A Naruto, ovviamente,
perché
oggi è la sua giornata (*_*)
e a Katia, con l'augurio che guarisca presto.
Qui
comincia la tua storia
Buon compleanno,
Naruto!
“Allora, non sai che giorno
è oggi?”
Jiraiya si voltò verso di lui e lo fissò,
penetrante, con gli occhi ridotti a
fessure e le mani sui fianchi. Naruto, allora, si fermò.
Sbatté le palpebre,
alzando un poco le spalle.
“Veramente no, Ero Sannin… che giorno dovrebbe
essere?”
L’uomo gli rivolse un’occhiataccia, sconvolto, poi
alzò gli occhi al cielo e
continuò a camminare.
Che il suo allievo fosse ingenuo, l’aveva capito non appena
l’aveva visto
rifiutare l’ennesimo sguardo adorante da parte della
primogenita degli Hyuga;
che il suo allievo fosse stupido, gliel’avevano riferito e lo
testimoniava il
fatto che continuasse a prendere soltanto calci nel sedere da
quell’Uchiha che
non aveva affatto intenzione di tornare; ma che il suo allievo
soffrisse anche
di Alzheimer alla sua giovanissima età… beh,
quello nessuno gliel’aveva mai
detto.
“Vediamo…” continuò con fare
fintamente assorto il Sannin, guardando diritto
davanti a sé “Se ti dico ‘10
Ottobre’ ti viene in mente qualcosa?”
All’improvviso il rumore di passi strascinati dietro di lui
si spense. Si
voltò.
“Ti sei ricordato, dunque?” esclamò
Jiraiya, ironico. Era già pronto a vedere
l’espressione del biondino contrarsi in tutta la sua
ingenuità per poi
disegnargli un immenso sorriso sul volto, ma ciò non accadde.
Al contrario i suoi occhi blu si velarono di tristezza.
“Già… il mio compleanno… da solo.”
biascicò abbassando la testa.
Allora era davvero scemo forte.
“Non mi pare che tu sia solo.”
affermò improvvisamente il Sannin, burbero,
spostando lo sguardo verso il pezzo di strada che avevano
già percorso “Ci sono
io con te.”
Naruto sospirò e scosse la testa.
“Sai che compagnia!” borbottò,
imbronciato per via dei pensieri che correvano veloci
nella sua testa “L’anno scorso ho trascorso il
compleanno allenandomi, l’altro
anno anche, e-”
“E se quest’anno facessimo qualcosa di
diverso?” lo interruppe il maestro,
aprendo le braccia divertito e dicendo la prima cosa che gli venne in
mente “Non
so, potrei… offrirti del ramen!”
Gli occhi del suo allievo si illuminarono di gioia fanciullesca, come
se gli
avesse offerto il giocattolo più bello del mondo.
“Ramen?! Cioè,
lo faresti davvero, Ero
Sannin?” gli domandò
quello,incredulo. Jiraiya assentì, sogghignando.
“Certo! Ma solo se la smetti di chiamarmi in quel modo. A
momenti sono tre anni
che te lo ripeto!”
Lo shinobi biondo annuì, gli occhi lucenti di una nuova
contentezza: “Certo,
certo, tutto quello che vuoi, Ero Sa-”
“NA-RU-TO!”
Riuscì solo a vedere le narici del Sannin leggendario
dilatarsi
pericolosamente, perché poi, spaventato, prese a correre
lungo la via per
sfuggirgli. E Jiraiya lo inseguiva, correndo all’impazzata
con il sangue alla
testa per la rabbia, ma con la felicità ad intorpidirgli gli
arti.
Inseguiva un cretino e un ingenuo che, nonostante tutto, gli aveva
fatto
provare per la prima volta l’affetto di un padre.
“Niente
ramen!” continuava a ripetere indispettito Naruto, fissando
con occhi assassini
Jiraiya, mentre continuavano a camminare verso il prossimo villaggio
che
avessero incontrato.
L’uomo sospirò, esasperato da quel monologo, e
finalmente si difese: “Come
potevo sapere che in quel villaggio non c’erano locali dove
servono ramen? Su
con la vita! Ti offrirò questo benedetto ramen appena
troviamo un locale, se
c’è.”
“Che schifo di compleanno!” borbottò
allora lo shinobi biondo, calciando una
sasso che si trovava al lato della strada “Sapevo che sarebbe
stato uno schifo
come tutti gli altri.”
“La smetti di lamentarti? Fermati.”
Naruto obbedì e si bloccò all’istante,
seppur controvoglia. Il suo stomaco
brontolava come non mai. Jiraiya lo squadrò con un sorriso e
disse: “Adesso ti
do una cosa… credo che ormai sarà completamente
sciolto, comunque…”
Si frugò la giacca, mentre il suo allievo lo scrutava con
crescente curiosità,
e ne cavò un incarto completamente bagnato. Lo
srotolò e finalmente il ragazzo
riconobbe un ghiacciolo verde e piuttosto grande schiacciato in
più punti.
“Avrei voluto mangiarlo io, ma visto che oggi è il
tuo compleanno e non sono
ancora riuscito ad offrirti del ramen..” spiegò
Jiraiya, porgendoglielo, e vide
che gli occhi di Naruto brillavano di nuovo di felicità.
“Ma solo per questa
volta, eh!”
Il Sannin si voltò nuovamente per riprendere la sua marcia,
ma il ragazzo lo
trattenne battendogli la mano libera sulla spalla. Quando
l’uomo lo guardò
negli occhi, notò che essi erano lucidi.
“Facciamo a metà” propose
l’allievo semplicemente.
Jiraiya sorrise piano e spezzò il ghiacciolo in due
metà perfette. Poi, senza
parlare, si andò a sedere sotto ad una quercia che si ergeva
lungo la strada e
cominciò a mangiarlo. Naruto lo seguì,
saltellando.
La
mattinata era trascorsa: il cielo si era schiarito parecchio e il sole
aveva
lasciato posto alle nuvole, nuvole bianchissime e cariche di una brezza
piacevole che accarezzava pigramente la lunga chioma di Jiraiya.
Il Sannin aveva posato per terra il grande rotolo che solitamente
portava sulle
spalle e finalmente si stava godendo un po’ di riposo
all’ombra della quercia.
Il suo allievo, invece, sonnecchiava beatamente poggiato contro la sua
schiena,
la mano abbandonata sul bordo del rotolo, ma ancora stretta saldamente
a
proteggere lo stecco di legno di quel ghiacciolo che aveva gustato
più di ogni
altra cosa al mondo e che aveva reso quel compleanno la giornata
più bella
della sua vita.
Ogni giorno, da quando avevano lasciato Konoha, accadeva
così: Naruto,
distrutto dagli allenamenti, crollava per la stanchezza, in qualunque
luogo si
trovasse, e toccava a lui portarlo a letto. Quel giorno,
però, si era
addirittura addormentato seduto: gli era bastato posare la testa sulla
schiena
del suo maestro per svanire in un sonno ristoratore, ma, nonostante
ciò, non
sembrava per nulla infastidito.
La sua espressione era distesa e beata, la sua bocca un poco aperta.
Voltata un pochino la testa, non appena lo vide, Jiraiya
scoppiò a ridere
fragorosamente: era davvero molto buffo. E in quel momento fu colto
dall’ispirazione.
Era un’idea minuscola, quasi invisibile nella sua testa, ma
egli sentì che
spingeva con tutta se stessa per essere notata. Chiuse gli occhi.
Era lì davanti a lui. Era nitida, cristallina più
che mai. Ormai era fissata.
Aprì gli occhi e cominciò a frugare
frettolosamente la giacca alla ricerca del
suo quaderno degli appunti. Lo aprì con un movimento brusco
e prese a scrivere
velocemente, prima che le parole volassero via. Riempì mezza
pagina.
“Mi chiamo Naruto Uzumaki, e sono un
ninja del villaggio della Foglia. Il mio più grande
desiderio è diventare
Hokage. Voglio diventare capo del mio villaggio per farmi amare e
rispettare da
tutti. E poi voglio riportare indietro Sasuke Uchiha, il mio amico che
è
scappato per cercare vendetta. Per poterlo battere ho lasciato il
villaggio e
ho cominciato ad allenarmi senza sosta sotto la guida di Jiraiya
l’Eremità dei
Rospi, uno dei tre ninja leggendari. Ormai sono quasi tre anni che ho
lasciato
il mio villaggio e il mio allenamento è quasi giunto al
termine, ma io ci metto
sempre lo stesso impegno. Voglio davvero diventare più forte.
Oggi è il mio compleanno, ma, nonostante questo, sono in
viaggio insieme al mio
maestro per raggiungere un villaggio in cui potermi allenare
ulteriormente. I
miei compleanni di solito trascorrono tutti così, ma oggi
Jiraiya mi ha
proposto di festeggiare con del ramen. Ne sono stato felicissimo,
perché il
ramen è il mio cibo preferito, ma purtroppo nel villaggio in
cui ci siamo
recati non c’erano locali in cui lo cucinassero.
Ammetto che mi sono arrabbiato parecchio, soprattutto perché
avevo molta fame,
ma Jiraiya mi ha offerto metà del suo ghiacciolo per
riempirmi un po’ lo
stomaco. Non che ci sia riuscito molto, comunque. La mia pancia
brontola ancora
e parecchio, anche.”
Rilesse
con
cura le parole che aveva scritto e sorrise. Di sicuro in quel momento
lo
stomaco di Naruto doveva essere vuoto come mai, certo.
Si voltò ancora per sbirciare il suo allievo e
scoprì che non si era mosso
affatto. Dormiva ancora profondamente. Sorrise di nuovo, con la bocca,
con gli
occhi, con il cuore, accarezzandone con affetto il profilo del viso
abbronzato
dal sole, e aggiunse sul foglio le ultime parole del suo nuovo prologo.
Semplicemente
una piccola one shot per festeggiare il compleanno del nostro eroe.
Anche se la storia diventa sempre più assurda, non riesco a
pensare proprio a pensare ad un mondo senza Naruto. Ormai è
così tanto tempo che mi fa compagnia che è
entrato ad
essere parte integrante della mia vita. Quante giornate tristi
sarebbero trascorse senza di lui! :D
Un ringraziamento speciale,nonché la dedica, va alla
carissima
Katia, perché oggi ci doveva essere lei a pubblicare al
posto
mio. Rimettiti presto, voglio leggere la tua fic! XD
Pareri ben accetti, positivi o negativi che siano, come al solito
insomma. XD
Sperando che vi sia piaciuta almeno un pò,
un bacio.
Ayumi