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Autore: FrogWriter    06/12/2009    4 recensioni
Dopo "Breaking Dawn", Bella è una vampira e Reneesme è nata. Ma Jacob non ha avuto alcun imprinting ed è quindi innamorato ancora di Bella. Un giorno, osservando i suoi cambiamenti, prende una decisione importante.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le osservavo, nascosto tra gli alberi. Si stavano sfidando in una gara di corsa, il loro “gioco” preferito. La piccola, la “bambina” come tutti si ostinavano a chiamarla, nonostante non lo fosse (almeno non del tutto), correva speditamente, schivando gli alberi e qualunque altro ostacolo.

Lei, invece, sua madre, si muoveva in maniera più sinuosa, più aggraziata, destreggiandosi abilmente nel fitto della foresta.

 E ogni tanto piroettava.

Isabella Marie Swan.

Isabella Marie Swan piroettava.

Lei dall’equilibrio perennemente precario. Lei capace di inciampare anche nelle foglie. Lei che inciampava nei suoi stessi piedi. Lei che odiava ballare per paura di non sapere fare due passi senza cadere. Lei perennemente goffa.

Ora schivava quasi volteggiando gli alberi che le si paravano davanti.

Lo sforzo della corsa avrebbe dovuto stancarla, sfiancarla. Le sue guance avrebbero dovuto essersi imporporate per il calore. Il suo respiro avrebbe dovuto essere affannoso e il battito del suo cuore accelerato.

Chiusi gli occhi e mi concentrai sui suoni. Speravo ancora di percepire quel battito. Ne sentii uno, in effetti. Ma non quello desiderato, non il suo. L’unico cuore che batteva lì, oltre il mio, era quello della piccola.

Aprii furiosamente gli occhi, che subito incrociarono una sguardo color topazio che mi fissava. Sentii una morsa nello stomaco. Lei era lì, davanti a me, mi osservava attentamente. Sentivo la rabbia ribollire in me e cercavo di ributtarla dentro. Ci stavo quasi riuscendo. Feci un passo verso di lei.

Poi fu un attimo.

Lei allungò il braccio, tendendo la mano verso di me. Una folata di vento le scompigliò i capelli e il mio naso fu impregnato da quella puzza. In un attimo ripensai al suo odore che tante volte mi aveva incantato. E che ora non c’era più. La rabbia dalla mia coda giunse al cervello. Mi mossi furiosamente verso di lei ringhiandole contro. Poi…

“Mamma!”. Una voce melodiosa la chiamò, facendola voltare istantaneamente. Per una volta, forse la prima volta, fui grato che quella creatura fosse nata. Senza saperlo quel piccolo mostro aveva appena salvato la vita di sua madre. E la mia.

Lei si voltò ancora una volta verso di me; ancora una volta piantò i suoi occhi nei miei. Sembravano quasi imploranti. La guardai ancora una volta furioso. Poi si voltò e torno da lei. Quel mostro che amava e che l’aveva ridotta così. Quel mostro che odiavo con tutto me stesso perché mi aveva portato via la cosa più bella che mi fosse mai capitata. Mi aveva portato via la mia Bells, che ora non esisteva più. Ora esisteva solo Isabella Marie Swan Cullen. Un essere ormai troppo ripugnante per un lupo come me.

Sentii la rabbia risalire e presi la mia decisione. Ululai e sentii che si era fermata. Mi aveva sentito. Guardai ancora una volta tra gli alberi, con l’anima straziata. Poi mi voltai e cominciai a correre.

Nella foga della corsa mi imbattei in lui. Piantò il suo sguardo nel mio.

“Sai che ne soffrirà” sussurrò.

Stava leggendo nei miei pensieri, sapeva già la decisione che avevo preso; ma sapevo che dirlo ad alta voce avrebbe convinto me che fosse la cosa giusta. Così tornai in forma umana. Poco mi importava di essere totalmente nudo, poco mi importava se lo stavo urtando. Non mi importava di niente in quel momento.

“Lei non lo vorrebbe” disse.

Il mio sguardo si appannò, ma ricacciai le lacrime. Lui non mi avrebbe mai visto debole.

“Ha sempre deciso lei, per entrambi. È arrivato il momento che decida io” dissi a denti stretti.

“Ne sei sicuro?” mi chiese.

“Trattala bene, rendila felice. Addio, Edward”. Furono le mie ultime parole prima che mi ritrasformassi e riprendessi la mia corsa nella foresta, alla ricerca di un posto lontano da lei e da quello che era stato.

D’altronde l’avevo amata e l’amavo. Sapere che, anche se lontana da me, sarebbe stata felice sarebbe sempre rimasto il mio desiderio più grande.

 

   
 
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