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Autore: Rowena    06/01/2010    2 recensioni
«Insomma, BASTA!», tuonò con voce più disperata che minacciosa il Re delle zucche. Jack Skeletron maledì il momento in cui aveva approvato l’idea di quei carrozzoni per i festeggiamenti di Halloween: erano diversi da qualunque cosa avessero mai fatto, il progetto era oscuro ai più e, soprattutto, il tempo si assottigliava.
Genere: Romantico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa storia fa parte della raccolta Incubus, 5/5. Te l'ho fatta, Rani, ho vinto! *saltella come Maga Magò!* XD

 
 
Halloween si avvicinava, come ogni anno. E come ogni anno, la progettazione e la realizzazione delle nuove idee per celebrare la festa della città si trasformavano in una caotica confusione senza controllo, quell’anno più del solito.
«Jack, come vado? È la posizione giusta o devo rannicchiarmi ancora?»
«Spostati, la parte è mia!»
«No, Sally ha detto che sarebbe toccato a me!»
«Ehi, Jack?»
«Jack, qui!»
«Insomma, BASTA!», tuonò con voce più disperata che minacciosa il Re delle zucche. Jack Skeletron maledì il momento in cui aveva approvato l’idea di quei carrozzoni per i festeggiamenti di Halloween: erano diversi da qualunque cosa avessero mai fatto, il progetto era oscuro ai più e, soprattutto, il tempo si assottigliava.
Mancavano pochi giorni alla data più importante del calendario ed erano ancora in alto mare. Peggio ancora, Sally non si vedeva da nessuna parte.
Le aveva chiesto lui di occuparsi di una parte della progettazione del nuovo Halloween, il primo dopo il disastro natalizio che gli aveva confuso le idee, e la bambola aveva pensato a una serie di carrozzoni simili a quelli di un’altra festa degli umani, il carnevale l’aveva chiamato, in cui i loro amici avrebbero reso dei quadri famosi a tema mostruoso.
Come avesse fatto a recuperare dei libri d’arte terrestre ancora era un mistero, ma in fondo lui aveva trovato quelli sul Natale…
Jack l’aveva appoggiata e aiutata a scegliere i candidati più adatti a ogni scena, a organizzare il lavoro e a istruire ognuno sul suo compito, ma quel carro era un vero e proprio problema, sebbene gli altri fossero ormai a buon punto; era il preferito di Sally, quello a cui teneva di più, e sfortunatamente era anche quello più mal messo.
Si voltò un’altra volta a osservare la scena composta dai suoi amici: la signora Finklestein era stesa sulla trave che doveva fare da letto, come doveva essere, ma il suo fare da primadonna non aiutava affatto, così come il suo geniale marito che minacciava ogni cinque secondi d’interrompere il suo lavoro se la sua dolce metà non fosse stata accontentata nelle sue richieste. Vado, Vedo e Prendo ancora si stavano litigando la parte del nano mostruoso ritratto nel quadro, mentre il cavallo del Cavaliere senza testa di Sleepy Hollow non voleva calmarsi, disorientato per l’assenza del suo padrone. Nulla, dunque, era pronto e sistemato salvo le scenografie e le pesanti tende di velluto cucite da Sally con largo anticipo.
E con il complicarsi del tutto, le pressioni che il Sindaco riusciva a creare nel suo essere doppiamente paranoico – non tornava a indossare la faccia felice da settimane, povero diavolo – avevano portato la situazione al disastro.
Jack era stanco, c’erano molte altre cose di cui occuparsi e il tempo stringeva: avrebbe potuto eliminare il carro e risolvere il tutto trovando un’altra parte a chi era rimasto senza, ma in quel modo avrebbe anche cancellato l’idea di Sally e l’avrebbe resa infelice, ed era l’ultima cosa che desiderava.
«Cosa dobbiamo fare, Jack?», domandò piagnucoloso il Sindaco agitando le corte braccia davanti a sé.
«Io… Io non lo so».
 
 
«È cominciato tutto quando ho proposto a Sally di occuparsi di una parte dei preparativi per Halloween: ho pensato che sarebbe stata una prova di fiducia, e poi lei è così insicura… Credevo che le avrebbe fatto bene», raccontava Jack tenendo le mani incrociate sul petto, in posizione da bara; il divano era comodo, molto comodo, e invitava proprio a liberarsi dei crucci e delle oppressioni. «Invece è andato tutto storto, e ora Sally è scomparsa, io e il sindaco non sappiamo come andare avanti con quei progetti e nessuno riesce a trovarla. Che devo fare, Babbo Nachele?»
«Natale, Jack, Babbo Natale: potresti imparare almeno il mio nome, vista la frequenza con cui ti precipiti qui ogni volta che hai un problema».
Il vecchietto barbuto e panciuto più amato della Terra sospirò e sollevò il naso dalla sua lista per un secondo, scrollò il capo e tornò al suo lavoro: dal disastro dell’anno scorso c’era stato un unico risultato positivo, i bambini cattivi che avevano avuto un incontro con Jack si erano impegnati a migliorare il loro comportamento tanto che nell’elenco di quel Natale le piccole pesti si erano ridotte a un numero decisamente inferiore rispetto al solito.
Ad ogni modo, le visite di Jack non erano lo stesso gradite: sebbene i due avessero sistemato le cose e avessero reso chiaro chi si sarebbe occupato di quale festa, Jack non aveva smesso di presentarsi di tanto in tanto alla Città del Natale a visitare quel mondo così allegro e colorato, tanto diverso dal suo. Il Re delle Zucche era stato trovato ad aggirarsi tra i macchinari della fabbrica di giocattoli, a pattinare sul ghiaccio, a curiosare in pasticceria, causando forti spaventi agli elfi addetti alla preparazione degli omini di panpepato… E molto altro ancora, sembrava quasi un bambino umano visto il modo spensierato e curioso con cui s’interessava a qualunque cosa avesse a che fare col Natale!
«Io volevo rendere felice Sally, davvero, darle un ruolo attivo nella preparazione dei festeggiamenti per aiutarla a capire quanto sia speciale; non soltanto è una bravissima costumista, anche se con la macchina da cucire non ha rivali, ha inventiva e riesce a creare scene orripilanti senza i soliti e banali stratagemmi vecchi di secoli!», si lamentò ancora Jack, senza dare peso al commento di Babbo Natale.
Trovava insopportabile vedere la sua fidanzata che si lasciava frenare dalla timidezza, quando aveva così tanto da dire ed esprimere… Aveva compiuto piccoli passi avanti da quando avevano capito di amarsi e la bambola di pezza aveva deciso di andare a stare da lui, lasciando così una volta per tutte il laboratorio del Dottor Finklestein che, in fin dei conti, non se n’era neanche accorto, ma quei progressi si erano vanificati quando la stramba metà dello scienziato pazzo aveva preteso il ruolo principale sul carro dell’incubo, iniziando così a darle fastidio.
Ogni volta che Sally cercava di rispondere alla donna difendendo le proprie scelte artistiche e la fedeltà al quadro, il dottore si metteva in mezzo e le ricordava l’immenso debito che lei aveva nei suoi confronti, la vita stessa, e anche se Jack cercava di aiutarla a difendersi spesso era impegnato in altre parti del Paese di Halloween, perciò la sua fidanzata si trovava da sola.
Quando Jack era tornato a controllare la realizzazione del carro e si era lamentato per come la realizzazione fosse indietro, Sally non aveva retto, era scoppiata a piangere, ferita, ed era scappata via. Nessuno l’aveva seguita, lui in particolare era convinto che sarebbe tornata presto, ma la dolce bambola era scomparsa.
Probabilmente si era nascosta convinta che nessuno avesse più fiducia in lei, o che si fossero arrabbiati per come stava lavorando, sebbene non potesse essere più lontana dalla verità.
«A me sembra che tu abbia le cose ben chiare, Jack: devi salvare la tua festa senza però ferire la tua Sally. Te l’avevo detto, devi tenerti stretta quella ragazza visto che nel tuo paese di matti sembra essere l’unica con un minimo di buon senso!»
«Ma se non riesco nemmeno a trovarla… Ho fatto controllare tutta la Terra di Halloween, ma non è servito a niente».
«Forse perché vuole che sia tu a cercarla, ci hai pensato? Fai l’uomo… Lo scheletro, voglio dire: sei il Re delle Zucche, insomma, non puoi arrenderti così».
Jack si diede dell’idiota per non averci pensato prima: Sally era scappata molte volte quando ancora era tenuta quasi prigioniera da Finklestein, perciò era un’esperta nel nascondersi… Ma improvvisamente seppe dove l’avrebbe trovata.
«Grazie Babbo Nachele, è vero che hai sempre un regalo per tutti: mi hai aiutato tantissimo!», esclamò prima di rubare un bastoncino di zucchero dal barattolo sulla scrivania del padrone di casa, anzi, due, e uscire dalla stanza con un’ampia falcata.
Babbo Natale si fermò a fissare la soglia, disperato. Forse avrebbe dovuto sigillare la porta dell’albero che portava alla radura delle feste… No, neanche così si sarebbe liberato di Jack Skeletron. E, in fondo, la compagnia di quello strambo re fatto d’ossa non gli dispiaceva nemmeno troppo, sebbene non gliel’avrebbe mai confessato.
 
 
Sally si sedette sulla tomba di Hazel la strega e colse un fiore di belladonna, mesta.
La collina a ricciolo si stagliava contro di lei, proiettando una lunga ombra a causa della luna piena, e a vederla le venne ancora più malinconia: erano successe tante cose belle in quel luogo, ma in quel momento proprio non riusciva a tirarsi su.
Non era disposta a tornare, non ancora, né a lasciarsi trovare dagli amici di Jack: era facile per lei nascondersi dietro alle tombe e a rendersi invisibile, aveva imparato in fretta per godersi qualche ora lontano da Finklestein e dalle sue pretese. E ora si nascondeva da Jack, dal suo grande amore, per come si erano messi i preparativi per Halloween.
Era stata una sciocca, proprio una sciocca senza speranza. Come aveva potuto pensare di essere d’aiuto al Re delle Zucche?
«Non riesco a crederci, sei stata qui tutto questo tempo… E io che ti ho fatto cercare anche nel baratro senza fine!»
Jack. Sally si voltò e fece per alzarsi e provare a fuggire ancora, ma lo scheletro fu più veloce di lei e le impedì di andarsene. «Aspetta, devi tornare con me in città per finire il lavoro per Halloween! Il tuo carro è il pezzo forte, non possiamo farne a meno».
«Non avrei mai dovuto proporre un simile progetto, è una perdita di tempo e un disastro totale», singhiozzò la bambola sempre più triste.
«Non è vero, l’idea è molto originale ed è quello che volevo per un Halloween diverso per celebrare il ritorno alla normalità. Tu non mi hai deluso, Sally, non potresti deludermi mai, perciò torna indietro con me».
«Ma con Finklestein come la metti? E sua moglie, e i tre nanerottoli e tutti gli altri problemi», elencò mestamente Sally.
«Devi pensarci tu, sei tu incaricata di questo progetto! Ma se non te la senti di affrontare tutto da sola, puoi sempre chiedere a me».
«Dovrei aiutarti, non crearti altri problemi…»
«Non mi hai sentito? Tu puoi fare quello che vuoi, puoi metterti anche al posto della Finklestein e fare la protagonista del quadro, se preferisci».
Sarebbe stata una soluzione per eliminare quella diva viziata… Jack non avrebbe mai pensato che una parte del cervello del dottore fosse così femminile e pretenziosa.
«Non mi piace essere troppo al centro dell’attenzione, lo sai», lo corresse lei. La sua voce era ancora triste, ma Sally sembrava già più sollevata.
«Allora continua a fare quello che ti piace! L’importante è che non molli, perché solo così mi deluderesti».
La bambola di pezza sorrise e lo abbracciò. Un bacio, sotto la luna e nei pressi della collina a ricciolo, sarebbe sempre stato perfetto.
 
 
Era arrivato il momento, il giorno della festa intorno a cui ruotava tutto l’anno. Halloween.
La ballata della zucca risuonava in ogni viuzza della città, mentre i carri pensati da Sally sfilavano per la strada principale, uno più spaventoso dell’altro. Jack era in testa, a guidare la processione come ogni anno, ma pur non vedendo dietro sapeva che tutto era perfetto, proprio come avrebbe dovuto essere.
Sally era seduta su un ramo dell’albero degli impiccati, ad assistere con gli altri: i suoi occhi brillavano per la felicità e la soddisfazione di aver fatto qualcosa di buono, e d’incredibile.
Arrivò, l’incubo: la signora Finklestein indossava un abito più sgargiante del previsto, ma in compenso recitava benissimo la sua parte, mentre al posto di un demone nella costruzione ne comparivano tre. Sally aveva deciso di fare contenti tutti e tre i terribili nanerottoli, e in fondo la scena sembrava ancora più spaventosa del previsto. Ancora meglio di come l’aveva immaginato.
Cercò Jack con lo sguardo, e sorrise.
Quello, sapevano entrambi, sarebbe stato il primo di tanti Halloween insieme, uno più spaventoso e terrificante dell’altro, per tutta l’eternità.
 
 
   
 
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