CARO HERR DIARIO…
CAPITOLO 1- IL DIARIO
“Caro dia… no no, è
semplicemente folle.”
…
“Questo diario è di
Franzis… no.”
Cancellai l’ultima frase, sospirando. Perché avevo
comprato un diario?
Era stata una decisione folle e sciocca, sciocca
come la sciocca nazione
che avevo appena lasciato, sciocca come tutte le
sciocche persone che
mi ero lasciata alle spalle.
Ma… quando l’avevo visto tutto solo, in quella
vetrina dell’aeroporto…
non so… non avevo avuto il coraggio di lasciarlo lì,
in mezzo alla
polvere degli scaffali.
E adesso io, Franziska Von Karma, un quasi perfetto
procuratore…
mi ritrovavo a risolvere questo enigma: perché quel
giorno avevo
deciso di tenere un diario?
I diari erano per le persone deboli e sciocche, che
hanno bisogno
di sfogarsi… che hanno un mare di problemi… ma io…
non avevo
problemi, giusto?
No, no.
Io stavo benissimo.
“14 giugno, ore 6:00 (si,
intendo 6 di mattina), appena alzata, Residenza Von Karma
Beh, alla fine ho deciso di
iniziare. E sono una tipa abbastanza
determinata, andrò fino in
fondo.
Quindi, non credere che
finirai in fondo a un armadio, almeno
fin quando ogni tua singola
pagina non sarà piena di parole, a
costo che ripeta
continuamente ‘perfezione’ fino a completarti.
Già ne sarei capace e
infatti ecco che inizio.
PERFEZIONE PERFEZIONE
PERFEZIONE
I VON KARMA SONO PERFETTI
I VON KARMA SONO PERFETTI
FRANZISKA VON KARMA è
PERFETTA
FRANZISKA VON KARMA è
PERFETTA
FRANZISKA VON KARMA è
IMPERFETTA”
Cancellai immediatamente l’ultima parte. Era stato
un semplice
errore, non la pensavo davvero così.
Decisi di ricominciare a scrivere.
“È stato un semplice
errore, io sono perfetta. Ma ho deciso di
risparmiarti la sofferenza
di avere tutte le pagine coperte dalle
stesse frasi. Bè… per ora.
Ecco… come avrai notato
dall’ora… è piuttosto insolita. Ma
non riuscivo a dormire.
È la prima volta che mi
accade, da quando ho visto l’ultima
volta mio padre, quindi un
bel po’.
Bè avevo circa 9 anni, se
ricordo bene. Ma preferisco sorvolare…
Stanotte ho fatto un sogno.
Ma NON mi va di raccontarlo.
…
NON lo voglio raccontare.
…
Okay, okay solo per questa
volta ho deciso di aprirmi.
Cosa che non accade mai.
MAI.
Bene… ho sognato la casa
dove sono cresciuta, il giardino.
Intendo il giardino in
maggio, quando il roseto è pieno di
colori e l’atmosfera è
stupenda.
Quando ero piccola passavo
un sacco di tempo lì, seduta
su una piccola panchina di
legno.
La nostra piccola panchina di legno…
Ecco, SAPEVO che sarebbe
finita così! Ggrrr!
Ti meriteresti
cinquantamila frustate per ciò che mi hai
costretto a dire!
Basta, basta non scriverò
più in questo sciocco diario, comprato
in una sciocca nazione
piena di sciocche persone come Herr
Edgew… No bastaaa!”
Chiusi il diario e lo buttai a terra con rabbia.
Non avrei più scritto una parola. Mai più.
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Bene, questo era un piccolo inizio… spero che la storia sia
interessante,
commentate in tanti, baci^^