I Sannin
Leggendari
Masashi Kishimoto©
Avis©
Capitolo I: Il
destino di un Villaggio
“Ehi, aspetta Sakura! Ti riaccompagno a
casa.” Disse Naruto, uscendo di corsa fuori dall’Ichiraku.
“Ma no, non è necessario.” Rispose la
Kunoichi in tono gentile, incrociando le braccia dietro la schiena.
“Vuoi andare in giro da sola? E’ notte, ed
è pericoloso per una ragazza!”
“Questa sera c’è una bella luna.” Rispose
Sakura, alzando il capo verso il cielo con un sorriso appena accennato. “Andrà
tutto bene.” Detto ciò, rimase quasi pietrificata. Una strana sensazione si
stava impadronendo di lei. Paura, forse?
“Beh? E adesso che cosa ti prende?” Chiese Naruto con malcelata
preoccupazione. La compagna di squadra sobbalzò appena alle sue parole.
“Niente, ti ringrazio tanto. Però...
Preferisco fare due passi da sola.” Sakura si accinse ad allontanarsi, certa
che l’Uzumaki avrebbe capito. Rimase piuttosto sorpresa quando il Genin le si affiancò nella
camminata.
“Mi spiace, ma preferisco disturbarti!
Naruto Uzumaki non può far lasciare che una ragazza torni da sola, al buio, a
casa.” Rise
per un paio di secondi, in quel suo modo così particolare. L’Haruno sospirò, ma
non ebbe cuore di allontanarlo. Aveva passato una bella serata con lui – solo
qualche mese prima non avrebbe mai
potuto crederlo possibile – macchiata soltanto da quella preoccupazione
costante verso Sasuke.
“... Quindi
Kakashi-Sensei sostiene che posso migliorare ancora molto, addirittura dice che tra poco potrebbe insegnarmi a
trovare l’elemento del mio chakra... Sakura-Chan, che cosa c’è?” Chiese con
voce preoccupata, osservando l’amica. Lei si era bloccata in mezzo alla strada,
il volto tirato e quasi spaventato.
“Io… Naruto…” Sussurrò la Kunoichi,
abbassando lo sguardo. “Ti prego, lo so che ti potrà sembrare strano…
Ma credo che
Sasuke-Kun sia in pericolo.” Dopo qualche secondo, la ragazza tornò a guardare l’Uzumaki, certa
che nel suo volto avrebbe visto incredulità o ironia. Invece,
il genin la guardava con attenzione, gli occhi ridotti a due fessure.
“Dove credi che sia?” Si limitò a dire,
sistemandosi appena il coprifronte.
“Alle porte di Konoha... Dobbiamo andare là. Prego solo di sbagliarmi.”
Nemmeno cinque minuti dopo, i due Genin avevano
raggiunto la strada che portava all’uscita del Villaggio. L’unico rumore era
causato dal cicalio dei grilli, dato che Naruto e Sakura non sembravano
intenzionati a parlare. Dopo una breve attesa, un rumore di passi spezzò la
quiete completa della strada.
Sasuke Uchiha stava camminando verso le
porte di Konoha, le mani sepolte nelle tasche e il volto cupo. Lo zaino che
portava alla schiena era un chiaro simbolo della sua scelta: lasciare Konoha
per unirsi ad Orochimaru. L’Haruno e l’Uzumaki si scambiarono un’occhiata, per
poi spostarsi sul viottolo, in modo da essere ben visibili dal compagno di
squadra. Rimasero poi immobili, entrambi con le braccia incrociate sul petto,
in una posa tanto simile quanto solenne.
Sasuke alzò lo sguardo verso i due
compagni del Team 7,
fermandosi ad una decina di metri da loro. L’occhiata che rivolse a Sakura e Naruto era di
totale, palese indifferenza. L’unico motivo
per cui si era
fermato era il fatto che i due gli stavano sbarrando la strada, altrimenti
avrebbe proseguito come se non ci fossero nemmeno stati.
“Che stai
facendo, Sas’kè?” Mormorò Naruto, abbandonando per una volta il solito
appellativo di teme.
Sakura non l’aveva mai sentito parlare con voce così seria. La Kunoichi si
avvicinò al compagno, i loro corpi che quasi si sfioravano, presa da un
improvviso bisogno di protezione.
“Lasciami passare, dobe. Non sono affari
vostri.” La frase tagliente di Sasuke fece fremere appena di rabbia Naruto, che
fulminò l’amico con un’occhiata decisamente irata.
“Sasuke-Kun… Non
devi andare da Orochimaru! Lui vuole solo usarti!” Disse Sakura, precedendo la risposta
dell’Uzumaki.
“Non mi interessa.
Lui può darmi il potere che voglio. La libertà è un misero prezzo, se significa poter uccidere
mio fratello. E ora,
levatevi dai piedi. ”
“Scordatelo. Tu non uscirai
da questo villaggio, dovessi romperti tutte le tue ossa per impedirtelo.” La voce di
Naruto si era fatta minacciosa. Il ragazzo era pronto allo scontro fisico, pur
di impedire all’Uchiha di andarsene da Konoha.
“Tsk. Non ho
tempo da perdere con queste sciocchezze, Naruto.” Sasuke era estremamente intelligente, quindi sapeva che la sua
fuga avrebbe avuto successo solo se il villaggio se ne fosse accorto troppo
tardi per fermarlo. Non aveva messo in conto di trovare i due compagni di
squadra fermi ad aspettarlo, pronti a bloccare il suo piano.
“Kage Bushin no
Jutsu!” Urlò Naruto, e immediatamente comparvero una decina di copie attorno a
lui. Il biondo si girò poi verso Sakura, che nel frattempo aveva preso alcuni shuriken per aiutare il compagno. “Sakura,
ascolta. Corri da Tsunade e dille di venire qui. Cercherò di trattenerlo il più possibile, ma non gli voglio far male. Penso che peggiorerei solo
la situazione...” Sussurrò alla Kunoichi, attendendo poi un suo cenno
d’assenso. La ragazza rimase immobile per un istante, poi annuì e scomparve in
una nuvola di fumo.
“Ci siamo solo noi ora, teme. Fatti
sotto.”
Sakura aveva dovuto correre varie volte
per salvarsi la vita. Eppure, in quel momento era più
veloce di quanto non lo fosse mai stata, perché quella sera non c’era in gioco
la sua vita. Se fosse stato così, forse sarebbe stata
leggermente più lenta: ma in quel caso dalla sua velocità dipendeva qualcosa di
più importante, tutto il suo presente, il futuro del suo team, ed il bene di
Sasuke.
Raggiunse il palazzo dell’Hokage dopo
pochi minuti, sfrecciando poi all’interno dei corridoi. Sperò che Tsunade si
trovasse nel suo ufficio, invece che nel suo appartamento privato, piuttosto
lontano da lì. Un paio di volte imboccò la strada sbagliata – non era
esattamente un’assidua frequentatrice del palazzo dell’Hokage, e il fatto di
essere maledettamente nervosa non l’aiutava per niente
– ma finalmente,
dopo vari tentativi a vuoto, riuscì a scovare l’ufficio del Quinto Hokage.
Sentì alcune voci discutere all’interno della stanza, segno che Tsunade non era
da sola. Non perse nemmeno tempo a bussare, fiondandosi direttamente nella sala
con scarsa educazione.
“Ma che diavolo...” Sbottò Tsunade,
scoccando un’occhiataccia alla Genin. La conosceva di vista, avendola notata il
giorno in cui era tornata a Konoha, quando aveva guarito la mente sconvolta di
Sasuke Uchiha.
“Sakura, ti sembra il modo di presentarsi
dall’Hokage?” Disse Kakashi Hatake, con i soliti modi pacati.
Aggrottò poi la fronte, notando l’evidente stato confusionario in cui si
trovava la sua allieva.
“Godaime Hokage... Kakashi-Sensei...
Naruto è in pericolo, Sasuke sta scappando... Loro
stanno combattendo e… “ Sakura esalò un profondo respiro, cercando di ritrovare
la concentrazione. Sapeva che il suo non era esattamente un comportamento da kunoichi
modello – un ninja non perde
mai la calma – ma la preoccupazione la stava
praticamente uccidendo.
“Calmati e spiegati.” Replicò Tsunade,
alzandosi dalla sua scrivania. “Naruto è in pericolo?”
“Sì. Io e Naruto abbiamo incontrato Sasuke alle porte di Konoha,
vuole andare da Orochimaru… Naruto sta cercando di fermarlo, ma non so quanto
resisterà...” Concluse con la voce flebile, chinando la
schiena e appoggiando le mani sulle ginocchia piegate, nel tentativo di
riprendere fiato. “Dovete andare ad aiutarlo!” Kakashi e Tsunade si scambiarono
un’unica occhiata, annuendo all’unisono.
“Andiamo.”
“Perché lo fai?” Chiese Sasuke, aggrottando
appena la fronte. Aveva usato la Tecnica della Palla di Fuoco Suprema, certo
che sarebbe bastata, ma l’unico risultato che aveva ottenuto era stato quello
di far sparire qualche clone e ferire leggermente Naruto al braccio sinistro.
Stava perdendo troppo tempo: la sua prossima mossa sarebbe stata il Chidori, in
modo da concludere quello
stupido scontro. E stavolta
Kakashi-Sensei non l’avrebbe fermato.
“Perché sei come un fratello per me, teme. E non lascerò che tu faccia la più grande idiozia della tua vita. Chi non può
salvare un amico dal male non è
degno di diventare Hokage.” Rispose Naruto, stringendo
forte la mano destra sull’avambraccio sinistro. La scottatura era
piuttosto dolorosa, ma per sua fortuna, in caso avesse dovuto usare il Rasengan, non avrebbe
avuto troppe difficoltà.
“Sei il solito sciocco.
Io non ho fratelli, dobe. Ricordatene.” Sasuke iniziò a concentrare il suo
chakra per creare un Chidori, analizzando la situazione con il massimo della
freddezza. Era certo che non avrebbe fallito – tuttavia, nel remoto caso in cui
si fosse sbagliato, avrebbe attivato il
Segno Maledetto.
“Hai
me, teme. E Sakura,
e il Maestro Kakashi. Ma tu vuoi continuare a stare
solo, in questa idiozia del vendicatore solitario,
vero?” Replicò sarcastico, evocando una copia per essere aiutato con il
Rasengan. Riteneva di essere più
forte di Sasuke, dato che poteva contare anche sul chakra potentissimo della
Volpe. Eppure, non voleva
rilasciare la prima coda, perché sapeva di non essere in grado di controllare
al meglio quel potere.
Sakura stava correndo di nuovo, cercando
di tenere il passo dell’Hokage e del suo Sensei. Tsunade aveva ordinato a
Shizune di allertare una squadra Anbu: le
sembrava difficile che l’Uchiha avesse deciso di partire da solo per Oto. La
donna aveva detto di sperare nella cattura di qualche spia, poi lei e Kakashi erano corsi fuori dal
palazzo, seguiti a ruota da Sakura.
I due ninja più anziani erano molto più
veloci di lei, ma Sakura non aveva alcuna intenzione
di farsi lasciare indietro da loro. La ragazza giurò a sé stessa che nessuno l’avrebbe più
superata.
Compagno contro compagno. Uchiha contro
Uzumaki. L’odio contro la speranza. La vendetta contro il perdono. Quello
scontro rappresentava ben più di quanto non potesse sembrare ad una prima
occhiata. Sasuke intendeva percorrere la strada verso l’inferno, disposto a
tutto pur di farla pagare ad Itachi per il massacro del suo Clan. Naruto non
aveva intenzione di lasciare che il suo migliore amico si rovinasse con le sue
mani, essendo a conoscenza di cosa comportasse venire accecati dall’odio. Due
modi diversi di vivere la vita, due persone con uno scopo diverso. Ma soprattutto due amici. O forse, un’amicizia a senso unico.
“Chidori!”
“Rasengan!”
Entrambi i ragazzi sfoderarono la loro
arma migliore, per quegli ultimi secondi di lotta. Scattarono nello stesso
istante l’uno contro l’altro, pronti a colpirsi. In gioco c’era il destino di
moltissime persone, anche se loro non ne erano a conoscenza.
Chi avrebbe vinto… La tenacia di Naruto o
la forza dell’odio di Sasuke?
Note dell’autrice
Buondì! Ho appena terminato Pride and
Sensibility e sono già qui a scassarvi con una nuova fanfic xD Si tratterà di una long-fic, long non
so quanto. Vedremo dove mi porterà l’ispirazione. Comunque,
il punto è questo.. La scorsa settimana mi sono chiesta “E se Sakura si fosse
fatta accompagnare a casa da Naruto, quella sera? Che sarebbe successo?” La mia
mente malata ha iniziato a
elaborare, e.. tadan! Eccomi qua. Avviso fin da subito che le coppie saranno
SasuIno e NaruSaku, con accenni più o meno grandi di ShikaTema e NejiTen. E, se capita, anche
un po’ di KibaHina. Per la gioia delle Violet Rose, la SasuIno si
formerà mooolto a breve.. Ma cercherò di spiegarla nella maniera
migliore possibile, in modo da non dare una piega scontata a questo bellissimo
pairing. Le Pink Panthers, invece, dovranno soffrire come al solito: Sakura dovrà affrontare un
lungo periodo di sue personali seghe mentali, prima di capire decentemente i
suoi sentimenti..
Come avrete capito, la prima parte del
discorso di Naruto e Sakura è presa direttamente dall’episodio in cui
Sasuke fugge da Konoha. Non ho avuto voglia di andarmi a cercare direttamente
il capitolo, troppa fatica xD ci sono anche alcune citazioni di
episodi successivi. Ho messo l’avvertimento OOC perché ovviamente il caratteredi alcuni miei
personaggi sarà diverso dal manga: non avremo Sasuke in
versione emo assassino, ma un Uchiha più simile a quello della prima serie di
Naruto. Gli altri due componenti del Team 7 invece saranno decisamente
simili a quello mostrati nello Shippuden (ergo, Sakura-Shannaro e Naruto… Ehm,
semi-baka?).
Se siete arrivati fino a questo logorroico angolino, siete davvero da premio ^^
in caso vi vada magari di dirmi cosa ne pensate, fate pure eh! L’autrice (sì,
ora c’ho pure i complessi di megalomania, inizio a
parlare in terza persona tipo Cesare.. -.-‘’) ne sarebbe decisamente lieta,
eufemisticamente parlando.
Al prossimo capitolo, di cui vi lascio un
anticipo qui sotto!
Capitolo II
“Sei un vigliacco, Sasuke.” Rispose
pacatamente Kakashi, cogliendo decisamente impreparato l’Uchiha. “ La via del
ninja è fatta di sudore, sacrificio e allenamento. Tu invece vuoi scegliere la
strada più facile per sconfiggere tuo fratello, facendoti dare il potere da chi
ti vuole soltanto usare.”
“E con questo, Kakashi? A Konoha siete
troppo deboli per
potermi aiutare. Se restassi nel Villaggio sarei solo sprecato.” Replicò
Sasuke, con un certo scherno della voce.
“Credi di essere
tanto bravo, Sasuke? Ci sono centinaia di ninja migliori di te. Anche i tuoi
compagni di squadra lo sono, sia Naruto che Sakura.” L’Uchiha rimase ammutolito dal
tono freddo usato dal suo Maestro. Dov’era finito l’uomo che lo elogiava, notando come fosse
assolutamente superiore rispetto ai suoi compagni?
“Sono migliori di te, perché non vogliono
usare mezzucci per diventare più forti. Non sono dei codardi, e tanto meno
feccia.”
“Il che significa che sono un codardo,
Sensei?” La voce dell’Uchiha aveva ripreso quel timbro sarcastico, tuttavia la
sicurezza del ragazzo stava vacillando.
“Solo se scegli di ottenere il potere
tramite Orochimaru, Sasuke. Sei un giovane intelligente, sai
già qual è la risposta alla tua domanda.” L’uomo rimase in silenzio per alcuni
secondi. “Ho una proposta da farti. Il tuo futuro dipende dalla risposta che mi
darai.”