Bella
“Gli
uomini” pensai
“sono strane creature”
Rubare
un bacio in
punto di morte era decisamente una follia.
Scuotendo
la testa, mi
alzai in piedi e afferrai il corno della mia cintura.
Suonai
l’allarme, mi
tolsi il mantello per coprire lo sconosciuto, e poi mi inginocchiai
accanto a
lui appoggiando la sua testa sul grembo, in attesa che mani
più forti
trasportassero l’inatteso ospite nel castello.
Il
freddo gli aveva
salvato la vita, ma la febbre poteva riportargliela via.
A
suo favore giocavano
la giovinezza e il vigore.
“E
le mie arti” pensai.
Avrei
fatto di tutto
per salvarlo.
Lo
sconosciuto aveva
ripreso conoscenza per due volte durante il trasporto in camera da
letto.
Ed
entrambe le volte
aveva lottato: debolmente, ma con energia sufficiente da far sgorgare
il sangue
dalla ferita, appena il corpo si era riscaldato.
Con
i miei modi spicci,
forse bruschi avevo ordinato a due dei miei uomini di tenerlo fermo
finché il
sedativo non avesse fatto il suo effetto. La saturazione della ferita
gli
avrebbe procurato troppo dolore da sveglio. Ero una donna che non amava
le frivolezze ma
non tolleravo vedere soffrire
la gente.
Presi
le mie erbe e i
miei unguenti e mi rimboccai le maniche della tunica.
Lui
era sdraiato sul
mio letto, nudo avvolto dalla pallida luce che filtrava dalle feritoie.
“Come
è bello!” esclamò
sospirando Jess, la mia assistente.
“Bello
o brutto sta
morendo” risposi secca “premi di più il
panno sulla ferita, non voglio che
muoia proprio sul mio letto”
Scelti
i medicinali mi
concentrai sulla ferita al fianco: partiva da una decina di centimetri
sotto
l’ascella e arrivava fino al bacino con un lungo e terribile
taglio.
Sentii
la fronte
imperlarsi di sudore, mentre studiavo il corpo alla ricerca dei danni
più
pericolosi. Le guance impallidirono dal lavoro, ma le mani rimasero
decise e veloci.
“Quanto
sangue!”
esclamai rabbrividendo. Quanto dolore. Come era riuscito a sopravvivere
con una
simile ferita? Pur ammettendo che il freddo avesse rallentato
l’emorragia,
avrebbe dovuto essere morto da tempo.
Mi
fermai per
detergermi le mani insanguinate in una brocca d’acqua. Ma
quando afferrai
l’ago, Jess sbiancò “Bella , non
vorrete…”
Mi
voltai con sguardo
assente. Mi ero quasi dimenticata della sua presenza.
“Puoi
andare. Il tuo
aiuto mi è stato prezioso”
Appena
Jess fuggì dalla
stanza, mi sfuggì un sorriso.
“Non
capita spesso che
corra con tanto entusiasmo al suo lavoro” mi dissi.
Mi
sedetti al suo
capezzale e con mano ferma iniziai a dare i punti alla ferita.
“Gli
lascerà una brutta
cicatrice” pensai “ma d’altronde non
sarà l’unica”
Quello
era il corpo di
un guerriero: duro e percorso dai segni della battaglia.
Cos’era
che rendeva gli
uomini desiderosi di battersi? Di uccidere? E quale demone abitava in
loro da
renderli orgogliosi di quella sete di sangue?
Anche
quello che stavo
curando era pervaso dalla stessa brama di violenza, ne ero sicura.
Ma
se era arrivato vivo
fino al castello doveva possedere forza, coraggio e orgoglio.
Com’era
giunto fin qui
quel cupo guerriero, e perché?
Dopo
aver cucito la
feria, la cosparsi con un mio balsamo e la fasciai per bene. Poi, una
volta terminato il
lavoro più duro, mi misi alla
ricerca delle ferite minori.
Terminato
l’esame,
presi un panno pulito e iniziai a lavare il sudore della febbre che gli
ricopriva tutto il corpo.
Già,
era bello. Ora
potevo osservarlo serenamente.
Era
alto, muscoloso. I
suoi capelli, sparsi sul cuscino bianco, erano rossi come il fuoco e il
suo
volto era intagliato nella roccia: con zigomi spigolosi e la mascella
quadrata,
il naso lungo e dritto, le labbra piene.
Aveva
lunghe ciglia e
mi ricordavo due occhi verdi.
Di
un verde orgoglioso
e brillante, per quanto febbricitanti e velati dalla sofferenza.
Lo
coprii con un panno
caldo e misi sul fuoco un altro ceppo nell’attesa di rivedere
i suoi occhi riaprirsi.
Per
due giorni e due
notti l’uomo fu in preda alla febbre. Alle volte delirava,
altre doveva essere
immobilizzato per non far riaprire la ferita. Alle volte dormiva come
un morto
e temevo che non si risvegliasse.
Quando
potevo
sonnecchiavo sulla poltrona accanto al letto. Una volta vedendolo in
preda al
freddo mi infilai sotto le coperte per riscaldarlo con il mio corpo.
La
vita era il tesoro
più prezioso ed era crudele che un uomo si spingesse tanto
lontano da casa per
perdere la propria.
L’ultima
notte di
febbre, quasi crollai per la disperazione. Esausta, piansi per la
moglie del
cavaliere e per tutti i suoi cari, che aveva lasciato chissà
dove.
Là,
nel buio e silenzio
della camera, raccolsi tutte le mie forze e feci l’estremo
tentativo.
Imposi
le mani su di
lui.
“La
legge più
importante è non fare del male. Quella che ti
farò stanotte nel bene o nel male
te lo farà. O morirai o guarirai. Se solo conoscessi il tuo
nome…” e gli accarezzai
la sua guancia ispida
“Ora
sii forte e
combatti”
Le
mie mani affondarono
nella ferita e nel suo cuore. Facendo scorrere la mia essenza
attraverso il
sangue, le ossa. Dentro lui.
Lui
gemette. Ma lo
ignorai. Il corpo del guerriero si inarcò in avanti e il mio
indietro quando
fui travolta da un’ondata di immagini che mi
strappò il respiro.
Un
grande castello…una
corona….
Sentii
forza …e
gentilezza.
Vidi
il volto di una
donna , gli occhi pieni di paura.
“Torna
a casa, figlio
mio.”
C’era
musica, calore,
risate. Poi in un lampo tutto cambiò: odore di sangue, tanfo
di morte e di paura.
Sentii
il morso al
fianco, l’acciaio che penetrava la carne. Il dolore mi
strappò un grido dalla
gola.
Il
cuore dello
sconosciuto galoppava nella mia mano. Nell’altra bruciava la
ferita.
“Edward”
gli dissi
“vivete”
Gli
occhi del guerriero
si aprirono, bianchi come la neve.
Il
suo corpo si
rilassò.
“Vivete”
ripetei
chinandomi a baciargli la fronte.
Stavo
per scendere dal
letto, quando un terribile capogiro mi bloccò.
Mentre
svenivo
appoggiai il capo…con straordinaria
naturalezza…sul suo cuore.
***L’angolo
di Amy***
Ciao
Lory,
ciao a tutti,
questo
capitolo mi piace molto, poi io ho una certa passione per il
Medioevo…inoltre
volevo ringraziare il mio tesoro per l’omaggio, mi ha fatto
un immenso piacere
mia cara!
Spero
che
questo capitolo piaccia a voi come è piaciuto a me, un saluto
Amy
Dickinson
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Eccomi
qui con un
veloce aggiornamento, dato che per problemi tecnici potrò
aggiornare solo il
sabato e la domenica quindi per favore vi chiedo di pazientare.
È
la prima volta che mi
diletto con un fantasy quindi perdonatemi la mia poca padronanza del
genere ^^.
Ringrazio
la mia Beta “Amy Dickinson”
, che con grande pazienza
tiene a bada la mia pazzia. Vi consiglio di leggere i suoi di
“deliri”, sono
davvero fantastici.
Ringrazio
le 9 persone
che mi hanno messa nei preferiti e le 7 dei seguiti.
Ringrazio
Goten ed eliza1755
che hanno commentato il primo capitolo.
Al
prossimo
aggiornamento, un besos