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Autore: Neko    06/01/2010    3 recensioni
Voglio raccontarvi una storia. La mia e quella di una persona a me cara. voglio parlarvi delle ingiustizie che i capi di un villaggio commettono su esseri senza difese. della lotta di una persona che per 15 anni non ha conosciuto altro che dolore e che era all'oscuro di cosa volesse dire vivere una vita normale. Voglio dirvi come è riuscito, con grande capacità, a lasciarsi il passato alle spalle e a diventare la persona che ora è apprezzata da tutta Konoha
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 21: L’ultima follia

 

Io e Tsunade ci prendevamo cura dei ninja che rimanevano feriti nelle esplosioni o a causa dei criminali che erano scappati.

L’allarme era stato dato a tutto il villaggio e ogni persona dotata di un’abilità, in grado di scovare le bombe sparse per il villaggio, si era messa all’opera.

Nel giro di mezz’ora erano state già cento gli ordigni esplosivi, che gli abitanti di Konoha erano riusciti a disinnescare…purtroppo però non erano finiti li.

Per aver architettato una cosa del genere e per essere in grado di liberare tutti i prigionieri in una volta sola, Kuroi e sua moglie dovevano aver pensato al piano per diverso tempo e pianificato tutto in modo perfetto.

Non sapevo cosa provare per loro, se disprezzo o pena.

Disprezzo: per quello che stavano facendo, perché non solo ninja, ma anche molti innocenti potevano rimetterci la vita in tutto quel casino.

Pena: perché era un gesto compiuto dalla disperazione. Un gesto fatto a causa della privazione del loro diritto di vivere una vita normale a causa di ingiustizie e per pagare una colpa commessa da qualcun altro.

E quando il vero colpevole era a piede libero a vivere la vita, che avrebbe dovuto vivere la persona incolpata…bhe probabilmente anche io avrei perso la testa e Naruto ne sapeva qualcosa.

Medicavo i feriti, ma non lo perdevo mai di vista.

Volevo essere pronta ad aiutarlo in caso di necessità e al momento sembrava quasi che ne avesse.

Era da diverso tempo che il mio compagno aveva ingaggiato una lotta con Kuroi, ma la cosa che mi sorprese e che si teneva sulla difensiva.

Parava o schivava i continui colpi che quell’uomo continuava a sferrargli.

Esso era parecchio abile e mi chiedevo perché Naruto rischiasse tanto.

Bastava una piccola distrazione e prima o poi avrebbe anche potuto essere colpito.

Vidi alcuni miei compagni affiancare il ragazzo.

Erano Neji e Shikamaru.

Il primo aveva il byakugan attivato e si era messo in posizione di attacco, il secondo invece era con la sua solita postura tranquilla, aria annoiata e mani in tasca.

“Ti serve una mano amico? Mi sembri in difficoltà!” affermò il Nara.

Naruto li guardò uno ad uno, poi tornando concentrato sulla battaglia rispose.

“Voglio fare da solo!” disse deciso.

Neji si stupì della sua richiesta, mentre Shikamaru fissandolo per un po’, si girò e incamminandosi disse

Neji, facciamo come dice!”

Ma…

“Dobbiamo avere fiducia in lui. Credo sia la persona migliore per calmare quel pazzo!” disse infine il Nara prima di colpire un criminale che stava per attaccare alle spalle Kakashi, il quale si era unito da poco alla battaglia. Infatti alle nostre spalle si stava scatenando il finimondo. Centinaia di ninja di Konoha erano impegnati a lottare ed ad arrestare i prigionieri fuggiti.

Continuai a guardare preoccupata Naruto.

Lui e Kuroi erano immobili a fissarsi come se stessero affrontando una battaglia psicologica.

Accadde in un attimo, l’uomo si mosse con una tale rapidità, che Naruto non vide quasi arrivare il kunai, con una carta bomba, che gli si pianto a terra vicino al suo piede destra.

Poi l’esplosione

Naruto!” gridai alzandomi  in piedi e avvicinandomi alla coltre di fumo che si era venuta  a creare.

Non si vedeva niente e non capivo cosa ne era stato del mio ragazzo.

Lo richiamai più volte, quando lo vidi uscire con un salto dal fumo.

Mi sentii sollevata. Avevo davvero temuto di averlo perso per sempre.

Era stato così esposto all’esplosione che non riesco a spiegarmi di come abbia potuto salvarsi.

Si inginocchiò a terra e dolorante si teneva il braccio destro, il quale si era ustionato nell’esplosione.

Mi avvicinai a lui per prestargli un primo soccorso, ma senza nemmeno girandosi a guardare, mi disse di rimanere ferma dov’ero.

Non capivo quali erano le sue intenzioni.

Non sembrava voler reagire.

Naruto, perché te ne stai immobile? perché stai fermo a subire i suoi colpi!” gli chiesi confusa.

Il ragazzo mi guardò e accennò a un sorriso. “Non si può risolvere sempre tutto con la violenza!”

L’uomo si mise a ridere “A no? e cosa vuoi fare? Convincermi a parole? Ti ricordo che fino ad ora parlare non è servito a niente…sono dovuto arrivare a usare le maniere forti per farsi che qualcuno si ricordasse di me!”

“è questo il ricordo che vuoi dare di te al villaggio? essere un mostro che per la sua sola felicità ha giocato sulla felicità degli altri?” disse Naruto serio.

“Gli altri lo hanno fatto con me. Mio fratello e i capi della radice che lo hanno protetto fino ad ora, hanno vissuto una vita che ho sempre desiderato, fregandosene di quello che passavamo io e mia moglie!”

La moglie che si era allontanata, si avvicinò al marito “Noi volevamo solo una vita semplice, non mi sembra di chiedere troppo!”

“Posso capire quello che provate, ci sono passato anche io! Io non ho mai desiderato conoscere la felicità, non sapevo nemmeno cosa fosse. Speravo solamente che ci fosse un modo migliore di vivere oltre a quello della prigione. Non sapevo se questa esistesse o no, ma difficilmente un’altra vita poteva essere peggio di quella che già conducevo. E cosa ho fatto? Ho distrutto il villaggio pur di ottenere quella vita che tanto speravo mi aspettasse fuori? Ti garantisco che il potere per farlo ce l’avevo, ma non ho voluto. Ho aspettato…aspettato per anni che una luce mi portasse via da quelle tenebre che erano praticamente la mia casa…e finalemente tre anni fa è arrivata!” disse guardandomi con dolcezza.

“Al contrario di me, tu sapevi cosa ti aspettava qua fuori e probabilmente e stato più difficile accettare la tua prigionia, ma tu, a differenza del sottoscritto, avevi una fonte di luce sicura che ti aspettava e che ti avrebbe accolto a braccia aperte…e quella luce ora è accanto a te. Si vede lontano un miglio che tua moglie ti ama e che farebbe di tutto pur di stare con te…è diventata addirittura una criminale.

Dovresti già solo felice per avere una donna straordinaria al tuo fianco  e se avessi avuto un po’ di fiducia e pazienza…probabilmente avresti potuto starle accanto tutto il resto della tua vita!” disse seriamente.

L’uomo sembrava essere colpito da quelle parole…sapeva che Naruto aveva ragione.

“Ti sei voluto vendicare, ma cosa hai ottenuto? La felicità? I morti che volevi? Le tue vittime erano l’hokage e tuo fratello vero?. bhe io vedo Tsunade ancora viva e tuo fratello probabilmente sarà da qualche parte che riderà di te per questa stupidaggine che hai fatto. Dimmi ti ritieni soddisfatto?”

L’uomo abbassò la testa.

“Sono in grado di leggere il tuo chakra e quello di tua moglie e posso vedere che non siete gente cattiva e che in realtà non avreste voluto tutto questo. Siete andati contro al villaggio, ma soprattutto contro voi stessi, perché sapevate che così facendo, vi sareste giocati l’ultima vostra possibilità di essere felici!”

L’uomo si getto a terra e strinse i pugni fino a farsi del male.

Mi avvicinai a loro e dissi “Forse non tutto è finito, fermatevi prima che sia troppo tardi, fate smettere le esplosioni che state scatenando nel villaggio, aiutateci a trovare le altre bombe che non sono ancora brillate e magari…il consiglio degli anziani sarà magnanimo con voi!” dissi io.

Erano riusciti a capire Naruto, anche se a fatica, ero convinta che avrebbero dato loro una seconda possibilità.

“Non sarà così. In tutte le esplosioni che ci sono state, molte persone possono averci rimesso la vita. Persone che forse io conoscevo e anche voi. Ho liberato tutti i criminali della prigione che non ci andranno leggeri contro le persone che incontreranno per la loro strada. Come posso chiedere il perdono dopo tutto questo?” disse l’uomo portandosi le mani alla testa “Perché? Perché sono stato così stupido?”

Il mio ottimismo sul loro perdono era andato in frantumi…aveva perfettamente ragione. Non potevamo ancora stabilire i danni che c’erano stati in totale e sulla base di questi, i due innamorati sarebbero stati giudicati e anche nel caso nessuno fosse rimasto vittima, sarebbero stati accusati di tradimento. Quest’ultimo viene da sempre considerato un reato gravissimo a volte punito con la morte.

Tsunade si avvicinò a noi.

Aveva seguito tutta la situazione.

Kuroi, alzati!” gli ordinò.

L’uomo obbedii, ma non ebbe il coraggio di guardarla in faccia.

“Hai commesso un grave errore e per questo sarai punito. Mi rendo conto che come spesso avviene la colpa è in primo luogo uno sbaglio di chi sta ai vertici del potere. Sei stato giudicato colpevole nonostante la tua innocenza. Mi dispiace di non esserti stata di aiuto prima di arrivare a un tale gesto e…non ti posso promettere nulla, ma posso provare a lottare per voi due!” disse Tsunade a Kuroi e alla sua donna.

“Come può? Come può perdonarci?” chiese la donna “Le nostra mani si sono macchiate di sangue!”

“Vi perdono perché mi sento in parte responsabile! Ho agito troppo lentamente sia per voi, che per Naruto! Se mi fossi fatta valere di più, forse Naruto sarebbe libero già da molti anni e voi avreste avuto una vostra famiglia! Mi dispiace!”

Naruto aveva sgranato gli occhi a quella confessione e si cominciò a chiedere cosa ne sarebbe di lui in se si fosse unito a noi molto prima.

Forse non sarebbe stato il magnifico ragazzo che era ora. Avrebbe potuto affrontare questa situazione con la forza senza arrivare al punto in cui eravamo arrivati.

Di sicuro non lo sapremo mai.

La moglie di Kuroi si mise a piangere e strinse il marito. “Ci commuove il vostro perdono, ma non possiamo continuare a sperare in un perdono anche dalla gente del villaggio dopo tutto questo. Come possiamo convivere con il rimorso di aver ucciso molte persone e a vivere a stretto contatto con i loro parenti? Vi siamo grati, ma non potremmo mai essere felici in questo mondo!”

Naruto, io e Tsunade sgranammo gli occhi a quella frase.

Kuroi la strinse maggiormente a se disse “Estingueremo le nostre colpe e vi libereremo per sempre di due criminali. Grazie!” disse infine rivolgendosi a tutti noi.

“Cosa voi dire? Non vorrete…” cominciò a dire Tsunade spaventata per quello che avrebbero potuto fare.

In quel momento Sasuke che aveva appena atterrato un criminale, si voltò un istante verso di noi e subito dopo gridò a tutti “Allontanatevi immediatamente da qui!”

Naruto si girò verso l’Uchiha e lo stessi faci anch’io guardando preoccupata il mio ex compagno di squadra, il quale ci riferì

“Sono carici di carte bombe sotto i vestiti e fra qualche istante salteranno in aria e con loro tutto ciò che sta intorno nel giro di 10 metri! Allontanatevi!”

Naruto si girò a guardare nuovamente i due…il suo sguardo era indecifrabile.

Kuroi gli accennò a un sorriso “Non possiamo essere felici in questo mondo, ma lo potremo essere nell’aldilà” disse stringendo le mani della moglie “Nessuno potrà più dividerci!”

 

 

 

Chiedo scusa per la lunga attesa, ma ho avuto un periodo di black out, dal quale non credo di essere ancora uscita, ma oggi rileggendo un po’ la storia mi sono decisa a continuarla.

Sinceramente non sono molto soddisfatta però…lascio a giudicare voi.

Se tutto procede secondo i pieni, il prossimo capitolo dovrebbe essere l’ultimo, ma non garantisco niente.

Nel frattempo…recensite e buon anno a tutti.

Neko =^.^=

 

  
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