IL VERO EROE
Percorse
il corridoio a passi veloci, si gettò sulla spalla l’asciugamano umido per il
sudore con stizza, scosse il capo interdetto più di una volta.
Nei
pressi delle varie e numerose camere da letto, gli giunsero alle orecchie le
urla dei due fratelli, ma non si curò di porre fine a quella inutile lite come
avrebbe fatto un normalissimo padre: lui non era mai stato uno qualunque, ma il
principe dei Sayan e non era ancora sua abitudine
comportarsi a norma.
Entrò
nella camera che divideva con la compagna, gettò con noncuranza l’asciugamano
sul letto e sempre sbuffando entrò nella bagno, aprì la cabina della doccia
facendo uscire l’acqua calda.
Si
chiuse la porta alle spalle, e velocemente si spogliò dei vestiti che era
solito usare per allenarsi.
Le
guerre, dopo la scomparsa di Majin Buu,sembravano essere finite e l’ultimo torneo si era
tenuto qualche giorno addietro, perciò non c’era un apparente motivo che
giustificasse quell’incessante allenamento cui Vegeta continuava a sottoporsi.
L’acqua
calda gli finiva negli occhi, ma lui non se ne preoccupò: non riusciva a
togliersi dalla mente l’ultimo ricordo che aveva di Goku.
A
fine torneo, rimasto affascinato dalle capacità di Ub,
gli era balenata in testa l’ennesima brillante idea. Lasciare moglie e figli e
partire verso l’immensità dello Spazio per allenare il giovane.
Chiuse
di scatto l’acqua calda, si scrollò i capelli bagnati, uscendo dalla doccia si
avvolse un asciugamano intorno ai fianchi.
Ritornò
in camera dove trovò Bulma con indosso il pigiama,
seduta sul letto a gambe incrociate occupata a spalmarsi della crema sulle
mani.
Incontrò
i suoi occhi e gli sorrise, ma lui non ricambiò limitandosi a rovistare
nell’armadio, in cerca di qualche pantaloncino con cui dormire.
<<
Dannazione, ma dove sono? >>
<<
Cosa? >> gli chiese Bulma, guardando le sue
spalle.
<<
I pantaloncini, qui è pieno di robaccia strana >> disse lui, voltandosi
verso di lei.
Bulma scoppiò a
ridere nel riconoscere una camicia di seta comprendente il pezzo di sopra di un
pigiama, e nel vedere la faccia contrariata del marito.
<<
E’ il tuo pigiama, Vegeta >>
<<
Il mio che?! >> si interruppe, scrutò il viso di Bulma
che non accennava a tornare serio << Qualunque cosa sia, io ne non ne ho
bisogno >>
Con
un gesto veloce ricacciò nell’armadio l’indumento, e ne richiuse le ante facendole
sbattere.
<<
Dove sono i miei pantaloncini? >> le domandò a braccia conserte,
rivelandole tutto il suo disappunto.
Bulma scrollò le
spalle emettendo un sospiro.
<< Nel primo cassetto, di quel mobile >>
Vegeta
a grandi passi aprì il cassetto che Bulma gli aveva
appena indicato, lasciò cadere per terra l’asciugamano bianco infilandosi i
pantaloni corti.
Si
avvicinò al letto di qualche passo,ma Bulma gli
intimò di fermarsi alzando il dito indice:
<<
Cosa?! >> chiese lui, interdetto.
<<
Raccogli quell’asciugamano e gettalo nella cesta dei panni sporchi! >>
gli ordinò con fare solenne.
Vegeta
sbuffò rumorosamente, ma tornò sui suoi passi e
recuperò l’asciugamano, entrò nuovamente in bagno e lo lasciò cadere dove indicatogli da Bulma.
<<
Contenta? >> le chiese retorico, spalancando le braccia.
<<
Decisamente >>
Vegeta
scostò le coperte e si sdraiò vicino a Bulma che gli
si fece più vicina per poter poggiare il capo sulla sua spalla.
Bulma chiudendo gli
occhi sospirò, Vegeta lasciò cadere lo sguardo sul volto di lei che alzò gli
occhi ad incontrare i suoi.
<<
Pensavo alla scelta di Goku >>
Vegeta
non pronunciò parola, né mostrò cosa stesse pensando, non rivelando a Bulma che era ciò su cui stava riflettendo anche lui solo
un attimo prima.
<<
Non ho mai dubitato che Goku amasse Chichi, ma adesso
non ne sono più sicura >> aggiunse lei,facendo sì che le ciglia le
coprissero gli occhi.
Vegeta
continuò a restare in silenzio, ascoltando le osservazioni della moglie.
<<
Voglio dire, non è leggermente da egoista sparire e non curarsi della propria
famiglia?! >>
Nel
chiederselo, Bulma, cercò lo sguardo di Vegeta,
scrutò nelle sue pupille scure come una notte senza stelle, cercando un minimo
cenno che le potesse dare la risposta che la tormentava dal giorno del torneo.
Goku,
ai suoi occhi, era sempre parso come l’amico che era sempre presente in ogni
situazione, pronto ad aiutare tutti, incapace di provare risentimento.
Un
padre amorevole ed un marito premuroso: sulle sue labbra il sorriso era
costante, nei suoi occhi protagonista era l’innocenza.
Eppure,
non si era posto nei panni della sua famiglia, non si era chiesto come si
sarebbe sentita Chichi, che più di una volta era
stata costretta a dirgli addio in cambio della salvezza dell’umanità.
Questo
atteggiamento rivelava la forte natura Sayan
dell’amico, e allora anche lei doveva temere una possibile fuga di
Vegeta?Dopotutto, non sarebbe stata la prima volta.
Mordendosi
nervosamente il labbro inferiore, si crucciò nell’indecisione di porre al
diretto interessato quella domanda…ma indugiava.
Non
aveva paura di una sua possibile reazione negativa, a quello ormai era
preparata. Ciò che temeva era la sua risposta; era stata capace di adattarsi a
tutto, tranne ad una cosa: al dolore di perderlo,non aveva importanza il
motivo.
Alla
fine trovò coraggio e si decise ad esporre il suo interrogativo a Vegeta.
<<
E tu? >> azzardò vaga, arrossendo.
<<
Io? >> chiese a sua volta il Sayan ,
aggrottando le sopracciglia nere.
<<
Sì, cioè…credi che potresti stancarti della Terra e
partire, così su due piedi? >>
Vegeta
affogò nell’immensità profonda dell’azzurro degli occhi della compagna.
Era
un guerriero, la sua forza reclamava i combattimenti, il suo orgoglio la potenza…ma era davvero quello di cui sentiva il bisogno?
Non
lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma in tutti quegli anni di
tranquillità aveva imparato a trarre conforto semplicemente dalla mano calda e
morbida di Bulma, posata delicatamente sulla sua.
<<
Sì, potrei… >>
Bulma sentì gli occhi
riempirsi di lacrime, la vista le si annebbiò e per celare il suo sguardo colmo
di tristezza a Vegeta, affondò il viso nell’incavo tra il suo collo e la spalla.
<<
Ma troppo a lungo ho cercato un posto in cui sentirmi a casa, non sono sicuro
di poterne fare a meno con tanta semplicità >>
Bulma sollevò la
testa verso il viso del sayan, e tra le lacrime
sorrise, stava per aggiungere qualcosa ma uno sbadiglio la prese in contro
piede.
<<
Buonanotte, Bulma >>
Le
augurò Vegeta, troncando definitivamente il discorso: le aveva rivelato fin
troppo.
Guardò
Bulma scivolare nel sonno, mentre agli angoli delle
labbra sentì fiorire un sorriso di soddisfazione.
Da
quando aveva conosciuto Goku il suo obiettivo era sempre stato quello di
superarlo, di essere migliore di lui, ed in quell’attimo sentì che quel momento
era finalmente giunto.
Tante
volte Goku gli aveva fatto mangiare la polvere, apparendo agli occhi degli
altri come un esempio da seguire.
Ma,
nell’attuale situazione, Karoth, almeno per Bulma aveva perso quell’alone di santità.
In
tutti quegli anni, nessuno si era mai risparmiato delle critiche nei suoi
confronti e immancabilmente lo mettevano
a paragone con il suo acerrimo rivale: ma a conti fatti, chi era tra due
che aveva messo la sua sete di gloria al primo posto?
Goku
era il trionfatore di molte guerre, le battaglie che aveva vinto non si
contavano più, però non era sufficiente a definirlo un eroe, e Vegeta se ne
rese conto.
Sapeva
che agli occhi di tutti quelli che conosceva, Goku non avrebbe smesso di apparire il numero uno
in tutto, ma non se ne curava perché finalmente poteva andare a dormire
tranquillo. Finalmente, quel senso di inferiorità lo aveva abbandonando.
Vegeta
aveva mostrato di possedere il coraggio più grande, quello di restare accanto
alle persone che sentiva d’amare.