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Autore: Lorelaine86    10/01/2010    2 recensioni
In un'isola lontana dove l'inverno sembra non avere fine, una giovane donna guarisce un soldato ferito e scalda il suo cuore....
Genere: Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bella

“Gli uomini” pensai “sono strane creature”

Rubare un bacio in punto di morte era decisamente una follia.

Scuotendo la testa, mi alzai in piedi e afferrai il corno della mia cintura.

Suonai l’allarme, mi tolsi il mantello per coprire lo sconosciuto, e poi mi inginocchiai accanto a lui appoggiando la sua testa sul grembo, in attesa che mani più forti trasportassero l’inatteso ospite nel castello.

Il freddo gli aveva salvato la vita, ma la febbre poteva riportargliela via.

A suo favore giocavano la giovinezza e il vigore.

“E le mie arti” pensai.

Avrei fatto di tutto per salvarlo.

Lo sconosciuto aveva ripreso conoscenza per due volte durante il trasporto in camera da letto.

Ed entrambe le volte aveva lottato: debolmente, ma con energia sufficiente da far sgorgare il sangue dalla ferita, appena il corpo si era riscaldato.

Con i miei modi spicci, forse bruschi avevo ordinato a due dei miei uomini di tenerlo fermo finché il sedativo non avesse fatto il suo effetto. La saturazione della ferita gli avrebbe procurato troppo dolore da sveglio. Ero una donna che non amava le  frivolezze ma non tolleravo vedere soffrire la gente.

Presi le mie erbe e i miei unguenti e mi rimboccai le maniche della tunica.

Lui era sdraiato sul mio letto, nudo avvolto dalla pallida luce che filtrava dalle feritoie.

“Come è bello!” esclamò sospirando Jess, la mia assistente.

“Bello o brutto sta morendo” risposi secca “premi di più il panno sulla ferita, non voglio che muoia proprio sul mio letto”

Scelti i medicinali mi concentrai sulla ferita al fianco: partiva da una decina di centimetri sotto l’ascella e arrivava fino al bacino con un lungo e terribile taglio.

Sentii la fronte imperlarsi di sudore, mentre studiavo il corpo alla ricerca dei danni più pericolosi. Le guance impallidirono dal lavoro, ma le mani rimasero decise e veloci.

“Quanto sangue!” esclamai rabbrividendo. Quanto dolore. Come era riuscito a sopravvivere con una simile ferita? Pur ammettendo che il freddo avesse rallentato l’emorragia, avrebbe dovuto essere morto da tempo.

Mi fermai per detergermi le mani insanguinate in una brocca d’acqua. Ma quando afferrai l’ago, Jess sbiancò “Bella , non vorrete…”

Mi voltai con sguardo assente. Mi ero quasi dimenticata della sua presenza.

“Puoi andare. Il tuo aiuto mi è stato prezioso”

Appena Jess fuggì dalla stanza, mi sfuggì un sorriso.

“Non capita spesso che corra con tanto entusiasmo al suo lavoro” mi dissi.

Mi sedetti al suo capezzale e con mano ferma iniziai a dare i punti alla ferita.

“Gli lascerà una brutta cicatrice” pensai “ma d’altronde non sarà l’unica”

Quello era il corpo di un guerriero: duro e percorso dai segni della battaglia.

Cos’era che rendeva gli uomini desiderosi di battersi? Di uccidere? E quale demone abitava in loro da renderli orgogliosi di quella sete di sangue?

Anche quello che stavo curando era pervaso dalla stessa brama di violenza, ne ero sicura.

Ma se era arrivato vivo fino al castello doveva possedere forza, coraggio e orgoglio.

Com’era giunto fin qui quel cupo guerriero, e perché?

Dopo aver cucito la feria, la cosparsi con un mio balsamo e la fasciai per bene. Poi, una volta  terminato il lavoro più duro, mi misi alla ricerca delle ferite minori.

Terminato l’esame, presi un panno pulito e iniziai a lavare il sudore della febbre che gli ricopriva tutto il corpo.

Già, era bello. Ora potevo osservarlo serenamente.

Era alto, muscoloso. I suoi capelli, sparsi sul cuscino bianco, erano rossi come il fuoco e il suo volto era intagliato nella roccia: con zigomi spigolosi e la mascella quadrata, il naso lungo e dritto, le labbra piene.

Aveva lunghe ciglia e mi ricordavo due occhi verdi.

Di un verde orgoglioso e brillante, per quanto febbricitanti e velati dalla sofferenza.

Lo coprii con un panno caldo e misi sul fuoco un altro ceppo nell’attesa di rivedere i suoi occhi riaprirsi.

Per due giorni e due notti l’uomo fu in preda alla febbre. Alle volte delirava, altre doveva essere immobilizzato per non far riaprire la ferita. Alle volte dormiva come un morto e temevo che non si risvegliasse.

Quando potevo sonnecchiavo sulla poltrona accanto al letto. Una volta vedendolo in preda al freddo mi infilai sotto le coperte per riscaldarlo con il mio corpo.

La vita era il tesoro più prezioso ed era crudele che un uomo si spingesse tanto lontano da casa per perdere la propria.

L’ultima notte di febbre, quasi crollai per la disperazione. Esausta, piansi per la moglie del cavaliere e per tutti i suoi cari, che aveva lasciato chissà dove.

Là, nel buio e silenzio della camera, raccolsi tutte le mie forze e feci l’estremo tentativo.

Imposi le mani su di lui.

“La legge più importante è non fare del male. Quella che ti farò stanotte nel bene o nel male te lo farà. O morirai o guarirai. Se solo conoscessi il tuo nome…” e gli accarezzai la sua guancia ispida

“Ora sii forte e combatti”

Le mie mani affondarono nella ferita e nel suo cuore. Facendo scorrere la mia essenza attraverso il sangue, le ossa. Dentro lui.

Lui gemette. Ma lo ignorai. Il corpo del guerriero si inarcò in avanti e il mio indietro quando fui travolta da un’ondata di immagini che mi strappò il respiro.

Un grande castello…una corona….

Sentii forza …e gentilezza.

Vidi il volto di una donna , gli occhi pieni di paura.

“Torna a casa, figlio mio.”

C’era musica, calore, risate. Poi in un lampo tutto cambiò: odore di sangue, tanfo di morte e di paura.

Sentii il morso al fianco, l’acciaio che penetrava la carne. Il dolore mi strappò un grido dalla gola.

Il cuore dello sconosciuto galoppava nella mia mano. Nell’altra bruciava la ferita.

“Edward” gli dissi “vivete”

Gli occhi del guerriero si aprirono, bianchi come la neve.

Il suo corpo si rilassò.

“Vivete” ripetei chinandomi a baciargli la fronte.

Stavo per scendere dal letto, quando un terribile capogiro mi bloccò.

Mentre svenivo appoggiai il capo…con straordinaria naturalezza…sul suo cuore.

 
 

***L’angolo di Amy***

Ciao Lory, ciao a tutti,

questo capitolo mi piace molto, poi io ho una certa passione per il Medioevo…inoltre volevo ringraziare il mio tesoro per l’omaggio, mi ha fatto un immenso piacere mia cara!

Spero che questo capitolo piaccia a voi come è piaciuto a me, un saluto

Amy Dickinson

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Eccomi qui con un veloce aggiornamento, dato che per problemi tecnici potrò aggiornare solo il sabato e la domenica quindi per favore vi chiedo di pazientare.

È la prima volta che mi diletto con un fantasy quindi perdonatemi la mia poca padronanza del genere ^^.

Ringrazio la mia Beta “Amy Dickinson” , che con grande pazienza tiene a bada la mia pazzia. Vi consiglio di leggere i suoi di “deliri”, sono davvero fantastici.

Ringrazio le 9 persone che mi hanno messa nei preferiti e le 7 dei seguiti.

Ringrazio Goten ed eliza1755 che hanno commentato il primo capitolo.

Al prossimo aggiornamento, un besos

La Vostra Lory ^^.

 

  
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