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Autore: Tynuccia    13/01/2010    3 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Il sangue che gli macchiava copiosamente l'uniforme era il premio che ambiva maggiormente.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Follia

 

*

 

 "Buongiorno, signore!"

Yzak Joule non si degnò neppure di rispondere al carceriere, ma continuò a camminare spedito nei sotterranei della prigione di PLANT. Dopo l'incidente con Patrick Zala e, poi, con Gilbert Dullindal, la sua beneamata nazione era stata molto cauta ed attenta nell'eleggere un nuovo presidente che potesse guidarne le sorti senza ricorrere ad esortazioni razziste o terribili macchine atomiche in grado di spazzare via un quarto di universo nel giro di una manciata di secondi.

L'albino lo sapeva bene, dopotutto alla fine della guerra aveva continuato a lavorare nel Consiglio e ad ogni riunione riguardante la scelta del nuovo leader politico aveva ascoltato ogni singola sillaba con la speranza che, quella volta, non avrebbero fatto i medesimi errori commessi in passato.

Dopo settimane di discussioni e, talvolta, accesi litigi, erano giunti a nominare un uomo sui trentacinque anni che sembrava incarnare tutti gli aspetti positivi di PLANT uniti ad una mentalità tremendamente affine a quella della mediatrice, Lacus Clyne, ed un'enorme disponibilità al dialogo, ma comunque risoluto e determinato. Deacon Grouch era stata la benedizione del Cielo che i Consiglieri attendevano dalla morte di Siegel Clyne, o forse anche da prima visto l'eccessivo buon cuore del defunto politico, ed il suo mandato quinquennale era stato rinnovato dalla poplazione stessa, prolungando il suo governo ad un decennio.

In quei giorni l'uomo stava preparando i bagagli per lasciare il suo ufficio in quanto la legge di PLANT non permetteva ad una persona di guidare la nazione per più di due mandati e Grouch, volente o nolente, aveva accettato con un sorriso la sua sorte, pronto a ricevere la nomina di senatore a vita oltre ad onore e gloria per aver condotto la sua gente ad un futuro migliore e con una drastica riduzione dei conflitti.

Yzak lasciò che un ghigno arricciasse le sue labbra. Era divertito ed amareggiato allo stesso tempo.

Il Presidente, dopotutto, poteva anche essere perfetto su quasi ogni punto di vista, ma, come tutti gli uomini, aveva delle debolezze e, quando l'albino le aveva scoperte, non ci aveva pensato su due volte.

Aveva preso un appuntamento con il politico e, dopo avergli illustrato brevemente la situazione, aveva posato sulla sua scrivania una ventiquattrore colma di denaro. A trent'anni suonati e senza un futuro che gli arridesse, i soldi erano l'ultimo dei suoi pensieri mentre per il quarantacinquenne che gli sedeva di fronte occupavano il primo posto della lista delle sue priorità, insieme alle belle donne.

Grouch si era leccato i baffi, letteralmente, ed aveva apprezzato la facciatosta con cui il Comandante e Consigliere Joule stava cercando di corromperlo.

Era animato da buoni propositi, del resto, no? Con un sorriso quasi paterno il Presidente soppesò un mazzetto di banconote verdi, spiegando all'uomo i dettagli del caso e decidendo che avrebbe portato a cena la sua nuova moglie quella sera stessa, prima di correre dall'amante per riservarle un simile trattamento.

 

 "Soldato…?"

 "Hahnenfuß, signore. Shiho Hahnenfuß."

Yzak annuì, guardando la sua scheda e rimanendo impressionato dal titolo di asso che il suo superiore le aveva dato. Una donna pilota e capace era una sorpresa per lui. Spostò gli occhi cobalto dal foglio al viso della sua nuova sottoposta e si mise sull'attenti. "Benvenuta nel Joule Team, Shiho Hahnenfuß. Mi aspetto grandi cose da te."

 "Signorsì, capitano!"

 

L'eco dei suoi passi rimbombava pesantemente e le urla dei prigionieri lo raggiungevano come ovattate. Grouch gli aveva spiegato per filo e per segno dove sarebbe dovuto andare e quelle misere richieste d'aiuto non riuscivano a commuoverlo: se in passato la gente lo additava come uomo dal cuore di ghiaccio, sbagliandosi, ora lo era diventato davvero.

 "Ohi, Yzak! Sei proprio sicuro di quello che vuoi fare?"

Dearka Elthman, fedele come sempre, l'aveva seguito anche in questa insensata missione. Non l'avrebbe mai ammesso, ma gliene era grato e, nonostante fosse ogni giorno meno lucido, accecato com'era dall'odio, si ritrovò a pensare che, dopotutto, non era poi così solo come pensava: c'era il suo migliore amico, c'era il Bastardo, c'era Cagalli Yula Athha, c'era Kira Yamato, c'era Lacus Clyne. C'era sua madre.

Con una smorfia addolorata accelerò la sua andatura. Cosa cazzo gliene importava se, alla fine, lei non c'era?

 

 "Cosa c'è? Non vedi che sto lavorando, Maggiore?"

 "Sono terribilmente dispiaciuta, signore, ma ho perso una scommessa con Elthman," replicò Shiho con le gote in fiamme. "La pagliuzza più corta è toccata a me, questa volta."

Yzak incrociò le dita sotto il mento e fece un cenno verso la sedia davanti alla sua scrivania. La conosceva da un bel po' di anni, ormai, quasi cinque. Eppure lei arrossiva sempre come se fosse stato il primo giorno. La guardò mentre si sedeva, a disagio, ed iniziava a giocherellare con una ciocca di capelli, involontariamente.

 "Sarò magnanimo. Ti regalo due minuti del mio tempo."

 "La ringrazio, signore."

 "Centoventi… centodiciannove… il tempo passa, Hahnenfuß."

Shiho sobbalzò e distolse lo sguardo, tremendamente in imbarazzo. "Io… io…"

 "Centodiciotto… centodiciassette…"

 "Sono innamorata di lei, Comandante Yzak Joule, signore!"

Yzak alzò un sopracciglio e la fissò incuriosito: tremava come una foglia e, ormai, il suo volto faceva perfettamente pendant con la sua divisa da Red Coat. "Interessante."

 

 "Sì, sono sicuro, Dearka," rispose l'albino mentre si passava una mano nei capelli in attesa dell'ascensore che li avrebbe portati al secondo piano. "Non potrebbe essere altrimenti."

L'Ufficiale sospirò pesantemente. "Potresti pentirtene."

 "Sono già pentito."

 "E allora, perché…?"

 "Perché glielo devo," lo interruppe l'albino con voce scocciata e malinconica. "Per lei questo ed altro."

 

 "Sono certo che Dearka abbia barato," disse improvvisamente Yzak, affondando il volto nei capelli profumati di Shiho. "Sapeva perfettamente qual era la pagliuzza più lunga e se l'è presa."

La tedesca soffocò un'imprecazione, stringendo il giovane uomo tra le sue braccia. "Che figuraccia."

 "Ha fatto bene," rispose con tono calmo l'albino mentre le baciava pigramente il collo. "Altrimenti non avremmo mai fatto il primo passo."

Lei arrossì, rafforzando con dolcezza la presa. "Non credevo che anche lei potesse amarmi."

 "Mi sottovaluti, Maggiore."

 "Forse. Oppure non ho mai voluto sbilanciarmi e sognare ad occhi aperti."

 "Uno dei tanti aspetti che mi piacciono di te."

Trascorsero qualche istante in silenzio, fino a quando Shiho ridacchiò divertita, coprendosi la bocca con la mano chiusa a pugno. Yzak le lanciò un'occhiata interrogativa. "Beh… Dearka una volta ha detto che la presenza del letto nell'ufficio del Comandante di vascello è la comodità più invidiata dai sottoposti. All'epoca non avevo capito il senso di questa affermazione, ma ora devo ammettere che è davvero comodo averne uno a portata di mano."

L'albino stese le labbra verso l'alto e si mise a cavalcioni della sua sottoposta. "Dovrò insegnarti ad essere più maliziosa, Shiho."

 "Pensavo l'avessi appena fatto prendendomi qua e subito, appena dopo la mia dichiarazione, Yzak."

 

Il corridoio davanti a loro era illuminato dalla luce del giorno, agli albori, che filtrava attraverso ampie vetrate da cui si poteva ammirare il mare cristallino di Aprilius One, in lontananza una base di ZAFT in cui, in tempi di tensione, eppure più rilassati e felici, si erano allenati sotto la supervisione di un annoiato Miguel Ayman.

Dearka scosse il capo e seguì Yzak, affiancandosi a lui. "Per essere un carcere è un bel posto."

L'albino ghignò sadicamente, svoltando a destra. Ormai la sua espressione rasentava la pazzia più pura. "Ho chiesto al Presidente di concedergli una cella con vista mare ed evitare di servirgli il rancio della galera negli ultimi due giorni."

 "Come mai?"

 "Avrà pensato di averla fatta franca. Avrà sperato di rivedere la sua famiglia."

 "Sembri abbastanza confidente."

Yzak allargò il ghigno, estraendo la pistola. "Lo sono perché ho anche chiesto al Presidente di fargli sapere che l'avrebbero liberato."

Dearka non aveva mai avuto tanta paura del suo migliore amico come in quel momento, mentre entrambi si fermavano davanti ad una piccola cella che ospitava un uomo dai corti capelli castani e grandi occhi verdi.

 "Inizia lo show," mormorò Yzak, nascondendo l'arma dietro alla schiena e facendo un cenno all'Ufficiale Elthman perché aprisse la grata con le chiavi che Grouch gli aveva consegnato qualche ora prima.

 

Shiho uscì dal bagno ed iniziò a pettinarsi i lunghi capelli scuri. Si guardò nello specchio e sorrise stancamente.

 "Follia pura," sentenziò dopo un attimo di silenzio in cui si poteva udire solo il movimento fluido della spazzola. "Follia."

Dal letto in cui era sdraiato, Yzak sorrise divertito. "Non ti ho mica obbligata."

 "Anche questo è vero, signore. Mi stavo solo chiedendo cosa diranno i nostri colleghi tra un paio di ore quando vedranno che portiamo la fede."

L'albino si alzò e si parò dietro di lei, strappandole la spazzola di mano ed offrendosi di continuare il lavoro al posto suo. Lei non protestò e guardò il suo riflesso, apprezzando la gentilezza dei suoi gesti.

 "Dicano quello che vogliono, signora Joule. Non me ne potrebbe fregare di meno."

 "E tua madre?"

 "La sua vita ormai ruota intorno alle varie qualità di tè. Gli arresti domiciliari l'hanno rincoglionita e credo che la sua unica reazione sarà una di gioia. Finalmente il suo bambino si è sposato."

 "Sì. Con la figlia di Theodore Hahnenfuß."

 "Un altro sconsiderato che non può uscire di casa," commentò Yzak, poggiando la spazzola sul ripiano e spostandole tutti i capelli in modo che cadessero morbidamente sulla sua spalla sinistra. I loro sguardi s'incontrarono attraverso lo specchio. "Non ho mai apprezzato tanto una decisione presa in cinque minuti."

 "Neanche io," ammise Shiho con un sorriso timido. "E sai cosa ti dico? Che quelli di ZAFT se ne sbattano le palle o che ci facciano i complimenti… non interessa neppure a me."

 "Ehi, le parole… ora sei la signora Joule, devi contenerti, madame."

La tedesca s'imbronciò. "Il bue che dice cornuto all'asino."

 "Io posso. Io non sono la signora Joule."

 "A guardare la pettinatura… non si direbbe."

 "Sei morta, donna!"

 

La grata scattò con un rumore assordante e Yzak dovette mantenere la calma mentre si avvicinava al prigioniero.

 "Buongiorno, Jeorg White. Dormito bene?"

Il Natural alzò un sopracciglio, cercando di atteggiarsi ad un uomo sprezzante e sicuro di sé mentre lo sguardo impaurito nei suoi occhi verdi gridava il contrario: se l'avessero davvero liberato perché ora si ritrovava di fronte a due Alti Ufficiali di ZAFT? Non sarebbero bastate un paio di guardie carcerarie? La sola vista dei Coordinators gli faceva venire la nausea.

 "Dearka, è lui?"

 "Signorsì."

 "Molto bene."

Yzak continuò con la sua farsa, mettendosi sull'attenti e iniziando ad elencare le procedure di liberazione davanti ad un incredulo Dearka che si chiedeva fin dove si sarebbe spinto il suo amico. E se la vendetta fosse davvero così tremenda.

 "… lascerai per sempre questa prigione tra pochi minuti, White. Ancora un pochino di pazienza, uh?"

Jeorg, ormai certo che l'uomo dai capelli argentei fosse davvero andato lì per liberarlo, annuì. "Grazie, Coordinator."

 "PREGO!" urlò Yzak, avanzando e puntando la pistola in mezzo alla sua fronte.

 

 "Yzak…" cominciò a dire Dearka, ma fu zittito dalla mano alzata del Comandante. Non l'aveva mai visto così distrutto.

 "Devi proprio comunicarmelo?"

 "È il protocollo."

L'albino annuì e si coprì gli occhi stanchi ed arrossati con le dita. "Procedi."

Il mulatto sospirò e guardò il rapporto che stringeva con troppa forza. La vista gli si annebbiò a causa delle lacrime. "Q-qui dice che la signora Shiho Joule è stata catturata il 14 agosto da un gruppo appartenente ai Blue Cosmos. Fino a ieri, 25 agosto, non se ne sapeva nulla. Hanno trovato il suo cadavere davanti alla Sede Centrale verso le ventidue e trenta di ieri sera."

 "Le hanno fatto qualcosa?"

 "Vicino al corpo c'era una lettera firmata dal capo del movimento, un certo Jeorg White. Diceva che l'hanno usata per esperimenti scientifici. L'autopsia ha confermato. La dottoressa mi ha comunicato che, effettivamente, mancavano parecchi tessuti."

 "Capisco…" mormorò Yzak, sospirando. "Puoi andare, Elthman."

 "Yzak, se hai bisogno di qualcosa io e Miriallia ci siamo."

 "Ho detto che puoi andare."

 "Signorsì," Dearka scattò sull'attenti e lasciò l'ufficio. Non si stupì neppure quando, una volta chiusa la porta, udì il suo migliore amico urlare. Un urlo che gli fece accapponare la pelle nonostante fossero in piena estate.

 

 "Ricordi Shiho Joule?"

Jeorg sgranò gli occhi, pieni di lacrime amare. "L-la Coordinator?"

 "Rispondi, qua le domande le faccio io."

 "Sì… l'abbiamo rapita cinque anni fa per degli esperimenti. Dai risultati abbiamo appurato che è impossibile impiantare i geni di voi Coordinators nei Naturals."

Yzak scoppiò in una risata carica d'odio. "Complimenti, avete proprio dei gran dottoroni tra le vostre file, uh?"

Il membro dei Blue Cosmos preferì non controbattere, ma spostò lo sguardo sul mulatto nell'angolo: appariva spaventato quasi quanto lui.

 "Fortunatamente hai fatto esplodere un bel po' di noi anche qui ad Aprilius. Quando ho sentito il tuo nome al telegiornale, White, mi sono eccitato," si confidò l'albino, aumentando la pressione della pistola contro la fronte, in modo che iniziasse a sanguinare. "Mi sono detto 'Oh, finalmente potrò vendicare mia moglie!', sai?"

 "M-moglie?"

 "HO DETTO CHE LE DOMANDE LE FACCIO IO!" urlò il Comandante di ZAFT, paonazzo. "Sì, mia moglie! Hai l'onore di parlare con Yzak Joule."

Jeorg rimase in silenzio mentre iniziava a tremare.

 "Perché lei?"

 "Perché aveva la divisa da Red Coat. Significava che era un pilota d'élite."

 "Lo era," assicurò Yzak. Ghignò nuovamente, affiancandosi all'orecchio del prigioniero. "Anche tua moglie era parecchio bella, comunque. Quei capelli… quegli occhi… davvero ammirevole."

 "C-Cosa le hai fatto?! Sta bene?!"

Il ghigno si allargò. "Mah… chissà…"

Il Blue Cosmos ormai aveva perso le staffe e la felicità. "La mia Patricia… tu… bastardo…"

 "Ti ho ripagato con la stessa moneta."

Jeorg tremò ulteriormente, urlando a perdifiato. Posò lo sguardo sul suo aguzzino e, persa la lucidità a sua volta, rise. "Ahh, dovevi sentirla quella puttana mentre la vivisezionavano… continuava ad invocare il tuo nom-"

Yzak premette il grilletto, un'espressione indefinibile sul suo volto. La testa del Natural esplose e Dearka dovette trattenere un conato di vomito.

 "Ben ti sta."

L'albino si voltò e fece per uscire dalla cella quando vide il suo riflesso nella finestra di fronte. Il sangue che gli macchiava copiosamente l'uniforme era il premio che ambiva maggiormente. Si sfilò il cappotto rapidamente e lo tese al suo collega dalla pelle ambrata. "Pensaci tu."

 "Hai ucciso veramente quella donna?"

Yzak lo guardò, un sopracciglio alzato. "No. Ho solo fatto qualche ricerca."

I due si allontanarono a grandi passi da quella stanzetta maledetta.

 "Dearka?"

 "Hm?"

 "Credi che io sia un mostro?"

 "Non sono nessuno per giudicarti. Abbiamo ammazzato altre volte e per ragioni più futili."

 "Grazie."

 

 "Yzak?"

 "Cosa?"

Shiho sorrise, servendogli la cena. "Se dovesse succedermi qualcosa tu ammazzeresti il mio assassino?"

 "Dopo averlo torturato barbaramente."

La tedesca sospirò, scoccandogli un bacio sulla guancia. "Buono cane, a cuccia. Non c'è bisogno di rizzare il pelo. È solo una supposizione visto che le tensioni non si sono ancora estinte."

Yzak scosse il capo. "Guarda che ero serio."

Lei si sedette di fronte a lui con un sorriso rassegnato. "Grazie, ma lasciatelo dire. Sarebbe una follia."

L'albino scoppiò a ridere, fissando la sua innamorata. "Hai ragione. Una follia."

 

Una follia che, all'incirca dieci anni dopo, avrebbe commesso a sangue freddo con la certezza che la sua Shiho, dovunque fosse dopo essere morta, stava sorridendo, orgogliosa ed innamorata, di suo marito.

 

*

 

Innanzitutto vorrei ringraziare Shainareth per i preziosissimi consigli e per le belle parole visto che, quando le ho fatto leggere questa one-shot, ero altamente insoddisfatta del risultato. E anche per il betaggio, ora che ci penso XD.

Come già dicevo a lei, sono fermamente convinta che dovrei smetterla di scrivere ff quando sono alterata a livello emotivo, o partorisco certe oscenità sanguinolente e crude, che sono agli antipodi con le mie solite storie tutte dolci e romantiche. Va bene che ogni tanto bisogna cambiare, ma così…

In ogni caso, ringrazio tutti per la lettura e spero vivamente di non avervi traumatizzati: l'ultima volta che ho spostato la mia attenzione su temi più morbosi ho ottenuto solo un nuovo, incerto sentimento alla vista dei pianoforti.

Hanako.
  
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