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Autore: Supernika95    28/09/2009    4 recensioni
Kagome è una ragazza molto simpatica e gentile che va al suo primo giorno di scuola, e felicissima conosce Sango con cui diventano molto amiche tanto che si offre di accompagnarla a casa, Ma al suo ritorno Kagome scopre una cosa che le rovinò completamente la giornata apparentemente felice, e le cambiò radicalmente la vita. Fino a uno anno dopo che.......
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scusate ma ho cambiato l'impostazione della storia non mi piaceva com'era prima, spero che piaccia pure a voi!xD Ringrazio tutte le persone che hanno recensito la storia, ho notato che non è piaciuta molto spero così il contrarioxD

Kiss SuperNika95

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La fine e l’inizio di tutto.

Il 22 aprile una data come un’altra, un giorno come un altro. Fino alla fine della scuola, quella giornata era andata abbastanza bene, per me , studentessa del terzo anno del liceo linguistico. Il momento peggiore arrivò quando tornai a casa, accompagnata dalla mia migliore amica Sango, non che mia vicina di casa.

Ero a metà strada quando fui colpita dalla presenza di confusione davanti a casa mia, dai nastri gialli della polizia, quando c’era una scena del crimine, e dalle loro auto. Così preoccupata e sconvolta corsi verso casa mia in preda al panico con il cuore a mille ,seguita da Sango. Rimasi paralizzata dal dolore e dalla paura quando vidi i corpi inermi di mia madre, mio nonno e il mio povero fratellino di solo 8 anni.

Il dolore e la disperazione che mi avvolsero da quel preciso attimo in poi, furono troppo grandi per essere descritti. I loro corpi adagiati lì a terra, squarciati e maltrattati, erano a lì, quasi ad osservarmi a chiedermi l’aiuto che io non ho potuto dare. Io dovevo essere insieme a loro, in mezzo ai loro corpi contornati dal rosso del loro sangue uscito dalle loro ferite.

Se solo non fossi andata a scuola non sarei qua a soffrire per la loro perdita, a sognarli mentre mi chiedono di perdonarli, e non piangerei ogni notte per la mancanza del loro affetto. Se non fosse successo avrei deciso di continuare con l’università, invece di iniziare a lavorare per guadagnarmi da vivere.

Non sarei cambiata interiormente, chiudendomi in me stessa, e deprimendomi ogni giorno di più, e allontanandomi per sempre dall’amicizia di Sango, la più pura che fino ad allora ricevetti. Cambiai casa, vendendo la vecchia, troppo piena di ricordi felici, che mi rendevano infelice e arrabbiata, comprando un appartamento in centro.

Iniziai a fare la musicista in un pub, vicino casa, cantando e suonando solo canzoni che trasmettevano tutta la mia tristezza e rabbia repressa. Ora la mia vita è un inferno, e il mio unico obbiettivo è trovare l’assassino dei miei parenti, per vendicare la loro morte. Però i traumi non sono finiti qua perché qualcosa a sconvolgermi nuovamente la vita arriverà…..

Un anno dopo

Stavo camminando per strada con la mia chitarra sulle spalle, per andare al pub a suonare, con addosso una gonnellina nera e rossa, una maglietta a maniche corte con un disegnino molto simpatico e un fiocco nero in testa messo di lato. Quello era il mio modo di vestirmi e a lavoro non mi interessava niente, o mi prendevano per quello che ero o li mandavo al quel paese.

Il proprietario del pub non mi disse nulla, lui fu il primo ad accettare il mio nuovo modo di vestirmi anche se non era solito, lui è il miglior ragazzo che qualsiasi persona potesse mai conoscere nella sua vita, è gentilissimo, cortese, mi sorride sempre e non mi critica mai.

Mentre camminavo incontrai la mia ex-migliore amica, dico ex perché una volta eravamo sorelle ma la perdita mi rese cattiva egocentrica e solitaria, tanto da mandare via io stesso lei. Sango non voleva lasciarmi ha sempre tentato di starmi vicino ma inutile io la ignoravo sempre.

Il mio primo istinto fu quella di guardarla negli occhi avvicinandomi sempre di più a lei, e quella fu una brutta mossa, perché con quel gesto era come se gli avessi dato il permesso di parlare, tanto che quando mi fermai a metà strada per entrare notai il suo sguardo affranto. Avevo tanta voglia di parlarle ma mi ero ripromessa di non legarmi più a nessuno per evitare di perderli e soffrire ancora, così con il cuore in gola per il dolore entrai facendo finta di niente.

Fui accolta da un caloroso abbraccio di Nakao, il mio capo, che disdegnai quasi subito andando in camerino a provare la nuova musica.

Nakao: uff..non riuscirò mai a cambiare il suo carattere, chissà com’era solare prima dell’incidente!

Appena entrata in camerino chiusi a chiave la porta per evitare di essere disturbata, tanto mancava ancora un’ora allo spettacolo, e tirai fuori la chitarra classica ripassando la melodia e canticchiando a bassa voce la canzone.

Tre quarti d’ora dopo..

Nakao: Buona sera signori….Buona sera…Oh ciao sono felice di rivederti qua….Si un altro po’ di pazienza e lo spettacolo inizierà

Durante i minuti prima di uno spettacolo ero sempre molto emozionata anche se lo davo a vedere poco. Il cuore mi iniziava a battere forte, il mio viso si colorava di un leggero rosso acceso, e il mio respiro diventava affannato. Quella era sempre una reazione normalissima appunto mi preoccupava ma solo la paura di sbagliare, però come al solito tutto filava liscio, non appena salivo sul quel palco e guardavo tutti gli spettatori, mi sentivo come se fossi a casa, come se quel lavoro fosse sempre appartenuto alla mia vita.

Quel giorno andò come al solito, salii sul palco e con un caloroso sorriso e salutando tutti dicendo: “Buona sera a tutti, vedo che ogni giorno fate passare parola di questa meravigliosa cantante, qui al pub!” fui accolta da una risata del pubblico, subito dopo mi sedetti sulla mia solita sedia con la mia chitarra elettrica e il mio microfono iniziando a cantare nuove canzoni scritte durante le mie solite sere di insonnia, e come ogni volta che cantavo queste canzoni mi usciva sempre qualche piccola lacrima di rabbia, e alla fine di ogni canzone gli spettatori applaudivano con foga e avvolte qualcuno, penso notando le mie lacrime di tristezza, si alzavano in piedi.

Finii ,la mia esibizione, abbastanza tardi mi ero alzata per salutare il pubblico, facendo diversi inchini, quando notai trai i primi posti una figura mai vista prima, un uomo con un fascino abbagliante, che non applaudiva perché troppo era preso ad osservarmi, io feci finta di niente e ritornai al mio camerino a sistemare la chitarra qualche minuto dopo me ne andai salutando con un solo freddo “Ciao!” Nakao, che come al solito ci rimase male.

Nakao: Ma perché non rimane mai, si perde sempre lo spettacolo di Inuyasha! E dire che lui era venuto prima apposta per vedere lei, anzi a dirla tutta sembrava ammagliato da lei!

Non volevo mai rimanere al pub perché non mi interessava niente ascoltare le persone dopo di me, a me interessava solo suonare per liberarmi di tutta la mia rabbia e tristezza…….

Tornata a casa posai la chitarra e rannicchiai sopra il mio letto, poggiato proprio sotto una finestra, che d’estate lasciandola aperta entrava sempre un favoloso venticello a rinfrescarmi. Provai a riposarmi ma niente i soliti incubi tornavano a non farmi dormire, così presa la giacca di pelle uscii fuori a fare una passeggiata tanto non avrei dormito tutta la notte, avrei solo pianto.

Almeno andavo in giro per la città deserta, l’unico momento che mi piaceva di tutta la giornata, d’altronde erano le due di mattina. Mentre camminavo pensai molto, quando sentii dei passi dietro di me, finire ogni qual volta mi fermavo io.

Kagome< Sarà qualche stupido ladro!> pensai voltandomi di scatto per vederlo, ma niente sparito nel nulla, feci qualche altro passo mi girai di nuovo ma niente.

Iniziai un po’ a spaventarmi così iniziai a correre dentro un vicolo, mi nascosi dietro un cassonetto, il cuore iniziò a battermi velocemente e come un flash back mi riapparsero davanti i corpi distrutti dai colpi e dissanguanti di mia madre mio nonno e mio fratello. Fui talmente scossa da quella scena tornata davanti a me, tanto che iniziai a tremare e piangere.

Kagome: No! No! No! No! No! – continuavo a dire gridando e piangendo.

Sconosciuto: Ehi! Ehi! Calmati non sono un maniaco!- disse qualcuno avvicinatosi, la mia prima reazione fu quella di scostarlo da me ma subito dopo vedendolo in faccio lo riconobbi era il ragazzo di prima che mi osservava.

Kagome: Che vuoi da me??!! Perché mi seguivi!!??- dissi allontanandomi più che potevo, ancora singhiozzante.

Inuyasha: Ciao mi chiamo Inuyasha tu sei Kagome vero?? Ti seguivo perché volevo parlarti ma prima al pub eri scappata via così ti ho cercato un po’ ovunque ma niente, poi poco fa quando ti ho visto sola soletta, mi volevo avvicinare ma non sapevo come fare.

Lo guardai da vicino, in viso era letteralmente stupendo.

Kagome: ah si ok! E quindi che volevi?

Inuyasha: Volevo solo conoscerti.- disse sedendosi.

Kagome: Bhe l’hai fatto- dissi alzandomi e asciugandomi il viso.

Inuyasha: Aspetta!- disse stringendomi il polso e facendomi male.

Io mi girai verso di lui e trovai di nuovo il suo viso così profondo ad osservarmi intensamente.

Kagome: Smettila- scostai il suo braccio dal mio polso- non sei nessuno per me e non ti permettere mai più di toccarmi!- dissi nervosa, dopo di che me ne andai correndo verso casa lasciandolo lì.

Inuyasha: Ci vedremo ancora Kagome!- disse urlando- Dovrò vederti, devo completare quello che ho appena iniziato!- aggiunse a bassa voce tra sé e sé.

Tornata di corsa a casa chiusa la porta e finestre più in fretta che potevo. Quel ragazzo era molto carino ma mi trasmetteva uno strana sensazione. Il cuore mi batteva forte ma non so il perché forse per la sua bellezza, per paura, o solo per la corsa compiuta. Non mi interessava scoprirlo ero troppo stanca per pensarci ancora, così mi addormentai, per la prima volta dopo un anno, serena.

Fuori dalla finestra sul tetto quella sera, un ombra oscura, a mia insaputa, mi osservava e studiava. Sconosciuto: Finalmente so dove abiti!!- disse sorridendo, alquanto divertito, andandosene via.

  
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