Premessa
piccola ma doverosa.Questa è la mia prima fanfiction in
assoluto. E' stato difficile calarmi in personaggi non miei , anche se
divertente, conscia del fatto che potrei però aver
involontariamente deluso le
loro caratteristiche originarie. In più devo,
ahimè , confessarmi ignorante in
terminologia "fanfictioneriana". Perciò chiedo, a chiunque
gentilmente voglia, di farmi presente eventuali inesattezze nel
catalogare la
storia correttamente. oltre che scusarmi in anticipo.Su gentile sprono
di una
scrittrice che molto apprezzo mi sono cimentata, dopo molto tempo, a
scrivere
qualcosa. Cosa ne sia uscito fuori sta a voi giudicare. Siate
clementi,seppur
sinceri, ve ne prego. E, soprattutto, non tagliatevi le vene, in questa
triste
Ode alla parcondicio assoluta! Buona lettura,
Daniela
Una
danza di luci fioche, piccoli spiragli fra le imposte chiuse, sfida
l’oscurità
della stanza.
La mia mano trema incontrollabile mentre la osservo ad un
palmo dal volto,
assorto. Macchie scure tra ragnatele di pelle rugosa e dura come cuoio.
Eppure così calda.
Il tempo , una volta immobile in una realtà eterna, scorre
ora sin troppo
veloce. Sono rimasto solo.
<< No >> sorrido amaro <<
Quasi >>.
Su questa poltrona dove, anni fa, mio padre è morto nel
sonno, aspetto.
Vecchio anche io, come è normale che sia.
Alle spalle per sempre le leggende oscure di spaventosi mostri con fin
troppo
cuore.
Resisto ancora.
Per lei, ancora e sempre, come ogni altra cosa fatta in vita mia.
Nemmeno in questo l’unico, però.
<< Da quand’è che pensi come un
damerino? Mi ti stai rammollendo vecchio
scemo!>> dico più al me stesso di allora che a
questo rottame stanco che
mi ritrovo ad essere.
~
° ~
Piove.
Nuvole dense e scure inglobano le alte cime dei pini.
Soffocati d’edera lussureggiante fiancheggiano la statale,
scuotendo le fronde
al vento, immobili.
L’auto scorre veloce verso il centro abitato, ogni istante
più vicino.
Forks.
La chiamavo casa, un tempo.
Ha smesso di esserlo da più di - Così
tanto? - cinquant’anni.
Nessun luogo può esserlo ormai.
Lei era casa. Sempre e per sempre.
Eppure…
<<…Eppure mai più >>
sussurro al nulla.
Mezzo secolo di luoghi e volti estranei. Una girandola di volontario -
quanto
inutile - annebbiamento.
Mi concedo un lungo giro fra le strade, l’auto che scivola su
pozze d’acqua
lucida.
Odori nuovi, sconosciuti, investono i miei sensi, insieme ai
più disparati
pensieri.
Case moderne, negozi sorti dal nulla. C’era un
magazzino laggiù!
Mi sorprendo sempre di questi futili pensieri paralleli.
La mia natura, certamente, fa si che trovino il loro transitorio spazio
nonostante l’unica, incessante, ossessione che monopolizza la
mia mente.
Poi la sagoma bianca dell’edificio , dove sapevo di trovarlo,
mi aggredisce gli
occhi. Mi colpisce , forte allo stomaco, come il pugno che mai potrebbe
farmi
male.
La scuola.
Diversa seppur uguale, incalza i ricordi che così
strenuamente difendo dal
tempo.
Quanto ancora lunga deve essere questa eternità?
Tiro il motore al massimo lasciandomi indietro la città, con
rinnovata fretta.
Pochi minuti, alla mia velocità folle, poi eccola.
La casa. Piccola e squallida.
Sono arrivato.
~
°~
<<
Entra >>
Il tanfo orribile, che credevo dimenticato, mi investe prepotente.
Poi lui, il succhiasangue.
<< Non avrei comunque chiesto il tuo permesso, Jacob
Black >>
Può un vampiro rattrappirsi? Invecchiare?
No, certo che no .
Anche se…
E’ sempre lui. Faccia pallida , occhiaie, e tutto il resto.
Edward Cullen.
<< Da quand’è che i vampiri
circolano liberi, qua a La Push? >>
<< Ho rischiato >> mi risponde atono, come
se non avesse davvero
importanza.
<< Nessuno ti avrebbe attaccato. Ti stavo aspettando.
>>
<< Si. >>
Logorroico eh…
Per un attimo il barlume di un ghigno si fa strada sulla sua faccia da
statua.
<< Non c’è più nessun
branco Cullen.Perchè si, ci siamo ritrasformati
quando ve ne andaste, come ai tempi di Ephraim. Mi spiace solo non
avertene
dato assaggio. Dire che l'avresti meritato è poco, credimi.
Ormai... niente
vampiri, niente più lupi. Liberi tutti di invecchiare, come
vedi. Se un giorno
riappariste, forse, le nuove generazioni…>>
lascio in sospeso.
<< Non torneremo. >>
I suoi occhi sono due abissi bui e spenti.
Morti anche per un vampiro, il che è tutto un dire.
<< La vostra veggente. La nana, suppongo.>>
<< Si, Alice. Lei ha visto.
>>. Non aggiunge altro.
Un attimo di silenzio fin troppo lungo converge, ne sono certo, i
nostri
pensieri verso un unico volto.
<< Non c’era mai riuscita, in
cinquant’anni. >>
Ma come…
<< La tua natura, cane! Nonostante glielo avessi
proibito, lei ha sempre
provato a cercarla. Senza successo. C’erano strani buchi ad
offuscarle le
visioni. Carlisle ha dedotto foste voi, i
mutaforma. L'avevamo intuito
che i licantropi fossero tornati, non avevamo altre spiegazioni
plausibili.
Buchi neri , per cinquant’anni. Così le sei
rimasto accanto per tutto questo
tempo.>> Non è una domanda.
Annuisco piano.
<< Come sapevi che fosse viva allora? >>
Senza la loro vedetta, lontani da qui…
<< Jasper. Internet…i tracciati delle tasse,
lo faceva per Alice…>
<< Ah. >>
Abbassa lento lo sguardo, soffre.
Deve far male, lo so bene.
<< Si, fin troppo >> . Dice più
a se stesso che a me.
Dovrebbe farmi rabbia. Disgusto. Invece... solo pietà.
Nemici per natura e per la stessa donna
Siamo andati oltre, niente di tutto ciò ha più
senso adesso.
Poi, un dubbio.
<< Ma…Lei, Bells, ha sempre creduto che la
veggente le avrebbe fatto da…testimone,
riferendoti. >>
Gli si allarga lo sguardo. L’ ho sorpreso.
Sorrido beffardo. Non lo sa.
<< L ’hai sottovalutata succhiasangue! - Una
punta d’orgoglio, mio
malgrado, per la mia scricciola sciocca - Ha
sempre saputo, contro ogni
ragione. >> aggiungo. Questa volta con rabbia.
<< Lo sapeva che te ne sei andato pur amandola.
>> Infierisco
Si accascia sul divano, sconfitto.
La testa , rigida fra le mani, come se gli dolesse.
<< Mostrami >> , in un sussurro.
~
°~
Quel
che dice il cane non ha senso.
Oh Bella!Quanto ho segretamente sperato che non credessi al
mio rifiuto,
quando ti lasciai mentendo?
Ma questo…
Va “contro ogni ragione” le esatte parole del
vecchio.
Allora non mi aveva rincorso. Ingoiava i singhiozzi guardandomi fiera.
L’avevo
lasciata alla sua umanità per non tornare più.
Al sicuro dal nostro amore impossibile. Insano.
<< Non ha mai dubitato di te. Ho impiegato una vita a
convincerla del
contrario. Neanche prima di trovare, anni dopo, i tuoi regali sotto le
assi, a
casa di Charlie. >> sputa fuori Jacob con furia.
Ma non è questo a scuotermi il corpo in una morsa di dolore
puro.
Immagini di Lei affollano i suoi pensieri. Fin troppo vivide.
Bella.
Affranta
, piccola e giovane, sullo stesso letto che abbiamo condiviso tante
volte.
I suoi grandi occhi scuri gonfi di pianto per il mio
abbandono. Il sorriso
spento.
<< Se ne è andato Bells, ti ha
lasciata.>>
<< Lo so Jake. Non tornerà, lo
conosco. Ma lo aspetterò
comunque.>>
<< No! Bells reagisci, esci,
Vivi!>>
<< Lo farò Jacob, prima o
poi…>>
La grande mano scura di lui copre quella bianca di lei - soffoco
un
ringhio - gli occhi bramosi di stringerla a se.
Gelosia..
Se ne accorge.
Non mi ha mai voluto Mostro! Non ha mai voluto nessun altro.
Rabbia. Si capisce che avrebbe voluto essere lui ad averla.
<< E’ stata felice?.>> Esito. Ho
paura di sentire risposta
<< Felice? No. Serena, forse, col tempo. >>
Mi condanna senza
appello.
Nella sua mente, ad un tratto, leggo l’orrore.
Laurent, Victoria, i neonati. Il pericolo nei ricordi di Jacob.
Le mie dita bianche e forti stritolano il bracciolo del
sofà, sbriciolandolo.
<< Si. Anche questa vampiro. Per la
succhiasangue rossa ci siamo
trasformati a decine. L’abbiamo protetta e salvata dalla sua
vendetta. Senza
di te.>>
Ringhio, furioso con me stesso. Pur sapendo che sono fatti lontani nel
tempo,
andati a buon fine, non posso fare a meno di rabbrividire di paura per
lo
sguardo folle di Victoria. Come ho fatto a non prevederlo?
No, non c’ero.
E fra la rabbia e il dolore, si fa strada, con sorpresa,
l’invidia.
Lui ne ha goduto la compagnia , per anni.
<< Morta quella pazza e il suo esercito immondo, tutto
è tornato alla
normalità. Niente più trasformazioni. Niente
più adolescenti lupo sottratti
alle proprie famiglie. Niente imprinting per me.>> mi
dice. Grato?
< Sai Cullen. Ti ho capito, allora. Lo ammetto adesso, ad un
passo dalla
morte, ma è così. Meritava la fiaba la piccola
Bells, non l’incubo. Peccato
solo non l’abbia voluta.>>
<< Con te? >>
<< Con chiunque l’avesse resa felice
sanguisuga! - tuona - ma Bells non
era dello stesso avviso,
non sarebbe stato da lei. O Dracula junior o nulla. >>.
Lei,
il suo volto delicato. Serio e concentrato alla cerimonia del diploma.
Con la tonaca troppo lunga, che inciampa nei suoi stessi passi.
Impacciata e timida - adorabile - al
college dove lui l’ha seguita.
Nuovi amici.
Un sorriso un po’ perso ma sereno.
Culla un bambino cantando una melodia che riconosco, il figlio
di Renèè.
Le
immagini vorticano, si accavallano, stordendomi.
Jacob
sempre accanto, come un fratello - questi
sono i suoi ricordi del resto- a
sostenerla.
Lei che racconta, stizzita, l’apatia dei suoi
giovani alunni annoiati.
Chiacchiere con un collega - sorrido- parlano di
Romeo e Giulietta.
Le sue gote rosse, accalorate dalla discussione.
Il funerale di Charlie. La folla di un aereoporto.
Stretta a Jacob in un lento - Oh sento il
suo abbraccio attraverso
questi ricordi, come se stringesse me! - ad un
matrimonio.
Bellissima.
Attimi della sua vita. Fin troppo umana, come ho lottato che fosse.
Soffrendo.
Il ricordo cambia. Anni scorrono .
Una ruga che non conosco sul suo volto sempre bello. Adulto.
Mezzo
secolo, cosi lento e lungo per me. Volato via troppo veloce per lei.
Ma una vita normale senza mostri accanto.
Finchè, l’insostenibile.
Lei
su un letto bianco troppo grande per il suo corpo minuto. Anziana e
fragile, la
testa grigia sul
cuscino soffice.
Malata come non l'ho mai
vista.
So
già cosa viene dopo. La visione di Alice; l’unica
in tanto tempo.
La rivivo , dolorosa, contro volontà.
Stessa
stanza, lei sussurrare qualcosa e chiudere gli occhi, come cedendo al
sonno.
Sola.
E’ morta sola!
<<
Come…>> dico a fatica, ricordandomi dove mi
trovo.
<< Cancro. L’ha scoperto per caso. Ha
combattuto, forte come sempre.
Fedele alla vita che le hai imposto. Avrei dovuto essere con lei ma...
il
marito di Rebecca è morto, ero al suo funerale, alle
Hawaii…non sapevo che
fosse cosi vicina ad andarsene...>>
<< Bella…>> Pronunciare il suo
nome è una lama che affonda in pieno
petto,
pietra dura come burro.
<< Mi ha fatto giurare di dirtelo se fossi tornato. Ha
mantenuto la sua
promessa, per te>> .
Il vecchio si affloscia su se stesso, svuotato.
<< L’ ho fatto. Adesso va via.>>
Fatico a riemergere dal vuoto vischioso che mi avvolge
l’anima.
E’ stata giusta tutta questa solitudine?
Per me? per Jacob? E per Lei, Bella?
Mille aghi pungono i miei occhi asciutti mentre, con lentezza fin
troppo umana,
mi alzo.
<< Grazie Jacob >>
Fulmineo mi lancia una busta bianca che non avevo visto nei suoi
pensieri.
L’afferro con sconcerto.
<< Certo, certo. Addio succhiasangue.>> La
sua voce mi insegue
sprezzante. Ormai lontana.
~
° ~
<<
Addio succhiasangue.>> dico all’uscio vuoto.
Corri, scappa lontano vampiro!Non troverai pace, ovunque tu vada.
L’ hai allontanata. Non l’ hai voluta rendere come
te.
Giusto o meno che sia, ti capisco. L’hai fatto per troppo
amore.
Ed io? Non le sono rimasto forse accanto, in silenzio, rinunciando a
tutto,
in nome dello stesso sentimento?
E lei. Condannarsi alla fedeltà eterna per vivere al posto
tuo ciò che a te è
negato.
Follia.
Il tempo va avanti ma i nostri ruoli , ora come allora, rimangono
sospesi in
una bolla.
Congelati ed eterni.
Io l’innamorato non corrisposto che si accontenta
d’essere amico.
E loro, gli eterni amanti impossibili.
Perfetti per una di quelle tragedie che le piacevano tanto.
Tre pazzi schiavi della stessa ossessione a fondo cieco.
Un cerchio che non si chiude mai, tutti e tre difensori di un bene che
non è
mai stato il proprio.
<<
Bells, che senso ha?>>
<< Jake - fa lei dolce appoggiandosi al mio petto - Non
capisci? Proprio
tu?L’ha fatto per me. Per proteggermi dal mostro che crede di
essere. Soffrendo
ogni attimo per una natura di cui non ha colpa. Gli ho promesso di
vivere e
così farò. Non aggiungerò rimorsi al
suo fardello…ma…>> Fa un gesto
ampio
con la mano, a voler includere con esso tutto ciò che si
è negata << ma
non vorrò più nessuno. E’
l’unica promessa che non avrebbe mai potuto
estorcermi >>
Con
gambe malferme, poggiato al mio bastone, esco alla luce cupa che invade
la mia
amata spiaggia.
Tutto è come prima, ma solo nella mia testa.
Il futuro è un giorno senza incubi, sempre più
vicino, la cui normalità
restituirà Forks alla realtà che avrebbe sempre
dovuto avere.
Soltanto un posto noioso e freddo dove piove fin troppo spesso.
<< Sei diventato un fottuto saggio, Jacob Black
.>>
~°~
Senza
curarmene lascio l’auto al limitare del bosco e scendo.
La busta mi scotta fra le dita come tizzone ardente, mentre la porto al
naso,
timoroso.
Cerco un profumo che però non trovo né
troverò in alcun posto mai più.
L’odore pungente di cane è la sola cosa che sento.
Lo stesso che l’ha avvolta, amico, durante la mia assenza.
Con gesti delicati lacero la carta, accarezzando il foglio.
Potessi far mie le sue impronte lievi!
“
Tua. Sempre e per sempre”
Bella.
Un
macigno
mi si posa sul cuore muto.
Bella.
Più forte di un vampiro centenario, immortale e stupido.
Mi tasto la tasca finquando non sfioro, attraverso la stoffa dei jeans,
il
cartoncino rigido.
Il biglietto verso l’unico ed ultimo posto possibile prima di
ricongiungermi al
mio amore eterno, nel riposante oblio della morte.
Verso quell’altra esistenza che
lei ha sempre sostenuto
possibile anche per un abominio come me.
Per mantenere la mia tacita promessa. Non sopravviverle in un mondo che
la vede
assente.
Inizio a correre veloce fra gli alberi, sfogando il mostro che mi vive
dentro.
Ruggendo minaccioso al vento.
Un' ultima doverosa tappa prima di andar via per sempre.
Con gesti folli mi strappo la camicia, lasciando che i raggi incerti
del sole
mi lambiscano la pelle.
Mi accascio a terra afferrando ciuffi di erba umida.
Immaginando la sua mano, calda e palpitante di vita, stretta nella mia
gelida.
Sorrido.
La nostra radura. Un’esistenza fa.
Finalmente a casa.
Il mio corpo nudo, nello sfavillare dei diamanti abbaglianti che lei ha
sempre
amato.