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Autore: Avis    13/11/2009    7 recensioni
La notte della fuga di Sasuke, Sakura tentò di fermarlo senza riuscirci. Ma cosa sarebbe successo se l'Haruno fosse stata accompagnata da Naruto?
“Io… Naruto…” Sussurrò la Kunoichi, abbassando lo sguardo. “Ti prego, lo so che ti potrà sembrare strano… Ma credo che Sasuke-Kun sia in pericolo.” Dopo qualche secondo, la ragazza tornò a guardare l’Uzumaki, certa che nel suo volto avrebbe visto incredulità o ironia. Invece, il genin la guardava con attenzione, gli occhi ridotti a due fessure.
“Dove credi che sia?” Si limitò a dire, sistemandosi appena il coprifronte.
“Alle porte di Konoha... Dobbiamo andare là. Prego solo di sbagliarmi.”
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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I Sannin Leggendari

I Sannin Leggendari

 

 

 Masashi Kishimoto©

Avis©

 

 

Capitolo I: Il destino di un Villaggio

 

 

 

 

“Ehi, aspetta Sakura! Ti riaccompagno a casa.” Disse Naruto, uscendo di corsa fuori dall’Ichiraku.

Ma no, non è necessario.” Rispose la Kunoichi in tono gentile, incrociando le braccia dietro la schiena.

“Vuoi andare in giro da sola? E’ notte, ed è pericoloso per una ragazza!”

“Questa sera c’è una bella luna.” Rispose Sakura, alzando il capo verso il cielo con un sorriso appena accennato. “Andrà tutto bene.” Detto ciò, rimase quasi pietrificata. Una strana sensazione si stava impadronendo di lei. Paura, forse?

“Beh? E adesso che cosa ti prende?” Chiese Naruto con malcelata preoccupazione. La compagna di squadra sobbalzò appena alle sue parole.

“Niente, ti ringrazio tanto. Però... Preferisco fare due passi da sola.” Sakura si accinse ad allontanarsi, certa che l’Uzumaki avrebbe capito. Rimase piuttosto sorpresa quando il Genin le si affiancò nella camminata.

“Mi spiace, ma preferisco disturbarti! Naruto Uzumaki non può far lasciare che una ragazza torni da sola, al buio, a casa. Rise per un paio di secondi, in quel suo modo così particolare. L’Haruno sospirò, ma non ebbe cuore di allontanarlo. Aveva passato una bella serata con lui – solo qualche mese prima non avrebbe mai potuto crederlo possibile – macchiata soltanto da quella preoccupazione costante verso Sasuke.

“... Quindi Kakashi-Sensei sostiene che posso migliorare ancora molto, addirittura dice che tra poco potrebbe insegnarmi a trovare l’elemento del mio chakra... Sakura-Chan, che cosa c’è?” Chiese con voce preoccupata, osservando l’amica. Lei si era bloccata in mezzo alla strada, il volto tirato e quasi spaventato.

“Io… Naruto…” Sussurrò la Kunoichi, abbassando lo sguardo. “Ti prego, lo so che ti potrà sembrare strano… Ma credo che Sasuke-Kun sia in pericolo.” Dopo qualche secondo, la ragazza tornò a guardare l’Uzumaki, certa che nel suo volto avrebbe visto incredulità o ironia. Invece, il genin la guardava con attenzione, gli occhi ridotti a due fessure.

“Dove credi che sia?” Si limitò a dire, sistemandosi appena il coprifronte.

“Alle porte di Konoha... Dobbiamo andare là. Prego solo di sbagliarmi.”

 

 

Nemmeno cinque minuti dopo, i due Genin avevano raggiunto la strada che portava all’uscita del Villaggio. L’unico rumore era causato dal cicalio dei grilli, dato che Naruto e Sakura non sembravano intenzionati a parlare. Dopo una breve attesa, un rumore di passi spezzò la quiete completa della strada.

Sasuke Uchiha stava camminando verso le porte di Konoha, le mani sepolte nelle tasche e il volto cupo. Lo zaino che portava alla schiena era un chiaro simbolo della sua scelta: lasciare Konoha per unirsi ad Orochimaru. L’Haruno e l’Uzumaki si scambiarono un’occhiata, per poi spostarsi sul viottolo, in modo da essere ben visibili dal compagno di squadra. Rimasero poi immobili, entrambi con le braccia incrociate sul petto, in una posa tanto simile quanto solenne.

Sasuke alzò lo sguardo verso i due compagni del Team 7, fermandosi ad una decina di metri da loro. L’occhiata che rivolse a Sakura e Naruto era di totale, palese indifferenza. L’unico motivo per cui si era fermato era il fatto che i due gli stavano sbarrando la strada, altrimenti avrebbe proseguito come se non ci fossero nemmeno stati.

Che stai facendo, Sas’kè?” Mormorò Naruto, abbandonando per una volta il solito appellativo di teme. Sakura non l’aveva mai sentito parlare con voce così seria. La Kunoichi si avvicinò al compagno, i loro corpi che quasi si sfioravano, presa da un improvviso bisogno di protezione.

“Lasciami passare, dobe. Non sono affari vostri.” La frase tagliente di Sasuke fece fremere appena di rabbia Naruto, che fulminò l’amico con un’occhiata decisamente irata.

Sasuke-Kun… Non devi andare da Orochimaru! Lui vuole solo usarti!” Disse Sakura, precedendo la risposta dell’Uzumaki.

“Non mi interessa. Lui può darmi il potere che voglio. La libertà è un misero prezzo, se significa poter uccidere mio fratello. E ora, levatevi dai piedi. 

“Scordatelo. Tu non uscirai da questo villaggio, dovessi romperti tutte le tue ossa per impedirtelo. La voce di Naruto si era fatta minacciosa. Il ragazzo era pronto allo scontro fisico, pur di impedire all’Uchiha di andarsene da Konoha.

Tsk. Non ho tempo da perdere con queste sciocchezze, Naruto. Sasuke era estremamente intelligente, quindi sapeva che la sua fuga avrebbe avuto successo solo se il villaggio se ne fosse accorto troppo tardi per fermarlo. Non aveva messo in conto di trovare i due compagni di squadra fermi ad aspettarlo, pronti a bloccare il suo piano.

“Kage Bushin no Jutsu!” Urlò Naruto, e immediatamente comparvero una decina di copie attorno a lui. Il biondo si girò poi verso Sakura, che nel frattempo aveva preso alcuni shuriken per aiutare il compagno. “Sakura, ascolta. Corri da Tsunade e dille di venire qui. Cercherò di trattenerlo il più possibile, ma non gli voglio far male. Penso che peggiorerei solo la situazione... Sussurrò alla Kunoichi, attendendo poi un suo cenno d’assenso. La ragazza rimase immobile per un istante, poi annuì e scomparve in una nuvola di fumo.

“Ci siamo solo noi ora, teme. Fatti sotto.”

 

Sakura aveva dovuto correre varie volte per salvarsi la vita. Eppure, in quel momento era più veloce di quanto non lo fosse mai stata, perché quella sera non c’era in gioco la sua vita. Se fosse stato così, forse sarebbe stata leggermente più lenta: ma in quel caso dalla sua velocità dipendeva qualcosa di più importante, tutto il suo presente, il futuro del suo team, ed il bene di Sasuke.

Raggiunse il palazzo dell’Hokage dopo pochi minuti, sfrecciando poi all’interno dei corridoi. Sperò che Tsunade si trovasse nel suo ufficio, invece che nel suo appartamento privato, piuttosto lontano da lì. Un paio di volte imboccò la strada sbagliata – non era esattamente un’assidua frequentatrice del palazzo dell’Hokage, e il fatto di essere maledettamente nervosa non l’aiutava per niente – ma finalmente, dopo vari tentativi a vuoto, riuscì a scovare l’ufficio del Quinto Hokage. Sentì alcune voci discutere all’interno della stanza, segno che Tsunade non era da sola. Non perse nemmeno tempo a bussare, fiondandosi direttamente nella sala con scarsa educazione.

Ma che diavolo...” Sbottò Tsunade, scoccando un’occhiataccia alla Genin. La conosceva di vista, avendola notata il giorno in cui era tornata a Konoha, quando aveva guarito la mente sconvolta di Sasuke Uchiha.

“Sakura, ti sembra il modo di presentarsi dall’Hokage?” Disse Kakashi Hatake, con i soliti modi pacati. Aggrottò poi la fronte, notando l’evidente stato confusionario in cui si trovava la sua allieva.

“Godaime Hokage... Kakashi-Sensei... Naruto è in pericolo, Sasuke sta scappando... Loro stanno combattendo e… “ Sakura esalò un profondo respiro, cercando di ritrovare la concentrazione. Sapeva che il suo non era esattamente un comportamento da kunoichi modello – un ninja non perde mai la calma – ma la preoccupazione la stava praticamente uccidendo.

“Calmati e spiegati.” Replicò Tsunade, alzandosi dalla sua scrivania. “Naruto è in pericolo?”

“Sì. Io e Naruto abbiamo incontrato Sasuke alle porte di Konoha, vuole andare da Orochimaru… Naruto sta cercando di fermarlo, ma non so quanto resisterà...” Concluse con la voce flebile, chinando la schiena e appoggiando le mani sulle ginocchia piegate, nel tentativo di riprendere fiato. “Dovete andare ad aiutarlo!” Kakashi e Tsunade si scambiarono un’unica occhiata, annuendo all’unisono.

“Andiamo.”

 

Perché lo fai?” Chiese Sasuke, aggrottando appena la fronte. Aveva usato la Tecnica della Palla di Fuoco Suprema, certo che sarebbe bastata, ma l’unico risultato che aveva ottenuto era stato quello di far sparire qualche clone e ferire leggermente Naruto al braccio sinistro. Stava perdendo troppo tempo: la sua prossima mossa sarebbe stata il Chidori, in modo da concludere quello stupido scontro. E stavolta Kakashi-Sensei non l’avrebbe fermato.

Perché sei come un fratello per me, teme. E non lascerò che tu faccia la più grande idiozia della tua vita. Chi non può salvare un amico dal male non è degno di diventare Hokage. Rispose Naruto, stringendo forte la mano destra sull’avambraccio sinistro. La scottatura era piuttosto dolorosa, ma per sua fortuna, in caso avesse dovuto usare il Rasengan, non avrebbe avuto troppe difficoltà.

Sei il solito sciocco. Io non ho fratelli, dobe. Ricordatene.” Sasuke iniziò a concentrare il suo chakra per creare un Chidori, analizzando la situazione con il massimo della freddezza. Era certo che non avrebbe fallito – tuttavia, nel remoto caso in cui si fosse sbagliato, avrebbe attivato il Segno Maledetto.

Hai me, teme. E Sakura, e il Maestro Kakashi. Ma tu vuoi continuare a stare solo, in questa idiozia del vendicatore solitario, vero?” Replicò sarcastico, evocando una copia per essere aiutato con il Rasengan. Riteneva di essere più forte di Sasuke, dato che poteva contare anche sul chakra potentissimo della Volpe. Eppure, non voleva rilasciare la prima coda, perché sapeva di non essere in grado di controllare al meglio quel potere.

 

 

Sakura stava correndo di nuovo, cercando di tenere il passo dell’Hokage e del suo Sensei. Tsunade aveva ordinato a Shizune di allertare una squadra Anbu: le sembrava difficile che l’Uchiha avesse deciso di partire da solo per Oto. La donna aveva detto di sperare nella cattura di qualche spia, poi lei e Kakashi erano corsi fuori dal palazzo, seguiti a ruota da Sakura.

I due ninja più anziani erano molto più veloci di lei, ma Sakura non aveva alcuna intenzione di farsi lasciare indietro da loro. La ragazza giurò a  stessa che nessuno l’avrebbe più superata.

 

 

Compagno contro compagno. Uchiha contro Uzumaki. L’odio contro la speranza. La vendetta contro il perdono. Quello scontro rappresentava ben più di quanto non potesse sembrare ad una prima occhiata. Sasuke intendeva percorrere la strada verso l’inferno, disposto a tutto pur di farla pagare ad Itachi per il massacro del suo Clan. Naruto non aveva intenzione di lasciare che il suo migliore amico si rovinasse con le sue mani, essendo a conoscenza di cosa comportasse venire accecati dall’odio. Due modi diversi di vivere la vita, due persone con uno scopo diverso. Ma soprattutto due amici. O forse, un’amicizia a senso unico.

“Chidori!”

“Rasengan!”

Entrambi i ragazzi sfoderarono la loro arma migliore, per quegli ultimi secondi di lotta. Scattarono nello stesso istante l’uno contro l’altro, pronti a colpirsi. In gioco c’era il destino di moltissime persone, anche se loro non ne erano a conoscenza.

Chi avrebbe vinto… La tenacia di Naruto o la forza dell’odio di Sasuke?

 

 

 

Note dell’autrice

 

Buondì! Ho appena terminato Pride and Sensibility e sono già qui a scassarvi con una nuova fanfic xD Si tratterà di una long-fic, long non so quanto. Vedremo dove mi porterà l’ispirazione. Comunque, il punto è questo.. La scorsa settimana mi sono chiesta “E se Sakura si fosse fatta accompagnare a casa da Naruto, quella sera? Che sarebbe successo?” La mia mente malata ha iniziato a elaborare, e.. tadan! Eccomi qua. Avviso fin da subito che le coppie saranno SasuIno e NaruSaku, con accenni più o meno grandi di ShikaTema e NejiTen. E, se capita, anche un po’ di KibaHina. Per la gioia delle Violet Rose, la SasuIno si formerà mooolto a breve.. Ma cercherò di spiegarla nella maniera migliore possibile, in modo da non dare una piega scontata a questo bellissimo pairing. Le Pink Panthers, invece, dovranno soffrire come al solito: Sakura dovrà affrontare un lungo periodo di sue personali seghe mentali, prima di capire decentemente i suoi sentimenti..

Come avrete capito, la prima parte del discorso di Naruto e Sakura è presa direttamente dall’episodio in cui Sasuke fugge da Konoha. Non ho avuto voglia di andarmi a cercare direttamente il capitolo, troppa fatica xD ci sono anche alcune citazioni di episodi successivi. Ho messo l’avvertimento OOC perché ovviamente il caratteredi alcuni miei personaggi sarà diverso dal manga: non avremo Sasuke in versione emo assassino, ma un Uchiha più simile a quello della prima serie di Naruto. Gli altri due componenti del Team 7 invece saranno decisamente simili a quello mostrati nello Shippuden (ergo, Sakura-Shannaro e Naruto… Ehm, semi-baka?).

Se siete arrivati fino a questo logorroico angolino, siete davvero da premio ^^ in caso vi vada magari di dirmi cosa ne pensate, fate pure eh! L’autrice (sì, ora c’ho pure i complessi di megalomania, inizio a parlare in terza persona tipo Cesare.. -.-‘’) ne sarebbe decisamente lieta, eufemisticamente parlando.

Al prossimo capitolo, di cui vi lascio un anticipo qui sotto!

 

 

 

Capitolo II

“Sei un vigliacco, Sasuke.” Rispose pacatamente Kakashi, cogliendo decisamente impreparato l’Uchiha. “ La via del ninja è fatta di sudore, sacrificio e allenamento. Tu invece vuoi scegliere la strada più facile per sconfiggere tuo fratello, facendoti dare il potere da chi ti vuole soltanto usare.

E con questo, Kakashi? A Konoha siete troppo deboli per potermi aiutare. Se restassi nel Villaggio sarei solo sprecato. Replicò Sasuke, con un certo scherno della voce.

“Credi di essere tanto bravo, Sasuke? Ci sono centinaia di ninja migliori di te. Anche i tuoi compagni di squadra lo sono, sia Naruto che Sakura.” L’Uchiha rimase ammutolito dal tono freddo usato dal suo Maestro. Dov’era finito l’uomo che lo elogiava, notando come fosse assolutamente superiore rispetto ai suoi compagni?

“Sono migliori di te, perché non vogliono usare mezzucci per diventare più forti. Non sono dei codardi, e tanto meno feccia.

“Il che significa che sono un codardo, Sensei?” La voce dell’Uchiha aveva ripreso quel timbro sarcastico, tuttavia la sicurezza del ragazzo stava vacillando.

“Solo se scegli di ottenere il potere tramite Orochimaru, Sasuke. Sei un giovane intelligente, sai già qual è la risposta alla tua domanda. L’uomo rimase in silenzio per alcuni secondi. “Ho una proposta da farti. Il tuo futuro dipende dalla risposta che mi darai.

 

   
 
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