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Autore: Kseniya    16/01/2010    6 recensioni
Mi guarda con odio, sì, con vero e proprio odio.
“Puoi uscire per piacere?!” cerca di mostrarsi garbato, ma il ruggito fuoriuscito da quelle labbra che amavo baciare fino allo sfinimento distruggono il suo sforzo. [...]

Pagherò per l'eternità il mio errore. Per sempre dovrò sopportare questa rammaricante realtà.
E fuori, anche se ci sarà un sole allegro, per me nevicherà sempre.

~Dedicata al mio Bri~
[BorisxJulia]
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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..+*Nevicherà Sempre*+..



Non ho mai pensato seriamente alla mia morte.
Sinceramente non mi sono mai interessata ai lati mistici che sfiorano la vita di ogni essere vivente.
Non perdo tempo in queste sciocchezze.
Non mi interessa.
Trovo banale il modo in cui la gente si tormenta con assurde domande che non avranno mai risposta.
La vita la si vive nel momento in cui si accetta di non poter sapere tutto.
Non siamo degni di sapere ogni piccola verità.
In realtà Dio non esiste.
Noi dipendiamo solo da noi stessi.
Il nostro è un percorso improvvisato.
Non abbiamo una destinazione, né una guida, siamo soli.
E poi, mi chiedo, perché pensare negativamente alla nostra morte durante una giornata come questa?
I flebili raggi solari penetrano con fatica attraverso le sottili fibre della tenda, illuminano la stanza e baciano il mio viso forse un po' fastidiosamente.
Odio questo sole freddo e ben poco accogliente. . . E odio Mosca.
Mosca – come ogni città della Russia – è bella solo da vedere in una cartolina. Ammiri un bel pezzo di cartone con raffigurata la cattedrale della città innevata, con gli abitanti felici e sereni. Ma è solo una cartolina, ha ben poco di reale.
Ho sin dalle origini della mia vita amato il caldo. Un caldo che ti stringe e ti protegge.
Oh, potessi tornare indietro correrei subito a casa, nella mia amata Madrid. Amo quella città energica e caotica.
Tornei subito a farmi accarezzare da sole e il caldo mite che occupa tutta la città.
Ricordo che mamma diceva sempre che i raggi di un sole caldo regalano voglia di vivere. Aveva ragione. . . In questa città non vedo nulla di esattamente vivo. Le strade sono deserte e gli abitanti hanno disegnata sul volto un espressione triste e vuota. Forse a mancarmi non è solo la mia amata patria, bensì anche mia madre.
Dicono tutti che mi assomiglia, a parte i capelli corti e le rughe.
Ricordo che ogni volta che guardavo i suoi occhi, da bambina, vedevo come una sorta di luce speranzosa che regalava una sensazione di leggerezza.
Era come se, attraverso un semplice sguardo, riuscisse a liberarti da ogni peso, da ogni rimorso.
Mio fratello Raul, invece, seppur sia il mio gemello, assomiglia di più a papà.
Oh, come mi manca la mia famiglia. . . Avrei tanta voglia di riabbracciarli, di poter rivedere il loro splendidi sorrisi. . . Ma anche se potessi non lo farei. Sono qui, in questa fredda città, per una ragione e mai me ne andrò fino a che non avrò raggiunto il mio obbiettivo. Seduta in quella che oramai è la mia camera, cerco di concentrarmi nel riporre ogni indumento al proprio posto nell'armadio, ma in realtà aspetto di sentire il rumore della porta aprirsi.
Immagino che il suo fastidioso cigolio spicchi anche attraverso i muri massicci di questa specie di collegio.
Sono impaziente di avere sue notizie. E' da ieri sera che non l'ho né visto né sentito.
Da quando il suo migliore amico è finito in ospedale lui è diventato particolarmente irascibile.
Non mangia neanche. E pensare che ha sempre amato mettere qualcosa sotto i denti.
Posso capire il suo stato d'animo. Dopo tutto Yurij è l'unica persona di cui si fida.
Boris ne ha passate fin troppe per potersi fidare di altre persone.
Troppe volte è stato tradito, troppe. E io, con grande rammarico, gli ho donato uno di questi tanti tradimenti.
Sono qui per farmi perdonare standogli vicino in questo periodo nero per lui.
Sto cercando di mettercela tutta, mi sto impegno al massimo.
Eppure lui sembra non accorgersi del mio aiuto. Mi ignora, mi fredda con lo sguardo e a stento mi rivolge la parola. Questo suo comportamento mi fa stare dannatamente male.
Non riesco a sopportare che la persona che più amo mi tratti così.
Non ci riesco. Non ce la faccio.
La vibrazione del mio cellulare riesce a scacciare questi tristi pensieri.
Mi precipito ad afferrare l'aggeggio meccanico e con mani tremule apro il messaggio, sperando con tutto il cuore sia Boris.


Da: Boris
«Non mi aspettare, non torno questa sera.»



Il cuore mi manca di un battito.
Quella frase oramai è scritta in ogni benedetto suo messaggio.
E' ovvio che sta cercando di evitarmi.
Non posso biasimarlo, dopo quello che gli ho fatto. . .
Ma allora perché rimango così male dinanzi alla sua freddezza?
Sono ben consapevole di quanto faccia bene ad odiarmi e a disprezzarmi, eppure non riesco ad accettarlo.
Io amo Boris. Lo amo come non ho mai amato nessun altro.
Se potessi tornerei indietro e cercherei di impedirgli di andarsene via da me.
Cercherei in qualche modo di allontanarmi dalla tentazione e di avvinghiarmi strettamente tra quelle sue muscolose braccia che tanto amo.
Rinnegherei Kei. . . Lo manderei al diavolo. . .

“E così che stanno le cose, Julia?”.
Non avevo mai pensato seriamente alla fine di quella stupenda storia con lui, nonostante da un po' di giorni ne avessi avuta più di un'occasione, ma di sicuro non l'avrei mai immaginata così tragica.
Con il fiato sospeso e il cuore scalpitante, fissavo gli occhi smeraldini di Boris, dall'altra parte della stanza.
Kei stava raccogliendo i suoi vestiti sparsi per la stanza tremolante. Era evidente che aveva paura.
Conoscevo Boris, sapevo che sarebbe bastata una parola di troppo per mandargli la bile in ogni dove del suo corpo.
Bastava poco per fargli perdere la pazienza.
Mi fissava, ma non con lo stesso suo sguardo di sempre. Il suo solitamente era uno sguardo di sfida, ben poco amichevole e sicuro di sé. Quella sera, però, i suoi occhi raffiguravano uno sguardo triste e... Deluso.
“Boris... Io...”.
“Non dire niente. Non mi serve. Voglio solo che tu sappia che mi fai schifo” parole troppo pesanti da poter digerire. Mi sentivo male, era come se stessi morendo.
Mi sentivo morire.
Era senz'altro un brutto modo per andarsene, morire con la consapevolezza di aver compiuto un gesto disgustoso. Non era di certo una maniera nobile di morire.
Stranamente Boris lasciò la stanza, rivolgendo semplicemente uno sguardo deluso a Kei, che aveva fin da sempre considerato un amico.
Ancora più strano era il fatto che avesse privato il viso di Kei da un pugno.
Quello che avevo dinanzi agli occhi non era il Boris che conoscevo io, ma era un
ragazzo triste, abbattuto e tradito.


Scuoto la testa rapidamente.
Dovrò pur rispondergli, seppur lui preferisca il mio silenzio.
Con insicurezza digito i tasti del cellulare, scrivendo un messaggio di disapprovo sulla sua decisione giornaliera.

«No, devi tornare a casa. Non puoi stare in giro con questo freddo.»



So che non servirà a fargli cambiare idea, ma, come si suol dire, tentar non nuoce.
Mi butto a peso morto sul letto. Su quel letto dove ho consumato tutto il mio amore con lui.
Dove ho avuto la mia prima volta, dove sono ancora racchiusi momenti significativi e di estrema importanza per me.
Lascio che una lacrima mi solchi il viso, la lascio scivolare tranquillamente. Non ho mai avuto timore a mostrare i miei sentimenti, né a piangere.
Non chiedo a nessuno di essere un'insensibile.
Dopo tutto sono umana. E come ogni essere umano, ho bisogno d'affetto e di una seconda possibilità.
Darei la vita pur di poter riavere un'altra occasione con Boris.
Darei la vita per lui. . .
Per lui sono pronta a tutto.

*



Non esiste animale più pericoloso al mondo di un lupo ferito.
Ora sei ferito Yurij. Sei in fin di vita. Ma mi sembri tutt'altro che pericoloso.
Non lo sei mai stato ai miei occhi. Anzi, se devo essere sincero, ti ho sempre considerato fragile.
E tu lo sai, lo sai bene.
Entro dentro la stanza e chiudo la porta alle mie spalle, guardando con timore il letto situatomi di fronte.
I miei passi sono lenti, a differenza del mio cuore che continua a martellarmi nel petto riuscendo ad affannarmi il respiro.
Silenzio. In questa stanza domina il silenzio. Ho sempre avuto paura della mancanza di un suono.
Il silenzio mi ha sempre spaventato. Fortunatamente a farmi compagnia c'è il monotono suono dell'elettrocardiogramma.
Ormai ti sono accanto, Yurij. Sento gli occhi pizzicare; vederti in queste condizioni fa male.
Mi soffermo ad ammirare il tuo splendido viso pallido e spento. Hai ben poco di vivo in questo preciso istante.
Ti sposto una ciocca ramata di capelli, rabbrividendo al tocco della tua pelle fredda. Le braccia sono piene di aghi, che, seppur abbiano un aspetto inquietante, servono a tenerti in vita.
Finito sotto i ferri per un'insulsa sfida di inutili trottole. Il Beyblade troppi giorni ci ha fatto sprecare.
Ogni attenzione dedicata a quel maledetto sport non ha fatto altro che portarci sofferenze. Atroci sofferenze.
“Ciao Yurij” e guarda come, invece, mi sono ridotto io; avvolto in un velo malinconico, con le gote inumidite di vergognose lacrime che mai accetterò.
Non puoi lasciarmi solo. Non puoi.
Me lo hai promesso, ricordi? Qualsiasi, e dico qualsiasi cosa, io sarò sempre con te, Boris. Lo sarò per sempre.
Perché prometti cose che non puoi mantenere?
Perché lasci che le persone a te care soffrano?
Perché Yurij, perché?
Il cellulare squilla. Lo tiro fuori dalla tasca e apro il messaggio che è appena giunto.

Da: Julia
«No, devi tornare a casa. Non puoi stare in giro con questo freddo.»



Patetica.
Dopo essersela spassata con Hiwatari – quel grandissimo bastardo – fa finta di essere almeno un minimo interessata e/o preoccupata per me.
Al diavolo!
Ho smesso di credere nelle sue illusioni.
Non potrò mai perdonarla per quello che mi ha fatto. . . MAI.
Io mi fidavo di lei, io l'amavo, le volevo bene, tenevo a lei.
Tutto affetto sprecato.
Mi sono innamorato di una stronza.
Ora come ora desidero che sparisca per sempre dalla mia vista.
Voglio che si allontani per sempre da me.
Non mi importa più niente di lei, potrebbe anche morire.
Possa marcire all'Inferno per i suoi peccati.
La odio. IO LA ODIO!
Nella vita nulla mi è mai andato per il verso giusto.
Sono sempre stato preda di spiacevoli avvenimenti.
E a forza di sbattere la faccia per terra ho imparato a difendermi attraverso un atteggiamento cinico e scontroso.
Quando le cose non vanno bene non bisogna affliggo, non ne faccio un dramma.
Vivo la mia vita così com'è.
Eppure ogni tanto mi vien voglia di capire cosa stia succedendo.
Il perché il silenzio echeggi nella mia testa.
Le paure sono tante e non c'è verso di fermarle o di sconfiggerle.
Gli anni vanno via ma tu resti uguale.
Capisci i tuoi errori, ma non riesci a migliorarli, ogni volta che ci provi ma finisci per rifarli.
Non capisco ciò che provi Julia. Non lo capisco perché non lo capisci nemmeno tu.
Ti comporti così cercando di rimediare, ma mai riuscirai a cancellare il gesto ignobile che hai compiuto.
Viviti la tua vita e lascia che io ti cancelli dalla mia.
Ho bisogno di dimenticare. Di rimuovere ogni momento passato insieme a te.

«Io non ho una casa.»



Invio il messaggio e spengo il cellulare.
Non voglio che continui a disturbarmi.
Voglio che mi lasci solo alla mia continua voglia di nascondere i sentimenti.
Stringo fortemente la mano di Yurij, cercando inconsciamente di aggrapparmi a una
qualche speranza di poter rivedere i suoi occhi color ghiaccio.
“Mi scusi, l'orario di visita è terminato. Sono costretta a mandarla fuori” una voce stridula, forse fin troppo acuta per poter essere sopportata dai miei timpani, mi echeggia dietro le spalle e mi costringe a voltarmi in sua direzione.
Mi affretto a mettermi il giaccone e, senza neanche dire proferire una parola, esco dalla stanza, abbracciando un raggio di sole debole privo anch'egli di felicità.

*



La notte oramai è già calata. La neve imbianca le ampie strade di Mosca e il gelo penetra le mie ossa come un parassita.
Boris ha rincasato stranamente già da qualche ora, ma neppure una parola, neanche una, ha pronunciato dal suo ritorno.
Sembro quasi divenuta un fantasma. Sembra che si sia dimenticato i momenti trascorsi insieme.
Evidentemente non ero poi così tanto importante per lui.
Mi appoggio alla soglia della porta e lo guardo: seduto sulla sedia con i gomiti appoggiati al tavolo, finge di leggere all'insufficiente luce del lampadario mezzo fulminato.
Si è accorto della mia presenza, ma non mi degna neanche di uno sguardo.
Sì, decisamente sono diventata un fantasma.
La porta è aperta, perciò, credo di poter entrare. Ma il modo in cui viene accolta la mia presenza mi fa capire che non sono ben gradita.
Mi guarda con odio, sì, con vero e proprio odio.
“Puoi uscire per piacere?!” cerca di mostrarsi garbato, ma il ruggito fuoriuscito da quelle labbra che amavo baciare fino allo sfinimento distruggono il suo sforzo.
Sono stufa di essere trattata in questo modo degno di una poco di buono. Sono stanca della sua indifferenza!
Esco dalla camera sbattendo la porta con ben poca cortesia, e mi dirigo fuori dal Monastero.
Mi avvolgo nel cappotto invernale lasciando che le lacrime diano sfogo alla tristezza e alla malinconia.
Pagherò per l'eternità il mio errore. Per sempre dovrò sopportare questa rammaricante realtà.
E fuori, anche se ci sarà un sole allegro, per me nevicherà sempre.




Ed eccoci alla fine di quest'altra mia piccola pazzia.
Non è un granché, ma non importa. Ho voluto buttarmi nella mischia e lanciare questa 'novità'.
E' dedicata a un mio carissimo amico che mi dimostra tantissimo affetto con la sua continua insistenza a volermi stare accanto.
Questo mio amico non è iscritto a EFP, ma non importa. Leggerà questa mia schifezza anche solo per poter rivedere un sorriso nel mio viso.
Filo, questa va a te.

'♥ Oramai ne sono sicura,
sei più forte di mille persone messe insieme...
Piangersi addosso non serve a niente, devi affrontare i problemi, perché quando
avrai una famiglia, una casa, dei figli e quando dovrai mantenere altre vite non dovrai
stare ad abbatterti come una persona priva di speranza, ma dovrai avere la forza di reagire..
Quante facciate prenderai nella vita amore, e quante volte ti sentirai morire..
Ma ricomincia, volta pagina e ricomincia sempre.♥
Sembriamo fragili, ma non lo siamo. Siamo capaci di dimostrare che siamo anche più forti di tutti coloro che ci vogliono fare del male. Ricordalo.'

Spero che tu non ti sia dimenticato di queste parole.
Ti voglio bene, mio piccolo Delirio.
   
 
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