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Autore: G_Elizabeth    10/10/2009    4 recensioni
Nell’aria che respiro in questo momento, si sente una strana elettricità, avete presente quando si sta per scatenare un temporale, sì?
E’ la stessa aria che respiro io adesso; è quella strana calma che si prepara ad essere spazzata via dalla tempesta…
Che sensazione magnifica.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ruki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Arigatō

Arigatō

ありがとう

 

 

 

 

23 Febbraio 2005

 

 

 

 

Mi avete detto che era impossibile.

Mi avete detto che ero un povero stupido a crederci, a sperarci ancora.

Me lo avete ripetuto tante di quelle volte… Ma mai, mai, io ho creduto alle vostre parole. Vi starete chiedendo perché, magari… Come potevo essere certo che tutto questo si sarebbe realizzato un giorno. Ma se io ora vi dovessi rispondere, vi direi semplicemente che doveva essere così, perché lo sentivo, lo sapevo; ogni più piccola parte di me lo sapeva.

Adesso che mi ritrovo qui, a ripensare a tutto - ed in fondo a niente -, mi sembra strano che pensi proprio voi…

Voi che per primi mi avete preso in giro per quello in cui credevo…

Voi che per primi mi avevate già etichettato come “illuso”…

Voi che per primi non avete creduto in me… Ora io penso a tutti voi.

Mi viene da ridere per quanto possa essere ridicolo; io adesso sono felice, come non lo sono mai stato prima, e non mi importa se voi adesso lo siete per me, non mi importa neanche che vi dia fastidio che io ce l‘abbia fatta perché voi avevate torto.

Adesso però, c’è una cosa che voglio dirvi, una parolina in verità… E’ una cosa assai semplice, che tutti avrete sentito almeno una volta, che ve lo siate meritato o meno. Penserete che non avrà un senso quello che vi dirò, sapete perché?

Perché voi non avete fatto un bel niente per meritarvelo. Ma ve lo devo in ogni caso.

Ve lo devo perché anche se ogni volta mi buttavate giù, anche se mi criticavate, mi avete aiutato a non arrendermi, mi avete aiutato involontariamente a capire che anche se cadevo, mi potevo rialzare ed andare avanti.

Nessuno sa oltre me stesso quanto ho dato per arrivare fin qui, nessuno. Anche quando stavo male andavo avanti, anche quando io stesso volevo gettare la spugna andavo avanti, comunque. Sembrerà da pazzi –e forse lo sono- ma non sono mai stato così grato a qualcuno come ora.

Nell’aria che respiro in questo momento, si sente una strana elettricità, avete presente quando si sta per scatenare un temporale, sì? E’ la stessa aria che respiro io adesso; è quella strana calma che si prepara ad essere spazzata via dalla tempesta… Che sensazione magnifica. In pochi sanno cosa si prova realmente, non cosa scrivono nei libri o dicono nei film; quelle sono solo frasi fatte di parole vuote, per farvi illudere di sapere di cosa si sta parlando; ma la verità è che non lo saprete mai finché non lo vivrete sulla vostra pelle, dentro al vostro cuore, racchiuso nella vostra anima.

E’ una sensazione che vi rimarrà per sempre, una macchia di un qualcosa che non verrà mai cancellato né dalla mente né dall’anima; semplicemente indelebile.

Ho scoperto in questa mia nuova vita quanta gente possa cominciare ad amarti, quanta ti possa adorare, quanta ti possa odiare e disprezzare. Ho scoperto anche quante poche persone ti possano apprezzare e ti possano stimare davvero per quel che realmente hai dentro di te.

La verità è che sono davvero troppo poche; quasi da far male.

Non dovrei lamentarmi, lo so. Molto probabilmente ho avuto più di quanto potessi immaginare, più di quanto potevo avere… Anche più di quanto volevo.

Ma ho avuto tanto, ho dato tanto ed ho perso altrettanto. Sono grato di quello che ho ricevuto in cambio di quello che ho donato, non rimpiango niente di quello che ho fatto. A volte penso a come sarebbe stata la mia vita se non avessi osato, se non avessi raccolto tutto il coraggio che avevo per credere ancora in quel sogno da tanti definito stupido, infantile ed insensato…

Ora so che me ne sarei pentito per tutta la vita, sarebbe stata la cosa più stupida ed irrazionale che io avessi potuto mai fare.

Se mi guardo allo specchio in questo momento vedo tante cose, sapete? Prima ne vedevo solo due: me stesso e il grande sogno che tenevo stretto, vicino al cuore, dove nessuno poteva toccarlo, né vederlo, né ferirlo… Né ucciderlo. Ora, se osservo la mia immagine riflessa in quella superficie liscia vedo tante cose, troppe. Vedo voi, vedo me stesso, vedo il mio sogno, vedo i miei desideri nascosti, vedo quelli degli altri, vedo amici e nemici… Sembra che ormai il riflesso si sia ampliato su tutto il mondo a me circostante… E non mi dispiace affatto, tutto il contrario.

E’ talmente bello, che a volte mi pare ancora di stare sognando, e prego di non svegliarmi.

A volte mi piace fare una cosa che facevo anche prima, quasi tutte le notti… Andavo su una terrazza, mi sdraiavo e con semplicità rivolgevo gli occhi al cielo, lasciando che le stelle riflettessero la loro scintillante luce nel mio sguardo. Più le guardavo e più sembravano aumentare il loro numero, sembravano sempre più belle, mi ritrovavo a piangere mentre il cielo mi imitava, lasciando scivolare velocemente dal suo manto stellato una scia luminosa che tanti chiamano “stella cadente”, una scia luminosa che mi illuminava l’anima ogni volta… Mentre le mie lacrime mi rigavano il cuore. Oh, quanta differenza c’è fra le lacrime umane e quelle del cielo…

Tutte queste sensazioni che vi sto raccontando, miei fidati nemici, le devo solamente a voi.

C’è una cosa che ancora, dopo tante parole, non vi ho detto. E’ una cosa che forse vi lascerà stupiti… Dopo tanto dolore che mi avete arrecato, vi è stata anche tanta felicità.

Senza le vostre critiche io non sarei cresciuto.

Senza il vostro odio io non avrei amato…

Senza di voi, io non esisterei nemmeno.

 

Ed è quindi per questo, che io adesso, umilmente…

Vi dono il mio sogno, dicendovi grazie.

 

 

 

 

                             Takanori Matsumoto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Notes:

Per cominciare dico subito che la data è completamente inventata, nel senso che questa piccolissima oneshot ~se così si può chiamare~ dovrebbe essere ambientata in un ipotetico primo live di Ruki, e di conseguenza dei GazettE; ma non essendo riuscita a trovare una data precisa… Ho almeno cercato un anno più o meno azzeccato.

Molto probabilmente le sensazioni che io descrivo non sono state quelle di Ruki, ho scritto questa ff in un momento in cui quasi tutti mi hanno detto che quello che pensavo e sognavo erano solo cazzate; per questo ho cercato di mettere per iscritto queste sensazioni… Un po’ per sfogo, se così si può dire.

Non so se si possa ritenere scritta “bene”, ma spero che leggendola non vi abbia fatto ribrezzo.

 

Vorrei dire solo un’ultima cosa, senza dilungarmi ancora troppo; devo fare due dediche speciali:

A Chie-chan… La dedico a te che mi sproni sempre ad andare avanti… Arigatō.

Ed a voi, a quelle persone che ancora vengono definite stupide e pazzamente irrazionali a credere ancora in quei piccoli pezzetti di stelle chiamati sogni.

   
 
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