Primo capitolo
(e non solo XD) per la mia
carissima Francesca, con tantissimi
auguri e moltissime scuse per il ritardo XD Perché quando ci
siamo incontrate
sono stata orrenda ç___ç, voglio rimediare al
più presto *o*
Perché Labrador [se] li [s]batte tutti, perché 07
Ghost è un manga shonen-ai,
perché... perché... MELLO SEMEE! <123
Eccoci con una raccolta completamente fuori di testa. Il mio obbiettivo
è
quello di scrivere un alto numero
di
Frau/Teito, non me ne frega niente di nessuno, voglio farlo e lo
farò °A° Non
seguirò alcuno schema, solo prompt presi a caso qui e
là, idee personali, sfide
con gente che si annoia. *Saltella in tondo*.
Voglio scrivere anche delle oneshot, e delle AU, e delle What if
stupidissime,
e poi, e poi! Sono completamente in palla XD, non so neppure quale
numero
simbolico scegliere per chiudere la raccolta e darmi un
perché...
L’obbiettivo attuale è di ventotto
capitoli, poi secondo me non supero i
quattro XD Vedremo.
Eccoci con la prima “cosa”. Penso un augurare Buona
lettura
e ritirarmi nella vergogna più nera sia l’opzione
migliore XDD.
Genere: Introspettivo.
Avvertimenti: Accenni shonen-ai,
post-serie [anime].
Rating: Verde.
Prompt: sette
bugie,
Non mento mai.
01 —
«Non mento mai».
La vita di Teito Klein era stata costellata di piccole bugie, talvolta
inutili,
spesso dolorose per chi era capace di leggere la verità sul
suo viso. Di
conseguenza, era stato quasi naturale per lui imparare a dire il falso
anche
col corpo e la voce; più semplice, si era poi accorto, era
semplicemente
evitare il contatto con altri.
Nel momento in cui non avesse parlato, non avrebbe avuto bisogno di
mentire né
sforzarsi.
Vita liberamente vuota.
Strano come Mikage fosse stato per primo capace di vedere in quel suo «sto bene» una
fandonia atta a non
preoccuparlo.
«Sto bene», «non ho fame»,
«va bene così»,
«andrà meglio la prossima volta»,
«non
importa», «puoi andare»,
«fa’ silenzio», «non mi va di
parlarne», «non è
affatto vero», «e invece è andata
così!», «dovrebbe importarmene
qualcosa?», «sparisci...»:
ogni qualvolta si trovava a raccontare cose non vere di fronte a quel
ragazzo
così sincero una scintilla di colore si accendeva sulle sue
dita, regalandogli
una piccola fastidiosa scossa.
«Ehi, moccioso, prendi questa».
Frau gli aveva offerto una coperta per quella loro prima notte
all’aperto; non
sapendo in che maniera Teito avrebbe risposto al freddo aveva preferito
agire
per primo. Meglio prevenire che curare.
Klein aveva scosso il capo di fronte alla proposta, accennando di non
averne
bisogno. Ed eccolo lì, un minimo senso di colpa trasformato
in elettricità
sulla pelle gelida.
Vedendo come il ragazzino si fregava le mani, il vescovo aveva
afferrato il
polso e lo aveva avvicinato al proprio viso.
Per un attimo il giovane temette che il tremore, dissoltosi al contatto
con la
guancia di Frau, fosse stato trasmesso a questo.
«A me sembra che tu ne abbia bisogno», si era
improvvisamente ritrovato con la
coperta lanciata sulla testa, «e piantala di mentirmi, o ti
abbasserai ancora
di più e Mikage ti schiaccerà nel
sonno».
Il moccioso rise, godendo
dell’improvvisa
sensazione di protezione.
«Io non mento mai».