Mi ero trattenuto per tutti questi anni dal rivelarle i miei sentimenti, quello che avevo sempre provato per lei.

<< Non devi darmi una risposta – continuai – a me basta averti accanto, in qualsiasi modo tu voglia. Desidero solo la tua felicità, non mi serve altro per vivere. Ti conosco, Bella, so quanto sia difficile per te accettare situazioni nuove. Ricordo ogni minimo istante di quando ti rivelammo che eravamo vampiri... Prenditi tutto il tempo che ti serve per pensarci, io ti aspetterò >>.

Mi osservò con uno sguardo strano. Sembrava adirata e sorpresa al contempo...

<< Edward, mi dispiace io non... >>.

Non ero abituato a sentire per intero il mio nome...

<< ...Non so che cosa dirti, che cosa risponderti. Sono parecchio confusa e non riesco a riordinare le idee. Non so dirti se quello che provo per te sia amore, ma non credo di provare per te solo del semplice affetto fraterno... >>.

Chiuse un attimo gli occhi cercando di regolarizzare il respiro. Per aiutarla iniziai a respirare lentamente anche io e, come faceva anche quando era più piccola, respirò con me finché non si calmò.

Riaprì quegli splendidi occhi color cioccolato e mi guardò dritto negli occhi.

<< Edward, dopo diciassette anni che ci conosciamo mi hai detto di punto in bianco che mi ami, che mi hai sempre amata, addirittura prima che io nascessi. Mi hai detto che non volevi perdermi e io ho dedotto che volessi trasformarmi... cosa devo pensare? Non riesco neanche ad immaginarlo lontanamente... sono confusa. Scusami, davvero. Mi fa male vedere il tuo volto intriso di tristezza, è una cosa che non riesco proprio a sopportare... >>.

Non volevo che soffrisse. Cosa avevo fatto? Possibile che in tutto l’arco della sua esistenza dovessi vederla sempre soffrire?

Mi alzai stando attento a non farle del male mentre la scostavo dal mio corpo, troppo nervoso con me stesso per tutto il dolore che le stavo arrecando.

Sentii immediatamente la mancanza del suo calore ma mi imposi di voltarmi verso casa nostra dandole così le spalle.

<< Bella, basta. Non fa nulla, davvero. Dimentica tutto quello che ti ho detto, a me andrà bene, non preoccuparti >>.

Mossi un passo allontanandomi di venti centimetri ma non riuscii a farne altri. Non volevo lasciarla lì da sola, volevo solo che capisse ciò che voleva, volevo solo darle del tempo di assimilare tutto e di fare la scelta adatta a lei, al suo volere e non al mio.

Non mi accorsi che si era alzata, troppo preso dai miei pensieri.

Mi venne dietro abbracciandomi.

<< Edward, non andartene, resta qui... >>.

Mi voltai lentamente verso di lei senza mai allontanarla da me. La abbracciai accarezzandole i capelli e percependo nuovamente il suo calore a contatto con la mia pelle.

<< Rimango, tranquilla... non preoccuparti per tutto quello che ho detto >>.

Mi osservò con uno strano sguardo che sembrò quasi volermi fulminare.

<< Edward, smettila subito. Io... si, ti amo anche io. Temo di averlo sempre saputo... quando ti ho visto allontanarti da me mi sono sentita persa, come se mi mancasse un pezzo, un pezzo molto importante di me stessa >>.

Cercai di ribattere, di spiegarle che non doveva rispondermi per forza, che non doveva dire cose di cui non era sicura. Non l’avevo mai forzata in nulla, non mi ero concesso neanche di guardarla più del lecito.

<< Si, ti amo. Sembri sorpreso e anche sconvolto ma è così. Penso di averlo sempre inconsciamente saputo. Ci sei sempre stato tu nel mio cuore. Non me ne sono mai resa conto, neanche quando ho provato la differenza con un altro ragazzo... L’amore che ho sempre voluto, quello che ho sempre desiderato era il tuo e non lo sapevo, non me ne sono mai accorta... >>.

Quelle parole... potevano entrarmi in quell’anima appena scoperta?

Il mio cuore non voleva esultare, ma in quell’istante percepii un calore diffondersi in tutto il mio corpo... Era forse amore? Quell’amore che per un’esistenza avevo inseguito, cercato, trovato e vissuto senza mai goderne?

Si, era amore... non c’era parola migliore.

Affetto, bene, amicizia, tenerezza, calore, dolcezza... Nessuno di questi sinonimi sembrava descrivere meglio quel sentimento, quelle sensazioni che provavo e che mi pervadevano l’anima.

Ogni singola cellula del mio corpo era stata colmata da quel sentimento. Non c’era nient’altro se non lei, la mia Bella.

Quasi d’impulso la baciai, lentamente e dolcemente.

Non si scostò, ma rispose immediatamente al bacio, come se fosse un’azione che da tempo avesse agognato di compiere. Il suo calore mi invase, facendomi bramare sempre di più la sua vicinanza e il suo contatto.

Dovevo porle la domanda fatidica, volevo averla per sempre al mio fianco. Sapevo che aveva appena preso una decisione molto difficile per i suoi tempi e i suoi standard, ma il mio cuore riscoperto non resisteva.

<< Bella, ti ho aspettata durante tutta la mia esistenza da vampiro e non posso rischiare di perderti di nuovo. Sei vite ti hanno allontanata e portata via da me, non voglio anche la settima! Odio dovertelo chiedere ma... vuoi diventare come me? Una vampira? >>.

La vidi guardarmi con stupore. Smise di respirare senza mai smettere di fissarmi. Nei suoi occhi intravidi un misto di terrore e comprensione, come se in tutti gli anni della sua vita lo avesse sempre saputo.

Cosa avrebbe risposto? Forse era troppo presto per quella domanda, dovevo darle del tempo...

<< Edward... io non lo so... io... >>.

 

 

                                                                                              FINE?

 

   
 
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