If I should die this very
moment
I wouldn't fear
for I've never known completeness
like being
here.
(Gorecki; Lamb)
completeness
~
#1.
Elsewhere
«Ma tu mi hai sorriso, quella volta, mi hai sorriso davvero. »
« Hanno tutti i propri piccoli difetti, Rangiku. »
Che quella volta, poi, fosse stata proprio la sua morte, (la sua, di morte, davvero?) che importava? Rangiku sapeva che esistevano cose destinate ad essere per una sola volta, una sola (magari in un’altra vita). E quando lo vide scendere verso di lei e sorridere (dov’erano i suoi occhi, quei mondi nascosti, dove li aveva messi?) qualcosa dentro di sé le impartì ordini di morte e la sua spada si scosse contro il suo fianco impietrito: sapeva che da qualche parte attorno a lei gli altri stavano combattendo, e che qualcuno stava morendo, ma c’era un dio d’argento che le veniva incontro e la fine della sua morte era dietro l’angolo, dietro le sue spalle, dietro il suo cuore e premeva per uscire e forzava e cantava una promessa di altrove, di una vita diversa, di un mondo migliore.
Matsumoto sapeva qual era stato l’errore di tutti quelli come lei: era il ricordo dell’umanità. C’era stato un tempo (un’altra vita, Rangiku?) in cui avevano avuto una vita umana (o forse il ricordo, era solo un ricordo) e quel tempo era passato, perché cos’erano per loro quei pochi anni se non niente? Gli umani iniziano con la vita, per questo sono lieti nel momento della morte: loro nascevano con la morte, per questo credevano, di finire con la vita.
Lui le disse qualcosa, lei rispose, ma non sentirono nessuna parola, c’era troppo rumore. Cosa stava dicendo? Di che stava parlando? Di un’altra possibilità? Matsumoto non pensò nemmeno per un istante che le stesse facendo un ultimo scherzo. Prese la spada che le porgeva e fece quello che doveva fare e occorse un attimo, perché era quello il suo destino irripetibile, dargli morte in tutte le vite che avrebbero mai vissuto, dargli la morte, e liberarlo da se stesso (e imprigionarlo a lei stessa) e sussurrargli che forse la prossima volta non avrebbero sprecato quell’opportunità, che forse sarebbero rinati come due semplici umani di carne e sangue e che forse non avrebbero mai più pensato di rimandare tutto ad un’altra vita, Rangiku, un’altra vita.