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Autore: Vale11    23/11/2009    2 recensioni
“Resta qui con me finché non mi addormento Leah… ti prego. Ho bisogno di qualcuno che mi svegli se comincio ad urlare nel sonno” “Era una battuta?” “Fino a un certo punto” mi stringo nelle spalle “Hai paura degli incubi Jacob?” “I miei incubi mi uccidono Leah”
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Billy mi apre la porta e sgrana gli occhi. Tadaaan! In effetti credo di essere l’ultima persona che si sarebbe aspettato di ritrovarsi sulla soglia di casa. “Ciao Leah” mi dice, spostandosi all’indietro e lasciandomi entrare. Resto impacciata nell’andito “Credevo fosse di nuovo Bella… se n’è andata via adesso” mi scappa una smorfia, Bella Swan non mi è mai andata a genio. Non ha niente che non va, per carità…magari è solo che sono gelosa. “No, in effetti non sono Bella” mi stringo nelle spalle “Volevo solo vedere Jacob, ad essere sinceri è per merito suo se mi ritrovo con la pelle ancora attaccata alle ossa” Billy si lascia scappare una risata roca “Si, puoi dirlo… la sua stanza è quella, probabilmente adesso è sveglio” dice, indicandomi con la mano una delle tre porte che danno sul corridoio…ma vedo che mentre parla guarda fuori, come a cercare all’esterno la causa del fatto che suo figlio in quel momento non stia dormendo.

Oh certo, che stupida: Bella se n’è andata ora.

Busso alla porta di Jacob, e quando nessuno risponde dall’interno guardo Billy interrogativa. Suo padre mi fa cenno di entrare con la mano.

La porta cigola quando la spingo, e sento la voce di Jacob dire “Non ora papà”. Che voce strana, sembra quella di qualcuno passato sotto uno schiacciasassi. In effetti l’abbraccio di un vampiro deve avere più o meno lo stesso effetto. “Niente papà Jacob”.

Jacob volta la testa tanto rapidamente quanto la morfina e il dolore glielo permettono, le sopracciglia arrivano praticamente all’attaccatura dei capelli. Ha gli occhi rossi, e le coperte coprono le ferite… non oso avvicinarmi. “E tu cosa ci fai qui?” mi stringo nelle spalle “Nel caso tu non l’abbia notato, è colpa mia se sei in questo stato…credevo fosse buona creanza venirti a trovare” mi lascio scappare, il sarcasmo nella voce e nel sopracciglio destro che si alza indipendentemente dal gemello sinistro. “Parla come mangi Leah” “Educazione Jake… buona educazione” “Si, lo so cosa significa” “E allora qual è il tuo problema?”

Invece di rispondermi volta la testa verso la finestra, poi pianta gli occhi sul soffitto ed esala un “Bella domanda” nello stesso esatto tono in cui lo direi io.

“Jake, hai deciso di copiarmi le battute? Mi dispiace che tu sia in questo stato, sono stata stupida ad attaccare quel coso gelido da sola ma…” “Non è colpa tua Leah”.

Non è colpa tua Leah. No? “Non mi dire che in realtà volevi farti abbracciare da quel coso di tua spontanea volontà” incrocio le braccia, la smorfia scettica sempre presente “Non giocare a fare il supereroe con me Jacob” “No Leah, io stavo parlando d’altro”

D’improvviso collego: occhi rossi – Bella Swan. Ah. Devo essermi persa un passaggio.

Jacob sta reagendo esattamente come me quando Sam se ne andò per Emily, pensarci mi fa ancora venire la nausea. All’inizio era dolore, adesso rabbia. E detesto doverlo vedere ogni volta che il branco si riunisce, prima o poi cancellerò quell’espressione di pietà dalla sua faccia pelosa. “A che pensi Leah? “ La voce di Jacob mi arriva seriamente incuriosita “Come?” “Ma ti sei vista? Negli ultimi dieci secondi avevi l’espressione di chi stava decidendo per un omicidio” “Non ci sei andato poi così lontano” la sua voce è stanca, strascicata. Probabilmente anche per l’effetto delle morfine, ma non solo. Se le morfine leniscono il dolore fisico, Bella Swan aumenta l’altro tipo di dolore…e li hai voglia a morfine! Non servono a niente.

“Posso sedermi Jacob?” gli chiedo, indicando col mento il letto dov’è sdraiato “Fa come se fossi a casa tua” risponde, sempre senza guardarmi. Mi siedo e pianto i miei occhi nei suoi “A che pensavi prima Leah?” Oh si Jake, cambia discorso. Peccato che quello che io penso sia terribilmente simile a quello che tu pensi. Cambia solo il soggetto “A Sam”

L’espressione di stupore che passa dai suoi occhi scuri sparisce dopo pochi attimi, mentre bisbiglia voltandosi di nuovo verso la finestra “Perspicace come sempre” “In realtà mi ha dato una mano anche Billy, non ho collegato tutto da sola” “Billy?” “Si, è stato lui a dirmi che Bella se n’era appena andata”

Mi passo una mano dietro l’orecchio, mi sento a disagio “Come stai Jake?” Jacob sprofonda la testa nel cuscino e chiude gli occhi “Non ora Leah, ti prego” “Ok… e fisicamente che mi dici?” “Fisicamente?” Apre un occhio per guardarmi “Si Jacob, fisicamente… non ti vedo in forma” “No, in effetti non sono in forma. Carlisle dice che mi rimetterò in piedi nel giro di un paio di settimane, e fino ad allora niente trasformazioni” Carlisle. Non so perché, ma l’idea che un vampiro curi un lupo mi da di che pensare “Si, anch’io ero perplesso, ma è un bravo medico… o qualunque cosa sia” “Sono un libro aperto per te, vedo” “Tu no, ma le tue espressioni si”

Cadiamo in un silenzio teso. Jacob chiude gli occhi.

“Mi dispiace Jacob” gli dico, senza guardarlo “Leah, l’avrei fatto per chiunque altro del branco, quindi non… “ “Non per quello” Lo interrompo, forse più bruscamente di quanto avrei voluto fare “Ah” si zittisce per un po’, poi mi guarda come guarderebbe qualcuno con in mano la risposta che non trova da una vita “Tu come hai fatto Leah?” “Fatto cosa?” le mie sopracciglia probabilmente si stanno toccando “A passare sopra Sam, a lasciartelo alle spalle” prendo un respiro profondo “Jacob, io non mi sono affatto lasciata Sam alle spalle. Vorrei che fosse così, e vorrei riuscire ad essere il tipo di persona che si augura tutto il bene possibile per chi ama, anche se è stata lasciata per un’altra, ma non posso riuscirci più di tanto. Amo Sam, amo Emily e nello stesso tempo non li sopporto. E odio quando Sam mi guarda con quella faccia che sembra voler dire scusa Leah ogni volta che mi vede. Mi fa schifo fargli pena. Mi fa schifo che lui si senta in diritto di impietosirsi per me. Io non la voglio la sua pietà, non me ne faccio niente.” Incrocio le braccia.

Dio, Jacob mi ha fatto togliere il tappo. Mi sta guardando con un misto di perplessità e timore che non gli avevo mai visto negli occhi. Ma c’è dell’altro… ah si. Jacob è triste.

“Scusa Jacob, mi è scappato il monologo”

Di nuovo faccio una smorfia, e lo sento ridere, poi il suo viso è attraversato da una smorfia di dolore “Che hai Jake?” “Le costole…” si stende prendendo fiato, si copre gli occhi arrossati con le mani e il sorriso si diluisce lentamente.

“Jake, che è successo?” il sorriso sparisce del tutto “Sei l’ultima persona a cui pensavo di dirlo” non c’è cattiveria nelle sue parole, solo stupore “E io sono l’ultima persona che pensava di chiedertelo, in effetti. Però forse sono anche l’unica persona che può capire. Chissà.” Mi stringo di nuovo nelle spalle “Già” un sorriso sarcastico gli danza sulle labbra mentre si leva la mano dagli occhi e si volta a guardarmi “Ok, la farò breve. Lei si sposa Leah, e vuole diventare un vampiro, e mi ha anche baciato, e mi ha anche detto che mi ama, ma ama più lui, e quindi non può stare vicino a me, e così…” la voce di Jacob si spezza, chiude gli occhi e respira per ristabilirla, ma non ha più niente da dire. Prendo un fazzoletto di carta dalla borsa e lo bagno con l’acqua che ha sul comodino “Tienilo sugli occhi, altrimenti ti si gonfiano…fidati, non hai idea di quanti fazzoletti ho usato io tempo fa. Ho fatto la fortuna delle fabbriche” mi regala un sorriso tirato, e segue il mio consiglio, mordicchiandosi il labbro inferiore.

“Jacob non so che dirti” mi fisso le mani intrecciate sulle gambe “Ti posso solo dire che col tempo il dolore diminuisce, ma non se ne va Jake… non è un lusso che ti puoi concedere” “Non è la risposta che avrei voluto sentire” “Lo so”  gli passo una mano fra i capelli e gli asciugo l’unica lacrima che si è lasciato sfuggire col dorso della mano “Ma è la mia…è quello che so e che ti posso dare. Mi piacerebbe dirti che andrà tutto bene Jake, che passerà, e che sarà tutto rose e fiori, ma non posso.” “Lo so Leah, grazie comunque” “Figurati”

Gli stringo brevemente la mano “buona”.

“E’ che ormai so che non c’è più niente che posso fare per fermarla” continua sempre tenendosi sugli occhi il fazzoletto umido “Si farà ammazzare per diventare una specie di statua semovente, e tutto quello che ho fatto per lei non avrà avuto nessun senso… forse non ne ha mai avuto in generale. Dovevo lasciarle perdere quelle cavolo di moto che mi aveva portato, così magari non mi trovavo a questo punto” se prima ero io ad aver aperto il tappo adesso è lui, ed è il mio turno di ascoltarlo “Non so Leah, mi sembra di trovarmi in un vicolo cieco…quando avevo anche una sola remotissima possibilità che lei mi ricambiasse vedevo un’uscita, ma adesso sto tirando musate alla porta, e quella non ne vuole sapere di aprirsi. E questa storia del licantropo mi sta facendo impazzire, sono terrorizzato continuamente dall’idea di fare dle male a qualcuno se solo mi girano più del dovuto!” Si leva la mano dagli occhi e la sbatte sul materasso “Sono nervoso, nevrotico, riesco sempre a far ridere tutti ma non è che mi senta poi l’immagine dell’allegria. Anche lei mi chiamava il suo sole personale prima…” Gli muore la voce “Gira e rigira torni sempre a lei Jacob” “Già” alza l’angolo sinistro della bocca “Che fregatura” sospira e si asciuga il viso col fazzoletto.

Scalcio via le scarpe e mi appoggio allo schienale del letto, sono quasi distesa accanto a lui “Non ti da fastidio se sto qui?” “No…stranamente no” “Ok… come mai hai un letto a due piazze qui in camera?” “Era dei miei… da quando è morta mia mamma mio padre non è più riuscito a dormirci, e l’ha girato a me”

Dio, faccio sempre le domande sbagliate.

“Ti manca tuo padre Leah?” ci fissiamo per un po’, poi torno a fissarmi i piedi infilati in calzini di spugna grigi “Da morire. Era l’unico che non scappava vedendomi”

“Mia madre è morta che ero piccolo” ci pensa un po’, poi si volta a guardarmi “Me lo ricordo… e mi ricordo di te Jake,  avevi 10 anni. Io ne avevo 14 e venni per qualche giorno qui a darvi una mano con tutte le cose da fare. Tu andavi a letto e io stavo li finché non ti addormentavi.” Tira su un sopracciglio “Questa l’avevo rimossa” “Ah si?” sorrido “Leah, lo faresti di nuovo?” “Cosa Jake?” “Resta qui con me finché non mi addormento Leah… ti prego. Ho bisogno di qualcuno che mi svegli se comincio ad urlare nel sonno” “Era una battuta?” “Fino a un certo punto” mi stringo nelle spalle “Hai paura degli incubi Jacob?” “I miei incubi mi uccidono Leah” lo dice con una voce terribilmente atona, come se non gliene importasse niente. Poi mi fissa e vedo i miei occhi nei suoi, il mio modo di vedere il mondo nel suo. Totalmente perso e del tutto disincantato.

“Ok Jake, ci sono io qui” mi accomodo sul letto “Aspetterò che ti addormenti, e quando ti sveglierai ci sarò ancora” mi guarda stupito “Davvero?” “Promesso Jake” Gli passo una mano nei capelli “Dormi ora Black, ho come l’impressione che tu ne abbia bisogno”

  
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