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Autore: sassy86    19/01/2010    2 recensioni
"gli mostrai di come mi sentissi il tassello mancante del puzzle messo li per dare equilibrio al tutto. mi sentivo un ripiego. la soluzione al triangolo edward-bella-jacob...." spesso mi sono chiesta cosa si prova a sapere di poter vivere in eterno, o meglio mi sono chiesta cosa provassero i cullen a quel pensiero... è la prima volta che scrivo spero vi piaccia! QUESTA è LA VERSIONE RIVEDUTA è CORRETTA!
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Come avrei voluto restare così per sempre o, per lo meno, il più tempo tempo possibile. Mi sentivo così completa e protetta  accanto a Jake, ma al piano di sopra mi aspettavano due persone che di sicuro attendevano di sapere il perchè del mio gesto.

<< Vengo con te>> disse risoluto Jacob.

<< Preferisco andare da sola. Aspettami qui, ci vediamo dopo. Avrò di sicuro bisogno di te. >>, risposi mentre lasciavo la presa dalla sua mano per salire le scale.

<< Ti aspetto qui>>, disse Jacob con voce flebile.

Ogni passo che facevo per salire i gradini era pesante, come se avessi delle sfere di piombo attaccate alle caviglie, come si usava per i carcerati del XIX secolo.

Appena salita la rampa di scale mi ritrovai di fronte la camera di mamma e papà. Di sicuro avevano sentito il mio odore ed il battito frenetico del mio cuore, ma forse erano troppo presi dalla discussione in atto, visto che riuscii ad origliare per un pò dietro la porta prima che se ne accorgessero.

<< Edward, cosa ho fatto? In cosa ho sbagliato?>> la voce della mamma era interotta dai singhiozzi. Era l'unico modo che aveva per piangere e questo mi fece male ancora di più che se avesse versato lacrime vere.

<< Mentre mi urlava contro era talmente addolorata che le sue immagini mentali erano sbiadite e confuse, non riuscivo a vedere in lei...>>

Decisi di entrare. Era inutile che continuassero a porsi domande alle quali neanche io avevo una risposta.

<< Mamma >> sospirai << Scusami >>

Cos'altro avrei potuto dire. Cos'altro avrei potuto aggiungere. Nulla. Qualsiasi parola sarebbe stata inutile e superflua. Ma mi sforzai di continuare.

<< Scusatemi, io non volevo. Non so che mi abbia preso. Il fatto è che ... sono così confusa. Vedo la gente invecchiare, morire, lasciarmi. Le mie amiche si sposeranno con un ragazzo incontrato al college, avranno dei figli, avranno una vita talmente diversa dalla mia. Io non voglio invecchiare, non voglio vedere le rughe sul mio viso, se queste significheranno che non potrò più stare con voi. A me piace la vita che facciamo ma.... mi fà sentire così... diversa.>>

Contrariamente alle mie previsioni, non piansi. Il cuore, però, mi batteva forte forte.

Papà e mamma mi guardavo con occhi comprensivi.

<< Io non sono come voi. Non sono come i miei compagni di scuola e non sono come Jake. Io proprio non lo so chi sono...>> e scoppiai in un pianto liberatorio.

In un istante mi ritrovai stretta tra le braccia di mio padre che mi sussurrò << Quello che provi lo abbiamo provato anche noi tante volte, Renesmee. Tu sei figlia nostra, ti abbiamo disiderata tanto. Credevo di perdere tua madre, che non ha esitato un momento pur di farti nascere. Sei il regalo più bello che mi abbia potuto fare e questo dovrebbe bastare a farti capire che non importa cosa sei... ma chi sei e chi vorrai diventare. >>

Intanto, mamma era rimasta in disparte, con le braccia lungo i fianchi e lo sguardo basso.

Mi voltai verso di lei e mi avvicinai.

<< Mamma, perdonami. Lo so che non avrei dovuto dirti quelle cose... non posso dire nient'altro se non " mi dispiace". Mi dispiace tanto, mamma! >>

Mi sembrava di parlare con un?amica visto che abbracciavo una vampira dal corpo di una diciottenne. Ma sapevo che dentro c'era la mia mamma. Fin da piccola, ogni volta tornavo da scuola con mille domande. Papà mi rispondeva, certo. Ma un abbraccio della mia mamma valeva più di qualunque cosa.

Papà sorrise a quei ricordi e ci abbracciò forte.

  
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