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Autore: beat    29/11/2009    3 recensioni
Itachi lasciò socchiuso l'armadio.
La tela stava per essere completata.
Bastava stare nell'ombra ancora per poco.

[Terza classificata al "Contest sugli Animali" di Shizune Asahi e _S_t_a_r_]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Autore: beat
Titolo: E il ragno paziente attendeva
Personaggio: Itachi
Animale: Ragno
Generi: Introspettivo, Generale
Avvertimenti: One-shot
NdA: Credo che si capisca, ma in ogni caso, è ambientato poco prima della notte della strage degli Uchiha.


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E il ragno paziente attendeva


Itachi si buttò faccia in giù, e in maniera invero poco elegante, sul letto.
Era appena rientrato da una missione nemmeno troppo difficile, ma senza ombra di dubbio estremamente faticosa.
Aveva bisogno di una doccia calda, ma in quel momento il solo pensiero di doversi alzare da quel soffice letto gli pareva quasi un'eresia.
Lentamente e con difficoltà si girò su di un fianco. Fece una pausa e poi, con un ultimo sforzo, si voltò sulla schiena. E lì rimase, immobile, a fissare il soffitto.
Soffitto che aveva decisamente bisogno di una pulita, come anche il resto della stanza effettivamente, si trovò a constatare nonostante la stanchezza. Le prolungate assenze da casa, le continue missioni, l'avevano completamente assorbito. Non aveva avuto praticamente il tempo di pensare ad altro.
Sospirando sonoramente si impose di alzarsi dal letto. Lentamente e con la stessa agilità di un ottantenne riuscì infine a rimettersi in piedi. Strascicando i piedi si diresse verso il bagno. Aprì l'acqua della doccia, si svestì e si buttò sotto il getto caldo. Che sollievo!
Rimase lì a crogiolarsi finché l'acqua non cominciò a diventare fredda. Sospirando di nuovo, chiuse la manopola del rubinetto e uscì dalla doccia.
Si buttò un accappatoio addosso e rientrò nella sua stanza.
Avrebbe preferito non doversi nemmeno rivestire e ritornare a poltrire sul letto, ma suo padre gli aveva ricordato – non appena aveva messo il naso in casa – che lui e il consiglio degli Uchiha gli volevano parlare al più presto.
“Datti una lavata e poi raggiungici.” aveva detto. Praticamente ordinato.
Itachi aprì l'armadio, per recuperare una maglia e un paio di pantaloni. Neri, perché gli Uchiha vestono solo di nero.
Stava per richiudere l'anta quando intravide un debole bagliore in fondo al mobile.
Vagamente interessato, Itachi si sporse, aguzzando la vista.
Una ragnatela aveva riflesso debolmente la luce proveniente dalla finestra della stanza.
Itachi guardò infastidito quell'ammasso di fili appiccicosi che partivano dal fondo dell'armadio, per appoggiarsi poi anche ad un paio di sue magliette.
Stava già per distruggere la ragnatela, spazzandola via con un solo gesto della mano, quando notò una piccola farfalla grigia svolazzare proprio in quella direzione.
Avrebbe potuto salvarla, ma Itachi non si mosse e rimase a guardare la fine dell'insetto. Non appena le delicate ali della falena toccarono il primo filo della ragnatela, vi rimasero irrimediabilmente avvinghiate.
Il ragazzo fissò impassibile l'insetto che si dibatteva, in un inutile tentativo di liberarsi.
E mentre la falena lottava strenuamente per la salvezza, un piccolo ragno – nero e silenzioso, sfuggente come un'ombra – si avvicinò alla sua ignara vittima. La prese alle spalle, di sorpresa, e in pochi attimi ecco che la preda non si muoveva più.
Il ragno, solerte, prese ad avvolgere la preda nel suo filo.
Itachi rimase a guardare il ragno finché quello non ebbe finito. Poi il piccolo aracnide scivolò nuovamente lungo la sua ragnatela, silenzioso e letale, per tornare ad occultarsi nell'ombra. In attesa della sua prossima vittima.
Itachi rimase lì fermo, gli occhi sulla ragnatela anche se in realtà non la stava guardando realmente.
I suoi pensieri si erano spostati ad un'altra ragnatela, totalmente invisibile, infinitamente più mortifera di quella eterea massa di fili argentei. Una ragnatela che partiva dai centri nevralgici di Konoha, e si allungava fino a lì, fino agli Uchiha.
E lui, Itachi, era il ragno invisibile che aveva tessuto quella tela nefasta. Mancavano solo pochi fili perché la rete fosse completa.

“Itachi!”

La voce della madre lo fece sobbalzare, distratto com'era.
Si buttò addosso i vestiti più in fretta che poteva, prima che lei entrasse nella stanza.

“Itachi! Tuo padre ti sta aspettando.”

“Sì, scusami. Arrivo subito.” rispose tranquillo, celando dietro la sua maschera di figlio modello il suo vero volto.

Sua madre gli sorrise gentile. Si voltò per tornare in cucina, leggiadra come una piccola farfalla. Inconsapevole di stare per finire nella tela assassina del predatore.
Itachi lasciò socchiuso l'armadio.
La tela stava per essere completata.
Bastava stare nell'ombra ancora per poco.

E il ragno, paziente, attendeva.



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Angolo dell'Autrice:

Questa fiction si è classificata terza a "Il contest sugli animali!"
 indetto da Shizue Asahi e _S_t_a_r_.
Considerando che personaggio e animale sono stati estratti a sorte, e che Itachi non l'avevo mai trattato seriamente, sono molto contenta del risultato! ^o^


Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat




   
 
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