Titolo: Nomignoli
Personaggi/Pairings: Prussia (Gilbert Weillschmidt), Cina ( Yao Wang)
Rating: Verde
Avvertimenti: Shonen ai, flashfic
Note: Nessun riferimento storico, fiction senza troppe pretese.
Dedicata a Kurenai88, che mi ha corretto la fiction e perchè è lei che mi ha fatta appassionare a questa magnifica coppia u_u


Nomignoli


Era stata una magnifica giornata degna del magnifico lui, quella.
Non solo era uscito con Cina che, da qualche tempo e con grandissimo stupore di tutti, era il suo ragazzo, ma aveva incontrato e infastidito suo fratello minore insieme a Italia-chan.
Era proprio una giornata perfetta, o meglio, lo sarebbe stata, se non fosse per un piccolissimo particolare...

Tenendo le braccia incrociate e fulminandolo con gli occhi, senza contare la bocca leggermente curvata verso il basso, Yao si era fermato in mezzo alle strade di Berlino e sembrava decisamente arrabbiato con lui.
Ed era male, molto male, far arrabbiare Yao Wang.

- Ehi... che hai? Ti ho fatto qualcosa? - di solito quell'espressione stava a significare che aveva fatto qualcosa di sbagliato-chiaramente dal punto di vista del cinese, non del suo- e non se n'era reso conto.

L'altro, in risposta, lo guardò malissimo - Mh. -

Quel mugugno poteva significare una sola cosa: guai. Eppure non ricordava di aver fatto qualcosa... non quel giorno, almeno.

- Dai, che c'è? - insistette.

La Repubblica Popolare Cinese lo squadrò ancora per qualche istante prima di rispondere.

- Tuo fratello lo chiami ' West', Italia lo chiami ' Italia-chan'... ci frequentiamo da un po' ma non mi hai ancora dato nessun nomignolo. - si lamentò in un modo che a Gilbert ricordò i bambini.

Prussia rise - Era questo il problema? - ma tornò semplicemente a sorridere intuendo che Yao si stava incavolando ancora di più.

Gli carezzò il capo, chinandosi appena. - Ok, allora di chiamerò Cina-cha... - non riuscì a finire la frase che gli arrivò un pugno in faccia dall'asiatico

- Non così! - esclamò rossissimo in viso, attirando l'attenzione di alcuni passanti.

L'albino, si portò una mano sul viso - Ma me l'hai detto tu! - si lamentò.

- Sì, ma non così all'improvviso. - l'espressione di Yao divenne un broncio imbarazzato, senza più alcuna traccia di odio. - Devo prepararmi psicologicamente. - spiegò infine, con un filo di voce, mentre riprendeva a camminare.

Prussia lo fissò poi, ridacchiando, lo seguì

Il più delle volte non capiva assolutamente che ragionamenti spingessero il compagno a comportarsi così ma non gli importava nulla di questo, e nemmeno di ricevere pugni in faccia praticamente almeno tre volte al giorno: Yao, con quel broncetto, era assolutamente, terribilmente e meravigliosamente carino.