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Autore: Phoenix    09/06/2005    1 recensioni
Una storia.. una soltanto.. una semplice ma terribile storia accaduta 5000 anni fa aveva fatto riskiare ad un grande faraone di ricadere nell'oblio più oscuro.. della dimenticanza.. del rifiuto.. del disprezzo.. Una storia di tradimento.. una storia maledetta.. Cosa accadde in realtà? Nessuno dovrebbe mai saperlo.. -Non dico molto scusate, e magari non ho dato la giusta impressione.. solo che voglio mantenere la sopresa, altrimenti riskierei di rovinare tutta la storia ^^" Cmq c'è un commento prima dell'epilogo ^^ Spero vi piaccia! ^0^ Commenti plaseeee!!
Genere: Drammatico, Generale, Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Gli anni passarono, e giunse il tempo in cui il grande figlio del faraone crebbe;

Hola al mundooo!! XD

Volevo scusarmi enormemente per il ritardo ç__ç Purtroppo il secondo quadrimestre a scuola si è rivelato essere più difficile del previsto, e in più sono anche stata impegnatissima con la patente per la makkinina ^^”” Ora però sono tornataaaa!! ^0^ Ringrazio tutti quelli che seguono questa storia e per favore, non trucidatemiiii ç___ç Spero che questo capitolo vi piaccia ^___^

Ah, un piccolo PS per le fan di Yugioh…

Che voi sappiate questa serie che è appena cominciata è quella dove si dice che lui va in Egitto? *.* Perché se fosse così me la guardo tutta, se no non saprei.. O.o anche perché già ci sto capendo a metà di quel che dovrei capirci.. =.=

Beh, adesso, BUONA LETTURAAAA!!! ^0^ E commy pleaseeee ç___ç Thanks!! ^^

 

 

 

 

THAT BAD MISTAKE

 

 

“Gli anni passarono, e giunse il tempo in cui il grande figlio del faraone crebbe;

giunse per lui il tempo della travagliata adolescenza.

Giunse per lui il tempo dell’inizio di un grave errore….”

 

 

-Guarda Yami: i giardini ormai hanno ripreso vita!-SESHAT

Il figlio del faraone sorrise, voltando il capo verso la sua destra, ove ormai la primavera aveva permesso a quell’immensa distesa floreale di prendere mille colori diversi, padroneggiati da un insolito verde puro dell’erba molto ben tenuta.

Egli ormai era un adolescente, ma tuttavia, non si poteva pensare alla sua adolescenza come quella di qualsiasi altro ragazzo. Gli impegni al quale era sottoposto, in quanto figlio del faraone, gravavano sempre di più, come il peso dei doveri che tra non molto si sarebbe trovato a rispettare. Quella paura strana, che sin da piccolo poteva sentire ogni volta che il padre gli mostrava il suo immenso territorio dall’altro di una balconata, sembrava crescere ogni giorno di più. Segno che, probabilmente, ancora non era tempo per lui di prendere il posto del padre. Nonostante questo, sapeva che molto presto gli sarebbe spettato..

Spostò lo sguardo verso il basso, rimirando con fare assente le piccole e pregiate piastrelle bianche che componevano una larga strada che ripercorreva dritta l’intero giardino reale, e che separava le casate della famiglia reale con quelle dei servitori, sia grandi che meno, del padre.

Camminava lento, con affianco la sua compagna da ormai una vita, Seshat. Ella era diventata davvero una bella ragazza. Alta, un bel fisico prosperoso, e un tono di voce talmente caldo che sarebbe stato in grado di sciogliere chiunque. A volte Yami pensava di voler stare delle ore a sentirla parlare, per sentire quella sua splendida voce, che poteva di sicuro assomigliare a quella di una Dea. Come sarebbe rimasto delle ore a guardarla negli occhi.. quei grandi occhi, così profondi e pieni di un sentimento strano, che non sapeva definire.

In fondo, dovette più volte ammettere a sé stesso che qualcosa sembrava cambiare, eppure mai lo aveva dato a vedere, forse intimorito da quel suo fare serio e rispettoso, nei confronti di tutti. Un fare talmente rispettoso che a volte, nei suoi confronti, riusciva quasi a dargli fastidio. Ormai ella cominciava a vederlo per quello che sarebbe presto diventato, e per questo, col passare del tempo, il suo rispetto e quasi sottomissione nei confronti del figlio del faraone non faceva altro che aumentare.

Eppure egli non voleva tutto ciò. Per quanto anche lui fosse cambiato, fosse maturato e diventato più responsabile delle sue azioni e delle sue decisioni, non ammetteva un tale comportamento da parte dell’amica. Certo, non erano più i bambini di una volta, questo era più che evidente.. Ma non per quel motivo le cose tra di loro sarebbero mai dovute cambiare. Non lo avrebbe mai permesso.

Più volte aveva cercato di entrare nel discorso con lei.. Ella annuiva sorridendo, scusandosi, ma mai sembrava voler cambiare tale atteggiamento.

Yami si rattristò; socchiuse gli occhi per qualche istante, prima di guardare di sottecchi la compagna, che camminava ritta di fianco a lui, con i papiri scolastici in mano.

Le ore di lezioni erano appena terminate, e l’idea dei ragazzi era stata quella di andare a studiare nei giardini, invece che in camera di uno dei due, per meglio poter godere del meraviglioso panorama che si presentava davanti ai loro occhi. E poi, a Seshat piacevano così tanto i fiori! Anche se non avesse avuto voglia di passare buona parte del pomeriggio nei giardini, per vederla felice lo avrebbe fatto..

-Non ti senti bene?-SESHAT

La voce calda dell’amica lo richiamò, facendogli alzare lo sguardo. Yami incontrò i suoi occhi, ed ebbe un fremito, come ormai accadeva da non poco tempo. Forse, a turbarlo maggiormente, più di ogni altra cosa, erano le domande che ogni giorno lo tartassavano e sembravano non volergli dar pace. Domande riguardanti lei, la sua carissima amica.. Domande indecifrabili, complicate, che ogni tanto riuscivano persino a spaventarlo o a metterlo in imbarazzo di nascosto da tutti.

-Io? No.. sto bene grazie.. non ti devi preoccupare..-YAMI

Seshat annuì, pensierosa..

-Credo a quello che dici, però mi sembri strano..-SESHAT

Si fermò all’istante, fermando automaticamente anche Yami, che ora la stava a guardare sbigottito.

Si mise in fronte a lui, col suo solito sguardo serio, ma in fondo anche un po’ preoccupato. Lo fissò intensamente negli occhi, senza accorgersi del fremore che aveva preso alla sprovvista il compagno, prima di continuare, con un tono che su poteva dire parecchio triste:

-E’ da parecchio tempo ormai che ti vedo così.. Se qualcosa ti turba, dimmelo: sono qua per ascoltare ogni tua parola..-SESHAT

Non aveva mai sopportato vedere l’amico in quello stato, sin da quando erano piccoli. E ancora di più non sopportava l’idea che lui sembrasse quasi non volersi aprire con lei.

Il ragazzo sorrise, cercando di farlo il più apertamente possibile; quanto faceva male vederla così triste! Lui non avrebbe mai voluto vederla abbattuta! Lui voleva semplicemente che lei fosse felice, sempre, in ogni istante! Ma egli come poteva rivelarle quello che in realtà lo turbava? Sarebbe stato impossibile: non ce l’avrebbe mai fatta.. Aveva ormai il coraggio di cui doveva essere dotato il figlio del grande Menkh, ma quel coraggio, quello che gli serviva per aprirsi, per confessare i suoi più intimi problemi, purtroppo non l’aveva.. e mai l’avrebbe avuto, forse.

Ma in fondo, come mai avrebbe fatto a spiegare ciò che lo tormentava, quando lui per primo non sapeva esattamente che fosse?

-Grazie Seshat, apprezzo questa tua disponibilità. Ma ti dico la verità: non ho niente.. sono semplicemente stanco e.. forse preoccupato per quello che tra poco diventerò! Ma sono cose normali penso..-YAMI

Abbassò il capo, ancora sorridendo: non voleva vedere il volto della sua compagna, che probabilmente sarebbe stato ancora più abbattuto.

-E.. se devo essere sincero.. nemmeno io so cosa mi turbi in questo periodo..-YAMI

Era stato sincero.. in quello, almeno, lo era stato.

Le sorrise con fare imbarazzato, sperando che ella non gli avesse posto più alcuna domanda riguardo al suo stato d’animo, o sicuramente si sarebbe ritrovato in una situazione ancora più imbarazzante.

E così fu: Seshat sospirò, ormai rassegnata, socchiudendo gli occhi e rivolgendo lo sguardo a terra. Cosa avrebbe mai potuto fare per il suo grande amico? Cosa.. se lui nemmeno sembrava volersi confidare con lei? Se solo avesse saputo quello che lo turbava in quei giorni, di sicuro gli avrebbe teso la mano e lo avrebbe aiutato a rialzarsi lentamente, insieme a lei.. Ma cosa poteva fare, se non sapeva niente dei suoi problemi, delle sue frustrazioni? Probabilmente, era davvero nervoso per la carica che tra non molto avrebbe dovuto assumere.. Si, forse poteva essere quello a tormentarlo! Eppure, quello sguardo sembrava nasconderle qualcosa..

Per tutti gli Dei, avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere cosa si celava dietro a quei due occhi di un viola intenso, per sapere cosa nascondeva la sua mente!

-In ogni caso, sappi che, se un giorno vorrai mai confidarti, io sarò sempre qui-SESHAT

Yami sembrò rimanere zitto per qualche istante, indeciso su quel che avrebbe potuto dire, fino a che rispose:

-Grazie Seshat.. ma io, in qualche senso, mi sono già..-YAMI

-Yami..-SESHAT

Ella lo zittì, gentilmente: la frase che il suo compagno stava per dire sentiva non essere totalmente sincera nei suoi confronti. Questo la feriva e, nonostante ormai sapesse quello che egli avrebbe voluto dirle, avrebbe comunque preferito non sentirlo dalla sua voce forte e allo stesso tempo pacata.

Perché le stava facendo tutto questo? Cosa doveva pensare ora lei, di lui? Chi mai poteva dirlo..!

Il figlio del grande Menkh intuì al volo i pensieri di Seshat, non per niente erano cresciuti assieme. Abbassò ancora di più lo sguardo, per poi fare una smorfia imbarazzata e anche molto, molto triste. Non voleva vederla in quello stato, sapere che lei era a conoscenza della sua parziale sincerità nei suoi confronti! Ma che poteva farci? Forse, la verità, l’avrebbe addirittura rattristata di più.. Una verità che in fondo, anche lui, per primo, conosceva solo per metà.

-In ogni caso, ti ringrazio Seshat: grazie come sempre della tua disponibilità e amicizia!-YAMI

La compagna sorrise, nonostante un lieve ma allo stesso tempo forte sentimento di tristezza sembrava pervaderla ancora, per poi alzare il capo e continuare nel suo cammino lungo la strada che attraversava i giardini.

Yami, dopo una quasi invisibile smorfia di disappunto per sé stesso e per quello che aveva appena detto, la seguì.

 

-Seshat, che ne dici di fermarci in questa zona? E’ ombreggiata quanto serve, e riparata dal calore..-YAMI

Seshat sorrise e annuì col capo, raggiungendo solo in un secondo istante il compagno che già si era comodamente seduto a terra, con i papiri scolastici sulle gambe.

Ella diede una rapida occhiata alla zona prescelta da Yami, dopo essersi seduta al suo fianco. Due piante di notevoli dimensioni assicuravano una parte ombreggiata piuttosto ampia, e, poco distante, delle strisce di fiori bianchi circondavano un laghetto artificiale ove una statua rappresentante una giovane donna dalle forme prosperose volgeva una mano verso il cielo, mentre con l’altra reggeva un vaso dalla semplice forma dal quale fuoriusciva un’acqua cristallina.

Quella stessa statua, assieme alla fontana, era stata voluta proprio dal faraone Menkh, non solo per abbellire i giardini reali; egli infatti aveva deciso di onorare, con quella semplice opera, l’importanza dell’acqua all’interno del suo paese, con particolare riferimento alle acque del Nilo, fonte di vita per loro.

-Ti piace?-YAMI

Il ragazzo dagli occhi viola pose alla compagna una singolare domanda, sorridendo, dopo essere rimasto a fissarla per tutto quel tempo in cui ella sembrava assorta nella contemplazione di quella fontana.

La vide sorridere, annuendo col capo..

-E’ davvero una bella rappresentazione! E, se devo essere sincera, ci dovrebbero essere altre rappresentazioni simili in questo giardino..-SESHAT

-Che intendi dire?-YAMI

Seshat sorrise ancora, voltandosi questa volta verso l’amico al suo fianco..

-Non prenderla nel senso sbagliato, solo che secondo me gli Dei andrebbero onorati ancora di più. Certo, il Nilo è molto importante per noi, ma anche gli Dei lo sono, e secondo me non guasterebbe qualche statua o altra rappresentazione per onorarli..-SESHAT

Yami stette per qualche istante a riflettere sulle parole della compagna, prima di annuire anch’egli.

-Hai ragione. Quando sarò faraone prometto di realizzare questo tuo sogno!-YAMI

La ragazza fece un cenno negativo con la testa, continuando a sorridere, questa volta più apertamente..

-Oh Yami, non cambierai mai!-SESHAT

Il figlio del grande Menkh non rise però a sua volta.

Protese le mani verso quelle della compagna, appoggiate dolcemente sulle sue gambe snelle e lunghe, coperte da una tunica color verde chiarissimo, che arrivava fino a sotto le ginocchia. Essa sembrava essere fatta apposta per lei: cadeva morbida proprio nei punti esatti, mentre sembrava stringere di più in altri; sapeva avvolgerla dolcemente.. a nessun’altra sarebbe mai stata così a meraviglia.

Stette per qualche istante a guardare quel sorriso solare, che gli sapeva donare una luce strana, particolare, che lo faceva star bene.. Solo dopo prese con gentile decisioni le sue piccole mani..

Le strinse nelle sue, facendola smettere lentamente di ridere. Ella lo fissò negli occhi, sorprendendosi del suo sguardo deciso ma perso allo stesso tempo. Non sapeva che mai potesse avere in mente, in quel preciso istante: mai si era comportato in una simile maniera nei suoi confronti, se non quando erano bambini, ma solo per scherzo o per gioco. Sapeva dentro di sé che però quello non era un ennesimo gioco da innocenti bambini..

Un brivido le corse su per la schiena; un brivido alquanto strano. Perché si stava sentendo così agitata? Cosa le stava succedendo? Era forse quel suo sguardo misterioso a farla sentire così? A farle sentire quei brividi?

Crebbe dentro di lei un’altrettanto strana emozione; strana perché non riusciva a concepire il motivo di essa. Era la prima volta che quello strano sentimento la pervadeva, in modo così forte ed improvviso. Era la prima volta che poteva sentirlo senza avere una ragione particolare.

Parecchie volte le si era presentata innanzi la medesima scena, ma quella volta c’era nell’aria un qualcosa di particolare, un qualcosa che la rendeva seria e speciale, come non lo era mai stata.

Non disse niente, non osò fiatare, mentre il suo sguardo continuava a fissare sbigottito gli occhi del suo compagno, ancora seri e decisi, che la scrutavano a sua volta, senza smettere un secondo.

Yami, dal canto suo, non sapeva che avrebbe fatto in quel momento. Non sapeva se si sarebbe lasciato finalmente andare, a suo rischio e discapito, o se semplicemente si sarebbe messo a sorridere per rompere quell’atmosfera, ancora non pronto per rivelare la mezza verità di cui era a conoscenza.

Cosa fare? Aprirsi e correre il rischio? Oppure tirarsi indietro? Non era sicuro di niente, nemmeno della sua mente, dei suoi pensieri..

Fu questo che lo portò a stringere ancora di più le sue mani, sempre più deciso: per scoprire l’intera verità, per sapere se davvero i suoi tormenti interiori potevano dirsi fondati, non rimaneva che provare.. che rischiare, in quel preciso istante..

Portò gentilmente le mani della sua amica verso le sue labbra, prima di baciarle dolcemente.

Seshat non poté fare a meno di stupirsi di fronte a quel gesto.. di fronte a quel tocco così lieve e alla morbidezza di quelle labbra. I brividi dentro di lei crebbero, e la portarono a fremere lievemente per qualche breve istante.

-Farei di tutto per vederti contenta, Seshat.. E quando finalmente sarò faraone, potrò realizzare ogni tuo sogno.. Basta che tu lo voglia ardentemente..-YAMI

Ella rimase molto colpita a quelle parole, così tanto che gliene mancarono per dargli una risposta..

-Io.. Yami.. Ti ringrazio..-SESHAT

Il figlio del grande Menkh sorrise, rompendo quel dolce contatto che si era creato tra i due grazie alle sue labbra. Non guardò in volto la ragazza, ma si limitò a tenere lo sguardo basso, perso, in un punto impreciso, mentre ricominciò a parlare, con voce calda e pacata..

-Cosa desideri per essere veramente felice?-YAMI

Seshat scosse il capo, ancora senza sapere cosa rispondere. L’atteggiamento di Yami, quel suo sguardo così perso e quella sua voce che manteneva un tono mai sentito prima di allora, quasi la stavano spaventando. Cosa succedeva al suo compagno?

-Non lo so.. Perché mi chiedi questo?-SESHAT

Il ragazzo dagli occhi di un viola che prendeva sfumature sempre più intense, ogni attimo che passava, sorrise ancora. Nemmeno lui stava capendo quello che stava facendo; nemmeno lui, in fondo, sapeva dove sarebbe andata a finire quella strana discussione. Semplicemente, egli diceva ciò che gli veniva spontaneo dire, senza un vero perché, in qualche modo dando sfogo al suo Io interiore, che ne aveva bisogno in quel momento, in quegli attimi quasi surreali, come non mai.

Non rispose alla domanda della ragazza. Strinse ancora di più la sua mano, socchiudendo gli occhi e abbassando ancora di più il capo.

-Sei forse triste? Dimmi quello che senti..-SESHAT

La voce della ragazza sembrò interromperlo; in un certo senso, era la domanda che forse stava aspettando da lei..

Le rispose con tono sempre pacato, tenendo ancora gli occhi socchiusi, sognanti. Sapeva che non era lui quello che stava parlando in quel momento; era la sua anima a liberare tutto, a conversare con la sua più cara amica. E lui, di certo, non glielo impediva..

-No Seshat, non sono triste. In questo momento, anche se ai tuoi occhi posso sembrarlo, sono felice. Tuttavia, per esserlo completamente, come vorrei davvero esserlo, mi sembra mancare qualcosa..-YAMI

Finalmente egli sembrava volerle confessare tutto, il momento era arrivato. Gli occhi di Seshat presero improvvisamente uno sguardo stupito e curioso, che stette però ben attenta a non far vedere all’amico. Cosa avrebbe detto, altrimenti, per scusarsi?

-E.. cosa ti manca? Me lo sapresti dire?-SESHAT

Yami fissò per l’ennesima volta a terra, confuso. Sarebbe mai riuscito a dirglielo?

-Senza paura.. ti prego, dimmelo!-SESHAT

Il tono della voce della ragazza era totalmente cambiato. Ora si era trasformato in un dolce suono tremendamente malinconico e disperato: desiderava più di ogni altra cosa al mondo sapere ciò che tormentava Yami, anche se fosse stata la cosa più orrenda che avesse mai sentito.

Il giovane ragazzo trovò il coraggio di fissarla ancora negli occhi: era davvero arrivato il momento; ormai non poteva più tirarsi indietro. Per il suo bene, per quello della sua mente contorta, per la felicità della sua amica o chissà, forse per scoprire che le avrebbe solo causato tristezza, avrebbe finalmente confessato tutto ciò che da tempo ormai sembrava rompergli il capo.

-Sapere che tu possa nascondermi qualcosa fa troppo male, Yami! Io ti prego, con tutto il mio cuore, in nome della nostra amicizia, di..-SESHAT

Non fece in tempo a finire la frase. Egli aveva già deciso di confessarsi, anche se non esattamente a parole. Non seppe cosa fu a spingerlo a fare quello che aveva appena cominciato, sapeva solamente che quell’istinto mai provato si era rivelato in un momento solo, tutto in una volta, e così forte da non potergli resistere. Forse, addirittura grazie a quell’istinto, anche i suoi pensieri confusi cominciavano a diventare sempre più chiari..

Si avvicinò velocemente al viso di lei, ma quando fu a pochissimi millimetri dalle sue labbra, si bloccò. La scrutò ancora negli occhi, ora sorpresi e quasi spaventati, per poi regalarle un lieve bacio innocente e semplice, che pietrificò entrambi, ma solo per pochi secondi..

La mente di entrambi si svuotò completamente, quando Yami riprese a baciarla, ora con passione sempre più crescente. A lei certo quei baci non dispiacevano: lo lasciò fare, terribilmente presa e felice di quel passionale contatto. Ora, entrambi capivano molte più cose, e tutto ciò che stava accadendo li rendeva estremamente felici.

-Quello che mi manca, Seshat.. sei tu..-YAMI

-Ora, sei felice?-SESHAT                       

Il figlio del faraone sorrise, per poi rispondere:

-Si.. sono il ragazzo più felice d’Egitto.. ma che dico, del mondo..-YAMI

-Allora, per la felicità di entrambi.. stringimi.. e fammi tua..-SESHAT

 

 

 

“…errore commesso per sfizio, per gioco

per amore…

solo gli Dei potrebbero rivelarlo!

Solo gli Dei furono per anni ancora

I soli a sapere dello scandalo di quel giardino.

Oh, or non più divina Seshat,

se solo avessi saputo ciò a cui tu eri destinata!”

 

 

 

^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^

 

-E bravo il mio mandrillone d’un faraone! Mica stupido, sai?-CRAIG

-Craig, finiscila di dire fesserie!!-REINSLET

Craig ridacchiò sotto i baffi, stando attento a tenere il segno con un dito sui geroglifici grazie ai quali stavano lentamente scoprendo quella curiosa storia. La ragazza non poté fare a meno di scuotere ripetutamente la testa: possibile che fosse così stupido?

-Coraggio, andiamo avanti! Non vorrai mica rimanere qui per tutta la notte?-REINSLET

-No no, scherzi? Questo posto mi mette sempre di più i brividi!-CRAIG

Reinslet sorrise:

-Da bravo allora, andiamo avanti..-REINSLET

Quella storia la stava alquanto incuriosendo, voleva saperne sempre di più. E qualcosa nell’aria stava lentamente cambiando.. che fosse solo una sua impressione?

 

  
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