Libri > Il fantasma dell'Opera
Segui la storia  |       
Autore: Kastania    01/06/2005    0 recensioni
*COMPLETO* Un'altra FF su "Il fantasma dell'Opera"...un po' più cupa della precedente,sicuramente più interessante (a parer mio,ovviamente)
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 20: INCUBI INQUIETI

CAPITOLO 20: INCUBI INQUIETI

 

 

Mai le nostre anime sono così distanti come quando i nostri corpi sono vicini.

anonimo

 

 

Una notte, mentre Christine giaceva addormentata nel suo abbraccio,non riuscì a smettere di pensare a come era cambiata la sua vita nel volgere di pochi giorni. Non aveva mai conosciuto il calore di un corpo umano, l’estremo conforto di una lacrima o di un abbraccio, la dolcezza indimenticabile di un bacio.

Quelle sensazioni si erano ora impresse dentro di lui come un marchio di dannazione.

Dannazione,sì.. perché se ne avesse dovuto fare a meno,sarebbe morto.

 

Meno di un anno fa ero rassegnato a passare il resto della mia vita fra le pareti dell’Opera,nei suoi sotterranei.

Pensavo di vivere il resto della mia vita in solitudine,senza pensare ad alcuna donna,non dopo che Christine mi aveva lasciato. Fissò intento il visetto profondamente addormentato della donna che stringeva contro di sé. Ora so che mi si spezzerebbe il cuore se dovessi allontanarmi da lei.

 

Come risvegliata dal suo sguardo fisso,Christine aprì gli occhi,splendidi e brillanti anche nella semioscurità.

 

 

….aveva negli occhi la forza del suo cuore.. 

                                                                                Charles Baudelaire

 

 

Si aggrappò al suo braccio come una bambina che si stringe al proprio orsacchiotto,un sorriso soddisfatto che le attraversava il volto,dandole un’aria birichina. Si erano amati a lungo quella sera,prima con tenerezza e poi quasi con rabbia, come se entrambi fossero stati posseduti da una furia,una paura di distacco, apparentemente immotivata…oppure no?

 

Christine non era del tutto tranquilla.

Raoul non era ancora ritornato,e lei non aveva idea del perché. Ogni giorno che passava si sentiva sempre più oppressa dal peso del matrimonio che incombeva su di lei,ormai prossimo ed implacabile come una spada di Damocle. Raoul aveva forse intenzione di tornare esattamente il giorno delle nozze? Un piccolo ricatto morale per essere certo di ottenere il suo perdono e la sua mano?

 

Non voleva che le sue preoccupazioni fossero eccessivamente visibili. Erik mostrava segni di insofferenza,negli ultimi giorni, e lei non voleva aggravare le sue preoccupazioni. Perciò tentava di mostrarsi il più possibile gaia e spensierata.

In realtà l’unico momento in cui non sentiva il cuore stretto in una morsa d’acciaio era proprio la notte,quando poteva seppellire ogni affanno contro la pelle bruciante di lui,contro le sue labbra che la cercavano e sembravano volerla divorare.

 

Disegnò pigramente il profilo di lui con un dito,sospirando.

“Cosa c’è?”le chiese lui. “Ti ho svegliato io?”

 

Mhhhh…”rispose lei. “Stavo facendo un sogno strano.”

 

“Raccontamelo..” la incoraggiò. Lei represse un risolino divertito.

 

“certo che no! Non ti vergogni? Non si chiedono certe cose ad una signora!” gli sferrò giocosamente una pacca sul petto. Lui rise e voltandola di scatto le imprigionò le braccia al di sopra della testa, stringendole i polsi con una mano senza però farle male.

 

“Adesso sei in mio potere Christine…” scherzò lui con un sorriso ironico. “ti conviene iniziare ad implorare pietà..” Gli occhi di lei erano così sereni e gai da infliggergli quasi un dolore fisico,un sordo tuffo al cuore.

 

“Non ho paura di te,bruto…”gli fece una linguaccia.

 

“Ah no? Se le cose stanno così…”senza preavviso iniziò a farle il solletico. Non lo aveva mai fatto a nessuno in vita sua,e la cosa lo divertì immensamente. Christine iniziò a scalciare come un’ossessa e a ridere forte. Dovette lasciarla andare,e con un’aria fintamente scandalizzata le disse: “Mia cara…di questo passo sveglierai non solo tutta la casa,ma tutto il vicinato..” Sorrise malizioso. “Fra queste rumorose risate..e gli strilli di qualche ora fa…”la canzonò abbassando il tono di voce.

 

“Smettila!”  La ragazza era arrossita di colpo,dietro quella veritiera accusa. “Non ti permetto di parlarmi così!!!” Altra linguaccia.

 

“Forse non posso farlo ora.. ma un giorno..”

 

“Quale giorno??” gli fece il verso lei.” Non ti sarà mai permesso!”

 

“..quando saremo sposati..”

 

Piombò il silenzio fra di loro. L’incanto giocoso si era spezzato.

Non erano due bambini che giocavano e si prendevano in giro,ma due adulti che ancora non avevano pianificato la loro vita.

 

Erik si alzò bruscamente dal letto.

Come aveva potuto tradurre in parole il suo pensiero?

Si sentiva un perfetto imbecille. Erano giorni che aspettava il momento giusto per affrontare l’argomento con Christine..ma si era reso dolorosamente conto che non ci sarebbe mai stato un momento ideale.

Quel discorso avrebbe portato immediatamente a dei litigi, a delle incomprensioni.

 

Iniziò a rivestirsi con furia,strappandosi anche inavvertitamente un bottone della camicia.

Christine accese il lume, trovò il bottone sul pavimento,ed estraendo un astuccio da cucito dal suo secretaire gli si avvicinò.

 

Lui si ritrasse.

“Cosa diavolo hai intenzione di fare?”

 

Lei lo guardò con un’espressione stranita. Non era forse ovvio??

“Voglio,..soltanto riattaccare quel bottone. Non mi sembra che sia una cosa…”

 

Lui diede un fragoroso pugno alla parete.

“Quindi le cose stanno così! Sei disposta a ricucire i miei vestiti,a venire a letto con me…” il tono si fece esageratamente crudele,”ma di sposarmi non se ne parla!!! Beh certamente,…le prime due cose immagino che si possano anche fare per sola compassione…ma la terza andrebbe fatta per amore,non è vero Christine?” le girava intorno come un ossesso. “Già..ma tu che ne sai,poi?  Stavi per sposarti già una volta senza amore…immagino che tu non intenda correre due volte lo stesso rischio!!” Le ringhiò quasi in faccia. Lo sguardo compassionevole ed allo stesso tempo implorante di lei lo fece infuriare ancora di più. Tacque, il petto in tumulto per lo sfogo.

 

Christine teneva gli occhi bassi,ora. Non trovava le parole per spiegargli ciò che provava.

Quando lui aveva pronunciato quelle parole… quando saremo sposati.. si era sentita morire,ma di felicità.

 

Il pensiero che lui la desiderasse accanto a sé per il resto della vita era più di quanto potesse sopportare.

Per un secondo avrebbe voluto gettargli le braccia al collo, ricoprirlo di baci,dire sìsìsìsìsìsìsì….

 

Ma non aveva potuto. Un senso di gelo l’aveva pervasa al pensiero di non essere all’altezza della situazione. Troppe volte nella sua vita si era trovata a fare marcia indietro davanti alle difficoltà.

 

La notte in cui lo aveva “sposato” sotto la volta stellata aveva agito quasi come in trance,spinta dall’impulso momentaneo,dal bisogno di protezione, dalla suggestiva magia della luna piena che faceva sembrare la loro storia una fiaba. Ma ora? Come poteva fra comprendere queste sue paure ad Erik?

Ormai lui si era convinto che lei lo rifiutasse per ben altri motivi.

 

“Certo,povera bambina. Pensare di legare la propria anima a quella di un rospo ripugnante come me,che cosa terribile. Non ti si può dar torto. Posso dirti una cosa soltanto,Christine. Va’ all’Inferno!”

Detto questo uscì precipitosamente dalla finestra,senza neppure aver finito del tutto di rivestirsi,la giacca buttata con noncuranza su un braccio.

 

Christine rimase interdetta.

Non aveva saputo trattenerlo…e ora lo aveva perso un’altra volta.

 

Si coricò,nel letto che ora le sembrava così incredibilmente grande,vuoto e freddo…

Dormì un sonno agitato e popolato di incubi.

 

And it's gonna be a long night
And it's gonna be cold without your arms
And I`m gonna get stage fright caught
in the headlights
It's gonna be a long night
And I know I'm gonna lose this fight

                                                                    The Corrs,Long night

 

 

 

Al suo risveglio, sperò di aver soltanto sognato…ma sul ripiano del suo secretaire,ecco il bottone sfuggito alla camicia di Erik. Non era stato un sogno,ma un incubo reale.

 

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il fantasma dell'Opera / Vai alla pagina dell'autore: Kastania