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Autore: Melanyholland    06/12/2009    10 recensioni
Conan sapeva che restare intrappolato con Heiji Hattori era un guaio, ma non aveva idea di quanto grande.
Scritta per la Criticombola.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heiji Hattori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Melanyholland

Iniziativa: Criticombola (www.criticoni.net )

Prompt: #41 “Sgabuzzino”.

Summary: Conan sapeva che restare intrappolato con Heiji Hattori era un guaio, ma non aveva idea di quanto grande.

Rating: verde

Characters: Conan Edogawa e Heiji Hattori (special appearance of Ai Haibara).

Disclaimer: tutto di Gosho Aoyama, a parte questa storia, che non è a fini di lucro.

 

 

 

Locked Room Case

 

 

“Dai Kudo, poteva andare peggio”.

L’affermazione gioviale di Hattori, se possibile, lo irritò ancora di più. Shinichi Kudo sbuffò attraverso la bocca di Conan Edogawa, assottigliando gli occhi e incrociando le braccia.

Personalmente non la trovava una gran consolazione. Era sempre stato bravo ad analizzare le situazioni, era una delle sue –molte, rifletté altezzoso- abilità, e più rimuginava sulla sua condizione e sulle conseguenze che ne sarebbero derivate, più trovava difficile vedere il bicchiere mezzo pieno. Ad ogni tassello che la sua mente aggiungeva sentiva un fiotto di rabbia e fastidio irrorargli il petto:

era intrappolato in uno sgabuzzino polveroso;

era intrappolato in uno sgabuzzino polveroso, mentre fuori di lì Kid rubava indisturbato il gioiello che lui avrebbe dovuto proteggere;

era intrappolato in uno sgabuzzino polveroso, mentre fuori di lì Kid rubava indisturbato il gioiello che lui avrebbe dovuto proteggere, con Heiji Hattori.

Insomma, non aveva niente contro il detective di Osaka, ma c’erano persone con cui sarebbe finito più volentieri in un ambiente chiuso e isolato. Ran Mouri, ad esempio.

In più, il suo orgoglio subiva una dolorosa stilettata al pensiero che Kid fosse riuscito a coglierlo di sorpresa alle spalle, ad addormentarlo e a imprigionarlo. Lui era il detective, era lui che rinchiudeva la gente, non il contrario. Il modo in cui quel maledetto ladro riusciva sempre a cambiare le carte in tavola e a lasciare tutti allibiti e confusi, distruggendo ogni ordine razionale, lo faceva infuriare. Avrebbe voluto correre fuori di lì e catturarlo così tanto che percepiva i muscoli delle gambe tesi e pronti allo scatto, e invece doveva stare fermo. Fermo. Non lo sopportava.

Per di più, quando si erano svegliati, Hattori aveva dato di matto, arrabbiatissimo anche lui probabilmente per le sue stesse ragioni. Aveva perfino calciato via uno scatolone, alzando una nuvola di polvere di gesso che aveva fatto pungere gli occhi a entrambi e spargendo per il pavimento barattoli di sottaceti, che erano rotolati in ogni angolo con un gran fragore. Adesso, invece, sorrideva e gli diceva che poteva andare peggio, con tono sapiente e allegro. Davvero, c’era un limite ai cambi repentini di umore prima che si arrivasse al di fuori della sanità mentale, e quelli dell’amico erano piuttosto preoccupanti. Gli tornò alla mente il giorno in cui era andato a trovarlo a Osaka e Hattori l’aveva trascinato a scovare un assassino in un capannone abbandonato, impedendogli di chiamare la polizia. Lo scintillio che aveva scorto negli occhi verdi di Heiji quando gli aveva annunciato che avrebbero pizzicato il colpevole sotto il naso di suo padre, era tutt’altro che sano e decisamente allarmante. Infatti alla fine si erano trovati davanti non un assassino solo, ma un’intera banda e ci avevano quasi rimesso la pelle.  

Erano particolari che davano da pensare.

“Molto peggio”, insisté Hattori.“Insomma, potevi finire rinchiuso con uno psicopatico.”

Gli sorrise a trentadue denti, e Conan ridacchiò, con un brivido.

Appunto.

 

*

 

“Allora gliel’hai detto?”

La voce di Hattori lo fece sussultare e Conan distolse lo sguardo dai fili di ragnatela che si stava pigramente spazzolando via dalla spalla della giacca blu, posandolo su di lui.

“Cosa?”

“A Mouri. Chi sei e che sei innamorato cotto.” spiegò, con tono leggero. Conan sbuffò, maledicendosi per il calore che avvertiva diffondersi sulle guance e che il suo interlocutore sicuramente scorgeva.

“Sei pazzo!? Non posso dire chi sono a Ran, e comunque non sono innamorato cotto di lei.” borbottò seccato, abbassando gli occhi sul pavimento. Dannato Hattori. Messa così, lo faceva sembrare una di quelle ragazzine che sono solite scrivere lettere d’amore e regalare cioccolato a forma di cuore a San Valentino.

“E chi ha parlato di Ran? Magari intendevo Kogoro.” ribatté il detective dell’Ovest, per poi sorridere, fiero di se stesso per averlo fatto cadere nel tranello.

Conan lo fissò con uno sguardo truce. 

All’improvviso gli fu chiaro perché ci fossero così tanti omicidi in stanze chiuse.

 

*

 

“Accidenti!” imprecò Hattori, poi provò a dare un colpo con la spalla alla porta. Quella vibrò appena, ma per il resto rimase oltraggiosamente bloccata.

Esattamente come le altre ventisette volte.

 “Maledetto Kid, questa me la paga.” ringhiò il Detective dell’Ovest torvo, a bassa voce, massaggiandosi la spalla con la mano. Conan sospirò, guardando desolato i propri piedi coperti solo dai calzini. Kid aveva pensato bene di far sparire le sue scarpe potenziate prima di rinchiuderli lì, e il pensiero lo fece sentire solidale con la reazione di Hattori.

 “Prova ancora.” lo esortò, poi sbadigliò e si stiracchiò, strizzando gli occhi. Quando li riaprì, si accorse che Hattori lo stava scrutando con le sopracciglia aggrottate e le labbra serrate.

“Beh?”

“Tu sai che Kid ha rinforzato la porta in qualche modo, per questo non  cede.” constatò Hattori, parlando lentamente.

“È probabile che l’abbia fatto”, ammise Conan, con una scrollata di spalle. Quando lo vide rabbuiarsi represse una sgradevole sensazione di allarme alla bocca dello stomaco e si affrettò ad aggiungere:

“Ma tentar non nuoce, no?”

“A te che te ne stai lì a non fare niente sicuramente no.” replicò Hattori seccato, la mano ancora sulla spalla.

“Vorrei fare qualcosa, ma non ho le mie scarpe, né il mio corpo.” protestò Conan, indicando con un cenno i minuscoli piedi scalzi. “Come potrei essere di aiuto?”.

Stavolta non riuscì a soffocare la sensazione di pericolo che sbocciò prepotente nel suo corpo quando vide Heiji sorridere malignamente, uno scintillio inquietante negli occhi.

“Potrei sempre usare la tua testa dura come ariete.” suggerì, perfido. “Tentare non nuoce, no? Magari si apre”.

Conan lo fissò con gli occhi sgranati. Sicuramente non diceva sul serio. Lo stava provocando.

Probabilmente.

 “…Hattori? Vieni qui a sederti, fai una pausa”.

 

*

 

“Quanti casi di omicidio hai risolto questo mese?”

“Nove.”

“Cavolo! Io, otto. Mi batti sempre”.

Conan sorrise tronfio, ma non aggiunse nulla. Hattori, da parte sua, sembrava infastidito e compiaciuto allo stesso tempo, come se la rivalità che c’era fra loro non gli impedisse di essere fiero delle vittorie del suo amico Shinichi Kudo. Era una caratteristica di Hattori che lo aveva sempre colpito, non sapeva se a ruoli inversi lui ne sarebbe stato capace. 

“Scommetto che su una cosa vinco io, però.” esclamò convinto, Conan sollevò le sopracciglia scettico, ma quando parlò lo fece con tono educato:

“Su cosa?”

“Ho risolto un caso in cui l’arma del delitto era un chewing-gum. E non era avvelenamento.” spiegò, poi gli lanciò un sorriso di sfida. “Hai mai risolto un caso con un’arma più strana di questa? Io dico di no.”

Conan ridacchiò, vedendo riconfermato ancora una volta il suo status. Incrociò le braccia dietro la testa.

“Che mi dici di un reggiseno? È abbastanza strano?”.

Hattori sbuffò, alzando gli occhi al soffitto. Poi fece un sorrisetto.

“Kudo?”

“Hmm?”

Dove esattamente sei andato a mettere le mani per scoprire un’arma del genere?”.

Heiji Hattori avrebbe commentato l’espressione di Conan a quel punto come impagabile.

 

*

 

“Ormai il furto sarà avvenuto, che aspettano a liberarci?” si lamentò Hattori. Andava avanti su quella linea da un po’ e Conan lo ascoltava a malapena, concentrandosi su altre questioni. Si stava annoiando e voleva trovare qualcosa con cui tenere la mente in movimento. Si accorse della sua pausa e buttò lì qualcosa di neutro:  

“Già.”

“Possibile che nessuno si sia accorto che siamo spariti? Per di più…”

Conan si de-sintonizzò di nuovo, guardando il ragno che sgambettava sul muro. Ordine Araneae, classe Arachnida. Sorrise nostalgico quando gli affiorò alla mente il ricordo di un pomeriggio d’estate di un paio d’anni prima trascorso con Ran a cercare e catalogare ragni e insetti per il progetto di biologia. Lei indossava un vestito a fiori e aveva legato i capelli dietro la testa per il caldo. Era davvero carina. L’aveva presa in giro rincorrendola con l’insetto più disgustoso che aveva trovato e per questo si era beccato un colpo in testa. Avevano fatto pace poco più tardi: lui le aveva detto che i panini che aveva preparato erano buonissimi e Ran si era voltata per nascondere il sorriso e il rosso delle guance.

Quando pensava a momenti come quelli, la sua condizione, che di solito era relegata al ruolo di sottofondo antipatico alle sue attività giornaliere, avanzava in primo piano e diventava dolorosa e opprimente. All’improvviso avvertì acuto e in modo viscerale il bisogno di essere di nuovo Shinichi Kudo. Se solo avesse potuto parlare a Ran solo una volta ancora, faccia a faccia…

Sospirò. Le speculazioni restavano tali, a che serviva tormentarsi in quel modo?

“…che ne pensi?”

“Eh?” Conan batté più volte le palpebre, confuso. Hattori aveva fatto di nuovo una domanda e lui non se n’era accorto. Per evitare di incorrere nelle sue ire –non era consigliabile in un luogo senza via d’uscita- rispose:

“Sicuro.”

Considerava dargli ragione il terreno più sicuro. Infatti Hattori fece un largo sorriso, soddisfatto.

“Fantastico. Saranno due settimane grandiose.”

“Scusa?”.

“A Osaka. Durante le vacanze di primavera. Non puoi tirarti indietro, mi hai appena assicurato che verrai”.

Conan aggrottò le sopracciglia, scrutando il Detective dell’Ovest da capo a piedi. Quest’ultimo sostenne il suo sguardo, sereno.

“…sapevi che non ti stavo ascoltando, vero?”

“Ci puoi scommettere.”

“E ne hai approfittato.”

“Già. Sicuro.” lo scimmiottò Hattori, ridacchiando.

 “Ma che cavolo aspettano a liberarci?” sospirò Conan con stizza.

 

  *

 

Conan e Heiji tirarono un lungo respiro di sollievo quando finalmente vennero ad aprire la porta dello sgabuzzino. Come previsto, Kid aveva rubato lo smeraldo ed era fuggito col deltaplano, il tutto senza che né Nakamori né i suoi uomini riuscissero a fermarlo. Era stata Haibara ad accorgersi per prima della loro assenza e aveva avvertito Agasa, così da cercarli insieme.

“Certo ce ne avete messo di tempo!” borbottò Conan, infastidito. Sicuramente se Ran fosse stata presente si sarebbe resa conto prima della sua scomparsa, ma era in gita scolastica a Kyoto.

“Ai-kun ha voluto fare una pausa per dare un’occhiata alle altre pietre preziose esposte nel museo.” sorrise Agasa, con tono di scusa.

Conan fulminò Haibara con lo sguardo.

“Che problema c’è?” ribatté lei, imperturbata. “Eri in buona compagnia.”

“Ne riparleremo la prossima volta che sparirai tu.” la provocò, ma la minaccia suonò blanda e debole perfino alle sue stesse orecchie, e Haibara non mancò di sottolinearlo con un sorrisetto. Sapevano entrambi che in quel caso si sarebbe precipitato ad andarla a salvare. Era fatto così.

“Allora Kudo, pronto a partire per la città più bella del Giappone?” lo apostrofò Hattori allegramente, dandogli una pacca sulle spalle. Conan guardò Haibara e il suo sorrisetto di beffa, Hattori e la sua espressione soddisfatta, poi sospirò.

“Posso tornare nello sgabuzzino da solo?”.

 

 

Fine

 

 

 Note dell’Autrice:

[1] Il caso di Heiji e Conan a Osaka a cui ho accennato è quello contenuto nel volume 32; l’omicidio in cui l’arma del delitto era un reggiseno è avvenuto invece nel volume 21.

[2] Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno letto e commentato l’ultimo capitolo de “Il Segreto di Ran”. Le vostre recensioni sono adorabili, grazie, grazie davvero a Lore, Dany92, Ginny85, nimi_chan, Rinalamisteriosa, SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate, Ayumi Yoshida, Siorachan, rannina4ever e sara85. Scusate se non ho il tempo di rispondere singolarmente a ogni commento come faccio sempre.

 

  
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