Serie TV > Criminal Minds
Ricorda la storia  |      
Autore: Lady_Macbeth    18/12/2009    1 recensioni
Questa storia doveva essere una longfic ma non avevo mai l'ispirazione così ho scritto questa oneshot, é una storia d'amore tra un nuovo personaggio e Penelope Garcia. I personaggi tranne quelli inventati da me non mi appartengono, Criminal Minds appartiene alla CBS e questa storia non é a scopo di lucro. Il titolo é tratto da una canzone di Beyoncé e non ne possiedo i diritti.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Penelope Garcia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
SWEET DREAMS AND BEAUTIFUL NIGHTMARES

Mi sveglio di soprassalto in questa notte buia e silenziosa. Un incubo ha tormentato il mio sonno. Ero in riva al mare e guardavo l' oceano immenso e maestoso di fronte a me, quando all' improvviso ho realizzato di essere sola. Non intendo sola sulla spiaggia, ma il solo essere vivente rimasto sulla terra. La paura e lo sconforto mi attanagliavano, e una sensazione di angoscia crescente si impadroniva di me. Che cosa avrei fatto? Dove sarei andata? Mi sono messa a correre a perdifiato, disperatamente, senza una meta precisa. Tutto ad un tratto mi sono svegliata, e ho ritrovato il calore del mio letto ad attendermi. Questo stesso letto nel quale ora sto guardando te giacere addormentata. La luce della luna filtra dalla finestra semi aperta e colpisce il tuo volto rendendolo un' autentica opera d' arte, molto più di quanto il sole non riesca a fare. Io ti guardo Penelope, e sento svanire ogni residuo dell' incubo che tanto mi ha sconvolta. Non sono più sola e non lo sarò mai, finché tu resterai con me. Finché potrò guardare il tuo volto dormiente illuminato dalla luna, finché i tuoi capelli biondi ricadranno sparsi sul mio cuscino e ogni notte potrò stringermi a te assaporando ogni singolo brivido che il contatto dei nostri corpi mi regala, allora non desidererò altro nella vita. Ripenso con un sorriso al momento in cui ti ho vista per la prima volta mentre con un dito sfioro le tue labbra. Ma tu dormi e non ti accorgi di niente, ed é esattamente così che voglio che sia. Non avrei mai immaginato che tutto questo un giorno sarebbe accaduto quando per la prima volta ho varcato quella soglia, entrando nella sede dell' FBI a Quantico perché contattata da Aaron Hotchner, il tuo capo, per un caso urgente di una serie di stupri avvenuti nel Vermont. “Questa é la dottoressa Rachel Hampton, esperta di stupratori seriali, ci affiancherà come consulente per questo caso.” aveva detto Rossi presentandomi al gruppo. Erano tutti lì ad accogliermi con un sorriso, tutti tranne te, che lavoravi nel tuo santuario, come ami definirlo. Ricordo benissimo il sorriso impacciato del giovane Dottor Reid, la stretta di mano decisa e gentile al contempo di Derek Morgan, la dolcezza negli occhi di Jennifer Jereau e la calda accoglienza di Emily Prentiss. Avevo sentito grandi cose su quella squadra e sulla loro abilità nel risolvere i casi, ma nessuno mi aveva messa al corrente del fatto che entrando in contatto col loro piccolo mondo si aveva la sensazione di entrare a far parte di una grande famiglia. A questo non ero preparata. Come non lo ero all' incontro che avrei fatto in seguito, quando ho conosciuto l' ultimo membro della squadra. Non sapevo quanto sarebbe diventata importante per me quella giovane informatica dall' aspetto così stravagante. All' inizio sembravi fredda e distante, poiché non volendo io ti ricordavo un passato che tu desideravi soltanto dimenticare. Non potevo saperlo, quando mi presentai a te come la cugina di Kevin Lynch. Mutasti espressione, e da allegra e cordiale divenisti acida e scontrosa, chiudendomi la porta del tuo ufficio in faccia e lasciandomi con un sacco di dubbi su che cosa potevo aver mai fatto di tanto offensivo in quei due minuti in cui avevamo parlato. Quando Hotch decise che anche tu dovevi venire con noi non eri troppo entusiasta, ed io intuivo di essere la causa di ciò anche se continuavo ad arrovellarmi su quale fosse il motivo di tanta ostilità da parte tua. Ti cercai nella tua postazione nell' ufficio della polizia locale e con la scusa di consegnarti dei documenti importanti mi fermai a parlare con te. Nonostante tutto ti eri leggermente ammorbidita, e mi confessasti che Kevin ti aveva abbandonata qualche mese prima senza darti nessuna spiegazione, per mezzo di una stupida mail in cui ti augurava tutto ciò che di più bello si può desiderare dalla vita, e ti informava del fatto che l'avevano trasferito dall' altra parte del pianeta a lavorare non poteva dirti su che cosa né dove, pertanto la vostra relazione doveva terminare. Ho sempre saputo che mio cugino era uno stupido senza spina dorsale. In quel momento mi hai guardata con quei tuoi profondi occhi scuri, e per la prima volta ho notato quanto fossero belli e luminosi dietro alle lenti degli occhiali bizzarri che portavi. Mi sono soffermata sui dettagli del tuo volto e sulla bocca carnosa, resa più bella e invitante dal rossetto acceso che portavi. Mi stavo già innamorando di te, ma ancora non me ne rendevo conto. E' stato allora che ho fatto qualcosa che forse, a giudicare dall' espressione che hai fatto, non ti saresti mai aspettata. Ti ho guardata negli occhi con decisione, cosa inusuale per una trentenne timida e introversa quale io sono, e ti ho chiesto scusa a nome di Kevin. Io che non avevo nulla a che vedere con ciò che lui aveva fatto ero lì a domandarti perdono, e tu non sapevi cosa rispondere. Fissavi il monitor del computer come se ti aspettassi che da un momento all' altro sarebbero spuntate fuori le parole giuste da dire. Ma non vennero, ti voltasti di nuovo verso di me, e guardandomi con uno sguardo irresistibile dicesti che non avevo nulla di cui scusarmi poiché la colpa non era stata mia.
“Va bene facciamo così,” risposi sorridendo “lasciamoci tutta questa storia alle spalle e ricominciamo da capo. Rachel Hampton, molto piacere!” mi presentai tendendoti la mano. Un sorriso meraviglioso si fece largo sul tuo volto e stringesti la mia mano nella tua, delicata e calda. “Penelope Garcia, piacere mio!”
Fu l' inizio di qualcosa che avrebbe cambiato la vita di entrambe per sempre.  Non eri pronta a questo cambiamento, e tuttora non sono persuasa del fatto che tu l' abbia superato del tutto. Ma sei qui accanto a me e questo é ciò che conta. Non ci volle molto prima che capissi che la sensazione di morsa allo stomaco che provavo ogni volta che mi sorridevi o che sentivo il suono allegro e squillante della tua voce chiamare il mio nome, era qualcosa che andava al di là della semplice amicizia. Avevo scoperto già a quindici anni di essere diversa dalle mie coetanee, e a diciassette realizzai per la prima volta ciò che in fondo avevo sempre saputo: non sono eterosessuale. E' un concetto semplice e dannatamente complicato allo stesso tempo, specialmente se hai diciassette anni e devi confessarlo ai tuoi genitori che sono una coppia di religiosi convinti. Non fu bello né piacevole, ci furono liti e discussioni, grida e pianti, e alla fine decisi che sarebbe stato meglio per tutti se me ne fossi andata. Il liceo finì, e con mio immenso sollievo partii per il college, allontanandomi da un ambiente familiare che mi andava sempre più stretto. Ancora oggi io e mia madre non ci parliamo, mentre con mio padre ho ricominciato a ricostruire i rapporti, non senza difficoltà. Ma tu di tutto questo ancora non sai niente. E non voglio che tu sappia fino a che non sarai pronta. Ho avuto la conferma della natura dei sentimenti che provavo per te la prima volta che ho assistito ad uno scambio di battute maliziose tra te e Morgan. Ho riso come tutti gli altri alla fine del siparietto, ma dentro di me sentivo la rabbia e la gelosia prendere il sopravvento. Non ho rivolto la parola a Derek per tutto il giorno seguente. Ora non mi da più fastidio, ma all' epoca non sapevo che questo era il vostro modo usuale di scherzare, e mi rodevo l' anima sospettando che ci fosse una relazione tra voi. Questo mi diede la conferma definitiva che ormai ero irrimediabilmente innamorata di te. Dirtelo sarebbe stato pura follia, ma il linguaggio del corpo fu vile traditore. Non potevo evitare di sfiorare inconsciamente le tue mani ogni volta che le avevo vicine, né potei fare a meno di starti accanto quando ti sei lasciata andare ad un pianto disperato una sera che eravamo sole in ufficio e la visione dei nuovi cadaveri e delle torture che erano state loro inferte ti aveva scioccata. Hai poggiato la testa sulla mia spalla mentre venivi scossa dai singhiozzi, ed io carezzavo i tuoi capelli inspirando il profumo di shampoo alla fragola che emanavano. Ti ho sentita rabbrividire a quel contatto, ma non ho capito niente. Ti ho guardata negli occhi e senza pensarci, ho sfiorato le tue labbra con le mie. E' stato un attimo, ma mi é parso di toccare il cielo con un dito. Ti sei allontanata guardandomi con gli occhi sgranati e sei corsa via. Non sai quanto ho maledetto me stessa per quel gesto avventato. Il giorno seguente non hai fatto altro che evitarmi, ma io non potevo sopportarlo. Ho approfittato del fatto che eri andata a prendere un caffè nella stanza dove si trovava la macchinetta e mi sono infilata dentro chiudendo la porta. Spero che tu mi abbia perdonata per averti costretta a restare lì e parlare con me.
“Penelope dobbiamo parlare.” ti ho detto con tono più implorante che imperativo.
“Non voglio.” hai risposto semplicemente dandomi le spalle. Mi sono avvicinata ed ho sfiorato la tua schiena con la mano. Un brivido ti ha scossa, ma lo hai ricacciato indietro.
“No!” hai ribadito voltandoti.
“Ti prego, mi dispiace per ieri sera.” ho iniziato ma tu mi hai interrotta:
“Bene, tutto risolto, ma ora devo tornare a...”
“Non ancora.” ho risposto premendo una mano contro la tua guancia delicatamente ma con decisione. I tuoi occhi si sono inumiditi, ma non hai opposto resistenza. E' stato allora che ho capito cosa provavi: PAURA. Ed era un sentimento che condividevamo.
“Ascoltami Penelope, guardami negli occhi e dimmi che quello che é successo ieri ti ha fatto solo schifo, che mi odi e non vuoi vedermi mai più. Dimmi che non provi niente di ciò che io provo per te, e ti giuro che non ti darò mai più fastidio.”
Nessuna risposta, non riuscivi a parlare. Ho preso il tuo volto con entrambe le mani, costringendoti a guardarmi negli occhi mentre le lacrime scorrevano ormai libere sulle tue guance. Ho usato le mie dita per asciugarle, e finalmente hai dischiuso le labbra rivolgendoti a me con voce flebile:
“Non ci riesco.”
Questo per me era una conferma più che sufficiente.
“Allora sappi che adesso io ti bacerò, perché non puoi pretendere che dopo ciò che mi hai detto e la speranza che mi hai appena dato, io non lotti neanche un po'. Se non vuoi che accada tutto ciò che devi fare é fermarmi.”
Mi avvicinai dolcemente alle tue labbra ancora dischiuse dallo stupore, e ti sentii tremare quando vennero in contatto con le mie. Assaporai il calore della tua pelle e fu il bacio più dolce che mi sia mai capitato di dare a qualcuno. Non opponesti alcuna resistenza, e con mio enorme stupore i tuoi occhi all' improvviso si chiusero, e il mio bacio soltanto accennato venne ricambiato divenendo acceso e passionale. Le nostre lingue si toccarono e  divennero fuoco liquido che ci univa l' una all' altra ogni secondo di più. Quando ci staccammo, mi guardasti spaventata dal gesto che avevi appena compiuto, ma sorridente, e capii che non avresti più negato quello che provavi per me. Sono passati mesi da allora, e la nostra storia si é fatta via via più coinvolgente, trascinandoci in un uragano di emozioni dal quale mi lascio travolgere con assoluto piacere. Ora che hai deciso di venire ad abitare nella mia casa rendendomi la donna più felice della terra devo confessarti che non mi importa niente di dove ci porterà il futuro, di cosa dirà la gente o di come la prenderanno i tuoi colleghi. L' unica cosa che conta é che siamo qui, io e te. Perché tu sei la divina Penelope Garcia ed io ti amo talmente tanto che a volte in queste notti buie e popolate da incubi mi sento male da morire al solo pensiero di poterti perdere. Ma mi basta ascoltare il tuo respiro e sentire il battito del tuo cuore così vicino al mio, per rendermi conto che non c' é sogno più bello della mia vita insieme a te.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: Lady_Macbeth