Baby
Hiroki stava andando ad aprire la porta. Si chiedeva chi fosse che bussava con tanta
insistenza. Solitamente lui non andava ad aprire perché era sempre impegnato con il proprio
lavoro ma ormai non ne poteva più. Aveva cercato di ignorare quel bussare sperando che prima o
poi quella persona tanto fastidiosa avesse smesso ma così non era stato e la sua sopportazione
ormai aveva davvero raggiunto il limite.
- Chi è? -
Nessuna risposta.
Ma il bussare continuava ancora più insistente.
Hiroki sconfitto aprì allora la porta e non vide nessuno quindi la richiuse tra vari
improperi.
Il bussare ricominciò ancora più forte.
- Insomma qui c’è gente che cerca di lavorare, non sono scherzi da farsi! - urlò aprendo di
nuovo la porta.
Ancora nessuno.
Poi qualcosa attirò la sua attenzione. Una piccola manina stava tirando i suoi pantaloni.
Ma la cosa più sorprendente era che attaccata a quella manina c’era una bimba dai capelli rossi
e boccolosi che lo guardava con un’aria supplicante.
- Mi fai entrare? -
- Come scusa? - Hiroki proprio non capiva. Ma chi era quella mocciosa?
- Per favore, mi fai entrare? -
Hiroki non dava cenno di voler rispondere.
- Per favore io ho tanto freddo. - cominciò a piagnucolare la bambina.
Fu allora che Hiroki si riscosse e notò che la bambina aveva accanto un borsone da viaggio.
Sicuramente non era stata lei a portarlo perché era troppo grosso.
Su quel borsone era posato un biglietto. Come si allontanò dall’uscio per leggere il biglietto
la bambina sgattaiolò in casa senza che lui potesse farci nulla.
“Grazie mille Nowaki-chan. Ti devo un favore!” e numerosi cuoricini disegnati un po’ ovunque ma
la cosa che più lo irritava era l’inconfondibile profumo femminile che quel foglio emanava.
Che significava quel biglietto? E perché una bambina era in casa loro con una borsa che
immaginava contenere vestiti che sarebbero bastati fino alla sua maggiore età?
Hiroki decise che era inutile porsi tutte quelle domande, e siccome la bambina sembrava non
avere intenzione di dirgli nulla comprese che la soluzione migliore era chiedere a Nowaki una
volta che fosse tornato.
Come rientrò in casa vide il cappottino abbandonato sul pavimento mentre la sciarpa ed il
cappello erano in bilico sull’appendiabiti. Probabilmente la bambina li aveva lanciati perché
l’appendiabiti era troppo in alto per raggiungerlo, invece il cappotto era troppo pesante.
Hiroki raccolse anche quell’indumento e lo appese.
Come rientrò in soggiorno notò che la bambina si era comodamente sistemata sul divano e stava
guardando i cartoni animati.
Hiroki innervosito andò a spegnere il televisore. Lui doveva lavorare.
Aveva offerto un riparo dal freddo a quella bambina senza sapere chi fosse ma proprio non gli
piaceva l’idea che si mettesse troppo a suo agio.
- Ehi, ma io lo stavo guardando! -
- Vedi di stare lì buona e in silenzio che io devo lavorare. -
- Ma io mi annoio. -
Hiroki nel frattempo si era riseduto al tavolo circondato dai suoi amati libri intento a
ripassare il programma che avrebbe dovuto spiegare il giorno seguente.
- Ti va di giocare con me? -
La bambina gli stava tirando un bordo della maglietta.
- Non vedi che non ho tempo? Siediti lì buona e non disturbare! - le disse indicando il
divano.
La bambina, palesemente offesa gridò:
- Sei proprio un antipatico! -
E si andò a sedere sul divano con le braccia incrociate fissando in modo truce Hiroki.
Il professore era alquanto infastidito da quello sguardo fisso su di lui ma cercò di
concentrarsi sul libro che aveva davanti fino a quando una decina di minuti dopo sentì la porta
aprirsi.
* * * * *
Nowaki era finalmente tornato a casa. Purtroppo era in ritardo ma siccome era il suo ultimo
giorno di lavoro prima delle ferie aveva dovuto sbrigare alcune faccende prima di potersene
andare.
Si stava togliendo la giacca pronto ad appenderla e notò un piccolo cappotto blu.
Oh, no. Kirye-chan deve essere già arrivata e senza darmi il tempo di parlarne ad Hiro-san.
Sono un uomo morto.
Si diresse verso il soggiorno.
- Allora sei già arrivata Kirye-chan… - le parole gli morirono in gola.
La bambina era seduta sul divano intenta a fissare con odio Hiro-san.
Hiro-san dal canto suo lo stava guardando con aria minacciosa.
La tensione nell’aria era palpabile.
Nowaki si diresse verso il suo amore. Doveva assolutamente spiegargli tutto e se possibile
tentare di calmarlo.
- Hiro-san, lascia che ti spieghi… -
- Ehi, fratellone, posso guardare i cartoni animati? – gli chiese la piccola che si era
avvicinata a lui con occhi supplichevoli.
- Ma certo, mettiti pure comoda. Io intanto devo parlare con Hiro-san. –
Gli occhi di Kirye si illuminarono, finalmente aveva avuto il permesso di fare quello che
voleva così dopo aver rivolto ad Hiroki una linguaccia si andò a mettere comoda sul divano
riaccendendo il televisore.
- Fratellone? – chiese Hiroki alzando un sopracciglio.
- Perdonami Hiro-san, sei stato così impegnato che non ho avuto tempo di parlartene. Una
dottoressa che lavora con me mi ha praticamente obbligato a tenere sua figlia mentre lei se ne
va in crociera con suo marito. Non so come ma ha scoperto che anche io ero in ferie questa
settimana e quindi mi ha costretto a prendermi cura di lei. –
- Non hai pensato di consultarmi prima di accettare di avere una marmocchia in giro per casa?!
Beh, comunque tu ti sei messo in questo guaio tu te ne tirerai fuori. Io devo lavorare quindi
fa in modo che non senta volare una mosca. E questa rimane spenta. – gridò spegnando il
televisore e portandosi il telecomando nello studio dopo aver sbattuto con rabbia la porta.
- Hiro-san… -
* * * * *
Nowaki sapeva bene che il suo Hiro-san avrebbe preso male la notizia, ma purtroppo non si era
potuto tirare indietro. Per ogni scusa che avesse tirato fuori la dottoressa aveva avuto una
risposta più che ottima.
Aveva provato a dirle che non aveva tempo, ma lei aveva scoperto che era in ferie ed aveva
obiettato che qualsiasi faccenda avesse avuto da fare avrebbe potuto portare la piccola con
lui.
Aveva provato a dirle che non era in grado di occuparsi di una bambina così piccola ma non ci
aveva creduto nemmeno per un istante.
Aveva provato a dirle che la persona con cui viveva non amava i bambini ma aveva risposto che
Kirye-chan le assomigliava così tanto che nessuno le poteva resistere.
Insomma, non c’era stato verso di farla desistere e così ora si ritrovava a dover far da
babysitter a quella bambina per un’intera settimana e per di più dovendo anche sopportare le
occhiatacce del suo Hiro-san. E lui che aveva sperato di viziarlo in ogni modo possibile per
tutta la settimana... Voleva portargli la colazione a letto ogni mattina, accompagnarlo a
lavoro ed andarlo a prendere ogni giorno. Voleva pranzare e cenare insieme per tutta la
settimana preparandogli i suoi piatti preferiti, farlo rilassare quando tornava a casa
stressato da lavoro e soprattutto avrebbe tanto voluto fare l’amore con lui in ogni angolo
della casa. Insomma, voleva essere il compagno perfetto per il suo Hiro-san. Ma quell’arpia
aveva distrutto tutti i suoi buoni propositi con quel sorriso malefico ordinandogli di
prendersi cura di sua figlia mentre lei se la spassava con il marito. Aveva avuto la sua stessa
identica idea, con la differenza che lei poteva anche realizzarla. L’unica cosa che aveva
ottenuto lui invece era di far infuriare Hiro-san che probabilmente non lo avrebbe perdonato se
non in punto di morte. Forse.
* * * * *
Un titolo stupido per una storia stupida. Vedendo mio fratello alle prese con la figlia che ha
appena avuto, mi sono chiesta come si comporterebbe Hiro-san e questo è ciò che ne è uscito.
L'ho scritta tanto per ridere e non l'ho nemmeno riletta. Come è uscita è uscita, tanto non è
una cosa seria.
Ci saranno 4 o 5 capitoli ma sono tutti corti. Avrei potuto mettere tutto insieme ma così c'è
più suspense (=.= sì, lo so che sono stupida).
Ringrazio tantissimo chi ha commentato l'altra storia, siete state davvero gentili e mi ha fatto molto piacere ^^
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