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Autore: Mattimeus    30/09/2009    2 recensioni
"Metto per iscritto questa storia perchè non si perda nel tempo il più grosso errore mai commesso da noi saggi, che ora viene celato al mondo grazie ad una farsa creata per salvaguardare la nostra reputazione. Questa è la favola di Ganondorf."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ganondorf
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Prologo

Il consiglio dei sette saggi era stato convocato all’improvviso. Brutto segno; il primo saggio doveva avere un ordine del giorno abbastanza grave per distogliere i saggi dalle loro divine occupazioni, quali far sorgere la luna, giocare a scacchi con la via lattea e spettegolare con la regina delle fate. La sede della riunione era la casa dell’indovina Lacrezia, situata a nord, sulle montagne Olimpiche, da dove essa osserva divertita la sorte degli uomini e compie regolarmente profezie azzeccatissime; un po’ per svolgere il suo dovere, un po’ per movimentare la situazione.

Una volta che anche Settimo fu arrivato (è sempre in ritardo), la riunione poté finalmente avere inizio. Parlò Primo:

-Abbiamo un problema-. Ma davvero? Altrimenti per cosa ci avrebbe convocati?

-Ora Lacrezia prenderà la parola per esporci la situazione-. Il suo tono era seccato: noi saggi odiamo le complicazioni.

-D’accordo vedrò di farla breve- lei invece sembrava divertita –La storia ha finalmente deciso di ripetersi, anche se parecchio in ritardo. Ho avuto la visione certa del nuovo avvento del re del male sul regno di Hyrule-. Sai che novità. Succede: una volta al secolo il cattivone di turno decide di avere il diritto di minacciare il regno e noi puntualmente assegniamo un notevole potere, conosciuto come Triforza, ad un umano dal cuore puro. Ordinari amministrazione, insomma. Tuttavia erano passati esattamente centoquarantadue anni dall’ultima catastrofe. Credevamo di essercene liberati, a torto, evidentemente.

-Il lungo periodo di pace di cui siamo ormai assuefatti mi è stato rivelato non come una dipartita del male, ma come una sua più vasta riorganizzazione. Insomma, sta succedendo qualcosa di grosso. Molto grosso. Perciò vi consiglio vivamente, oh savi, di scegliere molto accuratamente l’eroe della Trifora-. Se i saggi non avessero una maschera ovale inespressiva al posto del volto in quel momento Lacrezia avrebbe assistito alla fiera delle smorfie di sdegno: il vago sospetto di qualche complicazione si era trasformato in un magistrale problema da risolvere, e se i savi odiano qualcosa più delle complicazioni sono altri problemi da risolvere. A quel punto parlò Sesto, che sedeva accanto a me:

-Poiché il mio e il nostro compito è quello è quello di vegliare su Hyrule per conto delle tre dee, e avendo già previsto una situazione di tale pericolo, mi sono dato da fare per cercare tra gli  abitanti del continente un degno candidato. Ovviamente non mi aspetto che abbiate avuto il mio stesso senso del dovere-. Che megalomane. Voleva soltanto mettersi in mostra per essere il pupillo delle dee. Il nostro lavoro di ricerca comincia quando abbiamo una minaccia reale, non quando “prevediamo una situazione di tale pericolo”.

-Vieni al punto- gli dissi.

-Il punto è quindi che una crescita così repentina del male richiede una risposta decisa. L’eroe dovrà essere veramente potente e credo di avere la persona che fa al caso nostro. C’è un ragazzo, della tribù gerudo del sud, molto promettente: è l’erede al trono del deserto. In caso non conosciate la cultura gerudo, vi dirò che ogni tribù in cui nasce un maschio è candidata alla successione della famiglia reale, ma nei gerudo i maschi sono molto rari, l’incidenza è circa uno su diecimila. Questa bellicosa stirpe di ladre guerriere identifica nel suo maschio il capo assoluto e riversa in lui tutte le aspettative; questo aspetto determina un rilevante potere magico nel maschio, basato sulla speranza e sulla determinazione della sua gente. Più esse sono grandi maggiore è il potere magico-.

-Sei così preso dalla tua mania di grandezza che hai dimenticato la cosa fondamentale- intervenne Secondo –il candidato deve avere il cuore puro. Prima di qualsiasi altra cosa non deve essere corrotto dal male, o il rischio di mettere la Trifora nelle mani sbagliate diventa massimo. Poi sei libero di valutarne la potenza. Un’altra cosa: dobbiamo aspettare che si presenti la minaccia, o no sapremo chi o cosa dovrà combattere l’eroe, quindi stiamo solo perdendo tempo a discuterne ora. Sembra che tu non abbia imbarato niente in questi secoli-.

-La mia non è avventatezza. Ho solo voluto essere pronto a qualsiasi minaccia, anticipare il male nella speranza di estirparlo, e sembra proprio che abbia avuto ragione. I tempi cambiano, l’oscurità si evolve, noi dobbiamo adattarci. Per questo motivo propongo di anticipare il nemico ed assegnare la Trifora senza perderci in chiacchiere. Non possiamo fossilizzarci su modi di operare vecchi di secoli e ormai tradizionali: potrebbero essere inefficaci, il che può voler dire tanti problemi in più da risolvere- motivazione molto convincente. Proseguì:

-Per quanto riguarda la questione della purezza non c’è problema. Egli è un esiliato, un profugo. Il suo clan l’ha appena espatriato per proteggerlo dagli intrighi politici di corte e dagli attentati. Non è avvelenato dalla brama di potere, il suo cuore è potenzialmente puro-.

-Potenzialmente non è abbastanza- ribadì il Secondo.

-Basta così- interruppe Primo –la riunione è aggiornata a un mese da oggi. Discuteremo allora della piega che avranno preso gli eventi e chiariremo le questioni in sospeso. Vi invito a cercare candidati e a osservare il comportamento di… com’è che si chiama?-

-Ganondorf-.

-Il comportamento di Ganondorf-.

   
 
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