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Autore: Dian87    14/06/2005    2 recensioni
Dei malvagi escono dall'Inferno, toccherà ai due custodi recuperarli.
Basato sui Teen Titans
Genere: Generale, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- No! Fermatevi!- urlò una ragazza, in fondo al vicolo cieco, piuttosto malmenata.

La giovane vide i due morti correre lontano da lei. Cosa le aveva detto Rasputin? Ah, sì, era diventata un’umana come le altre, non era più l’immortale custode dell’inferno, com’era già successo ad un suo compagno prima di lei.

- Fermatevi…- mormorò prima di svenire.

- Robin, c’è qualcuno in pericolo, vieni a vedere.- lo chiamò Stella, guardando sullo schermo della base.

Tutti i Teen Titans corsero a vedere cosa stava succedendo e videro una ragazza che, appena ripresasi, cercava di rimettersi inutilmente in piedi, maledicendo i due morti che erano fuggiti dall’inferno.

- Vado a recuperarla.- disse Robin.- Aspettatemi qui e preparate l’infermeria.-

- Ehi, perché vai solo tu?- chiese Bibi.

- Diciamo che è una questione personale, anche se ne non so il motivo.- rispose Robin e, detto questo raggiunse la giovane.

La ragazza si stava rialzando e stava muovendo i primi passi appoggiandosi a un muro, quando percepì che qualcuno si stava avvicinando, ma le sue condizioni erano così critiche che se avesse ricevuto anche un colpo solo sarebbe potuta morire all’istante. La giovane mosse ancora qualche passo, ma inciampò e cadde. Tuttavia non toccò il suolo perché Robin la prese al volo. La giovane alzò il viso su di lui e lo vide.

- Yerodin, allora sei ancora vivo…- sussurrò la ragazza, tentando di rimettersi in piedi, ma riuscendoci solo con l'aiuto di Robin.

- Non mi chiamo Yerodin, sono Robin. Chi sei tu?-

- Non mi sorprende che tu non ti ricordi né il tuo vero nome né il mio,- sorrise amaramente la ragazza.- io sono Chiaka e fino a poco tempo fa ero una dei custodi dei regni dell'oltretomba, ero la custode dell'inferno.-

- Cosa è successo?-

- Rasputin ha usato le sue arti oscure su di me sotto lo sguardo del Primo Peccatore, mi ha trasformato in umana, e ora Rasputin e Hitler sono in giro per il mondo, faranno di nuovo danni e devo fermarli subito, prima che…-

Chiaka si dovette appoggiare al muro, i suoi capelli neri nascondevano la cicatrice sul lato sinistro del volto che aveva fatto sì che diventasse un'umana semplice e che stava sanguinando di nuovo.

- Robin, lasciami andare, devo riportare quei due nel loro regno.-

- No, Chiaka, prima devi curarti.-

- Se li perdo saranno liberi e immortali, nulla potrà fermarli. Lasciami andare, te ne prego.-

- No, vieni con me, invece.-

- Ho trentasei ore per tornare con loro nell'inferno, dopo questo limite loro saranno liberi e immortali e io morta in ogni caso: non ho assolutamente tempo per curarmi.-

Tuttavia, in quel medesimo istante, Chiaka svenne e Robin la portò alla torre dei Teen Titans, dove la medicò lui stesso con l'aiuto di Cyborg. Mentre il tempo scorreva, Robin rimaneva accanto alla giovane, chiedendosi le sue vere origini. Lei pareva saperle, ma lui non poteva ricordare ciò che era stato a causa dell'incantesimo di Rasputin, che, oltre al potere dei custodi, l'aveva privato dei suoi ricordi. Non ricordava nulla del periodo precedente a quando i suoi genitori l'avevano trovato e l'avevano fatto crescere come un acrobata del circo. Chiaka mosse una mano e lentamente si risvegliò, toccandosi la cicatrice e portando la mano davanti a sé, osservando il sangue che ancora scorreva fuori dallo sfregio. La ragazza si alzò in piedi, ma trovò già pronto Robin a sorreggerla quando cadde.

- Quanto tempo è passato?- chiese Chiaka.

- Sei ore. Il sangue non si è ancora fermato.- rispose Robin.

- Né si fermerà finché non tornerò a essere l'ultima custode rimasta dell'inferno, dopo che tu fosti diventato umano.-

- Mi spiace, ma non ricordo nulla di quel periodo.- disse Robin, alzando il viso di lei verso di sé.- Non so se sono io colui che ti aiutava a difendere l'inferno.-

La ragazza scosse la testa e dopo si mise in uno stato di quiete, chiudendo gli occhi e riuscendo a percepire l'energia dei morti in uno dei magazzini del porto lì vicino, dopodiché riaprì gli occhi e Robin l'accompagnò al posto, non volendo rischiare la vita né dei suoi compagni né della ragazza.

- Toh, ma allora sei ancora viva.- commentò Rasputin, vedendo la ragazza avanzare verso di loro mentre stavano per nascondersi in un container.- E hai trovato anche l'altro custode, ora un semplice umano come te.-

- Ho ancora venticinque ore di vita, Rasputin, dovresti saperlo. Dov'è finito quel tuo caro compare di Hitler? Nell'inferno eravate inseparabili.- rispose Chiaka.

- Sono qui, vecchia custode dell'inferno.- disse Hitler, uscendo dal container.- Ma non potrai impedirci di conquistare il mondo, viste le tue condizioni fisiche.-

- Per riportarvi indietro non sono necessarie le condizioni fisiche perfette, solo quelle spirituali. Yerodin, ora è meglio se ti allontani, ora rischi solo la tua vita.- rispose Chiaka.

La ragazza si staccò dal giovane e puntò le mani verso il basso, aprendo i palmi delle mani.

- APRITEVI, O PORTE DELL'INFERNO, E RIPRENDETE AL VOSTRO INTERNO QUESTI MORTI CHE FUGGIRONO A CAUSA DI UNA VISITA.- recitò Chiaka.

Dietro di lei si formò una porta e i battenti si aprirono verso l'esterno, risucchiando al loro interno Rasputin e Hitler, che urlarono di terrore per le pene che avrebbero dovuto patire nuovamente. Chiaka sentì il sangue fermarsi e riassorbirsi nel suo corpo, ora di nuovo quello di una custode e sul corpo della ragazza si formò una leggera armatura dorata, formata da due spallacci, una protezione per il cuore, una per le parti basse e dei guanti bianchi in tessuto. Così vestita, Chiaka si apprestò a oltrepassare a sua volta le porte dell'inferno, che si sarebbero richiuse dopo il suo passaggio, ma prima si voltò un'ultima volta verso Robin.

- Addio, Yerodin, ora sei un umano, comportati da tale e non voler seguirmi, come leggo nel tuo pensiero.-

- Chiaka, tu sei l'unica che sappia qualcosa delle mie vere origini, fammele ritrovare anche a me.-

Robin le si avvicinò e l'abbracciò, mentre, all'insaputa dell'umano e della custode, tutti i Teen Titans si erano posizionati sul tetto di uno dei magazzini. Chiaka si liberò dalla presa del ragazzo.

- Com'è commuovente.- commentò Stella, mentre una lacrima le correva lungo il viso.

- Su, Stella, non metterti a piangere proprio ora.- disse Bibi, circondandole le spalle con un braccio e tenendola stretta a sé.

- Chiaka, anch'io sono come te, ti prego, fammi tornare con te.- la pregò Robin.

- No, Robin, ora tu sei vivo, non puoi oltrepassare queste porte senza il consenso dell'Altissimo. Torna con la tua squadra, io non sono mai stata viva.- Chiaka si tolse un guanto, rivelando la candida pelle sotto di esso.- Tocca la mia mano, essa è fredda perché non c'è in lei altro alito che quello divino, non c'è quello della vita come in te.-

Robin l'abbracciò nuovamente e le alzò il viso verso il suo, avvicinandolo. Robin la baciò dolcemente e lei non riuscì a sfuggire a quel bacio che, nessuno lo sapeva, era benvoluto in quel momento dall'Altissimo, che affidò a Robin l'armatura, identica a quella di Chiaka, che aveva perso anni addietro assieme ai ricordi rimossi affinché avesse salva la vita, siccome non avrebbe potuto tornare all'inferno con lo stesso procedimento di Chiaka perché allora Rasputin non era fuggito. La ragazza sentì l'armatura addosso al giovane e decise di ricambiare timorosamente quel bacio che aveva ricevuto e entrambi furono circondati dalla divina luce, che li avrebbe protetti finché non sarebbero tornati indietro.

- Torniamo a casa.- disse Yerodin.

- Sì.- rispose semplicemente lei.- Ma non vuoi salutare la squadra con la quale lavorasti? Sono lassù.-

- Lo sanno già.- rispose lui, circondandole la vita con un braccio.

Entrambi si diressero verso le porte e le oltrepassarono, tornando così a essere i due custodi dell'inferno com'erano stati fino a quando Yerodin non aveva subito quell'incantesimo da parte di Rasputin.

Lasciamo ai morti l'immortalità della gloria e lasciamo ai vivi l'immortalità dell'amore (Tagore)

  
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