LE
ABDOLLEN
“Aragorn!!”
Legolas
guardò verso la
collina piena di corpi dei lupi, orchi e uomini. I cavalli correvano in
tutte
le direzioni. Vide Re Theoden guardare impotente intorno a lui.
Gimli
chiamò ad alta voce
“Aragorn.” Legolas iniziò a camminare, i
suoi occhi passavano da una pila di
corpi senza vita all’altro. Non riusciva a vederlo.
Aumentò il suo passo e si
diresse verso il ciglio del burrone. Si piegò sul terreno
per leggere le
tracce, quando una risata raggiunse le sue orecchie. Lì
vicino un cavaliere dei
lupi giaceva ferito sul terreno, un filo di sangue usciva dalla sua
bocca.
Legolas si avvicinò alla creatura, Gimli che
l’aveva seguito sollevò la sua
ascia. “Dimmi cosa è successo e ti
faciliterò il passaggio.” “Egli
è… morto.”
L’orco sforzò la voce ma sembrava felice di dire
quelle parole. “Ha fatto un
volo dal burrone” disse sforzandosi. Gli occhi di Legolas
mandavano fiamme, si
piegò e prese la creatura per la sua armatura.
“Tu
menti!!” L’orchetto
mugolò e poi il suo respiro si fermò. Legolas
rigettò la creatura morta sul
terreno.
Mentre
si stava alzando vide
il luccichio di qualcosa di bianco e brillante nella mano della
creatura.
Qualcosa di familiare che aveva già visto prima,
allungò la mano e lo prese.
Era il ciondolo di Arwen, l’Evenstar, che lei aveva donato ad
Aragorn.
Legolas
lo tenne nella sua
mano, Aragorn doveva averlo perso durante la lotta contro il suo
assalitore. Un
orribile senso di panico attraversò il suo corpo.
“No, non Aragorn, non lui!”
gridò la sua mente. Guardò in alto. La creatura
aveva forse ragione ? Si alzò
in piedi e andò sulla cima della scogliera. Theoden era
lì e guardava giù.
Legolas
giunse al bordo del
burrone e il suo cuore si fermò e gli mancò il
fiato mentre guardava giù oltre
il bordo del burrone. Era un abisso profondo e in fondo c’era
un fiume
impetuoso che si precipitava contro le rocce. Legolas non vide segni di
vita,
una caduta da quell’altezza avrebbe ucciso chiunque.
“No!!” voleva gridare, ma
la voce non gli uscì.
Gimli
salì sul bordo del
burrone accanto a lui. Silenziosamente rimasero lì fermi.
Theoden
si girò e gridò a
Gamling “mettete i feriti sui cavalli. I lupi di Isengard
torneranno. Lasciate
i morti.” Legolas si girò velocemente perplesso e
furioso e i suoi occhi
perforarono quelli di Theoden. ‘Lasciate i morti! No
mai’. Come poteva il Re
dire questo. Aragorn doveva essere trovato, il suo amico Aragorn se ne
era
andato per sempre; il solo pensiero era impossibile da sopportare.
Doveva
cercarlo ancora.
Ma
la voce ancora si
rifiutava di uscire.
Il
Re vide la disperazione
negli occhi dell’elfo e gentilmente poso la sua mano sulla
spalla di Legolas.
“Vieni” disse sottovoce, anche se avrebbe voluto
scacciare il dolore che vedeva
in quegli occhi blu. Theoden si girò e scese dalla collina.
Legolas
e Gimli stavano
fianco a fianco fissando il fiume agitato che correva sotto di loro. Il
vento
agitava i loro mantelli. Gimli piegò la testa e Legolas
sollevò la mano e
guardò il ciondolo che aveva in mano. Come avrebbe potuto
vivere senza di lui. Come
avrebbero potuto lui e lei.
Legolas
strinse il pugno
attorno all’oggetto e così stette silenziosamente
lì per un po’.
Finalmente
Gimli parlò
“andiamo ragazzo, non possiamo fare niente qui” e
gentilmente lo spinse via dal
bordo del burrone.
Legolas
non disse niente.
Più
tardi quello stesso
giorno raggiunsero il Fosso di Helm, mentre cavalcavano attraverso il
ponte,
Legolas guardò la fortezza, si sentiva perso e immensamente
triste. Gimli
sedeva dietro di lui ed essi non si scambiarono una parola durante il
resto del
viaggio. Con la coda dell’occhio vide Lady Eowyn che stava
venendo verso di
loro.
Theoden
scese dal suo cavallo
ed Eowyn disse “così pochi, così pochi
di voi sono tornati?” i suoi occhi
cercarono l’uomo e incontrarono quelli di Legolas. Penetranti
e interrogativi,
speranza e paura.
Il
cuore di Legolas precipitò
ancora ed egli volse lo sguardo.
“Il
nostro popolo è salvo”
gli disse Theoden. “Abbiamo pagato un prezzo alto per
questo.”
Gimli
si lasciò scivolare giù
da cavallo e andò verso Eowyn. “Mia
signora…”
La
voce di Eowyn era
preoccupata quando lei fece la domanda, ma già conosceva la
risposta. “Lord
Aragorn dov’è….?”
La
voce di Gimli si spezzò
quando disse “è caduto…”
Legolas
li guardava da
lontano mentre lei parlava con Gimli e la vide irrigidirsi mentre
ascoltava la
notizia. I suoi occhi erano pieni di lacrime mentre guardava Theoden
che saliva
le scale per entrare nel forte. Il suo viso era serio mentre ricambiava
il suo
sguardo. Allora le sue gambe sembrarono tradirla e lei si sedette
giù
incredula. Una lacrima scese lungo la guancia.
Legolas
capì improvvisamente
che lui non era l’unico ad essere disperato, prese il suo
cavallo e seguì gli
uomini nel Trombatorrione, lasciandola indietro.
Non
disse una parola.
I
preparativi per la
battaglia erano stati fatti. Il forte era stato sigillato e alle donne
e i
bambini era stato ordinato di andare nelle caverne. Scese la notte.
Legolas
aveva trovato un posto tranquillo nella galleria da dove poteva vedere
la
pianura.
Si
appoggiò indietro contro
il muro e incrociò le braccia sul petto.
I
suoi occhi penetrarono il
buio ed egli sentì qualcosa. Un sentimento cresceva forte in
quell’ora
trascorsa.
Lui
non poteva dire veramente
cos’era, mentre la sua mente era ancora in tumulto a causa
degli eventi
accaduti in quel giorno, provò a ricordare
l’ultima volta che lui e Aragorn
avevano parlato, ma era angosciante. Rifiutò di credere che
non avrebbe mai più
parlato con lui. Sottovoce iniziò a canticchiare
un’antica canzone nella sua
lingua.
“Cos’è
quella canzone che
stai cantando” gli disse una voce sommessa. Era Lady Eowyn.
Legolas
sembrò trasalire.
“Mi
dispiace, ti ho
disturbato” disse “ma la tua canzone è
così triste eppure così bella…. Io
volevo solo ascoltarla”.
Legolas
piegò la testa.
Essi
restarono lì per un po’
e poi Eowyn disse gentilmente “Non vuoi dirmi niente su di
lui”. Legolas rimase
in silenzio, i suoi occhi fissi nella notte scura.
Gimli
apparì nella galleria e
Eowyn andò verso di lui. “Gimli” disse
lei, “cos’era quella canzone che Legolas
stava cantando”. Gimli disse “non conosco molto
bene il linguaggio elfico ma
penso che sia una canzone d’amore e di dolore. L’ho
già sentita cantare da lui,
quando Gandalf è caduto e quando Boromir
morì.” Continuò a bassa voce.
“Gli
Elfi esprimono il loro dolore con le canzoni. Legolas è
triste.”
“Allora
canta per lui” disse
lei.
“Si”
La voce di Gimli era
piena di tristezza.
“Dimmi
di più su Aragorn”
chiese Eowyn. Gimli sospirò “Io lo conosco da poco
tempo, lo cono- sceva meglio
Legolas. Loro due hanno fatto molti viaggi insieme, e la loro
è un’amicizia
insolita per un Elfo e un uomo, io penso che sia perché
Aragorn sembra capire
gli Elfi, io stesso non li capisco molto né loro e
né i loro modi, ma lui
sembra stare bene con loro, Aragorn è nobile e coraggioso e
la sua eredità è un
peso pesante da portare, ma lui ha coraggio e il suo coraggio
è cresciuto
nell’ultima settimana, il ritorno di Gandalf ci ha dato nuove
speranze. Legolas
è un grande guerriero. Non saremmo mai arrivati a questo
punto se non era per
lui, ci ha salvato la vita molte volte. Penso che Legolas si senta
colpevole
perché non è stato capace di salvarlo.”
Gimli non parlò più ma guardò Eowyn
che
stava guardando fisso l’elfo, lei era bellissima sotto la
luna piena ma i suoi
occhi erano tristi.
Eowyn
sorrise. “Capisco. Deve
averlo amato molto” disse.
Legolas
alzò lo sguardo verso
di lei, non disse ancora niente ma i suoi occhi erano umidi.
“Allora
canta per me,
Legolas” disse lei, poi camminò verso Legolas e
gentilmente gli sfiorò con la
mano la guancia. Insieme stettero lì fermi con lo sguardo
fisso nell’oscurità.
Legolas cantò sottovoce e gli occhi di Eowyn si riempirono
di lacrime.
Molto
lontano ad est l’alba
stava sorgendo.
Il
giorno arrivò e Legolas
stava ancora guardando fisso la pianura, giù nel cortile
poteva vedere
l’attività frenetica degli uomini, donne e
bambini. Sapeva che era suo dovere
andare a aiutarli ma qualcosa lo teneva lì a guardare fuori,
in lontananza
Non
aveva né mangiato e né
dormito ma non era stanco. Vide Gimli che stava fra i soldati di Rohan,
la sua
forma voluminosa saliva e scendeva le scale.
Lo
fece quasi sorridere.
Ricordava
l’ultima notte di
come Gimli aveva parlato gentilmente di lui e Aragorn. Il nano non era
così
male dopotutto.
Giù
nella sala Lady Eowyn
stava aiutando i feriti, ma egli rimase ancora lì a fissare
il vuoto.
Improvvisamente vide un piccolo punto lontano sulla collina. I suoi
occhi non
potevano distinguere cos’era. Si alzò e fece un
passo avanti e si portò la mano
sulla fronte mentre scrutava in lontananza. La figura si avvicinava e
si
dirigeva verso il fosso di Helm, assomigliava ad un uomo, un uomo a
cavallo. Il
cavallo stava prendendo velocità, e l’uomo
oscillava e sembrava ferito o
stanco. Legolas s’irrigidì.
Quell’uomo… malgrado fosse ancora molto
lontano…
egli sentì la sua presenza. Sforzò ulteriormente
i suoi occhi e vide i capelli
scuri e la sua forma familiare. Il suo cuore saltò un
battito e il suo sangue
ricominciò a scorrere nelle sue vene.
“Aragorn
!” il nome gli
attraverso le labbra. Quello era Aragorn?
Fece
un passo indietro
rilasciando il fiato e si prese un momento per riconquistare il
controllo del suo
corpo. S’inclinò contro
il muro.
Ora
le guardie dalla torre
avevano visto il cavaliere e stavano gridando uno con l'altro. Il cavaliere
si stava avvicinando sempre di più.
"Aprite il cancello " disse la guardia.
Il cancello venne aperto ed il cavallo e il cavaliere cavalcarono lungo
la
strada rialzata.
Legolas non guardò più, impaurito come se i suoi
occhi l'avessero tradito.
Impaurito che quello che vedeva fosse solo ciò che
desiderava vedere e non
quello che realmente vedeva.
Scese in giù verso la galleria e discese i gradini.
Là lui si fermò. Guardando
in giù nel cortile vide il cavaliere che oltrepassava il
cancello e poi fu
fuori della sua vista. Le grida delle persone risuonò come
in un sogno
"Lui è vivo!!" "Lui è vivo! ".
Legolas si trovava in cima ai gradini che portavano giù.
La sua bocca era asciutta e sentì come se qualcuno stesse
stringendogli la gola,
non poteva più muoversi.
Poi la voce di Gimli risuonò sopra tutte le altre:
"Dove è lui! dove è lui! Fate largo! Io lo
uccido! Tu sei l’uomo più
fortunato, più scaltro e più avventato che io
abbia mai conosciuto! Che tu sia
benedetto!"
E poi una voce, bassa e sommessa rispose: "Gimli, dove è il
Re." Era
il suono più dolce che Legolas avesse sentito da tanto tempo.Il suo cuore fece un salto.
Voleva precipitarsi giù per i gradini ed abbracciare il suo
amico perduto, ma
le gambe si rifiutarono.
Lui arrivò là.. sui gradini… i capelli
scuri scendevano selvaggiamente sul suo viso...
.si teneva il braccio sinistro......
sembrava stanco e malandato... il suo braccio era ferito e
c'era del
sangue sulla camicia... ma era lui...... ..in tutta la sua gloria.... Aragorn...
Legolas ancora stava ancora in piedi là ed Aragorn non lo
notò, finché non gli
andò quasi a sbattere contro.
Aragorn
trasalì e guardò su.
Gli occhi di Legolas stavano brillando.
La sua faccia si illuminò ed un sorriso salì
sulle sue labbra. I loro occhi
s’incontrarono.
Finalmente Legolas riuscì a parlare: “Le Abdollen
" disse con una voce
chiara, mentre fissava negli occhi l'altro uomo… Poi si
ricompose e guardò dall’alto
in basso l’aspetto malridotto di Aragorn.
"Che brutto aspetto..."
Aragorn lo fissò per un momento sorpreso e poi un grande
sorriso eruppe sulla
sua faccia, mentre lavava via la stanchezza ed il dolore.
Lui sollevò un braccio ed afferrò la spalla di
Legolas.
Legolas mise la sua mano sulla spalla di Aragorn e loro stettero
là in piedi, Legolas
sentì la vita ed il coraggio che ritornavano in lui.
Da
lontano Eowyn guardava Legolas che stava in piedi, lasciò
cadere la coperta e
stava avanzando quando vide Aragorn.
La sua bocca era aperta ed i suoi occhi spalancati
dall’incredulità.
Lei voleva precipitarsi verso di loro. Ma poi si fermò
vedendo come Legolas
salutava Aragorn. L'intimità
della loro
riunione era così intensa che lei si sentì come
un intrusa.
Poi vide Legolas che allungava la mano verso Aragorn come se volesse
dargli
qualche cosa. L’uomo alzò la mano macchiata di
sangue e prese l'oggetto che
Legolas gli porgeva, mentre toccava solo un po' la mano
dell’elfo. Aragorn aprì
la mano, era il ciondolo. Bianco e brillante esso splendeva nella mano
sporca
di Aragorn.
L’uomo
lo guardò con stupore e poi guardò fisso Legolas.
La sua faccia mostrò gratitudine e lui era chiaramente
commosso. Poi lei lo
sentì dire qualche cosa in elfico e lei vide
l’amore splendere negli occhi di
Aragorn e allora lo seppe; questo non era il suo posto.
"
Hannon le” disse Aragorn e Legolas sorrise di nuovo, la sua
faccia bella e
tranquilla come era stata prima. Lui annuì semplicemente.
"Devo vedere il Re" disse Aragorn, e lasciò andare Legolas e
lo sorpasso
dirigendosi verso la grande sala,
poi si girò e guardò Legolas:
"Andiamo" disse e
spinse le
porte della grande sala.
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Legolas
stava ancora in piedi dove era stato per tutta la tempo. Ma ora il suo
cuore
era pieno di gioia e lui gli sorrise.
Legolas si girò per entrare nella sala quando lui vide gli
occhi di Eowyn.
La fanciulla gli diede un significativo sguardo e sorrise. Legolas
inarcò la
testa e portò la sua mano alla fronte e al suo torace nella
maniera degli Elfi.
Poi si girò e seguì i passi di Aragorn.
Silenzioso ed aggraziato come aveva sempre fatto…