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Autore: _Pulse_    01/01/2010    13 recensioni
«Buon compleanno fratellino!», gridò Tom dandogli una busta bianca con su scritto semplicemente: “Per Bill.”
Lui, un po’ confuso, la prese, se la rigirò fra le dita affusolate e l’aprì incuriosito.
«Allora, sei contento?», gli chiese il gemello, un sorriso a trentadue denti sul viso e solo speranza negli occhi brillanti.
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stare a casa l’ultimo dell’anno con i parenti ha i suoi vantaggi, dopotutto ;D ( Sì, ma che tristezza -.-" )
Spero vi piaccia!

 

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Ragazza… cercasi!

 

«Buon compleanno fratellino!», gridò Tom dandogli una busta bianca con su scritto semplicemente: “Per Bill.”

Lui, un po’ confuso, la prese, se la rigirò fra le dita affusolate e l’aprì incuriosito.

«Allora, sei contento?», gli chiese il gemello, un sorriso a trentadue denti sul viso e solo speranza negli occhi brillanti.

 


© © ©

 

«TOOOOOOOOOOOM

«Bill, stai calmo, per favore!»

«Io non sto calmo per niente!»

«Dai! Volevamo solo fare qualcosa di carino per te! Era da un po’ che dicevi sempre che eri infelice perché non trovavi l’amore della tua vita e adesso hai l’opportunità di –»

«Ma non così, Tom! Non volevo trovarlo così!»

«Non gridare ti prego, mi scoppia la testa!», si portò una mano alla tempia.

«Senti Tom, io apprezzo molto il pensiero, davvero. Ma devi dire a Georg e Gustav che –»

«E David.»

«E David, che –»

«E anche mamma: vorrebbe tanto un nipotino il prima possibile!»

Bill sgranò gli occhi e scosse la testa, muovendo le mani di fronte al viso, in preda ad una crisi di nervi.

«Calmati, calmati, o ti sale la pressione», gli disse Tom carezzevole, prendendogli le mani. «Inspira, espira; inspira…» Sentì il proprio cellulare suonare e lo tirò fuori dalla tasca degli enormi jeans, si girò un poco e rispose: «Ciao Georg. Sì, gliel’ho dato il regalo. Se gli è piaciuto? Sto… sto trattando… Ma adesso lo convinco», sorrise rassicurante, come se potesse vederlo, e guardò Bill con la coda dell’occhio, accorgendosi che era quasi diventato blu.

«Espira, Bill!», gli gridò; Bill liberò i polmoni e lo guardò male, sedendosi sul letto.

«Ora lasciami finire, me lo lavoro ancora un po’ e vedrai che sarà entusiasta!», continuò Tom con il cellulare ancora all’orecchio, andando avanti ed indietro per la stanza, sicuro di sé.

«Guarda che sono qui e ti sento!», lo informò Bill, roteando gli occhi al cielo.

Tom spense il cellulare sbuffando e lo guardò, portandosi le mani sui fianchi: a volte sembrava la sua copia!

«Hai degli amici stupendi che si preoccupano per te e che non vogliono che diventi davvero un anoressico depresso…»

«Ma –», tentò di ribattere Bill, alzando un dito, gli occhi sempre più spalancati.

«Tu hai bisogno di sesso, te lo dico io! Ma il signorino non lo fa se non trova il vero amore, quindi per risolvere il problema quindi prima dobbiamo trovargli l’amore della sua vita, poi dobbiamo farlo sfogare per bene, quel toro scatenato che hai mezzo alle gambe…»

«Ma –»

«Così sei felice e siamo tutti più felici! Noi ci facciamo il mazzo, tu devi solo incontrare un paio di ragazze, che cosa vuoi di più dalla vita? Un lucano?! No, quello non te lo do, gli alcolici non ti fanno bene! Ci manca solo che prendi il vizio e diventi un alcolizzato.»

«Ma –»

«Sei cosa penso? Sei un ingrato! Noi facciamo tutto questo per te e tu ci ringrazi in questo modo, dicendoci che non vuoi fare niente!»

«TOM, LA VUOI FINIRE?! BASTA!», gridò a squarciagola, alzandosi in piedi di scatto e guardandolo truce, il viso rosso di rabbia. «MI SONO STANCATO! IO NON HO NESSUN PROBLEMA, DAVVERO! HO SOLO MANIFESTATO I MIEI SENTIMENTI AD UNO STUPIDO GIORNALE, NON SONO UN DISPERATO! E CIO’ CHE HO IN MEZZO ALLE GAMBE NON E’ AFFAR TUO! ORA CHIAMA DI NUOVO GEORG E DIGLI CHE NON SE NE FA NIENTE! NON INCONTRERO’ QUELLE RAGAZZE, PERCHE’ SO CHE QUESTO NON E’ IL MODO PER TROVARE L’AMORE DELLA MIA VITA! TUTTO CHIARO?!»

Tom annuì, trattenendosi dal ridere. «Calmati. Potevi dirmelo tranquillamente, senza gridare così tanto», sollevò le spalle, ripescando il cellulare.

«Era mezz’ora che ci provavo!», disse esasperato, riportandosi seduto sul letto.

«Bill», balbettò.

«E ora che c’è?!»

«Io vorrei fare come vuoi tu, ma…», gli mostrò la copertina dell’ultima edizione di BRAVO e sorrise tirato, stringendosi nelle spalle.

Bill acciuffò il giornale dalle sue mani e con gli occhi ormai fuori dalle orbite cercò l’articolo che lo riguardava e lo lesse velocemente, per poi gettarsi sul letto e cedere ad una delle tante crisi nervose che l’avevano investito durante il giorno del suo compleanno.

 

Sensazionale Bill Kaulitz! Missione: Ragazza… cercasi!

Lui, che crede nel grande amore.

Lui, che si era sempre opposto alle one night stand – al contrario di suo fratello Tom.

Lui, lo stesso Bill, è pronto a conoscere tutte le ragazze che lo desiderano domani, 1 settembre, il giorno del suo compleanno, con la sorpresa di tutti.

Che sia talmente disperato da credere di riuscire a trovare il grande amore fra una di queste ragazze che avranno un appuntamento con lui?

Ogni appuntamento durerà cinque minuti; cinque minuti in cui le ragazze dovranno sfoderare le loro migliori tecniche di seduzione e lasciarsi valutare dall’occhio attento di Bill!

Ready, set, go! E buona fortuna a tutte! ;D

 

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«Tom, se sei ancora vivo è un miracolo», bofonchiò.

«È tanto arrabbiato?», sussurrò Georg all’orecchio di Tom, coprendosi la bocca.

«Nah, figurati», gli rispose sarcasticamente, lanciandogli un’occhiataccia.

«Io ve l’avevo detto che non era una bella idea», disse Gustav, ma non venne minimamente calcolato.

«Un paio di ragazze», biascicò Bill, sbirciando da dietro una tenda rossa: c’era una fila chilometrica di ormoni femminili impazziti desiderosi di passare cinque minuti con Bill Kaulitz.

Gli uomini della security facevano fatica a contenere le “docili fanciulle” all’interno della transenna e appena notarono la sua figura all’interno di uno dei bar/tavola calda/locale più famosi di Amburgo si accese un boato che lo costrinse a chiudersi la tenda alle spalle, spaventato, e a girarsi con il fiato corto e gli occhi spalancati verso gli sventurati compagni che si era trovato appresso e che l’avevano messo in quell’enorme pasticcio imbarazzante.

Perché a me? Che ho fatto di male?, si chiese con un’espressione quasi implorante in viso.

«Si sente bene?», chiese Georg agli amici.

«Sì, si deve solo abituare! Non lo vedi com’è contento?», sorrise Tom, indicandolo; Bill strinse gli occhi a due fessure, ringhiando contro di lui. «Ok, forse non è così contento, però ormai è fatta! Ha solo bisogno di un po’ di zuccheri.»

Si girò verso il bancone del bar, ricoperto di specchi, dietro il quale c’era una ragazza dalla corporatura esile, i capelli rossi, quasi arancioni, che stava lavando alcuni bicchieri. «Ehi!», la chiamò.

La ragazza sollevò lo sguardo e i suoi occhi verdi, spettacolari, incontrarono per un attimo quelli nocciola di Bill, che oltre che ad arrossire ne rimase folgorato.

«Potresti preparare qualcosa di zuccherato a mio fratello?», continuò Tom indicando il gemello dietro di lui. «Sarà una giornata impegnativa, ha bisogno di energie!»

«Tipo?», chiese lei, confusa.

Aveva anche una bellissima voce, constatò Bill, che la stava ancora osservando: la carnagione chiara, le guance rosate e qualche lentiggine; la frangetta che le copriva la fronte e donava al suo sguardo già ipnotico qualcosa di sbarazzino; le labbra sottili, ma non troppo, e prive di qualsiasi cosmetico; mani piccole ed affusolate; e quegli occhi che gli facevano venire i brividi.

«Fai tu», fece un gesto distratto con la mano, girandosi. «Sei tu la barista!»

La ragazza lo guardò arricciando il naso, il che lo fece sorridere, e chiese direttamente a lui con uno sguardo, sorridendo lievemente mentre le sue guance prendevano colore.

«Una spremuta d’arancia con un bel po’ di zucchero», disse Bill, ricambiando il sorriso, anche se un po’ impacciato.

«Forza, forza, si inizia!», gridò David entrando nel locale come un razzo e porgendo a Bill una cartelletta con diverse tabelle.

«Che cosa ci dovrei fare io con questa?»

«In questa colonna metti il nome di ogni ragazza che incontrerai, in questa le sue caratteristiche principali e qui… il tuo punteggio.»

«Devo dare un punteggio?», chiese esasperato più che mai.

«Sì, certo Billie!», gli fece un affettuoso buffetto sulla guancia. «Ora accomodati e preparati, siamo già in ritardo!»

Bill venne scaraventato su un divanetto ricoperto di velluto rosso, le braccia su un tavolino chiaro, la cartelletta di fronte, e i ragazzi invece si misero intorno ad un tavolino in fondo alla sala, da cui potevano godersi lo spettacolo senza disturbare.

«Sorridi e fai il carino e il coccoloso!», gli raccomandò Tom prima che facessero entrare la prima ragazza, che stava andando in iperventilazione fra l’altro.

Bill abbandonò la testa sul tavolino, chiedendosi per l’ennesima volta perché a lui era toccato tutto quello, quando sentì una presenza al suo fianco: era la ragazza del bancone, che sorrideva porgendogli la sua aranciata.

«Buona fortuna», gli sussurrò nascondendo una risata, prima di girarsi e di tornare al proprio bancone. Bill rimase ad osservarlo, come rapito, quando nel suo campo visivo si fece spazio Tom, che si sbracciava e gli indicava la ragazza che intanto gli si era seduta davanti.

Tom Kaulitz, se non ti uccido dopo questa, non lo farò mai più.

 

© Ragazza # 22 ©

 

«Io ho due cani, tre gatti, e un pesciolino rosso. Anche tu hai dei cani, vero? Quattro mi sembra», annuì da sola e riprese, senza dargli tempo di spiccicare parola: «Beh, il mio sogno è di diventare una modella e con il mio fisico, ci riuscirò sicuramente», ammiccò. «Sono qui perché ti trovo un ragazzo alla mia altezza, sì… Sei bello, come me; famoso, come diventerò io fra qualche anno, ingaggiata per fare pubblicità per D&G; ricco, come lo sarò io! Avremo una villa al mare e…»

«Tempo scaduto!», gridò David e due bodyguards la scortarono all’uscita, mentre lei continuava a parlare di sé e ad ammiccare.

Bill scosse la testa, inorridito, e posò lo sguardo sulla cartellina che aveva davanti, finendo di completarla.

 

Nome: Milena

Caratteristiche: Bionda ( Tinta. Che ricrescita! >.< ), occhi castani; taaanto, taaanto, taaanto egocentrica!

Punteggio ( 1 – 10 ): 4 ( O di meno? )

 

«Quattro?!», squittì una voce alle sue spalle, che lo fece sobbalzare. «Ma l’hai vista bene?! Quella era decisamente accettabile!»

«Sì Tom, ma se l’avessi sentita parlare per cinque minuti interi non diresti così! Non mi ha fatto aprir bocca!»

«Tu hai gusti troppo difficili», mosse la mano, guardando le altre ventuno ragazze che aveva già esaminato: non ce n’era una che gli andasse a genio!

«Non è colpa mia!», si difese.

«Ragazzi, smettetela di bisticciare! Pausa pranzo!», gridò David battendo le mani. Tom lo seguì come un cagnolino e Bill si alzò lentamente: aveva il sedere quadrato e le gambe paralizzate!

Si mise al tavolo con loro e la ragazza del bancone – che non aveva ancora un nome – andò a prendere le loro ordinazioni. Bill si perse ancora una volta a guardarla, forse più del previsto perché lei dopo un po’ arrossì ed evitò ogni contatto visivo con lui, a parte quando fu il suo turno ad ordinare: i loro sguardi si incontrarono ed entrambi arrossirono, poi Bill si riprese ed ordinò e la ragazza si dileguò in cucina col suo grembiulino nero.

 

© Ragazza # 58 ©

 

Basta, io non ce la faccio più, pensò Bill posando la testa sul tavolo. Era esausto! Non voleva più vedere una ragazza in vita sua, ne aveva quasi la nausea! Anche se…

Girò la testa verso sinistra e guardò la ragazza del bancone che sciacquava i piatti e i bicchieri che avevano usato loro per il pranzo. Voleva sapere il suo nome, era tutto il giorno che se lo chiedeva senza mai trovare il coraggio di farle quella stupida domanda! Era un uomo sì o no? Era il momento per tirare fuori i cosiddetti e mostrarle chi era il vero Bill Kaulitz!

La patetica rock star che sta facendo appuntamenti di cinque minuti per trovare l’amore, sospirò sconfortato.

«Bill, tutto ok?», chiese Tom avvicinandosi e posandogli una mano sulla spalla. «Ti vedo un po’ fiacco. Su con la vita, è il nostro compleanno!»

«Tom, sparisci dalla mia vista o il nostro compleanno diventerà solo mio!», ringhiò fra i denti, irato.

«Scusa!», Tom si girò verso il bancone, alzando una mano; la ragazza sospirò e lo guardò. «Potresti portargli una coca cola fresca?»

«Subito», mormorò abbassando lo sguardo e avviandosi verso il piccolo frigo, dal quale tirò fuori una lattina di coca.

«Si ringrazia di solito», lo rimbeccò il fratello, dandogli un colpo sul braccio. Tom sollevò le spalle, incurante.

«Sparisci!», gli urlò Bill, con un’aria così furiosa che il gemello non rischiò ulteriormente la vita e si dileguò, tornando dagli amici.

Bill annuì e si sistemò la maglietta nera addosso, fiero del proprio lavoro; sentì una leggera risata, un suono quasi melodioso, vicino a sé, e vide la ragazza del bancone con la sua coca cola. Gliela posò di fronte e gli sorrise per un istante, prima di avviarsi di nuovo verso la sua postazione.

Gli aveva messo la cannuccia arancione, il suo colore preferito! Puro caso?

«Aspetta!», disse, prendendole la mano ed arrossendo involontariamente.

«Sì?», balbettò la ragazza, guardandolo negli occhi.

Bill sentì la gola secca e la testa vuota quando si perse in quel verde e piegò di lato la testa, prendendo la cannuccia con le labbra, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. La ragazza ridacchiò coprendosi la bocca, guardando la sua posa buffa.

«Avanti la prossima!», gridò David e fecero entrare l’ennesima ragazza; Bill quasi non si strozzò: non le aveva ancora chiesto come si chiamava!

Ormai era troppo tardi: Bill sospirò e le lasciò la mano, che aveva tenuto per tutto il tempo nella sua, per concentrarsi sulla ragazza che gli si era appena seduta davanti. Con la coda dell’occhio però, guardava sempre in direzione del bancone: era più forte di lui, non riusciva a resistere!

«Ciao, io sono Bill», salutò annoiato, girandosi definitivamente verso la nuova arrivata: aveva i capelli ricci e vaporosi, gli occhi piccoli dietro gli occhiali spessi e quando sorrise imbarazzata notò che aveva anche l’apparecchio.

Ma dove sono capitato…, si disperò, pensando che forse quello era il peggior compleanno della sua vita. E tutto per colpa del suo gemello che però l’aveva fatto in fin di bene. Non poteva nemmeno arrabbiarsi come si doveva!

«E tu, come ti chiami?», le chiese, visto che lei non accennava a dir parola.

«A…A…A…», balbettò, diventando rossa come un peperone.

«Dai, non ti mangio», disse incoraggiante, avvicinandosi, ottenendo soltanto l’effetto contrario.

«A…A…A…»

«Annabella?», tirò ad indovinare, non sapendo che cosa fare: se non avesse tenuto così tanto alla sua splendida cresta si sarebbe messo le mani nei capelli. La ragazza dissentì. «Annika? Alice? Ambra? Angela? Anita?»

«A…A…Anita.»

«Oh, ok.» Sospirò e lo scrisse nella sua tabella. «Raccontami qualcosa di te.» Dopo qualche minuto di silenzio, alzò lo sguardo e la trovò ancora lì, come pietrificata.

Che cos’ho fatto di male, eh?!

«Qualsiasi cosa! Non ti preoccupare, non aver paura, non ti faccio niente di male!»

[ *Silenzio… I grilli e le cicale, impietositi, fanno qualcosa per tirare su l’atmosfera. Oh, una palla di rovi dei western che passa!* ]

«Va bene, ok… Puoi andare», sospirò Bill, facendo segno a David di finirla lì.

«Sei solo un superficiale!», gridò la ragazza, alzandosi e dirigendosi da sola fuori dal locale, a testa alta e con passo pesante, offesa.

Bill, gli occhi sgranati e il mento che toccava il tavolino, si lasciò cadere di mano la penna. Dopo alcuni secondi in quella posizione, si guardò intorno e vide suo fratello, Georg e Gustav che scoppiarono a ridere a crepapelle, poi il suo sguardo si posizionò sulla ragazza del bancone e notò che anche lei stava ridendo sommessamente, la testa rivolta verso il basso per non farsi scoprire.

Bill sorrise.

 

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«BASTA! VI PREGO, VI SUPPLICO, VI SCONGIURO! BASTA!», piagnucolò Bill mettendosi in ginocchio di fronte al fratello, il viso contro il suo addome, i pugni che tenevano stretta la sua maglietta bianca extra-large.

«Bill! Bill levati!», gridò Tom rosso, tentando di scostarselo di dosso, senza molto successo.

«NON VOGLIO PIU’ VEDERE RAGAZZE, TI PREGO FRATELLONE, FALLI SMETTERE

«Credi che sia impazzito?», chiese Georg a Gustav, che scrollò le spalle, godendosi semplicemente quella scena: peccato non avesse una macchina fotografica a portata di mano!

«David!», urlò Tom. «David, aiuto!»

«Che cos’è tutto questo casino?», chiese il manager.

«Levamelo di dosso!» David trattenne a stento le risate, coprendosi la bocca con entrambe le mani. «Lo trovi tanto divertente?! Perché non provi tu, eh?!»

«Non ci tengo, grazie», mugugnò asciugandosi gli angoli degli occhi, ridacchiando. «Ma perché fa così?», chiese a Georg e Gustav.

«Non vuole più incontrare ragazze», spiegò il biondo.

«Oh. Bill, non ti preoccupare, non ne incontrerai più», lo rassicurò.

«Davvero?», zompò in piedi, guardandolo con gli occhi luccicanti.

«Sì, davvero.»

«Oh David, io ti amo! Ti amo, ti amo, ti amo! IO TI AMO!», gridò stritolandolo fra le braccia, sfregando il viso contro la sua guancia, come un cagnolino che fa le feste al proprio padrone.

«Aiuto! Non riesco a… respirare!», biascicò David.

«E adesso chi è che si diverte?», ridacchiò Tom, spavaldo.

«Scusa! Scusa Tom se prima ho riso! Ti prego, aiutami!»

«Bill, stai a cuccia, dai», sospirò il gemello, scrollandolo di dosso al manager che stava per trovarsi qualche costola rotta. «Adesso andiamo a casa, sei contento?»

«Sì», mugugnò. «È stato il compleanno più brutto della mia vita.»

«Mi dispiace, noi… volevamo solo fare qualcosa per te, ma… evidentemente non ci siamo riusciti.»

«Dai Tomi, conta il pensiero!», sorrise, dandogli una pacca sulla spalla.

«Non sei arrabbiato, quindi?», chiese speranzoso, sorridendo.

«Non ti allargare, ora», strinse le braccia al petto, il nasino all’insù; Tom fece il labbrino, sfarfallando le ciglia. «No, non sono arrabbiato», cedette, sospirando e sorridendo. Tom sorrise gioioso e lo abbracciò, poi, appena si accorse di star manifestando troppo affetto in pubblico, si staccò tossicchiando imbarazzato.

«Forza, leviamo le tende», disse David e i ragazzi annuirono. «Salutate Tanya che è stata così gentile da venire, anche se era oggi il bar doveva rimanere chiuso.»

«Tanya?», chiese Bill, corrugando la fronte.

«Sì, la ragazza che –»

Bill si girò di scatto e la vide uscire dalla cucina, la borsa sulla spalla, mentre spegneva le luci del bancone. I loro sguardi si intrecciarono di nuovo in quella giornata, ma Bill quella volta sorrise.

«Ti chiami Tanya?», chiese.

«Sì», sorrise imbarazzata, avvicinandosi e porgendogli la mano. «Piacere.»

«Il piacere è tutto mio. Sai, volevo presentarmi prima, ma non ho…» Avuto il coraggio? «… fatto in tempo, ecco.»

«Ho notato che eri molto impegnato», ridacchiò.

«Senti… ti andrebbe di venire con me a bere qualcosa?»

«A-Adesso?»

«Sì», si stinse nelle spalle. «Forse però è tardi, magari avevi altri programmi. Anche domani, o dopodomani… sempre se vuoi», parlò a raffica, facendola sorridere.

«Adesso va benissimo, Bill.»

«Oh, ok», arrossì.

 

© © ©

  

 

«Sapete, ragazzi… Penso non sia stata tutta fatica sprecata, dopotutto», Tom sorrise, sbirciando Bill mentre rideva e parlava felice con quella ragazza.

«Sì, hai ragione», disse Georg, annuendo insieme a Gustav.

«Secondo voi ci sta un: Vissero felici e contenti

«Uhm…»

Bill, parlando ancora con Tanya, aprì la porta di scatto e senza rendersene conto la sbattè violentemente contro il naso di Tom, che cadde a terra con le mani su di esso.

«… sì!», finirono la frase Georg e Gustav, guardandosi per poi scoppiare a ridere.

 

 

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Ringrazio tutti quelli che hanno letto e tutti quelli che lasceranno una piccola recensione per farmi sapere se vi è piaciuta e se vi ha strappato un sorriso ;D Grazie e buon anno a tutti! Vostra,

 

_Pulse_

   
 
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