Arigatō
ありがとう
23 Febbraio 2005
Mi
avete detto che era impossibile.
Mi avete detto che ero un povero stupido a
crederci, a sperarci ancora.
Me lo avete ripetuto tante di quelle volte… Ma mai, mai,
io ho creduto alle vostre parole. Vi starete chiedendo perché, magari… Come
potevo essere certo che tutto questo si sarebbe realizzato un giorno. Ma se io
ora vi dovessi rispondere, vi direi semplicemente che doveva
essere così, perché lo sentivo, lo sapevo;
ogni più piccola parte di me lo sapeva.
Adesso che mi ritrovo qui, a ripensare a
tutto - ed in fondo a niente -, mi sembra strano che pensi proprio voi…
Voi che per primi mi avete preso in giro
per quello in cui credevo…
Voi che per primi mi avevate già
etichettato come “illuso”…
Voi che per primi non avete creduto in me…
Ora io penso a tutti voi.
Mi viene da ridere per quanto possa essere ridicolo; io adesso sono felice, come non lo sono mai stato prima, e non mi importa se voi
adesso lo siete per me, non mi importa neanche che vi dia fastidio che io ce l‘abbia
fatta perché voi avevate torto.
Adesso però, c’è una cosa che voglio dirvi,
una parolina in verità… E’ una cosa assai semplice, che tutti avrete sentito almeno una volta, che ve lo siate meritato o
meno. Penserete che non avrà un senso quello che vi
dirò, sapete perché?
Perché voi non avete fatto un bel
niente per meritarvelo. Ma ve
lo devo in ogni caso.
Ve lo devo perché anche se ogni volta mi
buttavate giù, anche se mi criticavate, mi avete aiutato a non
arrendermi, mi avete aiutato involontariamente a capire che anche se cadevo, mi
potevo rialzare ed andare avanti.
Nessuno sa oltre me
stesso quanto ho dato per arrivare fin qui, nessuno.
Anche quando stavo male andavo avanti, anche quando io stesso volevo gettare la
spugna andavo avanti, comunque. Sembrerà da pazzi –e
forse lo sono- ma non sono mai stato così grato a qualcuno come ora.
Nell’aria che respiro in questo momento, si sente una
strana elettricità, avete presente quando si sta per
scatenare un temporale, sì? E’ la stessa aria che respiro io adesso; è quella
strana calma che si prepara ad essere spazzata via dalla tempesta… Che
sensazione magnifica. In pochi sanno
cosa si prova realmente, non cosa scrivono nei libri o dicono nei film; quelle
sono solo frasi fatte di parole vuote, per farvi illudere di sapere di cosa si
sta parlando; ma la verità è che non lo saprete mai finché non lo vivrete sulla
vostra pelle, dentro al vostro cuore, racchiuso nella
vostra anima.
E’ una sensazione che vi rimarrà per
sempre, una macchia di un qualcosa che non verrà mai cancellato
né dalla mente né dall’anima; semplicemente indelebile.
Ho scoperto in questa mia nuova vita
quanta gente possa cominciare ad amarti, quanta ti possa
adorare, quanta ti possa odiare e disprezzare. Ho scoperto anche quante poche
persone ti possano apprezzare e ti possano stimare
davvero per quel che realmente hai dentro di te.
La verità è che sono davvero troppo poche;
quasi da far male.
Non dovrei lamentarmi,
lo so. Molto probabilmente ho avuto più di quanto potessi
immaginare, più di quanto potevo avere… Anche più di quanto volevo.
Ma
ho avuto tanto, ho dato tanto ed ho perso altrettanto. Sono grato di quello che
ho ricevuto in cambio di quello che ho donato, non rimpiango niente di quello
che ho fatto. A volte penso a come sarebbe stata la
mia vita se non avessi osato, se non avessi raccolto tutto il coraggio che
avevo per credere ancora in quel sogno da tanti definito stupido, infantile ed
insensato…
Ora so che me ne sarei pentito per tutta
la vita, sarebbe stata la cosa più stupida ed irrazionale che
io avessi potuto mai fare.
Se mi guardo allo specchio in questo momento vedo tante cose, sapete? Prima ne vedevo solo due:
me stesso e il grande sogno che tenevo stretto, vicino
al cuore, dove nessuno poteva toccarlo, né vederlo, né ferirlo… Né ucciderlo. Ora, se osservo la mia
immagine riflessa in quella superficie liscia vedo
tante cose, troppe. Vedo voi, vedo me stesso, vedo il mio sogno, vedo i miei desideri nascosti,
vedo quelli degli altri, vedo amici e nemici… Sembra che ormai il riflesso si sia
ampliato su tutto il mondo a me circostante… E non mi dispiace affatto, tutto
il contrario.
E’ talmente bello, che a volte mi pare ancora di stare sognando, e prego di non
svegliarmi.
A volte mi piace fare una cosa che facevo anche prima, quasi tutte le notti… Andavo su una
terrazza, mi sdraiavo e con semplicità rivolgevo gli occhi al cielo, lasciando
che le stelle riflettessero la loro scintillante luce nel mio sguardo. Più le
guardavo e più sembravano aumentare il loro numero, sembravano sempre più belle,
mi ritrovavo a piangere mentre il cielo mi imitava,
lasciando scivolare velocemente dal suo manto stellato una scia luminosa che
tanti chiamano “stella cadente”, una scia luminosa che mi illuminava l’anima
ogni volta… Mentre le mie lacrime mi rigavano il cuore. Oh, quanta differenza
c’è fra le lacrime umane e quelle del cielo…
Tutte queste sensazioni che vi sto
raccontando, miei fidati nemici, le devo solamente a voi.
C’è una cosa che ancora, dopo tante
parole, non vi ho detto. E’ una cosa che forse vi lascerà
stupiti… Dopo tanto dolore che mi avete arrecato, vi è stata anche tanta
felicità.
Senza le vostre critiche io non sarei
cresciuto.
Senza il vostro odio io non avrei amato…
Senza di voi, io non esisterei nemmeno.
Ed
è quindi per questo, che io adesso, umilmente…
Vi dono il mio sogno, dicendovi grazie.
Takanori Matsumoto
Notes:
Per cominciare dico subito che la data è completamente
inventata, nel senso che questa piccolissima oneshot ~se
così si può chiamare~ dovrebbe
essere ambientata in un ipotetico primo live di Ruki, e di conseguenza dei
GazettE; ma non essendo riuscita a trovare una data precisa… Ho almeno cercato
un anno più o meno azzeccato.
Molto probabilmente le sensazioni che io descrivo non
sono state quelle di Ruki, ho scritto questa ff in un
momento in cui quasi tutti mi hanno detto che quello che pensavo e sognavo erano solo cazzate; per questo ho cercato di mettere per
iscritto queste sensazioni… Un po’ per sfogo, se così si può dire.
Non so se si possa ritenere scritta “bene”,
ma spero che leggendola non vi abbia fatto ribrezzo.
Vorrei dire solo un’ultima cosa, senza dilungarmi
ancora troppo; devo fare due dediche speciali:
A Chie-chan… La dedico a te che mi sproni
sempre ad andare avanti… Arigatō.
Ed a voi, a quelle persone che ancora vengono definite stupide e pazzamente irrazionali a credere
ancora in quei piccoli pezzetti di stelle chiamati sogni.