Fece cadere la divisa sul pavimento e lentamente aprì il rubinetto.
"Ho proprio bisogno di una doccia".
Quello era il momento della giornata che preferiva in assoluto.
Poteva lasciarsi andare ai pensieri, cosa che si vietava in ufficio per pensare esclusivamente a proteggere - ma soprattutto a far lavorare - Roy Mustang.
Che uomo.
Affascinante, intelligente, astuto e terribilmente seducente con quegli occhi neri... Inutile dire che tutte le donne gli cadevano ai piedi.
Si chiese se fosse l'unica ad essere immune al suo superiore, ma subito una voce nella sua testa le ricordò che neanche lei riusciva a resistergli, nonostante gli evidenti sforzi.
Che sciocchezza. Lei e Roy Mustang? Non sarebbe mai accaduto.
Lei era la sua collaboratrice, la figlia del suo maestro, la sua guardia del corpo.
"Sua".
Ancora quella voce. Erano mesi, anni, forse sin da quando aveva cominciato a lavorare con Mustang che questa si infilava nella sua testa, ma Riza continuava a ignorarla con decisione.
Scosse la testa.
Forse aveva la febbre.
Si sedette sul divano e si mise a strofinarsi i capelli umidi. La aspettava una serata tranquilla, come tutte del resto: avrebbe letto qualcosa e sarebbe andata a letto.
Si infilò una canottiera ed un paio di pantaloncini e si sdraiò sul divano aprendo un libro, ma per quanto cercasse di concentrarsi non riusciva a leggere più di due righe.
Improvvisamente suonarono alla porta.
"Sarà il vicino che ha finito di nuovo il latte" pensò. "Certo che quell'uomo è proprio inaffidabile, sempre con la testa tra le nuv..."
« Salve, Tenente Hawkeye, la disturbo?» .
«Colonello. No, non disturba affatto, la prego si accomodi.»
Nonostante l'invito, Mustang rimase fisso sulla porta, quasi imbambolato.
«Colonello, si sente bene..?»
« Certo, certo, è solo che non l'avevo mai vista con abiti da civile» sogghignò divertito.
Solo in quel momento Riza realizzò cosa indossava: una canottiera bianca con spalle larghe, di taglio maschile, e dei pantaloncini rossi con pallini neri.
«Mi scusi, vede io... N-non aspettavo nessuno.»
«Si tranquillizzi Tenente. Non siamo in orario di lavoro e ognuno può vestirsi come gli pare in casa propria» le disse, facendole  l'occhiolino.
Quel gesto così confidenziale spiazzò Riza per un attimo, ma lo dissimulò tanto in fretta che Mustang non se ne accorse. Per evitare ulteriore imbarazzo, la ragazza di diresse verso la propria camera, dove decise di indossare una tuta dell'esercito.
Nel frattempo in salotto Mustang ammirava sul caminetto una sua foto da bambina.
«Non ero mai stato qui» le disse, sentendola arrivare.»
Riza accennò un lieve sorriso di risposta.
«Colonello, di cosa voleva parlarmi?»
«Sono qui per la faccenda di King Bradley. Dobbiamo agire, e in fretta.»
«Immagino si renda conto che guidare una rivolta di una parte dell'esercito è un reato grave»
Mustang abbassò gli occhi, serrando la mascella.
«Sì. E credimi, non vorrei coinvolgerti.... Coinvolgervi, tutti voi» si corresse subito.
Riza sospirò. Era chiaro che non sarebbe riuscita a convincerlo a desistere, quindi non vi era altra alternativa.
«Tra quanto tempo ha intenzione di agire?»
«Due settimane. Posso contare su di lei?» .
«La seguirò fino all'inferno, Colonello»
Mustang le rivolse un sorriso grato.
«Perfetto, allora dovremo studiare meglio il piano di cui avevamo già parlato. Troveremo un posto per incontrarci con gli altri, in modo da poter parlare in un luogo sicuro. Ora è meglio che me ne vada, mi perdoni ancora l'intrusione Tenente. A domani»

Dopo aver congedato Mustang, Riza si infilò a letto. Certamente quella serata non era stata come tutte le altre: il Colonnello che si era presentato a casa sua all'improvviso, il modo in cui era vestita... E questa insopportabile situazione dell'esercito.
Ora più che mai sentiva il dovere di stare vicina a quell'uomo, o non avrebbe potuto mantenere la promessa.
Lui sarebbe diventato il Comandante Supremo, ne era certa.

Il mattino dopo Riza arrivò in ufficio più presto del solito, ma trovò già lì Mustang e Fuery, che rilassati chiaccheravano amabilmente alla scrivania.
Li salutò in perfetto stile militare e si sedette sulla sua sedia, pronta ad iniziare la giornata lavorativa.
Un biglietto vicino al telefono attirò il suo sguardo.
"Bel pigiama".
Imbarazzata si voltò verso il Colonello che, impassibile, continuava la conversazione con il collega.
"Accidenti a me ed ai miei pantaloncini".

Quando tutti furono arrivati Mustang li riunì davanti alla sua scrivania.
«Dobbiamo dividerci i compiti» iniziò. «Seguiremo la regole delle 5 W: Who, What, Where, When and Why. Breda, tu ti occuperai dei personaggi coinvolti e dei loro obiettivi. Falman, tu deciderai i posti coinvolti nell'azione. Havoc, tu studierai il tempo adatto e tu, Fuery, ti darai da fare con le indagini sul perché ci muoviamo, così da avere delle prove concrete a tempo debito. Infine oo e il Tenente Hawkeye ci occuperemo di cosa fare.
Nome in codice: Missione Pulizia. Faremo vedere quanto c'è di "sporco" in questo luogo. Al lavoro!».
"Dovremo lavorare da soli..." si scoprì a pensare Riza.
Qualcosa stava cambiando, come se il cuore stesse cercando di dirle qualcosa.
«Tenente, si sente bene? Ha un'aria sconvolta.»
«Benissimo, Colonello. Mettiamoci al lavoro.»