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Autore: foglietta no yoko    14/12/2009    2 recensioni
Eragon ha vinto lo scontro contro Galbatorix ma durante questo scontro viene ucciso. A Saphira non rimane che morire, ecco i suoi pensieri negli ultimi 5 battiti del suo cuore.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’oblio a 5 battiti da me

Tum

Stupido suono, flebile e insulso, indicatore della mia fine. Segnalatore di una fine prematura che termina con una vita troppo breve, forse passato troppo tempo lontana da te. Sai quanto raramente indugio sul passato… forse perché è troppo doloroso, anche per una “persona” come me; ma volevo dirti una cosa, mio amato Cavaliere, una di quelle cose che si possono, per meglio dire, si riescono, a dire solo quando il sole della tua vita si è spento per sempre, rendendoti cieca alle altre flebili luci dell’universo… quando il mio mondo non era nient’altro che uno stupido guscio, e i miei occhi vedevano solo con la mente, di tutte le luci che popolavano questa landa ormai desolata, la tua era sicuramente quella che più mi ammaliava.

Tum

Una volta mi domandasti perché te, perché te come mio unico cavaliere; Eragon, mi spiace dovertela dare adesso la risposta ma, racchiusa com’ero nel mio bozzolo d’orgoglio, avevo paura di apparirti come una grande lucertola dalle lacrime facili…ora che il mondo mi appare buio senza la tua luce, non ho paura di mettermi a piangere sotto un cielo stellato, dove il silenzio è rotto solo dai miei strazianti lamenti. Quando ero sola, nelle mani di Galbatorix, mi rifugiavo spesso nella mia mente, aspettando che smettesse di “torturarmi” con stupide richieste sulla mia schiusa… nel silenzio della mia mente, la terra di Alagaesia mi appariva come una grande mappa illuminata da migliaia e migliaia di lucine pulsanti, ognuna delle quali era una persona, a suo modo speciale… bhè, tu eri tra quelle che scartai, eri troppo piccola e non esattamente luminosa ma, quando il re nero entrò nella mia mente, tu fosti l’unico che, con la sua pulsante energia  lo scacciò, così decisi che, anche a costo di percorrere infinite miglia in questa stupida terra, CHE TI HA TOLTO DALLE MIE AMOREVOLI SPALLE, volevo trovare quella fiammella che mi aveva salvata e, chi trovo? Un piccolo cucciolo, come me, che a stento si tiene sulle gambe ma, che dal primo istante, rubò il mio cuore.

Tum

Ho poco tempo piccolo mio, forse troppo poco perché sia sufficiente a dirti altro su di me, su di noi ma, una cosa devo dirtela sicuramente! Quando, per la celebrazione del giuramento di sangue, tu confessasti il tuo amore a Arya e lei ti rifiutò, la tristezza, la rabbia e le altre emozioni che provasti, scorsero in me come un fiume in piena ma erano tutte cose che già conoscevo così, non prestai attenzione al torrente sottostante, gremito di un nuovo sentimento per me, l’Amore. Ogni volta che parlavi di Arya, ogni singolo attimo, seppur raro che ti sorprendevo a fantasticare su di lei, provavo una fitta dolorosa al cuore, che presto imparai a identificare come Gelosia. Non pensai mai di parlartene, dopotutto, non capivo che mi succedeva, vuoi che vada a pensare che tu avevi la risposta?

Tum

Ogni volta che chiudo gli occhi, rivivo l’attimo in cui caddi a terra e non ti rialzasti più, troppo debole per pensare anche solo di aprire gli occhi… mi avvicinai a te, spaventata, forse terrorizzata, non ti era mai capitato di cadere e non muoverti più. Mi sorridesti, un sorriso triste e addolorato. Ti domandai che ci facevi a terra, nel preciso istante in cui il re oscuro esalava l’ultimo respiro, ti domandai perché non ti rialzavi… mi risposi che eri stanco, avevi voglia di dormire così, mi raggomitolai attorno a te, coprendoti e non permettendo a nessuno di avvicinarti, come prima mi avevi chiesto. Nel gelido abbraccio della notte di Uru’baen, mi destai dal mio sonno vigile, accortami della sottigliezza del nostro legame. Ti chiesi cosa stava succedendo e tu, senza tanti giri di parole, risposi che stavi morendo, ma non eri triste anzi, eri “felice” in un certo senso, mi dicesti solo che il tuo compito lo avevi portato a termine ma ti addolorava lasciarmi sola. Ricordo le grida spaventate degli elfi e dei Varden quando ruggii. Quando compresi che avevi isolato la mia mente al resto dell’esercito, capii che non potevo fare altro che assisterti immobile nel tuo lento viaggio verso l’oscurità. Mi avvicinai a Nasuada, a Orik, a Islandazi e ad Arya, li presi e te li misi vicini… impallidirono quando compresero la tua situazione, mi stettero vicini quando, chiudesti gli occhi per sempre, mormorando debolmente un “Arrivederci Saphira”.

Tum

Sono mesi ormai che non mangio, sono stanca e sento accanto a me la tranquillizzante presenza della Morte, che, con il suo fresco e leggero tocco, mi cinge il muso e mi trasporta verso la volta celeste. Non so se sarai d’accordo con me ma, ho creduto giusto ingoiare il tuo corpo, dimodochè potessimo essere uniti fino all’ultimo. Sento lentamente la mia energia andarsene dal mio corpo, credo che finalmente la mia ora sia giunta, addio mondo ingiusto! E le palpebre calano leggere sulle mie iridi.

Credevo che la mia ora fosse giunta ma, a quanto vedo, mi sbagliavo. Sono distesa su di un infinito prato fiorito e, appoggiato al mio fianco, CI SEI TU!!!

 Ma come è possibile? Poi, lentamente, dai margini del prato salgono sorridenti Brom, Oromis, Gleadr, il padre di Nasuada e tante altre brave persone. Tu mi fissi, come per dirmi qualcosa ma, il tuo sguardo s’illumina, tutt’un tratto. In cielo sono apparse due enormi figure, lucenti come stelle. Appena si posano al suolo, capisco immediatamente chi sono, MAMMA!!! PAPà!!! I due draghi mi sorridono e, mentre mi avvicino traballante a loro, un rumore proveniente da me fa scoppiare le risa allegre di tutti quanti…

ACCIDENTI,ERAGON! MI è VENUTO IL SINGHIOZZO!!!

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NOTA DELL’AUTRICE:

ho appena terminato lo splendido romanzo Brisingr e mi è venuta in mente questa splendida idea… certo, inizialmente drammatica ma ho creduto giusto postarla perché credo che un lato positivo ci sia in tutto, forse anche nell’oblio eterno.  Ora devo solo aspettare che mi venga una seconda ispirazione…

ci rivedremo

                               Foglietta no Yoko

  
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