- Howl?
Il mago, disteso sul suo letto, si voltò verso la ragazza, spalancando
tanto d'occhi nell'oscurità della stanza.
- Sophie? - chiese, accendendo l'abat-jour sul tavolino adiacente.
L'espressione della ragazza divenne corrucciata.
- Non mi hai chiamato? - domandò lei.
- No, affatto! Solo che... Pensavo... che avevo bisogno di quel libro là
sul comò, ma che non avevo voglia di alzarmi e prenderlo. Il castello,
ad occhio e croce, deve aver comunicato i miei pensieri a chi era sveglio -
ipotizzò, con fare svogliato. - Già che ci sei, non è che
me lo porteresti? - chiese, chiudendo un occhio e sorridendo.
- Solo perchè non mi piace l'idea di aver fatto le scale per niente -
giustificò lei, avvicinandosi al comò e afferrando lo strano libro
dalla copertina verdognola. - Si intona con la stanza - disse, guardandosi attorno.
- Questa camera è sempre più sporca ogni volta che vi entro...
quand'è che mi lascerai pulirla? Tutte queste cianfrusaglie attirano
la polvere.
- Non sono affatto cianfrusaglie! - argomentò lui, sentendosi in qualche
modo offeso. - Sono strumenti magici molto importanti e molto utili! Il solo
fatto che, al momento, alcuni di essi non siano utilizzabili perchè vecchi
o scassati non giustifica il nome che gli attribuisci!
- Ah sì? Bene, dimmi ad esempio a cosa serve questo - lo sfidò,
raccogliendo inoltre una scatola di un colore rosso cangiante.
- Quello... quello... è per vedere se gli stuzzicadenti sono usati o
ancora nuovi!
- Utilissimo, devo dire. Ne deduco che tu usi gli stuzzicadenti e poi li abbandoni
nella tua stanza, rischiando di utilizzarli di nuovo.
- Ma no! Io lo tengo perchè ha un bel colore!!!
- Sì, come no...
- Sì, ti dico!!
- Per me serve solo ad accumulare la polvere - continuò lei imperterrita,
appoggiando la scatolina su una mensola già strapiena di oggetti strampalati.
- Insomma, Sophie! E' inutile che tenti! Non riuscirai a mettere le mani su
questa stanza! Rischierei di trovarmi di nuovo coi capelli arancioni, in caso
contrario!
- Io sono ancora dell'idea che ti stessero bene. Neri erano meglio, ma arancioni
avevano un che di strano.. e non ti stavano male.
- Beh, a me non piacevano! - giustificò il suo capriccio il mago.
- Come vuoi... però smettila di urlare, o sveglierai Michael e Calcifer.
- Calcifer è sempre cosciente! Deve muovere questo castello, ricordi?
- Ovvio che sì... però ora che è libero in effetti potrebbe
anche provare a dormire qualche ora.
- Siamo polemiche stasera, eh? - domandò il mago, in tono canzonatorio.
- Ma smettila! - replicò lei, sedendosi sul letto e porgendogli il libro
che voleva fin dall'inizio.
- Grazie mille.
- Figurati. Piuttosto, di cosa tratta? Deve essere stato qualcosa di importante
per svegliarti nel bel mezzo della notte. Sono sicura che mezz'ora fa dormivi.
- E tu no. Ti avrò detto migliaia di volte che il castello non ha bisogno
di essere pulito e che mi basta qualche incantesimo per renderlo splendente...
perchè ti ostini a riempire ogni angolo di sapone anche ad ore indecenti?
- Perchè così mi piace di più.
- Come vuoi, ora questa casa è anche tua, a tutti gli effetti. Cerca
solo di non stancarti troppo. E' talmente poco tempo che sei qui che non hai
ancora fatto in tempo ad esplorare tutto il castello, e sarà la terza
volta in tutto che entri qua dentro.
- Sì... però nelle stanze che conosco preferisco pulire io.
- Ripeto, fai come vuoi... Ma non mettere mai più le mani nel mio bagno.
Promettimelo.
- Lo prometto.
- Brava. E ora....
Aprì il libro, sfogliò qualche pagina e apparve corrucciato.
- Non c'è? - Chiese Sophie.
- No.
- Ma si può sapere cosa cerchi?
- Appena lo trovo te lo dico. Intanto mettiti sotto le coperte, che fa freddo
- disse, togliendosi di dosso il pesante lenzuolo e cercando le pantofole che
aveva abbandonato ai piedi del letto. Si mise a frugare nella stanza, facendo
cadere oggetti strani da ogni scaffale su cui metteva le mani e distruggendo
un paio di cose fragili. Sophie sperò fortemente che la stanza fosse
insonorizzata.
- Sophie Hatter. Sotto le coperte, ho detto.
Come animate da un incantesimo, le lenzuola intrappolarono gentilmente il corpo
della ragazza soffocandolo con un tepore diffuso.
- Ehi!
- Era inevitabile, tesoro. Se ti conosco abbastanza bene so anche che non saresti
rimasta con le mani in mano ancora per molto.
- Ma da qui non posso uscire!
- Beh... problemi?
Era davvero spiazzante, dovette riconoscerlo. Pensando che non avrebbe comunque
potuto far nulla per liberarsi, si rassegnò e cercò di scaldarsi
alla meno peggio.
- Forse è questo! - urlò Howl, sfogliando un libro dalle pagine
dorate.
- Ssst!! Sveglierai gli altri!!
- Non preoccuparti. - agitò il dito, e tutti i rumori che prima provenivano
dall'esterno e che facevano intuire che il castello era in movimento scomparvero.
- Ora posso fare tutta la confusione che voglio. E anche urlare. Non mi sentiranno
più!
- Ma... - cominciò, non sapendo però più come replicare.
- Non puoi cercarlo domattina, invece di ora?
- Domattina volevo metterlo in pratica... ma se non trovo quel maledetto libro
non credo di poterlo fare.
- Allora cerchi un incantesimo! Per fare cosa? - domandò lei, riuscendo
a mettersi seduta sul letto.
- Curiosa. Prima lascia che lo trovi, ti ho detto.
Non replicò, sarebbe stato inutile, e lei lo sapeva bene.
- AVEVO RAGIONE! - gioì all'improvviso Howl, saltellando qua e là.
- Il libro era proprio questo, evviva!
Lanciò per la stanza una ciabatta, pentendosi poi amaramente del suo
gesto nel sentire il freddo pungente proveniente dal contatto con il pavimento
di marmo.
- Bene. Pensi che ora riuscirai a dormire tranquillamente senza disturbare nessuno?
- Mah. Chi lo sa. Potrei essere talmente agitato da non riuscirci.
- Oh, mio dio... solo questa mi mancava. Ora le ho viste davvero tutte.
- Nah... credimi, c'è di peggio al mondo - replicò lui. - Sophie,
guarda qua, dai! - urlò, porgendole il libro aperto e saltellando sul
piede con la ciabatta.
- Ti ho detto di parlare piano!! - sussurrò lei, afferrando il libro.
- Ma non ci possono sentire!
- Chi se ne importa!! Alla sera bisogna parlare piano.
- Da dove deriva questa regola?
- Dal mio manuale personale. Dato che questa ora è anche casa mia, come
hai detto, avrò pure il diritto di dettare alcune leggi!
- Veramente... - cercò di intrufolarsi lui.
- Veramente cosa?
- Niente, niente - rinunciò, pensando che non sarebbe comunque riuscito
a convincerla.
Sophie guardò il libro, cercando di interpretare gli strani segni che
c'erano stampati. Howl, nel frattempo, aveva ripreso possesso di quel che rimaneva
dello spazio del suo letto, cercando di scaldarsi come poteva.
- Riesci a leggere? - domandò.
- A dire la verità no. Sto tentando di interpretare le figure, ma non
cavo un ragno dal buco nemmeno da quelle.
- E' normale, non preoccuparti. Questo libro è stregato, lo può
leggere solo il suo padrone. Me n'ero dimenticato.
- Ora saresti così gentile da spiegarmi di cosa tratta?
- Sì, scusami. Questo incantesimo serve a ritrasformare nella loro forma
originale gli oggetti colpiti da una maledizione particolamente potente. Volevo
usarla sui tuoi capelli. Benchè la Strega delle Terre Desolate sia ormai
sconfitta e l'incantesimo sia stato spezzato del tutto, i tuoi capelli sono
ancora grigi, al contrario del corpo che è tornato come doveva essere
- spiegò lui.
- Grazie del pensiero... ma perchè dovrei cambiare il colore? - domandò
lei, insistente.
- Perchè il grigio non ti dona. - giustificò lui.
- Ma che delicatezza! Sei fortunato che nemmeno a me il grigio piace, altrimenti
mi sarei offesa a morte.
- Non l'avresti fatto.
- Sì che l'avrei fatto!
- No, invece. Ti conosco abbastanza bene da capire che queste cose non ti interessano,
e che per destare la tua attenzione devono prima risultare problematiche per
me.
Restò ammutolita. In fondo era vero. Quando si era trasformata in una
vecchietta la sua reazione non era stata esagerata. All'inizio le era sembrata
un mutamento orribile, ma nel giro di qualche minuto si era abituata alle nuove
sembianze. Per quanto riguardava i capelli... se n'era completamente dimenticata.
Essere tornata agile per lei era già abbastanza. Il grigio dei capelli
non era mia stato un problema. Non doveva sfoggiarli, non doveva esaltarli.
Era come avere un pensiero in meno per la testa.
- Sì.. è vero - ammise. - Va bene... domani mi sottoporrò
a questo incantesimo. Spero ti riesca bene... non vorrei ritrovarmi con una
testa di capelli rosa shocking. A quel punto preferirei davvero tornare al grigio.
Howl rise, pensando nuovamente ai repentini cambiamenti di tinta che avevano
avuto i suoi capelli dopo che Sophie aveva riordinato il suo bagno. - Potrei
prendermi la mia vendetta, in effetti!
- Non ci provare nemmeno! - gridò lei.
- Non si urla alla sera tardi! Si svegliano gli altri!! - la canzonò
lui.
- Mi stai facendo venire un esaurimento nervoso, Howl!!
- Senti chi parla...! Dovrei essere io a lamentarmi! Tutte queste regole nuove,
imposte da una donna che è entrata nel mio castello e ne ha preso possesso
indiscriminatamente!
- Potevi custodirlo meglio!
- Dammi tutta la colpa, adesso! - disse lui, simuando un comportamento da vittima
e affondando con la schiena nei cuscini e nel morbido materasso, tenendo il
dorso della destra sulla fronte.
- Smettila di fare la vittima!
- Possibile che tu debba discutere su qualsiasi cosa?? Sarò pur libero
di fare la vittima quando voglio!
- Mah... non ne sono così convinta.
- Uffaaa!
- Ora sembri solo un bambino capriccioso. Più piccolo di Michael.
- Mi pare ovvio. Tu la vecchietta e io il moccioso!
Questa volta non ebbe niente da replicare. Lo fissò per qualche secondo,
accorgendosi che lui faceva lo stesso.
- Continueremo per molto a fissarci? - chiese lui, senza abbandonare il suo
sguardo.
- Evidentemente non ho di meglio da fare - giustificò Sophie.
- Leggiamo il libro, allora.
Afferrato nuovamente il libro, si mise a pancia in sù, con le braccia
tese e alzate il più possibile.
- Hai intenzione di avvicinarti un po' oppure resterai nel tuo angolino a fissarmi?
- le domandò.
- Come vuoi.
- Si dà il caso che io non gradisca la tua permanenza in quel remoto
posticino, e vorrei sinceramente che tu ti avvicinassi un po' di più.
E si dà il caso anche che io non possa essere più galante di così.
Sophie si rassegnò. Pensò che almeno sarebbe stata un po' più
calda. Benchè quelle coperte fossero tante e voluminose, non erano poi
così calde come sperava.
- Così va già meglio - sorrise Howl, avvicinandosi a sua volta
alla ragazza e passandole un braccio appena sopra le spalle. - Spero non si
offenderà, signorina Hatter.
- Al diavolo le convenzioni. E comunque sia, ho freddo. Dunque va bene anche
così.
- Tutte scuse... in realtà ti piace, solo che hai la luna storta e non
vuoi ammetterlo. - insinuò.
Si fece piccola piccola.
- Dai, prima di iniziare dimmi cos'è successo, magari riesco a risolverlo.
Non mi va che resti imbronciata tutto il giorno.
- Ma niente...
- Ti hanno fatto dei dispetti? Ti serve qualcosa che non hai trovato nel castello?
- No..
- Beh... finchè non me lo dirai saremo al punto di partenza. Ma se non
vuoi fa niente... solo che mi dispiace vederti così poco serena.
- Mh..
- Va bene, non fa niente! Iniziamo a leggere? - le domandò, fissandola
per un momento.
Lei annuì con un movimento appena percettibile. Le schioccò un
bacio in fronte e iniziò, con voce calma e tranquilla, quasi soporifera,
a trattare l'argomento del libro che aveva tra le mani.
- E' solo che... - iniziò lei a dire. Howl interruppe quasi subito la
lettura.
- Solo che?
- Solo che mi mancavi. Sei stato così distante in questi due giorni.
- Me ne sono reso conto. E so che avrei dovuto chiederti scusa e farmi perdonare.
Però... non credo di esserne molto capace! - si giustificò, vergognandosi
un po' del suo comportamento.
- Non ce n'è bisogno. Solo io che sono un po' troppo esigente.
- Macchè! Comunque sia... adesso che abbiamo esternato il motivo di tanta
tristezza... risolviamo la cosa, no? - rispose con tono ironico.
- Sempre con metodi diretti, tu!
- Sì... ci trovi forse qualcosa di male?
Non seppe cosa rispondere, per l'ennesima volta.
- Che freddo!! Ma tu non hai freddo, Sophie?? - chiese Howl, tutt'a un tratto
preso da altri discorsi.
- In effetti sì... l'ho notato anche prima. Ma queste coperte non scaldano!
- L'ho notato.. dovrò dire a Calcifer di mantenere la temperatura più
altra, se riesce.
- Magari stiamo solo attraversando una zona troppo fredda - suggerì lei.
- Potrebbe anche essere... comunque sia, mi sto davvero congelando - continuò,
facendo apparire una nuova coperta con uno schiocco di dita.
- Devi stare attento, con la tua orribile salute... lo sai che ti ammali da
niente. Non mi attira l'idea di farti di nuovo da balia.
- Farò attenzione. Non posso giurarlo, ma almeno prometterlo - le disse,
sorridendo e strappandole un sorriso tirato.
- Scusami. Non era mia intenzione intristirti, stasera.
- Ma figurati! Ti ho già perdonato. Piuttosto, sarei molto più
soddisfatto se potessi avere un bacio.
- Spudorato!
- Ma io volevo solo un bacino..
- Spudorato lo stesso! E poi sono stanca di doverti baciare sempre io. Se vuoi
un bacio, abbi il coraggio di prendertelo!
- Per me è lo stesso, chiedevo il consenso - giustificò, avvicinandosi
velocemente e raggiungendo la sua bocca.
- Lentone - gli sussurrò, a fior di labbra.
- Oh, bella questa! Non mi dire che tu sei una rapida, invece!
- Non ho mai detto questo.
- Beh.. ma questo bacio? - chiese, ancora a due centimetri dal suo viso.
- Vedi che tocca sempre fare tutto a me? - lo burlò, baciandolo finalmente.
- Basta con questa storia!
- E' inutile, ho ragione io - gli disse, abbracciandolo. - Però fa ancora
freddo. Troppo per scendere di nuovo. Mi sa che stanotte resto qui.
- Beh... penso che nessuno avrà da ridire! In particolar modo il sottoscritto...
- Mi ospiterai, allora?
- Ovvio. Altre coperte? - chiese, pronto a schioccare le dita.
* * * * * * * * * * * * *
16/06/05
Ho pensato un po' a come intitolare la fic. Non trovavo un nome che ci stesse
bene, e ho finito per optare per un neutrissimo "dialogo notturno".
Anyway, non mi pare si adatti alla perfezione. Dopo tanto tempo che non scrivevo...
non credo di essere più abituata a trovare titoli efficaci^^ E non ne
sono mai stata capace, oltretutto. Quindi... come si usa dire, "accontentatevi"!
Buone vacanze a tutti...
Kuruccha