Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: DreamyVale    24/10/2009    4 recensioni
Gli A7X sono una grande famiglia, composta non solo dai ragazzi della band ma anche da molte altre persone. Rebecca, sorella maggiore di Jimmy si trova coinvolta in un tour del gruppo con l'intenzione di riordinare la sua vita e il risultato di confonderla ancora di più.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 12 - Livin' on my own

Sometimes I feel I'm gonna break down and cry
Nowhere to go nothing to do with my time
I get lonely so lonely living on my own
Sometimes I feel I'm always walking too fast
And everything is coming down on me down on me
I go crazy oh so crazy living on my own
Queen - Livin' on my own

Era arrivato il momento di tornare a casa, di tornare ad affrontare la vita normale, di rimettersi al lavoro e smetterla di girare per gli Stati Uniti spesati e mezzi ubriachi in un tourbus.
I ragazzi degli Avenged erano felici, dopo mesi sentivano la nostalgia di casa loro, Becky no.
Tornare a Los Angeles significava ricominciare il solito tran tran, doversi cercare una casa, ricominciare a lavorare, riorganizzare una vita totalmente diversa senza Dylan, una vita da single che non faceva da ormai un bel po' di anni, e la cosa la terrorizzava.
Erano appena atterrati a LAX, l'accordo era che Becky stesse da Jimmy e Jess per un po', l'opzione "andare a casa di mamma" era stata scartata in un secondo netto, anzi a dire il vero non era stata proprio presa in considerazione, dal giorno successivo avrebbe iniziato a cercare un posto tutto suo, magari la sua vecchia casa, che aveva liberato solo qualche mese prima, non era ancora stata data in affitto a qualcun altro e avrebbe potuto riprendersela.
I ragazzi dal canto loro avrebbero avuto ancora un paio di concerti e qualche intervista, poi si sarebbero chiusi in studio a registrare il nuovo album.
Jimmy lanciò un'occhiata a Matt che se ne stava appoggiato a una colonna in attesa dei loro bagagli, aveva lo sguardo pensieroso, un po' perso, e il batterista aveva un brutto presentimento.
"Vuoi andare lì a dirgli di fare il bravo con tua sorella?" scherzò Brian ridendo e Jimmy sorrise.
"Stavo pensando l'esatto contrario..." rispose sovrapensiero.
"Scusa?" chiese Syn incuriosito.
"Per come la vedo io se c'è uno che deve rimanerci sotto quello non sarà Bex..." spiegò il ragazzo mettendo le mani in tasca. Lui l'aveva capito subito e conosceva sua sorella, per quanto fosse brutto da dire Matt era il suo ripiego, la cura per far stare un po' meglio il suo spirito ferito da Dylan, Becky non cercava un compagno, cercava una distrazione.
Per Matt... Non lo sapeva, ma temeva fosse tutta un'altra storia, temeva che fosse iniziata in un modo e stesse proseguendo in un altro e c'erano tanti piccoli segnali che mettevano Jimmy in allarme. Anche dopo che Becky gliel'aveva detto e che, praticamente, avevano tacitamente aperto la strada anche alla conoscenza di tutti gli altri non era cambiato assolutamente nulla e, infatti, se non fosse stato per la bocca larga di Brian che l'aveva detto a Zacky nessuno avrebbe saputo niente: il comportamento dei due non era assolutamente cambiato e il batterista temeva che fosse stata Becca a mettere dei paletti per sottolineare che loro non stavano insieme.
Brian guardò il cantante, pensando che probabilmente Jimmy aveva ragione... aveva visto subito Matt non del tutto a suo agio in quella situazione sinceramente poteva capirlo: era Becky.
Non era una fan sconosciuta di cui poteva fregarsene, era una ragazza che conoscevano fin troppo bene e che, probabilmente, con Matt aveva tirato fuori dei lati che nessuno di loro conosceva, e, per una volta, non intendeva un doppio senso, non intendeva fisicamente, intendeva qualcosa di diverso, che Matt doveva aver trovato e scoperto in lei e che loro neanche immaginavano.
"Staremo a vedere" commentò il chitarrista.
"Mi sa che è l'unica" rispose Jim allungandosi a prendere le sue valigie, magari si sbagliava, anche se, sinceramente, credeva proprio di no.

***

* 4 mesi dopo *

“Amore, tua sorella quando arriva?” chiese Jess che stava preparando la lunga tavolata nel giardino di casa loro.
“Non arriva, è a San Francisco per quattro giorni” rispose Jimmy mentre Matt alzava la testa nella sua direzione colto alla sprovvista da quella risposta, incontrando lo sguardo dell’amico “Giusto?” chiese il batterista come per conferma, ormai sua sorella e il cantante si frequentavano da un po’ probabilmente ne sapeva più Matt di lui.
“Già, probabile” rispose secco il ragazzo buttando via la sua bottiglietta di birra nel cestino ed entrando in casa. Lei faceva sempre quello che voleva, lei non rispondeva mai di niente a nessuno, neanche quando sarebbe bastato un messaggio per dirgli che sarebbe sparita per quattro giorni, quello che c’era tra di loro, qualunque cosa fosse non era decisamente alla pari.
“Qualcosa mi dice che non lo sapevi” commentò Syn entrando in cucina subito dopo l’amico.
“Penso non reputasse necessario che io lo sapessi” sbottò l’altro aprendo il frigo e prendendosi un’altra birra “Così come non reputa necessaria un’altra infinità di cose…” continuò abbassando il tono della voce.
“Hey, Shads…”
“…sto iniziando a incazzarmi” sbottò il cantante interrompendolo “Francamente ne ho le palle piene…” aggiunse.
Brian si sedette sul bancone della cucina guardandolo, Matt stava decisamente per esplodere e dopo quattro mesi sarebbe stata una esplosione bella grossa, quasi nucleare.
“Posso capire che non voglia prendere la cosa troppo sul serio, ok?” riprese a dire Shadows “Posso capire che sia stata tradita e mollata all’altare, ma che cazzo di colpa ne ho io? Perché lei non si fida più del genere maschile devo rimetterci io?” chiese.
“Matt, senti…” iniziò a dire Syn “…diciamo che quando avete iniziato sapevi che…”
“…sì sapevo che era in un periodo di merda, che è venuta a letto con me perché non aveva niente di meglio da fare e che mi considerava la cosa più lontana da una relazione che si potesse immaginare, ma porca puttana Gates sono sei mesi che andiamo a letto insieme e non le ho chiesto di vivere con me, ma di mandarmi un messaggio se va per una fottuta settimana a San Francisco magari sì!” spiegò tutto d’un fiato fissando l’amico.
Brian non sapeva bene cosa dire, era successo quello che Jimmy aveva previsto e che anche lui aveva immaginato: Matt ci era rimasto sotto, mentre Becca, scottata se non ustionata dalla storia con Dylan, viveva quel rapporto come un bel passatempo, o almeno così sembrava, perché in realtà non era da lei, la conoscevano, e non era da lei.
“E’ quasi un miracolo quando si ferma a dormire da me e non scappa perché la mattina dopo deve svegliarsi presto” riprese a dire Matt “Ok, facciamo un po’ di cose insieme ma…” lasciò cadere il discorso.
“…ma vorresti di più” concluse Syn.
“Sì, solo che nella sua testa penso sia o così o è stato bello finchè è durato, e sinceramente fino adesso preferivo la prima ipotesi, ora sinceramente non lo so” ammise appoggiandosi indietro al frigo.
“Non gliele hai mai dette tutte queste cose?” chiese Brian ricevendo un’occhiata ben poco convinta “La conosci, coglione, non è il tipo da fare così, non lo era… magari…”
La conversazione venne interrotta da Jess che rientrava in cucina dicendo a tutti che la cena era praticamente pronta, e che dovevano sistemare il barbecue; sfogarsi con Syn forse un po’ era servito, ma Gates aveva ragione, forse avrebbe dovuto parlarne con la diretta interessata.

Matt entrò in casa di Becca richiudendosi la porta alle spalle, seguendo la voce della ragazza che gli diceva di essere in cucina.
“Hey!” sorrise vedendolo e avvicinandosi per dargli un bacio, si era ripromesso di mettere subito le cose in chiaro ma in realtà rispose senza farsi pregare “Spengo il fuoco!” sorrise poi allontanandosi per tornare davanti ai fornelli “Sono proprio appena tornata quindi perdona il casino”.
“Tranquilla” rispose lui a bassa voce.
“Tra l’altro mi hanno perso il bagaglio a San Francisco, quindi non ti dico la trafila, un pomeriggio perso…” riprese a dire la ragazza.
“Sì me l’ha detto tuo fratello che eri là” commentò lui più caustico di quanto non avesse voluto mentre lei si girava a guardarlo “Magari potevi farmelo presente” continuò, erano tre giorni che si portava dentro quel discorso e se avesse aspettato ancora sapeva come sarebbe andata a finire, lei, le sue attenzioni, quella dannata attrazione, sarebbero finiti a farlo sul tavolo lì dietro e avrebbe perso tutta la carica che aveva in quel momento.
“E’ stata una cosa veloce, quattro-cinque giorni mi è passato di mente…” rispose lei.
“Già, succede spesso” sbottò lui.
“Matt…”
“…sono un po’ stanco Bex” sbottò lui fissandola “Di essere l’ultimo a cui pensi qualunque cosa succeda” aggiunse serio.
La ragazza rimase a fissarlo interdetta, non si sarebbe aspettata una cosa simile, non avrebbe mai pensato che lui potesse tirare fuori una simile conversazione; aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne uscì alcun suono, a conti fatti non sapeva cosa dire.
“Prendi e vai via per lavoro almeno una volta al mese e ogni volta lo vengo a sapere da tuo fratello, anzi no a dire il vero la volta prima da Johnny!” esclamò Matt ridendo ironico e nervoso.
“Era stata una chiamata improvvisa e…”
“…non cercare delle cazzo di scuse Bex” la interruppe “Quando lo sappiamo entrambi che il motivo è che quello che vuoi è vivere la tua cazzo di vita e trovare qualcuno da scoparti quando torni a casa…”
“Hey!” sbottò lei a quel punto alzando la voce e fissandolo “Vedi di darti una calmata, chiaro? Se ti sono girati i cinque minuti direi che non è abbastanza per darmi della puttana!” continuò tagliente, la sopportazione aveva un limite.
“E allora cos’è, mh?” la incalzò il ragazzo “Siamo amici che si divertono più degli altri?” riprese.
“Cristo Matt, tutto questo perché non ti ho detto di San Francisco? Fanculo se vuoi ti do il numero della mia segretaria così ti fai dare il mio cazzo di calendario!” sbottò a voce veramente troppo alta.
“Non è solo questo cazzo!” urlò lui lasciando cadere il silenzio per qualche secondo, mentre si fissavano impassibili “Ci sono miliardi di altre cose cazzo Bex! C’è il fatto che la sera scappi da casa mia inventandoti non so quali scuse, sinceramente ne ho perso anche il conto… c’è che se ti chiedo di uscire con qualcuno che non sia il gruppo hai sempre qualche fottuto impegno… c’è che della tua cazzo di vita non conosco un cazzo se non quanto sei brava a letto!” spiegò scuotendo la testa.
Becca rimase zitta, aveva ragione, aveva ragione su tutta la linea; lei aveva evitato ogni tipo di contatto che potesse far pensare a loro come a una coppia, lei continuava a tenerlo distante mille miglia dalla sua vita, rilegandolo in un ambito preciso: una camera da letto.
“Che cosa vuoi Matt?” gli chiese con un tono molto più calmo abbassando lo sguardo per un attimo, come faceva quando sapeva di essere nel torto, torto marcio.
“Voglio qualcosa di più” rispose lui “Voglio svegliarmi con te qualche volta, venirti a prendere in quel cazzo di posto dove lavori, voglio farti conoscere i miei amici… voglio… penso di voler stare con te e basta…” aggiunse mentre lei portava gli occhi fuori dalla finestra.
“Matt… perché…”
“…perché per me non è più solo una serie di gran scopate.” La interruppe mentre Bex tornava a guardarlo “Perché a me quando non siamo insieme viene voglia di vederti, perché quando scopro che gli altri sanno di te più di quanto ne sappia io beh… francamente non mi va bene Bex, non mi va bene per niente…” continuò.
“Quindi ci mettiamo a fare la coppietta felice?” sbottò lei fissandolo quasi con cattiveria “Fino a quando Matt? Fino a quando non trovi qualcosa in me che non va bene e giri l’angolo trovandotene un’altra da scopare? E cosa? Le farai questo stesso discorso quando ti sentirai messo da parte?” sapeva di sbagliare, sapeva che quello che stava dicendo non aveva quasi senso, ma non riusciva a controllare le parole che le uscivano dalla bocca.
“Se lui ha fatto così non significa che lo farò anche io” rispose perentorio il ragazzo.
“Chi me lo assicura?” chiese lei a bassa voce.
“Nessuno” le fece eco Matt “Ma se hai bisogno di qualcuno su cui sfogare la tua cazzo di frustrazione e il tuo odio per gli uomini trattandolo di merda non credo di poter essere più io” aggiunse mettendo insieme l’ultimo coraggio che aveva.
“Vattene” disse lei semplicemente chiudendo gli occhi, Matt si lasciò sfuggire una risata.
“Giusto, quando si tratta di affrontare i problemi allontanarli è la cosa più semplice, vero Bex?” disse il ragazzo “Come quando sei venuta da noi scappando da Dylan…”
“VATTENE!” ripetè la ragazza alzando il tono di voce fissandolo “Vattene di qui” disse di nuovo senza muoversi.
“Forse questo è l’unico modo in cui potevamo chiuderla” concluse il ragazzo prendendo le chiavi della sua macchina dal tavolo e uscendo di casa sbattendosi la porta alle spalle.

***

Ndr: Eccolo qui, il penultimo capitolo... cosa succederà alla fine di tutto questo tour? Forse ci sarà un lieto fine, ma forse Becky ha veramente capito di aver bisogno di starsene un po' per conto suo... Per scoprirlo l'unica è aspettare e continuare a leggere...
Nel frattempo ringrazio le mie commentatrici: ms_reverie, _eleNina_ e hollerbaby che hanno commentato l'ultimo capitolo, ma ovviamente anche tutte le altre!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: DreamyVale